Alfabeta - anno VI - n. 57 - febbraio 1984

Il messagilOd.iPertini S ondaggi e osservatori politici concordano nel ritenere Perlini il più popolare Presidente nella storia della Repubblica e, probabilmente, anche il più popolare degli uomini politici italiani di oggi. Attorno alla sua figura si è sedimentata con il tempo una unanimità, o quasi-unanimità, di consensi che una istituzione o una personalità politica registrano molto raramente. La paradossalità del ..fenomeno Pertini~ sta soprattutto nel fatto che tale unanimità di consensi pubblici non è il risultato di atteggiamenti «neutri'" e anodini. Al contrario. il mandato di Pertini è contrassegnato da dichiarazioni e da prese di posirione la cui franchezza ha spesso suscitato polemiche. Basti ricordare il celebre discorso televisivo dopo il terremoto nel Mezzogiorno. Anche il tradizionale messaggio presidenziale di fine anno, solita• mente rituale e generico. è s1a10 trasformato da Pertini in una tribuna di espressione etica e politica. suscilando reazioni molto contrastanti nelle fonc poli1ichee nella s1ampa. Eppure, in un modo che non è sempre facile comprendere, le polemiche provocate dalla «uscila» del Presidente non solo si esauriscono. ma si ricompongono nel quadro di unanimità che circonda il Presidente, la cui immagine carismatica esce ogni vol1a rafforzata. Probabilmente. il messaggio del 31 dicembre 1983 ha segnato uno dei punti più controversi del mandato di Pertini. Ma. a distanza di alcuni giorni. è emersa la proposta di candidare Pertini al Nobel per la pace e la proposta ha 1rovato vasti consensi non solo in Italia. ma anche presso qualificati esponenti politici stranieri. Sul piano della comunicazione. spiegare questi meccanismi un po' misteriosi del «fenomeno Pcrtini.,. con il carisma (innegabile) del personaggio. o con la sua capacità di esprimere lo «slato d'animo ... del popolo italiano. significa spiegare poco o nulla. Anche se sono stati riempiti chilometri di carta stampata sul suo conio, la «fenomenologia comunicazionale• di Pertini resta ancora da scrivere. Analizzare il contesto informativo che si è determinato attorno al messaggio di fine anno non è solo un modo per descrivere le attuali dinamiche dello scenario politico italiano. ma può essere anche un modo di esplorare la «fenomenologia comunicazionale• del Presidente. Un primo effetto importante da registrare è il clima di attesa, quasi di suspence, che si era creato attorno al messaggio lelevisivo del 31 dicembre. A sua volia. questo cli• ma era l'effetto dell'inconlro informale del 23 dicembre fra Pertini e i giornalisti parlamentari, nel corso del quale il Presidente aveva anticipato alcuni dei punti che sarebbero stati al centro del messag• gio di fine anno. Il meccanismo informativo dell'incontro del 23 dicembre è, in sé. un piccolo «giallo,. che. seguendo la ricostruzione pubblicata in pri• ma pagina dal Giomale del 24 dicembre. possiamo suddividere in un certo numero di «fasi... ciascuna delle quali corrisponden1e a un passaggio specifico nella catena operativa della ocnotizia•. Prima fase. «Le dichiarazioni del Presidente della Repubblica A cura di lndex-Archivio Critico dell'ltrformaz.ionr durante lo scambio di auguri con la slampa, hanno preso un po' tutti di contropiede( ... ). Forse lo stesso Pertini ha avuto la sensazione di avere detto qualcosa in più di quanto desiderasse. Sia di fatto che, prima di accomiatarli, ha chiesto ai cronisli di non riferire le sue idee sul ritiro del contingente italiano da Beirut. "Fatelo dire a me nel messaggio dell'ultimo del· ranno - ha detto - altrimen1i la mia iniziativa rischia di essere ·meno incisiva"'. La raccomandazio• ne è stata fatta sorridendo e in modo blando. Non tutti hanno avuto l'impressione che il Presidente di• cesse sul serio. Seconda fase. Fra i giornalisti presenti si accende una discussione sullo «statuto informativo.. da attribuire alle dichiarazioni di Per• tini. Riferisce ancora il Giomale: «Fra i giornalisti si è subito aperto un dibattito sui massimi sistemi deontologici. Il cortile del Quirinale è lunghissimo e prima di arrivare al portone c'è stato il tempo di esprimere un ventaglio di opinioni. Uno ha detto: "Faccio il giornalista, non il funzionario di Palazzo: quello che ho sentito scrivo". Un altro: "La linea del Presidente non è quella del governo. che è il solo responsabile sia in politica estera che in politica interna. lo non scrivo". Un terzo: "Ci è stato detto di non scrivere. Rispettiamo !"impegno... Un quarto: ··Non ho preso impegni. Pertini non ha parlato a quattr'occhi ma di fronte a 30 giornalisti. Scriviamo. con garbo. ma scriviamo... Alla fine l'orientamento prevalente era per pubblicare tullo ... Terza fase. Le notizie passano alle agenzie di stampa. Secondo il Giomale, in questa fase c"è un intervento dei funzionari del Quiri• nalc. «Neppure 20 mìnuli dopo la fine dell'incontro, il capo ufficio stampa del Quirinale, consigliere Jacobucci, ha cominciato a telefonare alle agenzie. "Non parlale del Libano" raccomandava. Per dare più peso alla richiesta diceva a ciascuno che \'agenzia concorrente aveva preso l'impegno di non pubblicare nulla. Si è anche osservato che se voleva davvero il silenzio. Pertini avrebbe fatto telefonare dal segretario generale del Quirinale, Antonio Maccanico. Un'ora dopo, le telescriventi han• no cominciato a battere un puntuale sunto delle dichiarazioni di Pertini .... Quarta fase. Le agenzie tralasciano nel sunto alcune delle cose dette da Pertini. Nei giornali si discute se attenersi o no alla versione delle agenzie. «I giornali hanno dovuto affrontare nel pomeriggio un problema diverso: se pubblicare o meno quel che le agenzie avevano trascurato, ma che tullavia aveva ·sapore·. Fra le redazioni si sono incrociate le telefonate. "Ma tu lo scrivi che Jumblall è un morfinomane?" "E quella storia delle donne racchie?.. È prevalso il timore di essere battuti dalla concorrenza. e tutti hanno scritto quasi tutto». In effetti. una collazione dei te• sii pubblicati dai quotidiani del 24 dicembre mostra larghe discrepanze. Lo spazio e il tedio che imporremmo ai nostri lettori ci vietano di esemplificare la vasta casistica delle varianti testuali, non sempre secondarie. «Tutti hanno scritto quasi tutto .. è un enuncialo accettabile solo a patto di intendere in modo rcslrittivo «tutto,. e in modo estensivo «quasi•. Le maggiori differenze sono marcate dai quo1idiani dei due principali partiti di governo,// Popolo e l'A va11ti! La maggioranza dei quotidiani colloca le dichiarazioni di Pertini nei titoli di testa con notevole evidenza. I titoli sono tutti incentrali sul ritiro delle truppe italiane dal Libano (ad esempio, Pertini: andiamoctne da Btirut è il titolo su sei colonne della Stampa; Ptrtini: «Tuili a casa» titola la Repubblica quasi a tutta pagina). Nel quotidiano democristiano // l'opolo, in\'ecc, si trova solo un ti1oleno su tre colonne a metà della quarta pagina. Pertini: manlcnett un chiaro signincato alla presenu a Beirul. Sul quotidiano socialista Avami! c'è una ..-fi. nestra .. su due colonne nell'angolo inferiore della prima pagina. dal ti1olo: Pcrtini preoccupato per i soldati a Beirut. In questa vicenda ricca di paradossi. però, se utilizziamo l'unico testo ufficiale disponibile, quello del messaggio televisivo del 31 dicembre, la presentazione del Popolo e dell'Avami potrebbe essere più «corretta• di quella degli altri quotidiani. Prendendo alla lettera quanto pubblicato dalla maggior parte dei giornali del 24 dicembre, infatti. bisognerebbe concludere che essi sono stati smentiti dallo stesso Pertini la sera del 31 dicembre. Ad esempio. il Corrieredella Sera aveva scritto: «Ha avviato la conversazione con una notizia. cl messaggio televisivo di fine d'anno esprimerà l'avviso che gli iialiani debbono lasciare il Libano... li Giomale aveva scritto: «Pertini non vuole che i soldati italiani restino ancora nel Libano. Non ne ,,edc più il motivo e li vuole subito a casa. Lo dirà pubblicamente nel tradizionale messaggio alla nazione di San Silvesiro». La Swmpa aveva riportato fra virgolette la seguente fra.se: «Per me, quindi, il contingen1e italiano dc• ve essere tolto... Ed ecco ciò che ha invece detto in proposi10 Pertini nel discorso televisivo, dopo aver tessuto un lungo elogio dell'attività svolta a Beirut dalle truppe ilaliane: «lo sono decisamente contrario a che il nostro contingente sia coinvolto nel Libano in una guerra, sia pure locale. Se il nostro contingente può svolgere opera di pace, riman• ga in Libano, ma se nel Libano si creano condizioni tali da scatenare un conflitto. noi dobbiamo togliere il nostro contingente e lasciare a Beirut soltanto l'ospedale da campo. Questo ~ il mio pensiero personale, che non vuole influire sul pensiero del governo... È del tutto evidente che Pertini 11011 si è espresso per il ritiro sic et simpliciter del contingente i1aliano. di cui ha invece lodato la missione umanitaria, ma si è limitato a indicare la condizione che esso non venga coinvolto in azioni di guerra. Può darsi che. sul piano fattuale, le due cose coincidano, ma sul piano politico e diplomatico la differenza è enorme, come dimostra l'ampiezza (lelle reazioni nelle capitali occidentali all'indomani della conversazione del 23 dicembre. Che cosa è dunque accaduto? Dovendo scartare sia l'ipotesi di una sorta di allucinazione collettiva dei giornalis1i presenti, sia l'ipotesi che Pertini li abbia ingannati, anche involontariamente, sul contenuto del suo messaggio televisivo, i margini di interpretazione si fanno molto stretti. Le cose sono ulteriormente complicate dal fano che il discorso televisivo è stato registrato prima della partenza di Pertini per Selva di Val Gardena, dove egli è giunto il 24 dicembre e ha trascorso l'intero pe· riodo delle feste di fine anno. A questo punto, occorre prendere in considerazione la «spiegazione,. suggerita dalla Repubblica del 27 dicembre, sotto il titolo di prima pagina Pertini melte in difficoltà il gonrno / Pressioni sul f>re-. side:nteper il messaggio in T,·. Secondo la R~pubblica, Pertini avrebbe registrato il discorso subi• to prima di partire. In meno di ventiquattro ore. dunque. sarebbe stato modificato il contenuto del messaggio. in seguito alle reazioni sollevate dalle dichiarazioni fatte ai giornalisti il 23 mattina. Scrive in proposito La Repubblica del 27 dicembre: «Un supplemento di prudenza, suggerita e consensuale. ha forse evitato che la vicenda Quirinale-Libano assumesse toni ancora più imbarazzanti per il governo. A quanto si apprende, prima di registrare nel suo studio il tradizionale messaggio tv di fine d'anno agli italiani. il presi• dente della Repubblica avrebbe accolto l'invito a sfumare un'espressione troppo dura. Sarebbe stata intenzione del capo dello Stato denunciare la volontà israeliana di non consentire scampo ad Arafat. Sharon infatti aveva dichiarato che il leader detrOlp non doveva uscire vivo da Tripoli: e Pertini voleva far sapere che a suo parere queste erano intenzioni "assassi• ne". Poi, anche su pressioni di Palazzo Chigi. il capo dello Stato ha accettato il consigliodi moderare i contenuti del suo discorso. Il che, senza nulla togliere alla carica polemica e del tutto inconsueta delle affermazioni di Pertini davanti alla stampa parlamenlare quattro giorni fa, quantomeno potrà evitare nuove difficoltà per il governo. Sia sul piano interno sia su quello internazionale( ... ). «È possibile che il presidente, che pure non sottovaluta l'impatto polemico delle sue affermazioni, preferisse riservare al discorso in tv, più meditato, le osservazioni suU-impcgnoi1aJianoe sulla neces• sità d'una sua revisione. È possibi· le inoltre che nel botta-risposta coi giornalisti la spontaneità sia in parte prevalsa sulla prudenza». Ma anche questa «spiegazione• sembra inconsistente. Infatti, sulla Repubblica del giorno seguente (28 dicembre) si legge. in seconda pagina, nel «sommario.. del titolo Libano, ministri a consulto/ Torna in Parlamento la sorte del contin• gente?, che ocilQuirinale ha smentito di aver modificato ilmessaggio al paese dopo il colloquio di Perti· ni con la stampa. Palazzo Chigi di aver esercitato pressioni... La smentita del Quirinale precisa che .,jl messaggio è stato registrato il 22 dicembre. cioè un giorno prima dell'incontro .. con i giornalisti e che •esso sarà mandato in onda. nella sua integrità, la sera del prossimo 31 dicembre•. Dunque Pertini. in effetti. aveva gid pronunciato il suo discorso televi.Jivo quando ha incontrato i giornalisti ed è assai poco probabile che abbia potuto modificarlo in seguito, anche non volendo tener conto della smentita ufficiale. La Repubblica del 28 dicembre aggiunge: «Più dura la smentita di Palazzo Chigi che nega "pressioni di qualunque genere sul Quirinale", esprimendo anche "viva indignazione" per le notizie apparse sulla stampa. Per la verità, Repubblica non ha mai parlato di ..tagli''. Ha solo riferito di preventive indicazioni e suggerimenti per una linea di prudenza. È possibile che il presidente abbia deciso di rendere più espliciti, nel succcssi\'Oincontro coi giornalisti parlamenta• ri, i toni della sua posizione espressi in forma più 'diplomatica' durante la registrazione del messaggio in t\'». A questo punto, runica possibile soluzione del «giallo,. è che il ..giallo• non esista affatto. Pertini, nel corso della sua conversazione con i giornalisti, dopo aver registrato il discorso televisivo, ha verosimilmente dato l'interpretazione autentica del proprio discorso, con un caratteristico mixaggio di spontaneità colloquiale e di consapevolezza delle regole che, solitamente, presiedono alla diffusione delle dichiarazioni ..informali» da parte dei media. Tali regole sono solitamente applicate in b~ a un preciso «ritua• le,. che codifica ciò che è dichiarato «per il pubbJìco.,.e ciò che è dichiarato «off the records». Ma Pertini non è incline ai rituaJi e i media sono poco attrezzati a operare al di fuori delle routines che presiedono alla trasmis.sione delle notizie. Messe fuori causa tali routines, i media si polarizzano sugli estremi dell'autocensura e del reportage letterale (ivi comprese le battute e le enunciazioni «fuori dai denti,. che ben raramente sono trattate come «materiale da pubblicare• nelle conversazioni informali ad alto livello). Da questo punto di vista, la vicenda del messaggiodi Pertini può a buon diritto entrare nei «casi da manuale» che si possono studiare nei corsi di comunicazione di massa, al capitolo ..produzione delle notizie originate da fonti ad aJto livello... Ciò, bisogna aggiungere, anche grazie all'ottimo resoconto pubblicato daJ Giornale (che non ci risulta essere stato smentito). È molto raro che la stampa accompagni le «notizie» con informazioni dettagliate sul modo in cui tali notizie sono state raccolte ed elaborate. Quando accade, di solito, è perch~ qualcosa «non ba funzionato,. nelle routines comunicative e il giornale sente quindi il bisogno di porre una distanza fra ~ e l'oggettività delle notizie, che di norma è data per sottintesa. li lettore è invitato a utilizzare questa ocdistanza•per assistere al processo informativo nel suo farsi. ~ È un peccato che non accada più S spesso. Non ci sembra casuaJe che t sia un personaggio come Pertini a provocare simili cortocircuiti in- ~ formativi: fa parte della sua ocfenomenologia comunicativa,..mettere 1 in crisi i codici di autocensura che _ regolano, diremmo quasi neccs.sa- ;' riamente, qualsiasi struttura di ro- - , municazione di massa. Pochi giorni dopo, L'Espraso dedicava la ~ copertina a Pertini, con il titok> ~ Nonno, non e:sagttatt. _

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