Pierre Bourdieu La distinzione trad. it. di Guido Viale Bologna, Il Mulino, 1983 pp. 532, lire 30.000 «Notre amour-propre souffre plus impatiemment la condamnation de nos gofits que de nos opinions». La Rochefoucauld, Maximes I nvitati a scegliere in una lista di sette piatti i loro due preferiti, in Francia operai e agricoltori mettono al primo posto il «pot-au-feu», gli agricoltori sono quasi i soli a scegliere I'«andouillette»; operai e piccoli patrons scelgono anche il «coq au vin», piatto tipico dei ristoranti medi che vogliono apparire chic, mentre i quadri, membri delle professioni liberali e patrons, scelgono la «bouillabaisse>>. In materia di alimenti il gusto dipende dall'idea che ogni gruppo o frazione di classe si fa del proprio corpo e degli effetti che su di esso ha il cibo. Dipende anche dalle categorie che ogni gruppo utilizza per valutare questi effetti secondo diverse gerarchie: così le classi popolari sono più attente alla forza del corpo (maschile) che alla sua forma e tendono a ricercare prodotti al tempo stesso poco costosi e nutrienti, mentre le professioni liberali preferiscono prodotti saporiti, buoni per la salute, leggeri e che non ingrassano. «Il corpo è l'oggettivazione più irrecusabile del gusto di classe». Questo esempio - uno dei tanti e diversi di cui si rivela fitta La distinzione di Pierre Bourdieu - può far pensare a un'opera di antropologia del quotidiano, mentre il sottotitolo ( Criticasociale del gusto) ci riporta alla mente piuttosto le categorie della percezione e della valutazione estetica utilizzate da Kant. Ma il principio che regge il lavoro di Bourdieu è la ricerca del come piuttosto che del perché, della prospettiva genetica e non di quella cognitiva. In un 'intervista del '77 Bourdieu si spiega: «È un progresso notevole sostituire la domanda 'Cos'è un intellettuale' con la domanda 'Come si diventa intellettuali', perché una parte importante della realtà degli intellettuali, nel loro insieme e nelle loro sottocategorie, risiede nella maniera con cui lo sono diventati»'. Si diventa intellettuali così come si:diviene sciamani, e in questa prospettiva vengono utilizzate le metodologie di Durkheim e di Mauss. Quale interesse spinge l'intellettuale a diventare tale, che prezzo ha dovuto pagare per diventarlo? Bourdieu vuole uscire dalla problematica degli apparati, che sono «collettivi impersonali e nello stesso tempo soggetti di azione», e la- °' vora con i concetti di campo, di C"I capitale (economico, sociale, culs:s .s turale), di habitus, di cultura legitg:> tima e di istanze consacranti (uni- ~ ~ versità, accademie), di gusto e di ~ interessi. ....... L'opera artistica e di cultura è :-:::: .._ un bene simbolico, oggetto di ~ scontri tra interessi vitali, nel mero. rr-i cato dei beni simbolici si sviluppa- ~ no attriti, concorrenze e lotte tra i ~ produttori che sottostanno alla l stessa logica che presiede alla di- ~ namica del mercato dei beni mateLadistinzione riali: la ricerca dell'accumulazione, del profitto, del potere. Non per caso Bourdieu ha cominciato studiando i cabili in Algeria, dove all'economia di baratto si è sostituito lo scambio simbolico, per· poi analizzare l'istituzione scolastica e universitaria nei suoi meccanismi di riproduzione sociale e nella sua funzione di legittimazione dell'arbitrario culturale, producendo un celebre insieme di ricerche e d'indagini1. Da più di un decennio la sua sociologia delle forme simboliche della dominazione ha dato sempre più spazio al tentativo di costruire una scienza dell'arte e della letteratura •che ha per oggetto le relazioni tra l'artista e gli altri artisti, tra l'artista e l'insieme degli agenti impegnati a produrre il valore sociale dell'arte (critici, mecenati, mercanti, direttori di musei, editori, ecc.) nelle società industriali e del fapitalismo maturo. L otte per la dominazione si svolgono tra la frazione dominante della classe dominante e la frazione dominata (intellettuale) della stessa classe. Una strategia dei membri della frazione dominante è consistita, in un dato momento, nel valorizzare la cultura economico-politica a scapito di quella letteraria e artistica, al fine di screditare i valori riconosciuti dai membri dominati e dalla piccola borghesia. Le scelte estetiche, i dibattiti tra autori o tra scuole, che occupano la scena culturale, non sono innocenti come possono a prima vista sembrare e tra l'altro hanno di mira la conquista dei titoli legittimi per l'esercizio della dominazione. Bourdieu ha sperimentato il suo modello teorico in molte ricerche, per esempio sul movimento francese de «l'art pour l'art», su Flaubert, sulla moda e in altre indagini pubblicate soprattutto nella rivista da lui diretta, Actes de la recherche en sciences socia/es. La sua operazione epistemologica spoglia l'intellettuale dell'aura e di ogni qualità superiore, irriduéibile, e inserisce l'artista nelle condizioni sociali della sua produzione, all'interno del campo che gli è proprio. L'universo della produzione artistica, infatti, è un universo sociale con proprie leggi di funzionamen, to e di" reclutamento, l'autonomia dell'arte si è costituita progressivamente, nel corso della storia, come autonomia del campo3 . Attitudine estetica - e apprendimento culturale - dipendono sia dalle condizioni materiali, passate e presenti, che ne sono la condizione, sia dall'accumulazione del capitale ct.lturale che può essere Delia Frigessi Castelnuovo appreso soprattutto per il tramite di una distanza, soggettiva e oggettiva, dall'urgenza pratica. La «distance au monde» è il principio dell'esperienza borghese del mondo. L'attitudine estetica è appunto la manifestazione di un sistema derivato da condizionamenti sociali associati a particolari condizioni dell'esistenza che sono caratterizzate dalla forma della massima libertà nei confronti della necessità economica. Il senso estetico, che esprime una posizione privilegiata nello spazio sociale, è una specie del gusto - cioè delle preferenze manifestate - che a sua volta costituisce l'affermazione nella pratica di una differenza. Il gusto è ciò per cui si è classificati e ci si classifica, l'attitudine a apprezzare e a segnare delle differenze attraverso un'operazione di distinzione. La distinzione distingue dal particolare, dal comune. Il gusto è un sistema di classificazione che opera nella pratica la trasformazione delle cose in segni distinti e distintivi, che fa accedere le differenze inscritte nell'ordine fisico del corpo all'ordine simbolico delle distinzioni significanti. Il modo di usare i beni simbolici, per esempio, costituisce uno strumento fondamentale delle strategie di distinzione. La citazione letteraria appare così una sorta di chiamata, di appello alla presenza rivolto a un autore del passato sulla base di una solidarietà sociale mascherata da solidarietà intellettuale. Lo stile di vita di un gruppo si può leggere nello stile dei mobili e dell'abbigliamento, non solo perché siamo in presenza dell'oggettivazione di una necessità economica ma anche perché i rapporti sociali si obiettivano nella «distinzione» o nella «volgarità», nel lusso o nella povertà degli oggetti familiari. L a rete dei rapporti obiettivi tra le posizioni occupate dai produttori (i posti) forma il campo. La lotta tra i concorrenti costituisce il vero principio delle posizioni e delle prese di posizione culturale (opere, discorsi, azioni letterarie, artistiche, politiche, ecc.) di cui il campo è la risultante. Campo delle posizioni e campo delle prese di posizione culturale sono tra loro indissolubili: questo è un punto importante con il quale Bourdieu vuole distanziarsi sia dal metodo di lettura interna dell'opera sia dal tentativo di spiegare le opere in termini troppo meccanici di condizioni sociali della produzione o del consumo. È vero che - nella sociologia di Bourdieu - le posizioni restano al posto di comando, ne dipendono anche le opzioni estetiche e di gusto, tuttavia le prese di posizione culturale hanno una loro logica e la corrispondenza tra i due spazi avviene in modo mediato. La logica propria del campo intellettuale non si comprende se non viene al tempo stesso inserita nella logica del campo del potere - e questo significa in primo luogo analizzare la posizione assunta dagli artisti e dagli intellettuali nella struttura della classe dominante (o rispetto a essa, quando non vi appartengono). Lo straordinario è che, grazie a un'armonia quasi miracolosa, l'intreccio dei determinismi obiettivi e delle determinazioni soggettive tende a condurre, magari attraverso errori e tentativi, ogni agente del campo intellettuale nel «luogo naturale» che gli è riservato dalle strutture del campo, e a fare in modo che le aspira- \ I I ....... zioni soggettive tendano a coincidere con le possibilità obiettive. Così, la cosiddetta «vocazione» sarebbe più che altro la trasfigurazione ideolqgica del rapporto oggettivo che' si è stabilito tra una categoria, un gruppo di agenti, e lo stato specifico del mercato del lavoro, e in sostanza va intesa come risposta alla relazione fra offerta e domanda. L'aspirazione soggettiva diventa posizione (cioè posto e carriera) occupata all'interno del campo grazie agli habitus, schemi di attitudini e di disposizioni che organizzano le pratiche e le percezioni delle pratiche. Questo concetto di habitus - che già era stato utilizzato da Panofsky' nel senso di una trasmissione attraverso la scuola di schemi inconsci o profondamente nascosti - consente a Bourdieu di porre il problema generale dell'interiorizzazione (in altre parole, del legame tra concezione soggettiva e funzione oggettiva) e di indagare le strate'gie sociali che gli agenti, gli intellettuali, adottano in corrispondenza con il posto che occuperanno nel campo. Un caso illustre è quello di Flaubert 5 • L'aggiustamento dei prodotti offerti alla domanda non è frutto di cinismo né di coercizione ma piuttosto dell'omologia tra le posizioni (e le prese di posizione culturale) nello spazio di produzione e le posizioni nello spazio del consumo privilegiato (campo del potere). Esempio: «Un editore, caratterizzato necessariamente dal solo fatto di occupare una posizione nel campo, riceve manoscritti che sono il prodotto di una specie di preselezione operata dagli autori stess1 m funzione della rappresentazione che essi si fanno dell'editore e della tendenza letteraria che egli rappresenta. Questa rappresentazione, che ha potuto orientare la loro produzione consapevolmente • o a livello inconscio, era essa stessa funzione del rapporto obiettivo esistente tra le loro rispettive posizioni nel campo»6 . L, epistemologia di Bourdieu ha ricevuto di recente la consacrazione del Collège de1France7 • La sua opera scientifi-· ca, costruita sulle solide basi di una serie amplissima di indagini sulla società francese, di cui La distinzione rappresenta una sorta di summa, è stata superlegittimata. L'opera non manca di prestarsi a più obiezioni e da diversi punti di vista. Il suo pessimismo funzionalista - vorrei solo accennare a questo punto - sembra lasciare respiro troppo scarso all'analisi delle innovazioni sociali e culturali, che poco emergono dalle pieghe di un discorso molto ricco ma a volte rarefatto e chiuso nella successione delle affermazioni strutturaliste. Rigorosa sconsacrazione del mito e del privilegio degli intellettuali, la sociologia di Bourdieu ha aperto la possibilità di una diversificazione di prospettiva e per questo soprattutto ha suscitato tanto interesse e consenso nei campi più diversi della ricerca, e in particolare in quelli che riguardano la letteratura e l'arte. Cultura, arte e letteratura vengono a costituire nelia sua prospettiva una sorta di mondo economico capovolto, un'economia fondata sulla negazione del commerciale e sul disinteresse (interessato e pagante) dei produtton. Grazie a questa consapevolezza, gli intellettuali e gli artisti sono messi con i piedi per terra, ricollocati nei contesti reali, e l'opera d'arte può mostrarsi nella sua doppia faccia di merce e di significato. Note (1) P. Bourdieu, Campo del potere e campo intellettuale, conversazione con M. D'Eramo, Cosenza, Lerici, 1978, p. 43. Altri testi di Bourdieu tradotti in italiano sono: Mitosociologia, Firenze, Guaraldi, 1970; I delfini. Gli studenti, e la cultura, ivi 1971; La riproduzione (con 1.-C. Passeron), ivi 1972; L'amore dell'arte (con A. Darbel), ivi 1972. (2) Cfr. in particolare Les Héritiers (con J .-C. Passeron), Paris, Minuit, 1964, e La reproduction (con J.-C. Passeron), ivi 1970. (3) Il fatto artistico esiste per il tramite della credenza collettiva che lo fonda in quanto opera d'arte e dunque anche il discorso (storico, critico, celebrativo) fa parte delle condizioni che producono l'opera. Cfr. «La production de la croyance», in Actes de la recherche en sciences sociales n. 13, 1977. (4) Si veda la «Postface» di Bourdieu a E. Panofsky, Architecture gothique et pensée scolas1ique, Paris, Minuit, 1967. (5) Cfr. «L'invention de la vie d'artiste», in Ac1es de la recherche en sciences socia/es n. 2, 1975. L'analisi del rapporto tra habilus e posto occupato nel campo è stata perseguita da Bourdieu e dai suoi collaboratori in ricerche e studi sulla frequentazione dei musei e delle gallerie, sulla moda, sull' arredamento delle classi dominanti, ecc. (6) «Le marché des biens symboliques» in L'année sociologique n. 22, 1971, p. 109. (7) In questa occasione Bourdieu ha ripetuto la sua convinta difesa del concetto di campo come spazio di relazioni (Leçon inaugurale, Collège de France, 1982).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==