rateoe il111jstiScoa,de Donatien A.F. dc Sadc La Nouvtlle JustiM a c. di Giuseppe Pontiggia introduzione di P. KJossowski Milano, Guancia, 1978-1980 voli. 3, pp. 258, 277, 270 lire 7500, 7500, 9500 Jcan-Paul Sartre L'es.stte t il nulla trad. it. di Giuseppe Del Bo Milano, li Saggiatore, 198t1 pp. 753. lire 16.000 Fricdrich Nietzsche La pia scieau trad. it. di Ferruccio Masini in Optte. voi. V. tomo 2 Milano. Addphi. 1965 pp. IX-570, lire 20.000 11modo più diffuso per verificare ranualità d1 un pensatore consiste forse nell'individuare nei capisa.Jdidella sua produzione - ma anche in alcuni temi apparentemente meno importanti e più nascosti - altrettan1c acute anticipazioni di questioni ai giorni nostri assai dibattute. Questa particolare stratcgìa di approccio procede, per così dire, dal passato al presente ma non chiude il cerchio. Colti i caratteri anticipatori di una certa filosofia li pro1cna al di là dell'e• poca in cui e da cui sono nati. li rolloca nel nostro presente ma. una volta fatto questo. non ntoma al loro punto di origine ncorrendo agli strumenu cri1tei del nostro tempo - il cerchio. per !"appunto, non viene chiuso. Ora. ben si adattano questi aspcm d1 ordine metodologico al caso di Sade. In al1ri tenmm. que• sto -caso,. permette di esemplificarli, e già questo sarebbe un prerioso indizio di a11uah1à.Da un lato, si potrebbe dimostrare l'attualità· di Sade attraverso attenti rimandi !ematici e testuali a filosofi oggi tranquillamente riconosciuti come nostri contemporanei a 1u11i gli effetti (per esempio. Nietzsche e Freud) - strategia del cerchio aperto. Dall'altro, si potrebbe attirare l'attenzione sul fatto che in Sade si ha rin.sorgere di problemi di grande interesse -.attuale,.. i quali tuttavia attendono una conferma più prnbante attraverso il ricorso a una chiave di lettura m~ dema. o comunque reputata talestrategia del cerchio chiuso. Siamo ormai entrati nel vivo del discorso che intendiamo fare. Il pensiero sadiano sperimenta uno sviluppo assai intricato. irto di difficoltà e contraddizioni; solo a prima vista può sembrare omogeneo e di una compattezza quasi mon~ litica: procede più per interrogativi che per risposte. Tuttavia. pur con 1uue le traiettorie tortuose e imprevedibili che lo conuaddistinguono, questo pensiero ruota al- ~ tomo a due punii nevralgici ina- .5 movibili: tali sono infani i conccni [ di negatività e soggenività. La messa in questione di questi f conccui bascerebbe di per sé a far- _ 2 ci sentire tutta la vicinanza di SaE de. Ma, una volta collocato Sade :g ~ nel nostro tempo, si !ratta anche di stabilizzarne la presenza. ripercorrendo la genesi teoretica di quei eone.etti che ne aucstano rat- ] tualità. cl tentattvo di compiere i ~~:e :::~:; :;i:~~;::a~isi~ che di Hegel (Wahl. Kojève, H~ polite) e nell'Essue e il nulla (1943) di Sartre- che di queste Jet• ture rappresenta per molti versi il culmine - gli strumenti critici più opportuni. Si tenga presente, infatti, il rilievo che in questi lesti assume la definizione dei concetti di negatività e soggettività. Scissione e mist.if"tcnioM: Dunque, parlare oggi di Sade significa avere l'opportunilà di riaffTonlare due nodi problematici de• cisivi, quali i conceui di negatività e soggettività. Aggiungiamo subito che pur essendo concetti interdipendenti. ognuno dei quali non può essere preso singolarmente prescindendo dall'altro, spetta sopranuuo al secondo catalizzare l'attenzione - o almeno questo è ciò che avviene nelle pieghe del discorso sadiano o di un possibile discorso su Sade. Inizialmente - a titolo orientativo - potremmo vedere il manifestarsi della negatività come un atto di oltrepassamento; come un essere-oltre, una protensione; e ancora: un insieme di possibilità, un 1endere-verso. La soggettività - e tale è la soggeuività sadiana - de• cisa a appropriarsi intenzionalmente della negatività sarà di conseguenza una soggettività continuamente lanciata al di là di se stessa. verso la realizzazione dei propri progetti. Sarà una soggettività diacrnnica - impegnala in uno sviluppo senza sosta. - fenomen~ logica - nel senso hegeliano. Intimamente. sarà una soggettività scissa. sofferente della distanza percepita tra il momento in cui concepisce un determinato progel• to e la risoluzione a cui ques10progetto tende - cd è precisamente su questo punto che si innesta il riferimento alle ricordate letture esistenzialistiche di Hegel e, in particolar modo. al sartriano L'essere e il n11/la. Anteriormente a questa distanza, la soggettività «negativa,. soffre dì un'altra scissione, motivata dall'aver decretalo la morte di Dio. La soggettività di Sade è una soggettività che ha ormai negato Dio, e per la quale aver compiuto questo auo - il primo e significativo evidenziarsi della nega1ivi1à soggettiva- ha voluto dire sourarsi al riconoscimento dì 1avole di valori già predisposte, agenti dall'alto come pesanti condizionamenti, come necessità pre-date. Se queste «tavole» da un la10 compromettevano seriamente la libera progettazione umana, dall'altro contribuivano a fare della soggettività una soggettività garantita, rassicurata, dimentica della propria autonoma attività progettante; e in grado, tramiti!!'questo oscuramento della progettualità. di celare al tempo stesso la propria scissione - e anche la propria precarietà, poiché progettare è aprirsi verso un orizzonte di possibilità il cui esito è ancora incerto. Con l'occultamento delle proprie possibilità progettanti la soggetti• vità cade nella mistificazione, nel disconoscimento di sé. L'ombra di Dio Il passaggio dalla subordinazi~ ne a sistemi normativi superiori all'autonomo dispiegarsi della pr~ genualità soggeniva avviene in modo tutt'altro che semplice e ]i. neare. Anzi, la soggettività atea di Sade, sentendo su di sé la responsabilità di ques10 passaggio, quasi reintroduce sotto nuove spoglie il dio negato. -Dio è morto: ma stando alla natura degli uomini. ci saranno forse ancora per millenni caverne nelle quali si additerà la sua ombra. E noi - noi dobbiamo vincere anche la sua ombra!• dirà più lardi Nietzsche (cfr. La gaia scienza. 1882, af. 108). L'Altro Questa soggenività. tuna coinvolta nella propria scella di aulO· nomia, si sente in pericolo. Avver1e sempre le minacce provcnienli daU-es1erno. E, nell'Altro. questa soggeuività così instabile e inquie1a non vede una presenza solidale bensì una presenza an1agonis1ica. L'Altro, pertanto, compare come una figura da negare. L'Altro è l'immagine dì un condizionamento che, seppure nega10. è des1ina10a ricomparire. Negando il mistico. il signore ateo ribadisce la propria irrinunciabile negazione di Dio. cosl da poter avviare un processo di mondanizzazione dell'inlera esistenza umana. In questo senso la dialettica negativa di signoria-servitù ripropone un deciso sposlamento di piani dal divino al mondano; ma. in definitiva. ciò che essa riprende - accen1uandola - è l'opposizione tra le istanze dell'ateismo. da un lato. e del mis1icismo.dall'altro. ~--------------------~ La «prova,. inlersoggettiYa È dunque netrambi10 delrintersoggettività che l'annuncio e, all'opposto. il rifiuto della morte di Dio trovano la loro conferma più tangibile. E ques10. con ogni pro. babilìtà. spiega anche il vivo interesse sadiano per il costituirsi dei rapporti intersoggetlivi. Sade, fondamen1almcn1e. ci appare come un moralista che. nono• stante tulle le sue innegabili tenia• zioni solipsistiche, ha deciso di privilegiare non tanlo una sogget1ività posta al di qua dei propri rapporti umani - o che comunque guarda a essi come a un'esperienza vanificata in partenza - quanto, piu11os10,una soggettività calata appieno nelle relazioni in1ersogge11iveche essa stessa ricerca. Si po1rcbbc anche avanzare qualche obiezione circa la concre• tczza e la «veridicità,. dell'inter• soggellività sadiana, in quanlo essa si allonlana sensibilmente da ogni riscontro immediato nel reale. votata com'è alla ricerca dell'eccesso. Ma ciò che inleressava a Sade non era una descrizione realistica del momento intersoggetlivo. Se le sue descrizioni delle figure delra1eo e del mistico sono for• zate e estremizzale, ciò risponde all"in1enzione di vagliare il senso della morte di Dio fin dentro le sue propaggini più estreme - rap- ""-...aè""'-'==--="'------' presentate da forme di intenzionaSofijaGt:orgt:vnMa t:l'nikovaT, iflis/9/9. lità e di progeuualità che. sepp4re poco plausibili, di fatto mantengoL'ombra di Dio che ancora investe e limita l'a1eismo sadìano - e con esso l'intera filosofia dei lumi, anche nelle sùe correnti più radicali - si identifica con la natura. Emancipatasi da ogni prescrizione oltremondana, .Ja soggettività si trova irretita da forme di condizionamen10 immanenti alla realtà di qua. Ora. la giustificazione prima dell"in1enzjonalità progettante è da ricercarsi nelle 1avole di valori riconducibili alla natura. la quale diventa il riferimento prioritario dell"agire umano. La scoperta che la soggenività fa della propria rinnovata dipendenza da altro da sé (da Dio alla natura) non è affauo vissuta alla stregua di una sconfitta. Nono. s1ante tullo. la soggettività tende a dissipare l'ombra di Dio, a negare ogni forma di condizionamento normativo pre-dalo, a portare allo scoperto la propria scissione. a darsi da sé i propri valori. Non è più una soggeuivilà che si lascia passivamente definire dall'esterno ma una soggettività che chiama se stessa a definirsi. auraverso lo sviluppo delle proprie possibilità progettanti - per quan10 questa scelta possa essere difficile e non del tut10 priva di contraddizioni e anche di ced1men1i. Da questo punto di vista. la rei1erazione negativa nei riguardi dell'Altro compiuta dal signore sadiano (il libertino) serve a ben po• co: infatti non ottiene tanto lo sperato risultalo di eliminare il condizionamento che l'Altro incarna, quanto all'opposto il risultato di saggiarne la resistenza. La negazione, insomma, non fa che rimarcare l'ineludibilità dell'Altro- pur volendo escluderlo. La dialettica di signoria-servitù sembra essere senza uscila. L'Altro contro cui si accanisce con particolare veemenza rauivilà negativa della soggettività sadiana è il mistico - canonica, in proposi10, è l'odissea attraverso la quale passa la virtuosa Justinc, sotto la costrizione dei signori liber1ini. Il mistico, infani, è un os1acolo allo sviluppo soggeuivo in quan10 rimanda simbolicamen1e al dio di cui è staia sanciia la morte. La soggettività sadiana scorge nel mistico un'immagine che è l'opposto della propria; e. quindi. ciò che essa scorge è una sogge11ivi1ànon libera. ma ancora vincolala a un'onnipotenza norma1iva trascendente dalla quale riceve - o meglio: subisce - la giustificazione della propria presenza nella realtà mondana. no ancora un legame con le iniziative sogget1ive reali, in quanlo equivalgono a una dilatazione di ques1e ultime. In sostanza, nel loro dualismo contrassegnalo dall'erompere dì una negatività priva di qualsiasi restrizione. signoria atea e servitù mistica forniscono una sorta di «prova• intersoggeuiva dei rispettivi aueggiamenti assun1idi fronte alla divinità negata. Le figure sadiane dell'ateo e del mistico sono indubbiamente delle figure-limite. Tuttavia, esse porta· no in se stesse - anche se in modo esasperato - le nostre possibili e principali direuive di comportamento: tentativo di occultare la scissione subordinandosi a forme di condizionamento già date; oppure tendenza a non subire più la presenza dei condizionamenti esterni, riconoscendo senza alcuna mistificazione raulonomia progetlantc che possiamo essere e la scissione che la sottende. Ed è appunto con l'aperta predilezione sadiana per questa secon• da possibilità che noi dobbiamo confrontarci. cogliendo senza remore tutla la sua attuali1à - un'al• 1uali1à certamente non facile. e scomoda,
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