Alfabeta - anno VI - n. 59 - aprile 1984

~ ~ -5 ~ sire gotiche, che non sono mai legati in modo· diretto al contenuto dei testi. I momenti in cui si avvicinava l'attacco si accompagnavano evidentementeper Dostoevskij a una iperattività dell'emisfero destro, fatto chefaceva nascere in lui la sensazione del fermarsi del tempo e un veloce alternarsi di immagini visive eccezionalmente chiare. Dopo l'attacco, l'attività dell'emisfero destro diminuiva e aumentava reciprocamente quella del sinistro. Questo processo acuiva la capacità di Dostoevskij di combinare e deformare le immagini che si conserv_avanonella sua memorja. Le finestre gotiche dei suoi manoscritti sono probabilmente segnali inconsci de~'attività del/'emisfero sinistro. Il processo del risvegliarsi a turno dei due emisferi, accresciuto in Dostoevskij dalla malattia, è proprio comunque di ogni attività creativa. Le osservazioni sul dialogo dinamico fra i linguaggi emisferici che modellano lo spazio portano a conclusioni più generali. Dopo Hegel non c'è stato nessun lavoro sulla storia degli stili mondiali - e più ampiamente sulla storia dei tipi delle culture - che non abbia sottolineato l'unità strutturale di fenomeni diversi di varie epoche artistiche e che non abbia cercato di trovare un punto comune fra le mode e la poesia, l'architettura, la musica, ecc. Come scrive Wolfflin, «spiegare uno stile significa metterlo in rapporto con la storia generale e mostrare che le sue forme dicono col loro proprio linguaggio le stesse cose che dicono le altre voci contemporanee»8 • E in un altro passo: «L'occupazione diretta degli storici dell'arte è quella di costruire paralleli fra epoche dello stile e epoche della cultura»9 • Si è dedicato molto lavoro alla ricercadelle cause storiche generali, che determinano l'aspetto della cultura delle varie epoche. Le condizioni sociali influenzano le creazioni della cultura e le arti attraverso una serie di anelli di mediazione. La storia dell'ideologia è studiata in modo abbastanza dettagliato, ma lapsicologia storica, senza la quale non èpossibile lo studio concreto della storia della cultura, è ancora agli inizi. In questo campo le ricerchesull'asimmetria funzionale degli emisferi del cervello possono svolgere un ruolo fondamentale. Ogni fenomeno culturale complesso è prodotto da una serie di cause. Si può parlare di rapporti causali che vanno dall'attività extraartisticaall'arte. Si può parlare di cause che agiscono all'interno di un'arte e che determinano la dinamica delle sue forme artistiche, ma si possono indagare anche i rapporti fra diversi tipi di arte della stessa epoca. È facile mettere in evidenza i tratti ideologici comuni dell'arte nel- /' Europa occidentale dei secoli XII-XIV (periodo gotico). È possibile, però, senza cadere in una volgarizzazione, cogliere un rapporto tra laforma dellefinestre gotiche e la scolastica? Proprio le forme verbali di classificazione sono caratteristiche dell'attività del pensiero legata all'emisfero sinistro. Tale attività rivela una predilezione per le forme allungate, verticali, e perciò per il gotico e per la scolastica. Il rapporto appare prodotto da una base neurof,siologica comune. Naturalmente, questa base non è la causaprima. Essa è soltanto uno strumento che la cultura di un'epoca utilizza. Una delle possibilità del meccanismo della coscienza umana diventa un modello semiotico, sul quale si orienta la cultura di un'epoca. Questo orientamento non significa che la cultura pensi con «metà della testa». Al contrario, come vediamo anche ne~'ambito dei singoli testi, si ha un dialogo fra i due emisferi. Ogni tendenza agiscene~'ambito di quella opposta e il risveglio di una di esse porta regolarmente in seguito a una sua attenuazione e al risveglio di quella opposta. Si ha uno scambio continuo di testifra le diverse strutture semiotiche di una stessa cultura. In questo quadro trova una spiegazione anche un altro fenomeno importante. Molte concezioni, che sostengono i «cicli chiusi» delle culture, si basano sul fatto che ogni perio- • do costituisce al suo interno una unità assoluta e ideale. Tuttavia la ricerca reale del materiale offre sempre un quadro più eterogeneo. Lichaéev ha già richiamato l'attenzione sul carattere inevitabilmente eterogeneo dei cosiddetti «grandi stili»10 . Cosi come esiste un dialogo fra le diverse forme del/'attività mentale emisferica, anche la coscienza di ogni periodo culturale si forma dinamicamente attraverso un intenso scambio dialogico. All'interno della cultura stessa si svolge una lotta per decidere quale fra le voci che partecipano al dialogo debba ricevere il (o appropriarsi del) diritto di testimoniare di fronte alla storia sulla cultura nel suo insieme. I ricercatori, che hanno diverse posizioni culturali, «illuminano» nella stessa epoca dominanti opposti. Si può cosi concludere che le esperienze di ricercasu come «vedono» il mondo l'emisfero destro e quello sinistro del cervello danno agli studiosi che si occupano di testi artistici una ricca materia di riflessione, che riguarda sia i problemi teorici dello studio dell'arte, sia la sfera pratica. In particolare, una conclusione pratica per il design è l'inutilità della ricerca di un'astratta «forma bella». Il modo di sentire e di intendere la bellezza è prodotto dalla complessa dinamica che si sviluppa fra l'emisfero destro e il sinistro attraverso tutto il sistema de~'esperienza culturale. Le predilezioni estetichesono parte del processo dinamico psicoculturale a partire dal dialogo fra i due emisferi del cervello per arrivare a quello fra le formazioni semiotiche fondamentali di una cultura. C:)., ~ I- - nca...... - -. _ alle esperienzecompiute ~ ... ~ °' lr) i ~ ,:i.i .,C) $ Diamo qui i risultati di esperimenti che - attraverso la loro elaborazione statistica - hanno fornito, possiamo dire, alti indici di attendibilità. Gli esperimenti sulle scelte - pref erenze - delle proporzioni hanno dimostrato che l'emisfero destro preferisce la «sezione aurea» e il sinistro le forme allungate. Nello stesso tempo, salta agli occhi il fatto che la coscienza di controllo - biemisferica - si avvicina a quella emisferica sinistra con un'alta percentuale di scelta del quadrato. Questo si può spiegare col fatto che, sia nel caso di biemisfericità sia in quello_di emisfericità sinistra, all'immediata impressione visiva si sovrappongono idee di ordine logicoverbale, che sono concentrate ne~'emisfero sinistro e che alterano immediatamente la scelta dettata dagli impulsi visivi. Cosi Fechner ha notato che «le persone sottoposte ali'esperimento che hanno preferito il quadrato hanno addotto come ragione il fatto che è il più regolare»11 • Bisogna tener conto del fatto che .l'intrl,ISionedi «comandi logici» negli impulsi immediatamente visivi genera inevitabili oscillazioni. Lo stesso Fechner ha scritto che la scelta della Riproduzione delle proporzioni 2.4 2.2 2,0 1.8 1,6 1.4 1.2 I.O I.O 1.2 1.4 1,6 1,8 «sezione aurea» - ovvero da un punto di vista contemporaneo la vittoria della tendenza emisferica destra - «avviene senza indugi»12 , mentre nel caso contrario si ha spesso incertezza. Non essendo in grado di venire a capo delle proprie contraddizioni, la persona sottoposta ali'esperimento sceglie spontaneamente il quadrato come la figura meno informativa, cioè «vuota» da un punto di vista informativo. Agisce qui la stessa legge che detta a un pubblico non culturalmente educato il gusto per testi dotati di un basso livello di informazione, che non rendono necessaria una scelta. Le esperienze basate sulle preferenze non danno quindi risultati «puliti». In esse si riflette sempre l'azione perturbante dell'intellettualismo. Danno risultati molto più chiari le esperienze basate sulla riproduzione delle figure. La persona sottoposta ali'esperimento è convinta di disegnare esattamente quello che gli mostrano. Le evidenti tendenze verso un certo tipo di deformazione permettono di stabilire in che modo l'oggetto si presenta alla sua coscienza. Le conclusioni che si possono trarreda questo esperimento sono le seguenti. La coscienza emisferica destra e quella bipolare - di controllo - sono molto vicine (la tendenza dell'emisfero destro è quella di accorciare le linee verticali). L'emisfero sinistro rivela invece una spiccata tendenza a allungare le figure lungo la verticale. Nelle tavole qui riportate si vede in modo molto evidente il ruolo critico svolto dalla «sezione aùrea» come punte in cui le due tendenze divergono. La coscienza emisferica destra e quella di controllo si comportano nello stesso modo, mentre quella emisferica sinistra si stacca dalle altre due in modo inaspettato anche per quanto riguarda la traiettoria. Sono altrettanto indicativi i disegni liberi fatti dal paziente quando è attivo soltanto uno dei due emisferi. I disegni che sono il risultato del/'attività dell'emisfero destro danno sempre figure che si inscrivono nella «sezione aurea». Chi utilizza il solo emisfero sinistro disegna invece figure allungate, che danno l'impressione di stilizzazioni. Per le loro proporzioni, questi disegni (il compito era disegnare un uomo) ricordano in modo sorprendente le figure di Modigliani. Se le si dà il compito di disegnare un albero, lapersona sottoposta ali'esperimento produce un effetto di allungamento o allungando il disegno verso l'alto e limitandolo notevolmente nella parte bassa e creando cosi l'impressione di uno scorcio inconsueto (come se l'osservatore guardasse da~'alto), oppure disegnando i rami da un lato solo (vedi la disposizione dei rami con le foglie da entrambi i lati da parte della persona sottoposta a esperimento nel disegno fatto quando era attiva la coscienza emisferica destra o quando era attiva quella di controllo). È degno di nota ilfatto che, se è attiva la coscienza emisferica destra, quando il paziente intuisce che il disegno non rientra in una norma proporzionale che egli è in grado di percepire, egli gira il disegno di fianco e preferisce rompere.le proporzioni per quanto riguarda la dimensione della larghezza, ma non per quanto riguarda quella del- /' altezza. Al contrario, il paziente in cui è attiva la coscienza emisferica sinistra sistema le foglie verticalmente, dando al suo disegno uno slancio verso l'alto, a differenza de~'altro paziente, che cerca di sistemare le foglie lungo la larghezza. Scelta delle proporzioni Per una ricerca sulla preferenza delle proporzioni sono state proposte alla persona sottoposta all'esperimento tre figure con angoli retti: una con leproporzioni di un quadrato, una con le proporzioni della • «sezione aurea» e una con proporzioni allungate. Gli si è chiesto di scegliere la forma che gli piaceva di più. In condizioni normali i pazienti hanno preferito soprattutto il quadrato. Quando era attivo l'emisfero sinistro questa scelta è rimasta valida. Quando invece era attivo l'emisfero destro il quadro è cambiato bruscamente. È stata data la preferenza alla «sezione aurea». L'esame delle proporzioni che risultano sgradite dà un quadro corrispondente. L'emisfero sinistro spesso respinge la «sezione aurea», quello destro al contrario rifiuta il rettangolo. Copia delle proporzioni Una serie di ricerche ha avuto come obbiettivo quello di chiarire con quanta esattezza i pazienti sono in grado di ricopiare figure con angoli retti, mantenendone le proporzioni. Si è visto che, in condizioni normali o quando funziocl 2,0 2,2 2,4 2,8 nava l'emisfero destro, i pazienti erano in grado di ricopiare esattamente le figure, mantenendone le proporzioni. Quando invece era attivo l'emisfero sinistro si sono avute sorprendenti alterazioni. Il quadrato è stato disegnato come un rettangolo, mentre il rettangolo ha subito un ulteriore allungamento. Sono state alterateancora di più leproporzioni della «sezione aurea», che·nelle copie sono diventate quelle di un rettangolo molto allungato. L'emisfero destro quindi tende di solito a aumentare l'orizzontalità e riproduce in modo relativamente esatto la verticale. Al contrario, l'emisfero sinistro tende sempre a accrescere la verticalità - soprattutto quando si tratta di copiare la «sezione aurea» - e non cambia mai l'orientamento della figura data in posizione verticale. Preferenzedelle proporzioninei disegni Se il compito è quello di raffigurare un albero, è caratteristico de~'attività emisferica sinistra disegnare un albero del tipo de~'abete,·con un chiaro prevalere della verticalitàe una riduzione delle proporzioni orizzontali. Al contrario, l'emisfero destro mantiene intuitivamente le proporzioni vicine a quelle della «sezione aurea». La preferenza per l'orizzontalità si manifesta nel tentativo di disporre le figure lungo la linea orizzontale. Preferenzedelle proporzioninei disegni Quando viene richiesto di raffigurare una persona, se è attiva la coscienza di controllo leproporzioni corrispondono di solito alla sezione aurea. Avviene lo stesso quando è attiva la coscienza emisferica destra. Il quadro cambia quando è attiva la coscienza emisferica sinistra: diminuisce la larghezza delle proporzioni orizzontali, mentre si allarga l'asse verticale del disegno. (Traduzione di Simonetta Salvestroni) Note (1) N. Nikolaenko e V.L. Deglin, «Semiotika prostranstva i funcionalnaja asimmetrija mozga» (La semiotica dello spazio e l'asimmetria funzionale del cervello), in Trudy po znakovym sistemam n. 16, 1983. (2) L.Ja. Balonov e V.L. Deglin, Sluch i reé' dominantnogo i nedominantnogo polusarij (L'attività di ricezione e quella di trasmissione dell'emisfero dominante e di quello non dominante), Leningrad, Nauka, 1976. (3) V.L. Deglin, Funkcional'naja asimmetrija- unikal'naja osobennost'mozga éeloveka (L'asimmetria funzionale come particolarità del cervello umano), Junesco, febbraio 1976. (4) L. Ja. Balonov e V.L. Deglin, Sluch i reé dominantnogo i nedominantnogo polusarij. (5) G. Wolfflin, Renessans i barokko (Il rinascimento e il barocco), trad. dal tedesco, Sanktpeter 1913, p. 58. (6) Ivi, p. 79. (7) L. Tolstoj, Guerra e pace, trad. it., Milano, Garzanti, 1974, p. 678. (8) G. Wolfflin, Renessans i barokko, p. 78. (9) G. Wolfflin, Osnovnie ponjatija istorii iskusstv. Problema evoljucii stilja v novom iskusstve (I concetti fondamentali della storia delle arti. Il problema dell'evoluzione dello stile nella nuova arte), trad. dal tedesco, Moskva-Leningrad, Academia, 1930, p. 10. (10) D.S. Lichacev, «Barokko i ego russkij variant XVII veka. Velikie stili i stil' barokko» (Il barocco e le sue caratteristiche in Russia nel secolo XVII. I grandi stili e lo stile barocco), in Russkaija literatura, 1969, n. 2, pp. 18-45, e «Kontrapunkt stilej kak osobennost' iskusstva» (Il contrappunto degli stili come particolarità dell'arte), in Klassiceskoe nasledie i sovremennost, Leningrad, Nauka, 1981. (11) G.T. Fechner, Vorschule der Aesthetik, Berlin 1876, p. 328. (12) Ibidem. ~L.--------------------------------------------------------------,-----------------1 \

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