Alfabeta - anno VI - n. 57 - febbraio 1984

dotati di trascinanti capacità simboliche. Ma il rock era un fenomeno troppo vasto e con troppi caratteri di aggregazione comunitaria per poter sopportare a lungo il dominio di pochi singoli artisti. In ba.se a preci.se leggi industriali, il ricambio è d"obbligo:quando questa legge di mercato cominciò (proprio all'inizio degli anni settanta) a diventare la norma che guidava il mercato della musica rock, l'equilibrio iniziò a mancare. Standardizzazione e industrializzazione presero il sopravvento e lagenuinità estetica se ne andOper sempre. Ma. oltre a questo. un al1ro fattore intervenne a creare la frattura che oggi. dopo il parziale riaggiustamento, è diventata invece irreparabile: quando. con lo svuotamento dell'orizzonte 1deologico degh anni sessanta. il rock come movimento giovanile si trovò nel bel mezzo della crisi economica e nella cnsi dei modelli significanti. mostrò d'un colpo tutta la propria deboleiza. Si era proposto come universale ed era riuscito a convogliare su di sé l'interesse e l'idealismo di una generazione; aveva sostituito. a livello simbolico e ideologico, idee e miti proposti dal -sistema• con l'autoproduzione di una nuova simbologia e dandosi comportamenti collettivi e sovranazionali (trasformandosi in pratica in una vera e propria ideologia chiusa in sé e contrapposta a quella comune); aveva fatto confluire nell'esperienza estetico-musicale i valori dell'attivismo politico e del pacifismo, mobilitando l'idealismo giovanile; era riuscito anche nel difficilissimo compito dell'autogiustificazione, esaltando il senso di comunità .separatacostituita da giovani accomunati air punto dalla gioventù (tesi molto fragile, si capisce) e sostenendo il ribellismo giovanile con il facile as.sioma-si t ribelli perché si t giovani~. Su tutto questo si precipitò daJr prima l'industria: Woodstoclt è l'emblema del grande travisamento e il più allo momento di sfruttamento industriale dell'ideologia giovanile (pace, amore, musica); d'altronde l'industria della musica, seppure con un attimo di ritardo, si accorse ben presto delle grandi potenzialità economiche di un mercato in realtà non forzato, e autocostituitasi su precise istanze. Con l'inizio degli anni settanta, dunque. il rock si trovò immerso in un processo di industrializzazione e privo di un orizzonte di riferimento: una grave crisi lo colpl al- ~ l'indomani della fine della guerra .S vietnamita. con l'esaurirsi delle r energie che avevano costituito il movimento pacifista intemaziona- ~ le. Con la morte per droga e autodistruzione di simboli decisivi co- j -o me Brian Jones, Jimi Hendrix, Ja• nis Joplin e Jim Morrison. la crisi era totale. La comunità andava ;: - • frantumandosi in tante sonocomu- :: nità discretamente avversarie. j Tra tardo-romantici e duri hard- ~ rockers, il rock sopravvisse in base ì:i a precisi dettami commerciali e si assestò su valori ideologico-musicali inferiori. L'assestamento verso il basso prosegul - come abbiamo detto sopra - sul finire degli anni settanta. con il punk-rock e la cosiddetta new wave, effimera e, date le premesse, poco sostenuta dai risultati. La crisi continua, ed è prossima a concludersi nella sparizione del rock come genere a sé e nella sua trasformazione (che equivale a una eliminazione in quanto genere) in qualche altra cosa. G li anni ottanta hanno prodotto una scena povera di contenuti e sempre più in crisi di idee. Un revival sfrenato sta cercando di rianimare un genere che ha perso comunque il gusto della rappresentazione ludica e della trasposizione in pubblico di private lacerazioni. che - una volta riconosciute come proprie da tutti - diventavano pubbliche. Oggi. a fronte di un considerevole aumento di tecnica musicale e di supporti tecnologici (soprattutto derivati dall'elettronica dei microprocessori). c'è una confusione su come e per che cosa si deve utilizzare un medium cosl potente e influente come la musica. e il rock in particolare. È ovvio che precise esigenze di mercato favoriscono l'utilizzazione del rock essenzialmente come genere d'intrattenimento, e d'altronde le masse di fruitori non chiedono altro che divertirsi e ballare. Co{Hrrina d~llari~isla La fenice, T,fli, 1919. Singoli artisti tentano di ricostituire il tessuto sfilacciato dei significati prima condivisi e oggi ignorati. ma sono solo sporadici tentativi destinati a fallire. Manca il terreno collettivo di riferimento su cui innalzare il nuovo rock. 11pubblico rock nella sua vecchia accezione non esiste più: solo ad alcuni raduni heavy-metal è possibile vedere oggi masse di giovani omogenee, ma è un livellamento avvilente e perciò ancora più significativo della crisi di identità oggi così acu1a. È importante riferirsi tunavia anche ad altri fattori che in questi ultimi anni hanno portato decisivi cambiamenti nel modo di porgere, da un lato, e di fruire. dall'altro. il rock - cambiamenti dovuti alla tecnologia elettronica sia negli strumenti sia nel settore televisi\'O, con la diffusione dei videoregistratori. La tecnologia elettronica porta al frazionamento dell'audience, che solo sui tabulati dei grandi networks ritorna un colleuivo, un insieme omogeneo: in pratica. invece, ogni spettatore è isolato e potenziale target di messaggi indotti. La crisi dei concerti dal vivo è collegabile anche alla perdita del senso di comunità che è inevitabile se si vuole godere appieno uno spettacolo rock (l'azione scenica prevede precisi rapporti tra musicisti e pubblico in quanio insieme, lo stesso rapporto che esisteva nelle rappresentazioni drammatiche della Grecia classicao in certo teatro popolare italiano). La riduzione del pubblico a tanti e diversi spettatori singolarmente chiamati a godersi lo show ha minato alle fondamenta il concetto fondamentale del rock della fine degli anni sessanta: quello di comunità, società separata e chiusa, con propri autonomi codici collettivi. D'altra parte. l'avvento sempre più massiccio di s1rumenti elettronici (anche la baneria, una volta il più fisico tra gli strumenti rock. è diventata elenronica) ha causato una nuova. decisiva crisi di riconoscimento: il «suono• non era più lo stesso. In un genere musicale in cui - per la estrema elementarità delle strutture utilizzate in fase compositiva - l'unica possibilità di riconoscere un artista dall'altro è il «suono» (e in fondo tutto il rock è distinguibile come genere anche e forse soprattutto per il suo «suono•). si può capire come le innovazioni tecniche che introducono i suoni freddi e sintelici degli oscillalori e delle sinth-drums possano causare gravi 1urbamenti. Strumenti-simbolo come la chitarra conoscono oggi una grave crisi, e non è un caso che runico genere sicuramente definito come rock oggi sia l'heavy-mctal (il rock nelle sue più estreme sonorità e con ritmiche forzatamente esagerate) dove ancora primeggia la chitarra e la figura del solista viene esaltata in una raffigurazione eroica proveniente dal genere .-fantasy•. nazione tra il pubblico giovanile e il suo prodotto. il rock. è totale. Il mondo giovanile non è più il protagonista ma vive di riflesso la vita del suo prodotto: lo consuma. L'industria del rock ha bisogno dei giovani solo come consumatori: anche nel rock. come nel calcio e nel cinema, lo spettatore è passivo. li pubblico giovanile subisce lo speltacolo. invece che viverlo da protagonista come negli anni passati. Il rock era aggregazione, comunità, universo separato. nuovi costumi. nuovi simboli, punto di raccordo di interventi disparati. assimilatore di gestualità e dialetti culturali e subculturali di ogni genere. La sua trasformazione in prodotto di un mondo spet1acolare sempre più tecnicizzato ha fatto perdere al rock l'attrazione che possiede una attività este1ica libera, ossia la capacità simbolica. Il rock (la musica e lo spettacolo rock) e gli stessi musicisti rock divennero simboli generazionali proprio perché erano promesse di qualcosa di nuovo, di separato, di mai visto, e durante il concerto le promesse sembravano avverarsi. Si apriva un mondo: in questa apertura, in questa apparizione, risiedeva la sua forza di convinzione. la sua persuasività, la sua verità come modello alternativo. Non in altro, non nella sua presunta carica rivoluzionaria, non nella protesta politica, non nella sua pretesa di esprimere lo ..spirito dei tempi•, ma solo per la sua effimera e afinalizzata apparizione nella vita di tutti i giorni come promessa di una vita nuova, di una nuova reallà. Questa attività estetica è oggi preclusa al rock in quanto industria computerizzata e asservita ai programmi di investimento. Anche prima l'industria era alle spalle dei musicisti rock. ma una volta sul palco i vari Rolling Stoncs. Dylan, Hendrix, Doors. erano artisti liberi e istintivi. creatori che riuscivano comunque a creare «l'illusione primaria. dell'arte, a far brillare la stella filante dell'anificio estetico. a svelare - seppur per brevi attimi - il mondo nuovo, la promessa del rock.

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