Alfabeta - anno VI - n. 59 - aprile 1984

Jaca ~<?_ok (f 11111 novtta ■ e Vasilij Grossman VITA E DESTINO PAGINE 864, LIRE 26.000 Dalla Russia il romanzo salutato in Francia come uno dei capolavori del secolo Charles Ferdinand Ramuz LA GUARIGIONE DELLE MALATTIE Prefazione di Stefano Giovanardi PAGINE 200 LIRE 15.000 Jacques Derrida LAVOCEE ILFENOMENO Introduzione di Carlo Sini PAGINE 152 LIRE 15.500 La Jaca ristampa l'autore vent'anni dopo averlo fatto conoscere in Italia. Emile Male L'ARTE RELIGIOSA NEL '600 ILBAROCCO PAGINE480 160 ILLUSTRATE COLORI E BIANCO NERO LIRE 115.000 Stefano Zecchi LAMAGIA DEI SAGGI Blake Goethe Husserl Lawrence PAGINE 200 LIRE 15.000 il Jaca Book Il Via A. Saffi, 19 20123 MILANO Armand Mattelart Xavier Delcourt Miche! Mattelart La culture contre la democratie? Paris, La Decouverte, 1984 pp. 224, ff. 69 Questo volume è pubblicato nella collana «Cahiers libres», che La Decouverte ha ereditato da François Maspero. Nella stessa collana Armand Mattelart e Hector Schmucler hanno pubblicato L'ordinateur et le tiers monde, dal quale ha preso l'avvio la missione di studio «Per uno spazio latino nel settore audiovisivo». Missione creata dal ministero della Cultura francese su richiesta del gruppo lnterlatina, presieduto da Gabriel Garda Marquez; presieduta da Armand Mattelart e composta da ventuno membri, tra cui l'italiano Giuseppe Richeri, la missione ha lavorato dal novembre 1982al giugno 1983 e ha prodotto questo libro che ne costituisce la relazione conclusiva. Oltre al ministero della Cultura, hanno contribuito al buon esito dei lavori il ministero degli Esteri, della Ricerca, della Comunicazione, del Commercio estero e delle Poste e telecomunicazioni. Il libro è suddiviso in quattro parti. La prima, «Quale spazio per quale cultura?», analizza gli squilibri che caratterizzano i flussi internazionali di cultura, di informazioni e di comunicazioni («il nuovo ordine mondiale dell'informazione»). Tali squilibri rivelano la sperequazione tra potenzialità di produzione e di diffusione dei prodotti audiovisivi («economia e cultura»). I paesi di ceppo latino potrebbero ricercare nuove forme di cooperazione per porre rimedio alla sudditanza audiovisiva a cui sono costretti dal mercato («i flussi di scambio nel sistema delle comunicazioni»). Nella seconda parte, «Verso uno spazio transnazionale», si fa il punto sul dibattito internazionale aperto intorno a cultura («una cultura planetaria?» - «crisi della democrazia?») e economia («un avamposto per la crisi del servizio pubblico» - «derégulation selvaggia o addomesticata?»); e si analizzano le possibili strategie che gli Stati possono adottare per controbattere o indirizzare le strategie industriali private, per costruire nuovi spazi di espressione e mettere in luce i conflitti e le tensioni che è necessario affrontare per realizzare nuovi progetti di società. Con la terza parte, «Per un diverso spazio audiovisivo», si torna a analizzare il settore audiovisivo e le possibili forme di cooperazione da sviluppare, non solo tra Nord e Sud, ma anche tra Sud e Sud («le coproduzioni»). Nella quarta e ultima parte, «Quali programmi per quale internazionalismo?», si affronta la questione dei prodotti da realizzare per dar vita a un'industria di programmi che tenti di conciliare l'espressione democratica delle specificità nazionali con la conquista dei mercati internazionali. «La 'serialità' come unico orizzonte?» è l'ultimo interrogativo posto dagli autori alle industrie pubbliche di programmi. In Italia il dibattito su questo punto è apertissimo, con vivaci spunti polemici; nel libro si riconosce alla Rai il merito di avere intrapreso «lo studio di un modo alternativo di produzione industriale di fiction (alternativo rispetto alla dominante produzione nord-americana)». La Rai è stata spinta, dall'esuberante presenza delle televisioni private e oligopoliste, a affrontare queste serie riflessioni; per il resto, in Italia si è ben lontani dal realizzare progetti e favorire missioni di studio dal respiro internazionale su temi di cultura moderna. lndex Bruno Bettelheim Freud e l'anima dell'uomo Milano, «Saggi» Feltrinelli, 1983 pp. 137, lire 14.000 'Psicoanalisi' è un termine coniato da Freud e composto da due parole di origine greca: «psiche» è l'anima, un termine ricco di risonanze emotive e non scientifico; «analisi» implica invece una verifica scientifica. Freud intendeva accentuare il primo termine piuttosto che il secondo; la traduzione inglese «psychoanalysis», al contrario, enfatizza la connotazione scientifica, producendo un totale travisamento dello stile della ricerca freudiana. In sintesi è questa la tesi centrale dell'ultimo libro di Bruno Bettelheim, ottantenne decano della psicoanalisi, ebreo ' Teatrocirco Spaziozero Via Galvani, Roma telefono 573089 ,L spaz.\ozero-······Ji;r j? nimo, scartabelliamo nei carteggi di Freud, recuperiamone lo spirito. Finalmente, dice, posso parlarne. Per la verità dice «devo» ma, giacché confessa il peso di un quarantennio di silenzio, questo «non poter più tacere» ha tutta l'aria di una liberazione. L'autorevole «Standard Edition», traduzione inglese delle Opere di Freud, curata da James Strachey, approvata da Freud e vidimata da sua figlia Anna, è un enorme falso. I vis.tosi e devianti errori di traduzione non sono mai stati un segreto per molti analisti di lingua tedesca emigrati negli Stati uniti, ma il riserbo a denunciarli era dovuto al timore che ciò apparisse come una critica allo stesso Freud, ancora vivo all'epoca della compilazione della versione inglese che approvò o almeno non sconfessò. Ma che cosa travisa così radicalmente il pensiero di Freud? Un'ideologia scientista che ha prodotto la medicalizzazione della psicoanalisi, l'ha ridotta a mero comportamentismo, ne ha esaltato prevalentemente la funzione terapeutica - tutte cose, insomma, che Freud aborriva. D'accordo fin qui. Bettelheim aggiunge però che il Freud americano è così distante dal vero Freud perché la traduzione ha cancellato ogni riferimento, implicito o esplicito, fatto alla seele, anima o psiBettelheim compie ambedue le operazioni che per fortuna, inve_ce di omogeneizzarsi, finiscono per giustapporsi: la sintesi mancata fa il valore del libro e lascia all'analisi linguistica il vigore di un'acutezza finora inedita tra i freudiani. Naturalmente, Lacan a parte. Marisa Fiumanò Cesare Ruffato Parola bambola Venezia, Marsilio, 1983 pp. 96, lire 10.000 Da tempo Ruffato insegue, coi suoi frammenti anagrammatici e le sue complesse ~ostellazioni verbali, l'obiettivo di circostanziare l'oggetto, di penetrare sino alle radici della materia, biologica e cosmica, privata e planetaria, quotidiana e siderale. E, il suo, un paesaggio linguistico in cui concrezioni di voci omofoniche, allitteranti, iperboliche e deformi tentano di istituire un ordito sintattico di coordinate temporali e spaziali intrecciate in grovigli vertiginosi di suono e di senso, tra cronaca e mito, derive eteree e sfaldamenti magmatici. Non so se la parola, immersa qui nel «bricolage cosmico» alternativamente glaciale e fisso come reperto da laboratorio o sciolto in abbandoni molto intimi e astrali, in deliri gentili, sia voce stratificata del tempo o formazione aurorale: ma certo non è questo il punto. Se di mitologia si discorre (ora che di mito pare proprio d'obbligo parlare) tra «cleto» e «tiresia», «andromede» e «guerrieri», «dee» e «veneri», la direzione non indica né il passato né l'origine: le radici dell'immaginario, le «favole antiDa mercoledì 4 3 giovedì l9 aprile che» di questo lucido e devastato alle ore 21.00 dopo-mondo, coincidono semmai con un approdo tecnologizzato e (lunedì riposo) neutro, in una trasparenza di «fi- b tt gure allusive», nell'orizzonte pia- ague·e• no di chi muove, consapevolmente, dalla fine. Forse è questo il sen- :~c~~t~~a::: ;:~::::::::!~ d· nito e sterminato», tra immaginiI Valeria Magli cronaca del nostro presente freddate in fotosintesi. con Michala Marcus' Ed è importante che i giochi Joseph Fontano, Valeria Magli verbali condotti, nell'eco di preceTesti a cura di Antonio Porta e Valeria Magli denti esperienze, sino aUaparonoMusica di Luigi Cinque masia e al paragramma, al lapsus Coreografia e regia di Valeria Magli ludico e alla pronuncia patologica, Nez-chorégraphie di Ferdinando Tateo si sciolgano nell'essenzialità di una Luci di Gino Federici Produzione forma da sempre cercata e respinta, tra impossibili rapporti e marSpaziozero World Production s.r.l. 1---------------"""T""----------------1 gini attraversati da linee centrifuviennese emigrato in America nel che dell'uomo ( che la <<Standard ghe, imprevedibili e inesplorabili. • '39. Edition» traduce mimi). È su que- Un impasto cellulare che le cateVolentieri lasceremmo caderè st'ultima equivalenza, di sapore gorie tradizionali del linguaggio l'idea (che pure all'autore sta mo!- junghiano, seele/psiche/anima, poetico non bastano a definire: né to a cuore, perché sostiene un pre- che fonda tutte le sue critiche. classico né sperimentale, il tessuto sunto «umanesimo» di Freud con- Succede allora che proprio ciò segnico si «endorganizza», chimifuso - erroneamente - con il suo che gli sta più a cuore regge meno camente, biologicamente, trovanamore per la classicità greco-lati- alla dimostrazione come, senza do un'inedita misura. Si hanno cona) che la psicoanalisi sia una cura volerlo, finisce egli stesso per am- sì i momenti felici, sottratti al ridell'anima mediante l'amore. Rac- mettere. Dalla centralità del con- chiamo dello scioglilingua ricercacoglieremmo piuttosto tutto il re- cetto di «anima» in Freud a una sto: l'analisi linguistica del testo-? ..comprensione empatica della soforiginale di Freud e le critiche serrate alla sua traduzione inglese. Questo «resto» fa il valore del libro e anche la sua eccezionalità. Basta, dice Bettelheim, andia-_ mo alla fonte, riconsideriamo la scrittura freudiana, il suo servirsi di parole di uso quotidiano accanto alla invenzione di neologismi; facciamo attenzione a un articolo in più o in meno, all'uso di un termine piuttosto che di un suo sinoferenza altrui il passo è breve, ma... della necessità di questo «moto di simpatia spontanea del nostro inconscio con quello degli altri ( .... ) Freud ha parlato raramente in modo esplicito, ma spessissimo in termini impliciti» (p. 19). Delle due l'una: o si propone un ritorno alla «lettera» del testo freudiano o si psicologizza Freud attribuendogli una visione del mondo che è piuttosto la propria. to o dell'allusione polemicamente didascalica, le piroette sillabiche e i funambolismi geometricamente bloccati, dopo deliri brevi ( «in fiala ibrida amoriamo brindami»). Una sintassi liberata, capace anche di consentire un pluristilismo efficacemente disarmonico, che consegna al registro referenziale la forza espressiva di segmenti ellittici. Ed è approdo inaspettato, anche se lungamente implicito allo sperimentare intraverbale: una riconquista, dall'interno, del significato che dà compostezza e rigore alla voce mobile e scioglie gli automatismi della Parola bambola, disponendone gli ingranaggi alla vivisezione linguistica di una «folliadelitto» collettiva e storica ( «Paesi comunque a basso cibo / per sperperi annui mondiali degli eserciti / mani fredde ferite dai giornali ( ... ). Negli occhi mordono gambe (... ) bimbo tenuto un po' in vita dalle fiabe»). Niva Lorenzini <:::, ""I ~ ~ -~ Cl.. ~ ..... ~ ... ~ ""l i:: ~ ~ .C) g -----------------~-------------~-----------------~-------------~---------------------~

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