Alfabeta - anno VI - n. 59 - aprile 1984

Nikolaj I. Bucharin La teoria del materialismo storico. Testo popolare della sociologia marxista a c. di Giovanni Mastroianni («Connessioni», direttori: A. Giasanti, V. Pocar) Milano, Unicopli, 1983 pp. 506, lire 30.000 Completiamo qui la serie breve dei nostri scritti relativi a Marx - in parte tratti dal Convegno di Treviri (André Gunder Frank, Samir Amin, Léopold S. Senghor), in parte contributi originali (Piero Lavate/li, Mario Spinella, Francesco Leonetti), - pubblicati nei precedenti numeri 50-51 (luglio-agosto 1983), 52 (settembre), 54 (novembre) della rivista. U no dei contributi specifici più interessanti del primo convegno di studi gramsciani del gennaio 1958fu il confronto che Aldo Zanardo avviò della Teoria di Bucharin con la critica di Gramsci. A Zanardo erano anche presenti le osservazioni di Curie), stese fra l'aprile e il dicembre del '42 a Ventotene, dove il libro di Bucharin circolava in traduzione tedesca (come credeva di ricordare L. Gasparini, che trascrisse e conservò le pagine di Curiel disperse nell'originale). Le note di Curiel, pubblicate per intero solo nel '56, sono anch'esse degne di attenzione, e proprio perché, come il Mastroianni altra volta ha Su Marx/ 7 li librodi Bucharin sottolineato, vengono da uno 'scienziato', pur ricco di cultura filosofica, ma per età e formazione 'diverso', e non poco, da Gramsci (benché poi, per molti aspetti, le loro osservazioni vengano a convergere). Comunque Zanardo non si soffermò allora su Curie), impegnato com'era in un'opera di commento 'storico' di Gramsci, e nel tentativo assai rilevante di connettere le reazioni gramsciane, piuttosto che all'ambiente italiano, a tutta un'ala del pensiero marxista contemporaneo, in particolare di lingua e cultura tedesca. Non a caso, fra i nomi dei recensori della Teoria analizzati da Zanardo, emergono quelli di Fogarasi e di Lukacs, autori, entrambi, di osservazioni caratteristiche per l'orientamento filosofico di fondo. Così Fogarasi, mentre riconosce l'importanza dello sforzo di Bucharin di offrire «una presentazione sintetica del materialismo storico che corrisponda allo spirito rivoluzionarioattivo di questa dottrina», insiste anche sulla 'arretratezza' teorica, sul guardare piuttosto al contenuto che al metodo della dottrina di Marx, sull'«antiquato materialismo meccanico». Fogarasi, tuttavia, va più in là, e afferma senza esitazione, in un testo da non dimenticare: «Il compagno Bucharin non deve aver paura: noi non vogliamo introdurre furtivamente nel marxismo una qualche metafisica spiritualistica, Eugenio Garin ma affermiamo che il merito di Marx che fa epoca consiste proprio in questo, nell'avere eliminato ogni cosa in sé, sia essa materia, sia essa spirito, e quindi ogni metafisica materialistica o spiritualistico-religiosa dalle scienze della società, il cui unico oggetto è costituito da rapporti, funzioni, relazioni sociali. Questa fondamentale caratteristica del marxismo, il relativismo metodico, è ciò che trova il suo corrispondente caso analogo nell'odierno sviluppo delle scienze della natura nella teoria della relatività. Bucharin però non poteva utilizzare questo punto di vista enormemente fruttuoso a causa della sua fedeltà ad un antiquato materialismo meccanico». Ove, a parte il paradossale ma significativo parallelismo stabilito sul terreno metodologico fra marxismo come materialismo storico e 'relatività generale', Fogarasi mostra di far tesoro delle «valide ricerche di filosofia della religione di Max Weber», nonché delle «fini analisi di psicologia sociale» di Simmel, rimproverando a Bucharin di non avere adeguatamente utilizzato «le conquiste della moderna psicologia» per stabilire le debite «connessioni fra psicologia sociale e ideologia». A ncora più rilevanti le pagine di Lukacs del '25 (di cui si è supposto, forse non a torto, che qualche eco raggiungesse Gramsci), un Lukacs che non naè uscito • sconde la sua ammirazione per la grande opera di Marx Weber Wirtschaft und Gesellschaft, uscita postuma nel '22 come terza parte del Grundriss der Sozialokonomie. Bucharin - ed è questo il suo peccato mortale, e questa l'obbiezione che traversa l'intero scritto di Lukacs - non ha fatto tesoro della filosofia classica tedesca, né se ne è servito per intendere Marx («B. cancella nelle sue considerazioni filosofiche - tacitamente, senza degnarli neppure della sua confutazione - tutti gli elementi del metodo marxista che derivano dalla filosofia classica tedesca»). Bucharin non affronta Hegel e il rapporto fra la sua dialettica e quella di Marx, né dibatte il problema dell'umanismo e del materialismo di Feuerbach. Il materialismo di Bucharin è «assai più vicino al materialismo borghese che a quello di Marx». Lukacs approvava pienamente - lo aveva detto chiaro in Storia e coscienza di classe - il giudizio di Rickert sul materialismo borghese come platonismo di segno rovesciato (e come metafisica saldata alla rivoluzione borghese lo aveva criticato negli articoli di Rote Fahne). Di fronte alla Teoria di Bucharin, egli non esita a affermare che essa è «assai vicina al materialismo borghese - delle scienze naturali - ha così il tipo di una science (secondo l'uso francese della parola), e nella sua applicazione concreta a società e storia cancella ~~lllCO n° 3/1984 Sam Haskins a Bologna (50 foto sulla città) Cervellati risponde a Maldonado attaccando i nipotini del Bauhaus «Il verri», deposito della cultura vivente con lettere inedite di Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Edoardo Sanguineti, Giuseppe Guglielmi, Giorgio Manganelli, Adriano Spatola Ricordato Francesco Arcangeli con un suo scritto del '40 Quando Nietzsche mandò a Wagner due paia di sottovesti e mutande di seta perciò a volte il carattere detenninante del metodo marxista: di riportare tutti i fenomeni dell'economia e della 'sociologia' a rapporti sociali degli uomini l'uno con l'altro. La teoria ha l'accento di una falsa 'oggettività'; essa diventa feticistica». Positivismo, quindi, e non marxismo: «Bucharin - confesserà Lukacs non molto prima di morire - lo giudico un cattivo marxista, ma questo non è un motivo per una esecuzione capitale». Ancora nel1' Ontologia dell'essere sociale chiara è l'accusa di positivismo, di 'feticismo' della tecnica, di mancanza della consapevolezza della storicità delle categorie economiche («questa storicità delle categorie economiche elimina dalla sfera economica, correttamente intesa in senso ontologico, ogni reificazione che vi abbia introdotto il feticizzato pensiero borghese»). Tutta la critica di Lukacs a Bucharin ruota intorno a questo punto: la 'cosalità insoluta', la 'falsa oggettività' nel considerare il ruolo della tecnica, il 'feticismo' derivante da un modo scorretto di intendere la struttura economica della società. Più a fondo, Lukacs si rivolta contro il tentativo di interpretare il marxismo come una 'sociologia generale' e di fare della dialettica una science in senso positivistico (si ricordino, in proposito, le parole di Labriola a Engels: «la parola Wissenschaft ha un senso più intimo, più complesso, più Per un censimento dei luoghi di spettacolo in una città campione nell'era post-televisiva Se l'informativa produce questa volgarità, è una moltiplicazione della volgarità di Jean-Edern Hallier Due mimi «storici»: Lindsay Kemp e Marcel Marceau La fortezza della solitudine: Tex di Giovanni Ticci Lucciole per zanzare: messe e sesso in orario scolastico Gli sport contadini, delle mani e dei piedi Una copia L. 2.000 Abbonamento annuo per 11 numeri L. 15.000 per l'Italia L. 30.000 per l'estero I versamenti vanno effettuati sul conto corrente postale n. 15591407 intestato a Bologna Incontri, via de' Foscherari 2, 40124 Bologna. ..... :::

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==