Alfabeta - anno VI - n. 59 - aprile 1984

Giornale dei Giornali Leelezionpi ri111ar.ienUsa L o scenario accreditato dalla maggior parte degli osservatori politici americani è noto da mesi: Mondale ottiene la nomination democratica in luglio e viene battuto da Reagan alle elezioni di novembre. Lo scenario è basato su due elementi indiscutibili: Mondale è appoggiato da tutti gli apparati dell'establishment democratico; Reagan ha già battuto Mondale come vice di Carter. I sondaggi non facevano che ribadire con monotonia lo scenario. L'inizio delle elezioni primarie ha sconvolto per qualche settimana l'orizzonte delle previsioni: Mondale era ripetutamente battuto da Hart e alcuni sondaggi davano Hart davanti allo stesso Reagan, o quanto meno in grado di ingaggiare una corsa testa a testa con il presidente in carica. Dopo le primarie dell'Illinois (20 marzo) la stella di Hart sembra avviarsi al tramonto: lo scenario si ristabilizza. Who laughs last? (Chi ride ultimo?) si legge sulla copertina del settimanale inglese The Economist del 17 marzo, sopra le foto di Mondale e di Hart. Il 3 aprile si svolgeranno le primarie nello stato di New York e i nostri lettori avranno a loro disposizione un elemento per rispondere in modo forse definitivo a questa domanda. La domanda che ci poniamo in A cura di Index-Archivio Critico dell'Informazione questo servizio è però un'altra: che cosa è accaduto in America fra il 20 febbraio, quando nello Iowa iniziò l'ascesa di Hart, e il 20 marzo, quando la spinta del senatore del Colorado è sembrata esaurirsi nelle primarie dell'Illinois? In particolare, qual è stata la parte giocata dai media nella vertiginosa ascesa e nella repentina caduta (quale si profila oggi) della meteora Hart? Nella stampa italiana, come in quella americana, è largamente diffusa la tesi che i media - e in particolare la televisione - abbiano svolto un ruolo determinante. Cominciamo a vedere quale fosse l'immagine di Hart all'inizio delle primarie, avviate con le assemblee (caucuses) dello Iowa (20 febbraio) e le prime elezioni vere e proprie, quelle del New Hampshire (28 febbraio). Prendiamo un articolo apparso sul settimanale Newsweek datato 20 febbraio e scritto alla vigilia del voto nello Iowa. Secondo un sondaggio nazionale promosso dallo stesso Newsweek, affidato alla Gallup Organization e effettuato tra il 30 gennaio e il 6 febbraio, Mondale otteneva il consenso del 54 per cento dei democratici, contro il 16 di Glenn e il 10 di Jesse Jackson, il candidato nero. Nessun altro - ivi incluso naturalmente Gary Hart - otteneva più del 3 per cento. L'articolo cita un altro sondaggio, riguardante il solo New Hampshire, promosso dal quotidiano Boston Globe. Secondo il sondaggio, in questo stato Mondale avrebbe ottenuto il 37 per cento dei voti, Glenn il 18, Jackson il 16, Hart il 12. Questa è una delle due volte in cui Hart è citato nel testo dell'articolo. È interessante riportare l'osservazione di un esperto di sondaggi, Clairbourne Darden, secondo cui una larga massa di voti poteva spostarsi da Mondale verso un altro candidato sufficientemente credibile. «Ma - concludeva Darden - continuando a scrutare i tabulati del mio computer non sono riuscito a trovare un candidato del genere». Dallo Iowa veniva una prima risposta alla domanda che il computer di Darden non riusciva a risolvere. Alle spalle di Mondale, che conquistava circa la metà dei voti, spuntava Hart: il suo 16 per cento era sufficiente a distanziare tutti gli altri candidati. E soprattutto era sufficiente a «fare notizia». È dopo lo Iowa, infatti, che a detta di molti osservatori inizia il «flirt» fra Gary Hart e i media. Il Wali Street Journal del 12 marzo ha dedicato un articolo a questo argomento. Gary Hart, scrive l'autorevole portavoce del business conservatore, può ridere_ delle chiacchiere sulla sua manIndice della comunicazione canza di fondi e di organizzazione, dal momento che dispone delle tre reti televisive che lo hanno posto al centro della scena già dopo il secondo posto nello Iowa, divenendo il. protagonista dei new shows serali della Cbs, della Nbc, e dell' Abc dopo la successiva vittoria nel New Hampshire. Le copertine dei maggiori settimanali - Newsweek, Time, U.S. New & World Report, The Economist - e le prime pagine di molti quotidiani si sono riempite di immagini di Hart. «Che il senatore Hart sia divenuto un 'fenomeno media' è ormai largamente accettato. 'I media stanno giocando un ruolo decisivo per Hart' dice David Gergen, fino a poco tempo fa direttore delle comunicazioni della Casa Bianca» scrive il Wa/1StreetJournal. L'articolo cita alcuni dati elaborati dalla società di ricerca Conference on Issues and Media: nelle prime tre settimane di febbraio le reti tv avevano quasi ignorato Hart, il quale aveva ottenuto meno del 20 per cento del tempo accordato a Mondale e meno della metà del tempo di Glenn. Ma nella quarta settimana di febbraio, dopo lo Iowa, il tempo che i notiziari televisivi dedicavano a Hart si moltiplicava per dieci. Le vittorie a catena nel Maine, nel Vermont e nel Wyoming non facevano che rafforzare l'imInformaticaestampa A cura di Index - Archivio Critico dell'Informazione .L a Assinform (associazioneco- vamo già il desiderio del produtto- meccanismo che sottende al «fare chiesta del professore appurò che i struttori macchine, attrezzatu- re di nuove tecnologie elettroniche: notizia» e alla «confezione» che si bibliotecari si aspettavano dall'eiare per L(,fficioe per il tratta- produffe una lingua che fosse di ri- usa dare agli articoli. boratore la soluzione al problema mento delle informazioni) e il men- ferimento non solo per le scienze I mezzi di comunicazione di della catalogazione. Appena si resi/e di «informatica in azienda, nei ma soprattutto per la società degli massa in virtù di questo meccani- sero conto che le cose non stavano servizi pubblici, in casa» ZeTOU!)O, uomini, ben sapendo che «la lingua smo sono spintonati alla continua così e che questo aspetto del lavoro hanno preso spunto da una ricerca di un popolo dà il vocabolario di ricercadella novità, dellaprimizia, avrebbero comunque dovuto conticoordinata dalla Index e realizzata quel popolo stesso e il vocabolario dell'esclusiva; come si sa, tale «filo- nuare a svolgerlo loro, l'interesse da studenti dellafacoltà di Scienze è una tavola abbastanza fedele di sofia» pretende che ciò che è noto per il calcolatore scemò del tutto. dell'informazione dell'Università tutte le sue conoscenze», come già non fa notizia. Per fare un esem- Né valse la pena spiegare che esso di Milano, creatori del Caos, cen- affermava Diderot (M. Mamiani, pio, quella che noi consideriamo avrebbe potuto scrivere le schede tro studi informatici, per indire una La mappa del sapere, Milano, F. essere l'unica vera notizia del seco- nel formato che più piaceva loro, tavola rotonda su «Informatica e An~eli, 1983). lo: «Milioni di italiani si svegliano che avrebbero potuto modificarlo carta stampata - incomunicabilità Cçmsiderando l'attuale crisi di alle sette del mattino e vanno al la- quando gli pareva, che era in grado fra due settori della comunicazio- tutti i linguaggi, con conseguente voro», non è una notizia, mentre lo di gestire milioni di dati e immense ne». La ricerca si è occupata di impossibilità di comunicare, la ne- sono stati tutt'e quattro i matrimoni bibliografie. Niente da fare. È del censire e analizzare gli articoli dei cessità è sentita in molti settori; esi- dellafiglia di Onassis. Questa «co- resto noto che la delusione per una maggiori quotidia.ni italiani e dei ste dunque ina domanda per questa strizione» fa sì che i media che vo- disattesatoglie valorealle altrepostre settimanali d'opinione, che si offerta. Se poi consideriamo che il gliono occuparsi di nuove tecno/o- sibilità, che sembrano a quel punto occupassero di informatica e di modo con cui ciascuno di noi se/e- gie presentino gli ultimi elaborati miseri palliativi. nuove tecnologie elettronice. Dati ziona i dati del proprio saperegior- del più attrezzato centro di ricerca Un effetto più sottile e socia/- più precisi sulla ricerca e un breve no per giorno è determinato da giapponese che sperimenta la co- mente più grave di questo meccanirepertorio degli atteggiamenti dei «tutte le conoscenze» e che quindi siddetta «intelligenza artificiale» smo è poi motivato dagli articoli di quotidiani sono riportati su SE- esse caratterizzano il sistema di co- come fossero roba da tutti i giorni, scenario. In questo genere di artiscienza esperienza n. 11 (febbraio noscenza futuro, ecco che l'ambi- applicazioni pronte per l'uso. Le coli il lettore vieneposto di fronte a 1984), p. 7. zione e l'importanza del progetto presentano poi a un pubblico che, un futuro predeterminato, che così La tavola rotonda svoltasi al d'adozione e della posta in palio se non è già occupatoper suo conto è perché queste sono le nuove teeCircolo della stampa di Milano ini- divengono chiare. E giustificano le nel settore, non ha alcuna cono- nologie. Questapredeterminazione ziava là dove la ricercaterminava, ritrosie di altri settori della società. scenza del problema, né una sua in realtà non esiste, se non nella nel tentativo di individuare i motivi La stampa presenta ai suoi letto- visione complessiva, ché sempre gli mente di chi lo scenario descrive o di insoddisfazione delle industrie, e ri l'informatica prevalentemente sono state proposte solo le «ultime di chi le macchine produce, per ridi chiarire le cause e gli effetti del come panacea di tutti i mali, come invenzioni» e una serie di «scenari so/vere tali problemi e non altri. comportamento della stampa. Da strumento in grado di assolvere ai della società del domani», fondati Ma non vi è nessuna ineluttabilità tempo una reciprocadiffidenza in- più svariati compiti e sollevare sulle 'visioni' giornalisticamente in questo. Neppure se si considera quina i rapporti tra questi due pro- l'uomo da un gran numero di fasti- più appetibili. come P. Feyerabend (Scienza cotagonisti della società dell'informa- diose incombenze. Descrive inoltre Così si crea la «sindrome del bi- me arte, Bari, Laterza, 1984) che zione. La diffidenza è basata su le funzioni dell'elaboratore utiliz- bliotecario». Il professor Losano le scienze più nuove si impongono considerazioni pratico-filosofiche zando il-linguaggio che si adopera organizzò tempo fa a Milano un alle precedenti forme di pensiero di legittimazione all'uso di posizio- per descrivere le azioni dell'uomo. corso di formazione per biblioteca- non perché più vere, ma solo perni strategiche, da consolidare o da Un calcolatore elettronico pensa, ri, a cui intendeva spiegare lepassi- ché meglio si adattano a nuovi inteconquistare, da parte di entrambi i ricorda, sa, lavora, ecc. Da un la- bili applicazioni informatiche nel ressi economici. contendenti. to, quindi, la stampa creaatteseab- loro lavoro. Il corso ebbe un buon Presentando lapredeterminazioUno degli obiettivi strategicipri- normi rispetto alle capacità della successo di iscritti. La prima gior- ne e lo stato avanzato dell'arte comagine «vincente» di Hart e quella «perdente» di Mondale. La Nbc mandava in onda una ripresa in cui Mondale sbatteva la faccia contro una porta che gli agenti del servizio segreto non avevano aperto in tempo. La tesi del fenomeno Hart come «effetto media» ha avuto una certa eco anche nella stampa italiana. Una delle presentazioni più drastiche della tesi si legge nel numero de L'Espresso datato 25 marzo che per altro - con un certo ritardo sugli altri settimanali del mondo occidentale - recava in copertina la foto di Hart, con il titolo: È un nuovo Kennedy? «I mass-media non potevano permettere che Mondale vincesse la 'nomination' in due settimane per mancanza d'avversari, avrebbe sabotato lo show più atteso del 1984»ha detto Tony Schwartz, «guru delle comunicazioni di massa, collega e discepolo di Marshall McLuhan, consulente politico di Johnson e Carter» (cfr. L'Espresso, cit., Sua mamma è la tv). «Per mesi - si legge nell'articolo - lo spettacolo pareva assicurato dalla sfida Mondale-Glenn, l'ex vicepresidente contro l'ex astronauta. Quando Glenn s'è sgonfiato, Gary Hart è diventato I' 'uomo nuovo' dei mass-media, sulla base del secondo posto nello Iowa (ovvero 11.000 voti) ... Adesso però i società, che può solo subire le scelte e la determinazione degli altri. Ciò che si è invece rimproverato alle industrie costruttrici è stata proprio l'ignoranza dei meccanismi di formazione della notizia - l'ignoranza sul settore dell'informazione di massa, cui essasi rivolge con alterigia,quasi fosse più nobile occuparsi di informazione elettronica che di massa. Essapretende che quello che i giornalisti già chiamano «il computerese» sia assunto quale lingua ufficiale dei giornali quando trattano di argomenti tecnologici. Chiedono per l'informatica ciò che è stato ottenuto dal calcio e dall'automobilismo: ampi spazi, rubriche f,sse e l'adozione di un lessico specializzato. Lo chiedono in nome delle vendite dei prodotti dell'elettronica, del suo successo 'sociale', confondendo anche loro gli scenari con la realtà: le cifre di tali vendite non sono ancora paragonabili né a quelle di autovetture né agli spettatori del calcio. E lo chiedono anche in nome della«cultura informatica», già sponsorizzata da molti media, e dellacui assenza sifa caricoall'uomo dellastrada e alla piccola e media industria. Ma la «cultura informatica» non esiste, come non è esistitauna «cultura dell'utensile»; è esistita una cultura industriale, e esiste una «cultura dell'informazione», che è tutta un'altr~ cosa, più globale e complessa, e che deve fare i conti con molti più interessie con diverse forme di conoscenza, anche millenarie. Ma questa è un'altra storia. mari è costituito dalla adoiione macchina e, dall'altro, ne antropo- nata fu dedicata al che cosa poteva me il solo possibile, si toglie al /et- Informatica e carta stampata - della lingua ufficiale della società morfizza l'opera, perfezionando la fare l'elaboratore in biblioteca. tore lo stimolo apartecipare e inter- incomunicabilità fra due settori s::: dell'informazione. In «Logos in- maliziosa falsificazione. I due Non vi fu una seconda giornata, venire nel processo di decisione della comunicazione formatico nell'agorà» (Alfabeta n. aspetti sono entrambi ben radicati nessun bibliotecario si presentò al delle scelte. Si rende automatico il Milano, Circolo della stampa ] 55, dicembre 1983,p. 38) presenta- su tutti i media. Giustificati dal proseguimento dei lavori. Un'in- suo essereun sog_gettopassivo della (21 febbraio 1984) g '------------------------------------------------------------------------------'~

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