Alfabeta - anno VI - n. 57 - febbraio 1984

la retorica è costitutiva del discor• renza (per totale assenza di mar- B errndonner espone le sue questo ·voler dire" deve essere inso ironico, non è certo una caraue- che sintatliche) tra la parole men• tes sul discorso ironico nel• teso come il risultato di un·argoristica essenziale di quest'ultimo. zionanle e quella menzionata: un l'u 1imocapi1olodi Éllmcms mentazione complessa in cui l'eCome mostra A. Berendonner ironista evoca sempre. fingendo di dc pragn t11iquclinguislique. lnfat• nunciato commenta la sua enun- (Éllmenu dc pragmatiqtu? lingui- aderirvi. una parola altrui. ti la sua ,reoccupazione principa• ciazione come argomento in favostique, 1982), anche una metafora La concezione di Spcrbcr-Wil- le, prima di affrontare il problema re di 'r'. mentre l"enunciazione o una litote o un enunciato perfor- son ha il merito di ridurre a un dell'ironi 1, è di mostrare. con ar- commenta sintomaticamente se malivo possono contenere una quadro concetlualmente più omo- gomcnta~ioni però non sempre stessa come argomento in favore contraddizione (semica o referen- geneo tutti gli espedienti della re- convinceuti, la vacuità della nozio- di 'non-r' (p. 222). Insomma. l'irozialc), senza per tanto avere nulla torica tradizionale. Un esempio di ne di atto illocutorio a favore di nia diviene un vero e proprio para• d'ironico. inadeguatezza dell'analisi classica una concezione gestuale delre- dosso argomcntarivo. Le lesi di Berendonner sull'iro- lo si trova nel per-altri-versi otti• nunciazione. Quest'uhima. in Ne discende che la sua spccificinia si basano- pur essendo affauo mo libro di Angelo Marchese, Di- quanto attività puramente locuto- tà riposerebbe non tanto - come originali -per un verso sulle teorie zionario di retorica e stilistica (Mi- ria. si comporta secondo Beren- vogliono Sperber-Wil~n - sull"edella polifonia e dell'argomenta- lano. Mondadori, 1978): «L"ironia donner come un sintomo nel senso sibizione di sceneggiature discorsizionc di Ducrot. e per l'altro su un - scrive Marchese - presuppone di Peirce. Di conseguenza. dal vamcnte prcesis1en11o immaginalavoro di Dan Sperber e Deirdre sempre la capacità, nel destinala- punto di vista semiotico. «ogni rie. ma piuttosto sulla prescntazioWilson. les ironies comme men- rio. di afferrare lo scarto fra il li- enunciazione» è «un eventuale sin- ne di un enunciato inscriuo ·in fai• 1ions. vello superficiale e il livello pro- tomo di se stessa, o di una strate- so· nella sua enunciazione. Quasi Secondo questi ultimi. l'ironia è fondo di un enunciato• (p. 132). gia comportamentale più vasta• una definizione: si dirà che un diun caso particolare di menzione: il La tesi dei due livelli è difficile (p. 219). scorso è ironico se e solo se un lolocutore di un enunciato ironico da sostenere. Infatti, essa nascon• Ogni enunciazione è dunque in- cutore nell'enunciarlo - grazie a evoca l'atto di parole in esso de una concezione giuridica del terpretabile, ad un tempo, «come opportune modalità sintomatiche espresso, senza aderirvi; dà cioè la senso (un senso figurato ·vero· e gesto. come significante di questo del suo dire (enunciazione) - sugparola a un enunciatore fiuizio, il un senso letterale 'falso") e_in se- gesto( ... ) e come predicazione. a geriscc di non aderire al suo dicquale- in un teatro improvvisato- condo luogo, attribuisce al desti- proposito di questo gesto, degli at- tum (enunciato). compie l'atto indicato nell'enun- natario (lettore. spettatore. ecc.) tributi che gli sono inerenti• (p. La differenza tra le due teorie ciato: l'effetto ironico nascerebbe una capacità decisionale che resta 220). Tra gli attributi inerenti figu• non è di poco conto: è in discussiodall'evidente incompatibilità tra del tulio inspiegata. Non si dice ra il valore argomentativo (grazie ne la stessa nozione di polifonia. !"atto di parole e il contesto situa- nulla circa il meccanismo, il ·come' al quale è individuata almeno una Secondo Berendonner essa può zionale. di questa operazione. coppia di conclusioni incompatibi- essere però salvata a patto che non Questo meccanismo è evidente Considerare, all'opposto, J'iro- li, 'r' e 'non-r'): esso, per un verso. la si intenda più - alla Ducrot - in un enunciato del lipo 'Ora, tro- nia come menzione (indiretta) viene mostrato sintomaticamente, come una pluralità di voci diverse viamo tuni i percorsi testuali". in• rende ragione del fatto che essa c. per l'altro, è contenuto nell'e- (locutorc,cnunciatori)inunastesdirizzato a un semiologo intento a prima o poi arriva a segno. Se l'i- nunciato (così Berendonner recu- sa enunciazione - ipotesi essenziarileggere una copia di Thc Waste ronico è l'effetto di un microteatro pera la nozione ducrotiana di opc- le per la lettura qui proposta del l..And. Le presume opinioni del discorsivo. allora la sua intellegibi- ratore argomentativo, inteso come modello di Sperber-Wilson - ma, destinatario vengono qui mosrrate. lità dipende da una compelenza istruzione per attualizzare il valore al contrario. come un'immanenza grazie a una menzione implici1a, dcittica. pragmatica. piullosto che d'argomento dell'enunciazione). di una sola voce (locutore) che aro. più propriamente. a una enun· misteriosamen1e e semplicemente Sicché ogni atto locutorio manife• ticola più enunciazioni. Per tanto, ciazione-eco. semantica. (Tornerò in chiusura su sia doppiamente il suo valore ar- egli propone una tipologia. in veriSecondo Sperber-Wilson, l"ef• questo punto a proposito di Be- gomentativo: «una prima volta tà un po· artificiosa, di tutte(!) le fetto di eco l: un fenomeno genera- rcndonner). nell'enunciato, grazie agli opera- forme di polifonia enunciativa, rilizzato: «Si può ritenere piuttosto La teoria di Sperber-Wilson ha tori argomentativi. Una seconda nunciando programmaticamente che luttc le ironie siano interpreta- un altro vantaggio sulla concezio- voha nell'enunciazione stessa, gra- alla nozione di atto illocutorio: l'ibili come delle menzioni aventi un ne classica: permette di compren- zie al suo funzionamento di sinto- ronia costituisce cosl un particolasare di potere rintracciare in un paradosso una gerarchia tra un ~nso figurato (profondo) e un senso letterale (superficiale). La polisemia del paradosso è anarchica: ognuno dei due sensi t un punto d'inferenza per !"altro. Ciò spiega - ed è la seconda conseguenza - il carattere spesso sibillino dell'ironia: «si sa che essa vuol dire qualcosa. ma non permette di sapere quale( ... ) un"ironia riuscita non è forse quella, come dicono i suoi cultori, che rende !"equivocototalmente insolubile?» (p. 223). E Berendonner certamente ne t un cultore. Nell'ultima parte del suo studio egli la difende accuratamente, discutendo il luogo comune che la vuole aggressiva e fastidiosa. In quanto autore di paradossi argomentativi, l'ironista-dice Bercndonncr - lotta "legalmente' contro ogni norma linguistica cd extralinguistica: •egli non potrà mai essere accusato di inoonvenienza per aver infranto deUc regole di coerenza: le coerenze, lui le ha tutte» (p. 238). Non è certo vietato opporre teorie raffinate a luoghi comuni. Proprio per questo forse hanno ragione Dcleuzc e Pamet (cfr. Dialogue.s, Paris, Aammarion, tm; trad. it. Conversazioni, Milano, Feltrinelli, 1980) che preferiscono lo humour («ebraico. stoìco, zen») all'ironia: «!"ironistaè l"uomo che discute sui principi. t alla ricerca di un principio primario f'tutte le coerenze'], anoora più primario di quello che si credeva primario (... ). Lo humour» al contrario •è l'arte delle conseguenze o degli effetti ( ... ): è traditore, è il tradicarattere di eco: eco più o meno derc l'affinilà - che la retorica tra- mo• (p. 222). rissimocaso di polifonia locutoria. mento,.._ lontana, di pensieri o di propositi, diz.ionalenon sa spiegare- tra iro- Ora, in ogni discorso ·normale' i Tutto questo meriterebbe senza reali o immaginari, auribuite o no nia e parodia: «in un caso si tratla due valori coincidono: ciò che l"e- dubbio una discussione più approa degli individui definiti. Quando di menzioni di proposizione falli nunciato dice dell'enunciazione fondila. A me pare che le tesi di l'eco non è manifesta, è comunque illocutori), nell'altro di menzioni s'identifica con ciò che l'enuncia- Bcrendonner, al di là della loro evocata». come accade nell'usatis- di espressioni». Un ottimo esem- zione dice di se stessa. Nel discor- validità generale, implichino, al- Nota simo 'Che bel tempo' sotto una pio di fusione tra ironia e parodia so ironico, all'opposto, «i due va- meno localmente, due conscguen• (I) Ducrot rinvia cspliatamente alla pioggia torrenziale. lo si trova in un numero di qualche lori sono contraddittori: ciò che ze importanti. ::;f: 1~ ~~::c':ta• !~~~~ Sicché il discorso ironico, così anno fa della rivista Il male, dove l'enunciato dice è il contrario di In primo luogo. la concezione letteraria (cfr. DoJtor,,sJc,J.PMtica e inteso, ha tutti i connotati di una all'imitazione della testata di Re- ciò che dice l'enunciazione• (p. dell'ironia come paradosso per· stilistica, Torino. Einaudi. 1968, e polifonia, e, distinguendosi per p11bblica (parodia: stile diretto) si 222). mette (in armonia con Sperber- E.tteticaerom1UJzo. ivi,1979).Per una questo dal discorso riportato, mo• sovrappone l'ironia dell'occhiello Cosi è salva l'intuizione comune Wilson) di liberarsi una volta per ~!'!~~: fi"r~:n'::':;~';i ;~~~~!; slra fori i analogie con l'indiretto a caratteri cubitali: Lo STATO s1 t secondo cui nell'ironia 'si vuol dire tutte dell'idea che si tratti di una Mikhai/ Bakhtine, le pn.nc•fN dWogilibero. Nell'ironia non c"è diffe• ESTINT(Ostile indiretto libero). il contrario di ciò che si dice·, ma figura. Sarebbe vano. infatti. pcn• que, Paris,~uil, 1981. ........................................................................... , Campagna abbonamenti 1984 A chi si abbona, in omaggio il volume E.spre.ssionecorporea, linguaggio del silenzio di Oaudc Pujade-Renaud Edizioni del Corpo, Milano Abbonamento per un anno (11 numeri) Lire 35.CXX> Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137 Milano Conto Corrente Postale 15431208 • ~ Q i i .s i ;:: Abbonamento multiplo ..., ad Alfabeta, La Gola e SE Scienza Esperienza ~ L Lire 100.000 ~ .......................................................................... ~

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