Alfabeta - anno VI - n. 57 - febbraio 1984

tasK ~ Agenzie per la comunicazioM pubblici/aria in Milan.o e Modena F. Leonetti: Stile e statuto (ieri, oggi) * A. Porta: Sentimento e forma, appunti * F. Leonetti: L'invenzione di Venezia G.C. Ferretti: Ricerca e consumo * Prove d'artista: C. Ponati / M. Luzi: Trota in acqua/ G. Majorino: Tre peni Traduzione contemporanea: :Z:H. erbert (a cura di P. Marchesani) * G. :Z:uccarino: Il risvolto di Manganelli J.DeSanno:lltennine«costruttivo» * Da Sofia* N.Loremini:J:aum'eJ:angTumbTumb * Cfr. F. Munioli: Il vociano Mlchelstaeclter * G. Pontiggla: La sfida di Monelli * C.Segre: Imondi alternativi Testo: G. Orwell, G. Dalos, , .• ,. Courtine: 1984 e 1985 (a cura di,. Snyder) * G. Gabetta: Fleck primo di Kuhn S. Benvenuto: Wlttgensteln e l'antropologo * G. Zaccaria: Progmatica dell'ironia * G. Almonsi: Davo il si_ E. Chlarugl: TorquatoA«etto * A. Fusé: L'ateo e il mistico, Sade * F. Cuniberto: Viaggi in Italia * C. Boschi: PerSceW Cfr. anolltlco: Cl-1983 * F. Ballanti: Crisi del rock * Centro di documontazl-sulla leglslaziw d'emorgema (2) ~le del ~Il: Il meuagglo di Pertinl * G. Guarda: Unsistema franMIIOntato * Immagini: Kruèenych e soc1a11

•••••••••••••• il lavoro editoriale Claudio Lo/li L'INSEGUITORE PETEHR. Con una presentazione di Goffredo Fofi Gilberto Severini SENTIAMOCI QUALCHVEOLTA Con una prcscntazjone di Pier Vittorio Tondelli Calabrese, Ferreui, Fofl, Fortini. Paolini, Porta ILSUPERLIBRO Conversazioni sul romanzo di successo a cura di Albeno Cadioli e Giovanni Percsson pp. 132, L. 9.lOO Massobrio. Balliste/li, Tridente, Del Gauo, Accame, Milanese, Carletti, Salomone, Boaui QUESTIONI DELLAGUERRA L'istituzione militare e la guerra in un dibattito a più voci t.ra politica, sociologia e dirino. pp. 160, L. 12.000 il lavoro editoriale, Ancona c.p. 118, tel. 071/22355 ii~ICi ~~.~i Assessorato alla Cultura Rimini • poesia Premio per tre raccolte inedite le immagindiiquestonumero Nel dicembre /9/2 Aleksej Kru• te,iych componeva la sua prima poesia lrtmsme,uafe, la celeberrima dyr bui ~tyl. • Transmemale - seri• l'tva Krutenych - i mtto ciò che nella parola l vi110, sopra la CO· scienza. ciò che lega la parola aJJe sct11Urigini, alle sorgemi dell'esistenza•. so,io le parti «irrazionali, mistiche eclesmiche• della parola. Nella materialità del sig11ifica"1e. nei s11onie nei segni grafici, si mc,- fli/es1erebbero i sensi primordiali e ineffabili, che i sigmficati de/1(1lingua co1t11me 11011 accolgono. Per gilmificare tale tesi, Krulenych i111·ocavagli stati dell'ime,rsaemozio- ,ie, del grande dolore, della frenesia erotica. gli accessi d'ira, le estasi misticl,e, quando si farf11glia,si balbetta, si emettono s11011aipparemememe senza senso. Poiché «la calligra[ill,modificuw dallo stato d'animo, trasmette quest'ultimo al leuore, indipe,rde,itememe dalle parole•, Krule11ycl1 vergm1a i propri testi co11la maJita litografica, o disegnava le parole 1ra11sme11talcion J'i11chios1rodi china (•autoscrirtura» veniva detta q11~1aoperazione); accamo, il pi1tore stendeva le illu.strazio11is,enza soluzione di cominuità, cosi da ottenere ,ma pagina de,rsa e compatta. Le illustrazioni «non servi11a,ro la parola•, anzi spesso non avevano relazione con i testi: loro funzione era di «rivelare e aggiungere•. Dalla collaborazione di Kmlenych con i piuori Nata/'ja Gontarova, Micl1ail Larionov, Kazimir Ma/evit, Ol'ga Rozanova, Vladimir Tarlin, Ivan Kljun e Michail MatjuJin nacque il libro transmentale, uno fra gli ogge11i Sommario Kru~nych e sodali pitì originali e interessanti delf',,. va11g1mrdiaeuropea. Nel /914 Krute11ychtemò clidar ,,ita a 11ngmppo tra1rsme11talec,ui aderirono Ma/evit, Matj11Jine il giom11issimo Roma11 Jakobson. La guerra e la rivoillzione li dispersero. spettacoli, leuure di versi tra11sme111ali,«correzione dei classici•, come chiama,•a110il dileggio della tradizione. Proclamarono la fine del mondo, ov,·ero il •mo1tdallafine•, la c11ilingua era la z.aum' (da z.a., •OI• Ife•, e um, •ragione•). Suggestiono la libera repubblica socialista di Georgia, 11el1911, i tre si dispersero per il mondo. Krutenych raggiunse Majakovskij a MoJca, collaborò al Lef, poi visse come un reieuo, compilando album e libretti, raccogliendo testimonianze e memorie dell'avanguardia futun- ---c---------, sta. Zdanevit emigrò a Parigi e fu Mosca. annicinquanta: Ak~j KnKcnych. vicino ai dadami; nel /913. assieme a Lorionov, NaratJa Gontarova e Tzara organizzò il Gran ballo 1raves1ito trammenta/e. Terent'ev divenne un originale regi.stateatrale, diede scandalo a Uningrado con una «interpretazione anale• del/'Ispe.ttore generale di Gogol'. Affeslato agli Inizi degli anni lrenta e deportato m u11lager, vi creò un tea1rodi galeoui; venne fucilato al tennint di quel decennio. U immagini che nproduciamo testimoniano /'auivflc) di Krutenych e dei s1101sodali (solo Krutenych appronti) oltre duecento Ji. breui e un centinaio di album manoscri1ti). Vi l anche una rara attiche di una serata pietrobu,ghese dedicata al manifesto di Marineni sul tango, con esibizioni di eccentrici e lettura della Dichiarazione della danza come tait. Partecipava Nel 19/8, a Tiflis, capitale della ,reonata repubblica me,rscevica di Georgia, Krulenych, 1/'ja Zdanevit e Igor' Terent'ev fondarono la •Compagnia del 41°», che si ritmiva in un cabaret delta cittd, la Tavemetta fantastica. Ninfa Egtria del gmppo era un'attrice moscovita, Sofija Mel'nikova. L ·auivittl frene1ica dei •Ire idioti•, come s'erano appellali, dilagò per la cittd: conferenze, interventi provocatori, allaserata ll'ja Zdanevit, paladino nati da Freud, concepivano i suoni di Marinetri, al quale aveva leno, affrancati dai •ceppi dei sensi» co- durante la sua visita a Pietroburgo, me sintomi di desideri, manifesta- i propri primi poemi fonetici. zioni di pulsioni, epifanie di 11evro- U immagini, in parte inedi1e, sì. Era la natura bassa dell'uomo provengono dagli archivi di Terenche emergeva nei •suoni in liber- t'ev, Zdanevit, Krutenych (la più t,h, e siccome tale natura sarebbe fantastica e maniacale raccolta di universale, universale tra anche la testi, immagini, 1es1ilnoni.anusul zaum'. Recita un verso di Krute- futurismo russo) e Aleksandr Parnych: • U parole si a"ampicano I ni.s. per il buchetto I fumanti•. Marzio Manaduri Quando i bolscevichi rowsciaroJole De Sanna Cino Zattaria Il termine «costruttivo• Pragmaticadell'ironia (Capri J'J05//940,a c. di L. Vergine,· (L'a,gumentatioridtuulalang~.diJ.- Capri. Frammentipostumi /()()511940 • C. A,ucombre e O. Ducro1; La mou Comune di Anacapri, luglio-sttttmbre du discoun, di Ducrot e altri,· Ln iro1983) nit.! camme mtntio,u, di D. Sperbtr e pagina 12 D. Wilson; Éllmenu de pragmatique Da Son.a linguistique,di A. Btrtndorintr) a cura di DaniloMantra pagina 25 t di MaurizioFtrraris Guido Alman.si pagina 13 Dove il si suona Nlva Lon:nzini pagina 25 Zaum· e Zang Tumb Tumb Emxo Chianagl (Teoriae inV01zioritfuturista, di F.T. Torquato Aa:etto Giormlt dd G.... n mcs.ugg.iodi Pertini pagina 38 Guido Cll&l"d.l Un sistema frammentato (..lridiu dellacomunicazione•) pagina 39 Lclnunapnl Knxmych e sodali di Manio Marzaduri alfabeta Marinetti;il vrrrin. 29-31;L 'avanguar• (lxlta dissimulilzi<>No,aata, di T. Act"rances<:o Leonetli dia a Tiflis, di Autori ~·ari) uno; Fronok e fandonie, di O. CalaStilee statuto (ieri, oggi) pagina 14 brut; /dea delleperfette imprese,di E. mnuilt di infonn11z.io,rctulnmut della cooperativaAljo«ta • («li sensodellaltutratura,. I) franttSCO Muuioll Tesauro) pagina3 li vocianoMichelstacdtcr pagina 27 AntonioPorta (Epistolario - U2 penuasione e la retto• Addio FW Sentimentoe forma, appunti rica, di C. Michels1aedm;Mttaf,sica L'ateo e il mìstko, Sade («Il se,uo dellalttteratura• 2) dellagioventù, di M. Cacciarl) (Ul Nouvelle JwtiM, di D.A.F. dr Sa- ~::.:1co Leondti f;3gina 15 de; L'essere t il nulla, di J.-P. Sartre; L"invenzionedi Venezia t!~:rdr~:~i ::.:::: ;itnza, di F. NWt.ucM) Comilluo di dirawnr: (StaJutidtll'inwnzUJne-Vrnezia, IO- t'~';: ~tt FlavioCDDiberto ~= ~~~~• i&~;~; fj.~1\tcmatò~ f:;!:;tt'.~~'.:. fj ~~~:~'. = S{~:,:::: (•li senso dellalr11era1urIaRiftrimtn- Gtorgc Orwdl, Cyorgy Dalos, t:J~/;Jia, di G. Piovene) Paolo Volponi li•) Jun-Jacques Courtine Cario Boschi RrdazUJne: b~!::; Zuttarino !9:r: ~~n Snyder Per Scelsi ~F~~n:~:~~~~• li risvoltodi Manganelli pagine 19-22 (Sori tt musique • Art et connais.rance, An director Gianni Sas.si pagina8 Glanrnnco Gabella di G. Scehi; Taiagarù,Koom, Q/uJn4. Edizioni Intnlpresa Aeck prima di Kuhn gon, PramaJI. Roma, 3 ottobre 198.J) Cooperativa di promozioo,ecultu.ralc Proved'artista: (Genesi e sviluppo di un fat10scientifi• pagina 31 RedJu:ione amminJ.saruioM Il Premio «Rimini poesia» è bandi- Contttto Pouatl co, di L. Flttk) Federico BaU.anti via Caposile 2, 201.37 Milaoo to dall'assessorato alla Cultura del pagina9 pagina23 Crisi del rock Tddooo (02) .592684 Comune di Rimini in collaborazio- Mario Luzl Sergio Benvenuto r,.~na 32 Coordinaton l«l'lico: ne con il Centro internazionale ~~:~~~~ua ~~;~:'!~~~~..C.l:;~:~ Estetica . Blbtiocrafiaanalitial giov~bn.ndi /cdin Eugenio Mon1ale (Movimento ClancarloMajorino Wit1ge,uteinanrropologo . La parole Cinema 1983 Se7;, Albe~""" t: Poesia) di Roma e con la Socielà Tre pezzi malheureust, di J. &,uvtreue; Witt- a cura di Paolo Berteno Composizione: di J)OCSiadi Milano. pagina 10 gensteine la conoscenzascirntifica, di pagine 34-35 GDB fotooomposiziooc, La giuria dell'edizione 1983-'84 è D.L. Phillips; Wi11ge,utein'sFrtud, di crr. via Tagliamento 4, 20139Milano composla da Carlo Bo, Maria Cor- Tntdudonecontemporanea: F. Ciolfi; Ilconcellodiscienzasocialee pagina 36 Teldono (02) 5392546 ti. Maurizio Cucchi, Mario Luzi, ZbigniewHerbert le sue relazioni con la filosofia, di P. Centro di document&DOM Stampa: Rotograf1C1 Mario Petrucciani, Silvio Ramat, a curadi Pimo Marchesani Winch) sulla kgisbzione d'emtt1enza (2) viale Monte Grappa 2, Milano Giovanni Raboni. Giacinto Spa- pagina 11 pagina24 pagina 37 Distribuzione: MC:MaggeriPeeriodici gnoleui, Maria Luisa Spaziani. ,,__C_om_•_n_kulon<--,-, -<Oll •-bo-...,-,-.,.--~-,o-,-,,-,;-,o-lo-c, -d-ito-,--(co_n_a-.,-,à-c_d_at_a)-, ~-O x ~-,,-c-òn-finc_tc_nc_,-,-con-,o-,-hc-òl-< Abbonamrn10annuo Lire 35.(n) Carlo Villa, Ennio Grassi. Piero di -.AH'•bd&» numero di pagine e prezzo; criterio indispensabiledel lavoro intel- estero I.ire 45.(n) (posta ordinaria) Meldini. Le oollaborarionidevonoprescolare e) gli articoli devono es.sere inviati kttuale per AlfalH,4 t l'csposixione Lire 55.(n) (posta aerea) Le raccolte premiate saranno pub- i seguenti requisiti: in tripliceoopia e l'autore deve indtea- degli argomenti- e, negli scritti recen- Numeri arretrati LareS.000 blicate nelle edizioni della Società le~ ca~~;~~~ ~: 1~;~0:~r=:~ i;!ai~• nume ro di telefono e codi- ~~in:~~~ ~ 1~;:n~i ~~ ~e~~f:1~nuak di poesia. La premiazione avrà zione dovrà essere ooncordata con l:i La maggiore ampiezza degli artK:Oli livcUouniversitario iniziale, di prepa- via Caposilc 2, 20137Mìlano luogo a Rimini. sabato 28 aprile direzione del giornale: in caso contra- o il loro carattere non recensivo sono nrione culturak mediae non speciali- Tekfooo (02) .592684 1984. rio saremo oos1re1tia procedere a 1a- proposti dalla direzione per scelte di sta. Conto Con-mte POltale154311.0I gli; lavoroe non per motivi prderenziali o Manoscritti, disegnie fotografie non Autorizzaziooe del Tribunale Per lnrorma:donl: b) tutti gli articoli devono es.sere personali. Tutti gli artiooli inviati alla si restituiscono. di Milano n. 342 del 12.9.1981 ~rc:m!o:~~~~~in::,i!i; ~:~it;::uan~; :'c~~~::i i?:t~:~g~i ~::~wi:~ri:~~; ~::n:n~:~~~o p~v~::::!•m~~ 11: ~i UComitato direttivo ~~t!o;~~:~ ~~aizi ] ~27_,4_7_0J_7_R_;m_òn_;_1e_1._(0_S_41_) _704 J 1_8._,._nc_l_ca_so_d_c_; l_òb ri_oo:o_rr_c_ò_nd_k_a,_cc_•_•· _ co_ll abo_,w_·o_n_; _su_co_m_m_ò_ss_;o_nc_. __ _ __ _____ .._,_anu_·_t1c_a_ro_· '-"'-•-•-------' i

li ~nso della lelleralura/1 Stilee stat-,11(ieri,oggi) S crivendo sugli s1atuti di lelle• ralura e di scienza circa un anno fa (in Al/abeta n. 45) mi avveniva di accer1are subilo la serie di inleressi che rende cenlrale, e però varia. nel Novecento maluro la nozione di linguaggio (L). sia verbale che visivo. Si può dire, in uno schema: I. viene prima la tesi heideggeriana del '36 riferila a HOlderlin. svolta ancora poi, sul L come «casa» del• l'essere e quindi nel '64 e '(fJ sulla scultu.ra«inslaurante luoghi». Tale principio di rigore dell'esistenzialismo può essere assunto però come estetislico. 2. E c"è il L come termine che Saussure scar1a perch~ generale e impreciso. eteroclito. e che Hjelmslev adotta come titolo nel '63 su problemi genetici e tipologici. 3. Lacan, prima della lettura di Saussure e quindi di Jakobson. anoora al di qua di una tensione sulla «barra» fra significante e significato. definisce «corpo sottile• il L nella conferenza romana del ·53 (Scritti, ed. it., Torino, Einaudi. 1974, p. 294). 4. Esplicitamente non strumen• tale ma «coassiale• dell'esperienza - come proponevo di dire - diviene il L nell'epistemologia recente. Ricordo che il L è sede di verifica intersoggeniva nei neopositivisti di Vienna, da Schlick a Carnap. mentre è presente già in Popper 1934(ed. 11. 1970)la critica di ogni principio di venfica e degli stessi .-enunciati protocollari» da loro proposti pere~ non ancora. secondo Popper. svincolati dall'induzione. E si può inoltre dare un'inconsueta citaztone marxiana dell'ld~ologia ,~duca (da dirsi presaussuriana, e proveniente forse da Humboldt attraverso l'Estetica idealistica hegeliana): «fin dall'inizio lo spirito por1a in sé la maledi• zione di essere infeuo della materia. che si presenta qui sotto forma di strati d'aria agitati. di suoni. e insomma di linguaggio» (Roma. Editori Riuniti, 1958, p. 27). Una perdita di «rtuu neU'optra Vi è dunque, come già G. Vattimo registrava, un certo annoda• mento di teorie; e vi è qualche combinazione nell'uso corrente non rigoroso, e. pare a me, talvol• ta ne viene un valore assolutizzato della stessa nozione di linguaggio. Che resta però essenziale. A leggere ora per esempio C. Segre sul concetto di stile. un concetto che ha una cena tenuta nel metodo della critica d'arte come convalida dcUe attribuzioni specialmente nelle opere di bottega a più mani, si trova cosl detto da Scgre in modo ineccepibile: «vicende e aporie della stilistica dipendono dal fatto che l'opera letteraria air pare come un prodotto linguistif'<') co»; e ancora: «in realtà l'opera 9: letteraria è un prodotto semiotico ·t che si realizza attraverso il codice• ~ lingua. (EncicloJHdia Einaudi, ~ voi. 13, 1981. p. 562). -~ È qui presente, in termini limpi- ! !~::::;~7!· ~:~'r:zji~::e:ts~I~ ~ l'opera, sul prodono. sull'organismo. Dobbiamo tenere l'occhio a questo polo. E qui lo stile stesso è j inteso non oonsistcntc in alcuni ~ «tratti•, ma oome fatto globale. ::; Del resto, seguendo Bailly già editore del Corso saussuriano postumo, che in un suo svolgimento da Saussure aveva posto in evidenza gli elementi affettivi della lingua, Spitzer, il maggior teorico stilcritico, condusse il suo passaggio alla letteratura, da Saussure ignorata, centrando egli pure l'organismo, quasi come fosse una creatura: «il sangue della creazione poetica» si può incidere seconSaussure e una irritazione per Hjelmslev. Si deve pur dire che l'attenzione all'organismo è classica in tutta la modernità: l'assoluto che si presen1a «concreto-sensibile• nell'arte secondo Hegel si collega in sede materialistica avanzata a Della Volpe, pur anti-hegeliano, in quanto l'opera è presso di lui una .-aseità» (coerenza interna) senesso interno, ma anzi verso la solidità, la validazione possibile, la valutazione stessa, il destino dell'organismo. Proprio mentre avviene a diversi autori (e anche a me) di costruire opere compiute o addirittura chiuse, forse con una tensione di compenso .. E certo, come accade oggi se si precisa sull'orma di Benjamin del '36 una qualche «perdita», a divermodo esistente in un·opera letteraria e artistica è sempre da ritenere, con un grado nettamente diver• so comunque da quello di tipo scientifico, come inverificabile). Il prodotto. che oggi in sede semio1ica s1essa si 1ende a leggere immesso nella cultura complessiva, non mi porta più a considerare in termini stringenti o non discutibili il suo senso. Diffidiamo persi- ,---------------------------------, no della civiltà storica che si è sveAvve:rùnza lnlendiamo propo"e e avviare in alcune pagine di Alfabeta una di.scwsione sul «proprio• d~lla lei• ~raJura e dell'art~oggi. Non lraller~mo ciò a livello generale di es1etologia, ni oll'in1erno del lavoro con indicazioni direlle di libri e di OJHre,ma anraverso rifln,Jioni sui processi ~laborativi che emergono oggi. JHTsvolgere una ,~ndenza ar1icolatadi ricerca leueraria della rivis1a. Ci inleressa accantonare al• cune immagini ameriori ed esami• nare le nuove definizio11i, dando riferim~nti e no1izi~ uliti ai leuori giovani. Gli scriui di inten•~mo sul ,~ma, richi~s,i o convenmi co,i la direzion~ d~I giornal~, d~vo110~ssue ,~. nuli enlro le cartelle 3-4, non sono necessariameme riferiti agli scriui di aperlUra, e saranno pubblicali via via. Annunciamo inollre, 1mi1a,,i~n1e alla ril1ista Acquario (Palermo). che con lo sie.sso 1i1olosan} organizzalo dalle due riviste tm Convegno teorico leuerario 11~p/ rossimo atllunno, e gli scriui in corso di p11bblicazio,i~ 11~//'Alfabcta servo11Oanche di preparazio11eal Cot1• veg11Ostesso. lata distruttiva, come scrive G.C. Argan. e già era tale nel discorso francofortese col suo grande polo negazionista. Si deve e si può dun· que ripensare atropera: in sé, e verso r«al1ro». sia il mondo indefinibile sia l'inconscio che è altret• tanto oscuro. Devo aggiungere che sono criti• camente sensibile a una diffusa im· pressione di perdita della cer1ezza ~-------------------------------~ nell'opera letteraria e artistica non do Spitzer a livello linguistico oppure a livello della composizione, ecc. Tutto ciò è parte della nostra cultura; e un'attenzjone critica di posizione materialistica su queste scelte, che sia acuta e comprensiva dell'attività simbolica umana (trascurata nella vulgata marxista) ~ venuta solo da S. Timpanaro nel pieno Sessanta (cfr. Sul ma1uialismo, Pisa, Nistri Lischi, 1975. pp. 123 sgg.) oon un interesse per • mantica-s1ilis1ica.con corredo alla data 1960delle ronti semiologiche ancora non tradotte in Italia: e senza urto contraddiuorio fra ocs1ilei., impronta del soggetto parlante. e «linguaggio,. (o parlato, al li• vello d·uso). Ho riferito fin qui tutto questo. oon pulizia. per arrivare semplicemente a dichiarare una cer1a perdila di certezza: non già verso que• ste discipline, la semiotica e prima la stilistica. con loro dibattito e genza dal registro adorniano poi disastroso, vorrei ricavare uno svi• luppo positivo parziale. e cioè un nuovo accenamento, dal dubbio attuale sulropera letteraria come creazione di valore. li dubbio è connesso a quello generale sulla «certezza)>.che è mera credenza per Wiugenstein, e a quello epis1emologicosull'induzione. sull'esperimento, sulla verifica speri• mentale. (Per quan10 sia ovvio che l'evento di esperienza in qualche solo perché oggi si discu1escettica• mente sull'episteme nell'impresa scientifica. Ma perché se ne discu• te dopo che è c.iduia nell'angoscia la tensione stessa sociale e politica di un ventennio. parlatrice di un·esigenza di 1rasformazione, con rifiuto della guerra. Il q11esi10s11lrepis1eme - e cioè sul ,iuc/eo di cer1ezza cos1i111ibile ,iella ricerct1cogniti11a - è divenmo mrico oggi di ,m imerroga,ivo che 1occa.i,isieme, quello polilico e a,i. che quello esis1e,izia/e. E tuui con• l! , 1e11go11Oculo che, se si pone ,m tal~q11~i10,esso rig1mrdaa,iche la le11era111ra. Non vi è una salvezza estetica, neppure nel bello come ocdimora... ocProprioperché - come leggo in P.A. Rovatti nel recentissimo li• bro collettivo Il pensiero debole - nel suo narrare (anche la poesia narra) si esprime una possibilità di dire la verità su quell'esperienza di cui stiamo parlando». Il valore precedente di .-sperimentalismo» e .-aYanguardia» Il riscontro più utile per rico• s1ruire in brevissimo l'area in cui si diffonde il termine e concetto di .-sperimentalismo• (e altri contigui) ci viene da una pagina di S. Agosti che richiama Contini: «sviluppando un celebre modello con• tiniano, diciamo allora che, di contro al plurilinguismo estrover• so, centrifugo, eccessivo, dell'esempio (inimitabile) di Dante, posto a patrocinare le esperienze novecentesche in prosa. starebbe, a calamitare la poesia. il monolin• guismo introverso, cen1ripe10, assolutizzante del modello (imitabile) fornito da Petrarca». Ma nella descrizione è già avvenuto ad Agosti dì doversi obiettare in nota: «per la neo-avanguardia italiana. Gruppo 63 (e. aggiungo io, per altri ancora) il modello sembra essere invece, anche in poesia, Dante... E la nota successiva, dando il rifcrimen10 a G. Contini dei due saggi del '51 e del '65 nella rivista Pt1ragone, cita dal secondo di questi saggi \'affermazione: .-l'assoluto è per definizione ripetibile e produttivo di serie, l'eccesso si compiace di frutti unici e incomparabili•. E devo dire che a me questa affermazione pare, francamente, un eccesso di Contini. Poiché Agosti ha parlato iniziaiV. Chltbnikovt A. Kruttnych, Giocoalrinrcrno, Mosca 1911;ili. di N. Gonfarova. • mente di sviluppo, va detto, sulla sua ricerca teorica che dai valori del messaggio formale è passata

alla decostruzione e a un rapporto elaborativo con Kris-Freud, che egli pure giunge a una differenziazione, simile a quella continiana e diversa. Da una parte, «la tipologia del lirico puro•, gravitante sui significanti, con la poesia «anagrammatica, ritmica, allitterativa, collegata al pulsionale e al corpo materno, poesia dell'ordine semiotico•, citando pure Petrarca. Dall'altra parte, «la tipologia del discorsivo». citando Dante, col semiotico assunto al proprio interno col compito «di sfigurare i valori di senso istituiti•; presentandosi cosl il semiotico come «un sistema parassitario rispetto a un sistema di base•. Descrizione di straordinario interesse. Mi formo qui nel riferimento ad Agosti (Cinque analisi, Milano. Feltrinelli, 1982, pp. 131e 187). Ma ciò mi vale anche a illustrare il complesso slittamento avvenuto, e possibile appunto. a partire dalle categorie interpretative di Contini. Si svolgeva assai fitta la discussione «militante» relativa al saggio del ·51 quando ero attivo nel Cinquanta con la rivista Officina. Disincantato, a distanza. trovo divenuto col tempo equivocabile il grande stimolo di Contini (stilcritico allora. mi pare, come Longhi, e più oltre jakobsoniano) secondo il quale si definiva lo sperimentalismo dantesco. È certo che i termini «sperimentalismo• e «plurilinguismo• e insieme anche «espressionismo• {col suo stile) si sono confusi. Ed è certo che P.P. Pasolini, che fu il primo a usare in un·estensione attuale la tesi di Contini, non poteva avere dubbio sull'«esperimcntO:it nel suo senso fondamentale, quando intervenne col saggio «Il neosperimentalismo• nella rivista Officina del ·57. in una sua ascendenza stilcritica (e combinatoria col «marxismo italiano•) che veniva intanto corrosa dalla dominanza semiologica in crescita. Si può comparare l'esperimento e la verifica scientifica su cui poggia l'induzione fin già da Galilei (ritenuto performativo oggi dai teorici ipercritici del periodo post· popperiano) e l'esperimento linguistico nella letteratura? che anzi è un laboratorio della lingua come istituto comunicazionale? Si deve porre una correlazione: la ricerca scientifica non è forse, tutt'uno col suo accertamento relativo di «:verità», un laboratorio del nostro sistema di pensiero e comunicazione? Ora, se sperimentalista vuol dire ricercatore, conoscitore, ulisse. in molti andiamo d'accordo a dirci tali. lo mi sono detto a buon motivo nel Cinquanta e anche oggi mi dico. Tuttavia, se oggi il grande parametro, lo scientifico, non mantiene questa sperimentalità della percezione e del linguaggio relativo come prova convalidante, abbiamo un disagio nell'uso del termine «sperimentale» per dire contraddittorio alla norma, innova1ivo, antiautori1ario, o magari dialenico ... Cresce anzi il significato corrente di provvisorio e volon1aristico. E ancora. Sperimentale può voler dire invece: consapevole che c'è distanza fra la cosa e il nome (e con precisione, presso Marx e Engels - e non presso Gramsci coi suoi conceHi sbagliati di ideologia e di egemonia - c'è disomogeneità fra il reale e il pensiero, fra la conoscenza empirica e la conoscenza concettuale che agisce in modo astratto-concreto). Tale distanza emerge anche nell'uso di E. Sanguineti del termine. Solo cosl una sua credibilità resiste: pur non amanti della funzione simbolica resa assoluta, possiamo tenere lo sperimentalismo in mano, con una specie di resistenza sul suo vecchio valore. Passiamo ad «avanguardia». Certo vale per indicare chi è in anticipo, e - come dovrebbe sempre l'artista - avanza in terra sconosciuta. Indubbiamente si nutre più di recente della differenziazione fra significante e significato. e anzi della «barra• stessa che tutti ci decide e divide in due. La mangiano e vi fanno esercizi tutte le nuove avanguardie. Il loro sostrato è fenomenologico a uani. prima che semiologico. Viene inoltre effettuato in tutto il Sessanta, con Della Volpe e con Benjamin non ancora stornato come cabalistico, un nesso di avanguardia e materialismo (senza riferimento netto. per precisione, né nella prefazione marxiana del '57 sul mito o «sentire collettivo» né nel «t1p1co»engelsiano, soh supporti class1c1) In questa osc1llaz1onedel sostrato sta la vaghezza del termine d1 avanguardia genericamente usato Esistono le sene dt elaboraz10111 partiti. È noto che peri movimenti è decisivo il soggeuo, l'uomo. non la politicità né la struttura. come risulta in Breton. Ebbene, dagli anni settanta è venuto chiaro che dire «l'uomo.. vuol dire riferirsi al sociale. al globale, alla rivoluzione sociale che si è scompagnata dalla politica. ai bisogni radicali, ecc. E dunque le avanguardie artistiche e letterarie avevano la loro ragione verso le politiche, sia del '20-30che del '6070; mentre però non se ne possono staccare interamente, autoriproducendosi. Ciò almeno mi disturba. Avanguardia non è una meta• fora semplicemente. È meglio in sede teorica accantonare anche e_ r6ì\...:_ '-1• ......~- dei movimenti sul piano percetti- questo termine per ogni lavoro vo, che sono il loro maggior meri- formale con modi innovativi e con to specifico a costituirli come una tensione «allegorica» o. nel avanguardie artistiche e letterarie senso hegeliano, «simbolica». Il del Novecento (cancellate da talu- termine è attualmente decaduto; ni teorici contrari). Ma insieme le cosl come - vediamo poco più olcostituisce, a mio avviso, una tre - il suo valore estremizzato strutturazione di idee che viene proveniente da Adorno. estesa al sociale e politico, magari opponendo il nulla, magari non consapevolmente. È ciò stesso che nutre il francofortismo. Ed è noto che vi emerge una differenziazione nettissima verso la politica culturale delle avanguardie politiche o L'attuale esercizio di espressionismo: problemi Mentre mi risultano discutibili i due riferimenti di sperimentalismo e di avanguardia (contigui fra loro nonostante una spropositata tensione interna, che ha più ragion d'essere secondo me fra le componenti di «avanguardia.». suJ loro sostrato), ritengo che si possa stimare utile il riferimento a ogni avanguardia o corrente specifica col suo stile. E per esempio il surrealismo non è estinto, né in Blanchot da alcuni inteso come successore di Breton, né in aJtri francesi; e lo leggo in A. Giuliani, oppure in E. Baj e in Sergio Dangelo. E ne ascolto tutti i principi di gauche da F. Fortini. Oggi operiamo dopo due grandi teSti teorici più recenti, che ci arricchiscono nel fondo, K.ris e Bachtin, la comparazione col motto e la dlaletticità del discorso. E viene da entrambi, nei filoni delle vecchie avanguardìe, il ludico, l'autoironia, l'enormità eccentrica, l'autoriflessivo. Per quanto mi compete, la mia area è espressionistica: ed è in que5ta che risento di Kris e di Bachtin. E certamente oggi non è Gadda nella insistita ed estesa lettura continiana a illustrare l'espressionismo in modo privilegiato. Verifichiamo Fortini: rispetto al filone simbolista e anche al surrealista. egli tende a connenere alla tradizione prenoveccntesca o a una scelta «antinoveccntesca,. l'espressionismo; e lo ritiene definibile come «una letteratura impegnata o militante o contestatrice» (ciò mi pare diminutivo oggi) di• cenciopiù oltre assai bene che oggi «le distinzioni tra le tendenze ap-- paiono meno nette• (/ poeti del Novtunto, Bari, Laterza, 1'177,p. 6). R. Luperini propone acutamente di ampliare la nozione di espressionismo, ma resta all'impronta primonovecentesca (// Novtctnto, Torino, Loescher, 1981, p. 139). Mi pare utile ricordare come il termine e concetto (anche nelJ'arte) contenga una deformazione di Una nvisla nuova. La vostra dose mensile di fumeltl, v1agg1e awenture In edtCOlac·e il qumto numero non perde1evelo

tipo caricato, e cioè un fuoco d'artificio formale e una interna torsione: rispetto au· ..espressione .. che vale come facoltà propria (afreuiva e armonica) dell'arte e letteratura nell'estetica post-hegeliana. E cioè quando a essa è collegato ancora un centro unitario, coscienziale e sentimentale. al di qua di Freud; e prima che essa per altri motivi passi al margine della «comunicazione .. nei trattatisti relativi della lingua come istituzione sociale. Indubbiamente c'è una grande fortuna del nuovo espressionismo oggi nell'arte (dall'Italia alla Germania agli Stati uniti). Che cosa rivela questo nuovo, che A. Bonito Oliva con acume ben navigato ha detto ..transavanguardia .. (e altri •postmoderno .. )1 A mio parere rivela esserci oggi una doppia prevedibilità, e insieme un disagio e un azzardo di operazione. Per un verso sembra possibile una certa liquidazione di talune scelte del movimento moderno; e per un altro la riproposizione originaria e ampliata dello stesso viene ritenuta tempestiva proprio con tali forme. lo ritengo con precisione che l'espressionismo i bifronte, o, se si vuole, ha uno spettro di oscillazione, indietro e avanti. Negli anni cinq~anta la mia scelta di tale tendenza (non sempre consapevole) mi decise al nesso di una discussione con la nuova avanguardia: è la posizione più plausibile. Certo l'espressionismo può darsi, se non è strabico ma ben composto, come un riattacco al passato, evolvendo allora nel manierismo e nel neoclassicismo. O può essenzialmen1e lUJrsicome plurivocità, in una sua propria «seman1izzazione• (e in tal senso è da me preferito). Come è avvenuto in Brecht, e prima in Dostoevskij e in Rabelais, l'espressionismo raccoglie bene l'ironia e il doppiofondo insieme all'intransigenza. Ma il suo carattere più spiccato, mi sembra, è che non si centra sull'opera, sul• l'organismo, sull'oggetto estetico, quanto sul poefare e narrare complessivo. Ha infatti la tendenza a costituire un tessuto dissipativo (e cioè con presenza di principi opposti identificando le istanze attive) dentro un passaggio culturale di complicazione intensa. E perciò stesso non arriva a radicalizzare lo scetticismo. Nella versione più avanzata è espressionismo astratto (o astratto-simbolico). Ecco qui dunque un certo sapere interno di una corrente di ricerca, indicato inizialmente. E di ogni altra è interessante l'elaborato. Si potrebbe studiare proprio questo, insieme ai quesiti più recenti della percezione (e al rapporto fra verbale e visivo, che non è più ben posto). Anche l'avvicinamento che si è svolto, come Luperini ha mostrato acutamente, fra parecchi operatori di provenienza diversa, con un dissidio ancora non composto ma secondarizzato oggi, deriva dalla contiguità di saperi interni delle correnti, delle avanguardie, degli stili. E ritengo giusto anche cominciare a dire, con semplicità. che: la ricerca leueraria e artistica che è stata fin qui in1esa e denominata come linguistica, percezionista, o au1oriflessiva, i stata al tempo stesso. negli scorsi decenni, un'operazione che verte già sul quesilo epistemologico, quale oggi emerge più maturo; e deve appumo essere riconsiderata come tale e avere qui il proprio percorso ulteriore. Il nesso con la produzione Andrebbe inoltre rivista, e anzi ripresa con rigore, tutta la problematica propria della visione fran• cofortese. E si può definirla col Benjamin stesso dell"Opera d'arte del '36 dicendo: che ..-letendenze dello sviluppo dell'arte» si pongono sempre ..-nelleattuali condizioni di produzione,._ Varie fonti nuove e vecchie ci sono utili oggi al riguardo. lo segnalo la Heller del '73: ..-lacreazione e la ricezione delle teorie si conforma quasi totalmente alla struttura della produzione di merci»; ..-laforma principale con cui la teoria giunge sul mercato è la pubblicazione»; ..-lamaggior parte delle teorie messe in circolazione sul mercato si conforma a un modello immediatamente funzionale alle esigenze di manipolare l'opinione pubblica in una direzione presiabilita,. (La teoria dei bisogni in Marx, Milano, Feltrinelli, 1974, pp. 146-47). È l'investimento del piano delle idee da parte della serializzazione produttiva. Mi pare che si possa studiare da qui l'effetto disastroso della nuova tecnologia, sapendo che essa surdetermina tanto le nostre scelte da rendere datata ogni operazione oppositiva di tipo semplice. Per esempio, l'attesa di merci librarie con caratteri fissi e dunque prevedibili ha un impatto già vincente in tutta l'editoria: siccome occorre superare le cinquemila copie si promuovono eccezionalmente certe tirature di ricerca saggistica o narrativa (escludendo i libri di poesia). È tempo di collezioni numerate che siano serie ... Ma i problemi sono molto aggrovigliati e vari. Pare non riproponibile la nozione adorniana di avanguardia come rottura di comunicazione, con avvelenamento dei pozzi. Anzitutto perché la stessa cultura di massa è soverchiata già, anche se era t<autoritaria,.; il veicolo non è più la stampa. Inoltre l'intellettuale è più impotente di quanto la dialettica negativa. con la sua protrazione di conflitto senza nessuna chiusura, sino all'utopico, supponeva. Ora un intellenualc che opera in tal li senso della letleratura/2 senso può proporsi solo di fare ..-buco»nei media. Infine l'artista ha proprie trovate: per la stampa di giornale Morandi ha cos1ruito il suo tratto finissimo. e con l'elettronica c'è la manopola oggi per le onde di memoria ritmica... Certo occorre un nuovo sistema percettivo e ambientale, per battersi nuo~ vamente per l'invenzione. Ora, se accettiamo preliminarmente la tesi sociologica recente che dichiara che nei libri più fortunati vi è. a prescindere dal livello talora alto, un qualche nesso elaborativo con l'apparato di produzione che oggi è multimediale, ci possiamo domandare correttamente come si definisce oggi un'opera non di rottura, che non pare più possibile né credibile, ma particolarmente non seriale (mentre è certo che si deve ttlavorare nel fango... nella contraddizione, come scrisse R. Di Marco in una vecchia Alfabeta). Il riferimento analitico calzante mi pare ricavabile da C. Offe, e anche da N. Luhmann grande giustificazionista dei media, e generalmente dai teorici funzionalisti o dai sociologi: oggi vi è una perdita di unitarietà e vi è una costante di sfasatura fra i sistemi e i sottosistemi, tra i quali quello culturale. Né vi è mai un ..-decisore»fisso e prevedibile. E dunque vale un cocfficente possibile di interstizialità. che entro certi limiti consenta l'alternativa come dislocazione marginale, eccentricità, spostamento? O si può obiettare a questo argomento che c'è da parte di alcuni una vecchia opzione per imo statuto minoritario? Non si tratta più cli ciò. E va deuo che per «s1at1110,. non illlencliamo istilllzione, neppure di sinistra, o ,wrma co11ve11zionale; ma insieme di valori etici e disciplinari, obiettivi di critica dei pregiudizi, rifiuto dell'uso moderato del quotidiano, e motivazione 11011 estetica o «beJJe11ristica,._ (Mentre sappiamo bene che per agire con autentica criticità minima come ..-extrasistematici»occorre pure arrivare in edicola, e si tratta di saperlo fare bene). Vale anche qui il problema di un sapere senza fondamenti. Ed è al nuovo di oggi che siamo soprattutto interessati. Accettiamo in esso la «crisi». proprio la messa in crisi che proviene da Vienna, non a caso. cadendo il cambiamento JX>liticoe sociale in senso assoluto; né il centro è più europeo né il dibattito giunge più sino al fondo; e il seriale è vincente sino al simulacro (con la sua glorificazione presso Deleuze) o sino alla sofistica come via.. Il passaggio critico maggiore è quello che parte da Lotman con la tipologia della cultura. E già ho dato le fonti del nuovo. sparsa• mente, nel mio articolo. Certo è in corso un movimento critico (di cui siamo parte con \"Alfabeta senza dichiararci gruppo). Di esso si è voluto dire che serve a fornire di nozioni i giovani usciti dal periodo politico disastroso. Ma ciò non ci offende. Amiamo \"apprendimento nel senso di Habermas. che è di base. E non siamo neutri: come è valsa nella cultura italiana dal tempo del Poli, abbiamo l'anenzione alla psicanalisi, all'esistenzialismo, alla semiotica, tutt'una con l'asse di sinistra vecchia-nuova. È sempre cri1icabile nei più giovani la scarsa elaborazione culturale: a me pare che sia conseguente a questa la scarsa elaborazione del testo lettera.rio, che mi trovo a rilevare oggi, fra libri difficili e oralità. Serve confrontarsi su questo, sulla letteratura, con triangolazioni attente, proprio all'interno di un discorso <(fluttuante»in vari campi; mentre seguitiamo come intellettuali e scrittori a cercare un nuovo statuto. SentimenteoJ,rma,appunti Q uante volte ho provato una sensazione di profondo benessere nel condividere la preziosa formula heideggeriana del linguaggio oome «casa dell'essere... Il linguaggio della poesia poteva apparirmi in quei momenti come il più confortevole (non importa se faticoso nella preparazione) dei modi di abitare il linguaggio, dunque l'essere. A volte mi sono provato a accorciare ancora di più le distanze e mi sono detto: l'essere è il linguaggio. Impraticabile scorciatoia ... Ci ha pensato l'esperienza della vita a smentirmi clamorosamente, quando ho visto che l'essere sconvolgeva. furente, esseri umani, uomini o donne, forse più donne che uomini per le ragioni che sappiamo di emarginazione storica, senza che potessero trovare conforto nella parola (sussurri e grida, mugolii e lacrime, contorcimenti .. ma non parole ... ). ._; Come posso dunque meglio de- - finire quell'essere che scuote e ~ rende muti? Con la parola semi- ~ men10, sentimento di essere al centro di passioni (attrazioni o re- i pulsioni. per esempio) indomabili. ~ con radici nel fatto stesso di esiste- ;- re (e si ha come l'impressione, a - , volte, che noi esistiamo per essere sconvolti dalle passioni che arriva- ],°' no da fuori come tempeste. da _ fuori come la vita che non possia- ~ mo avere chiesto ... ). Altre volte ho decisamente rifiutato il termine postmoderno come fosse una moda del riflusso, una sorta di illusione o miraggio nel deserto della bassa marea priva di doni. Ora questo rifiuto mi pare incongruo, irreale; mi sono reso conto che il postmoderno nasce nel momento stesso in cui il moderno entra in crisi; ma l'entrare in crisi è proprio del moderno,, dunque moderno e postmoderno sono gemelli e rendono fecondamente contraddittoria tutta la situazione del nostro secolo. Uno scrittore come Strindberg è stato definito come «pre-postmoderno,., mentre è considerato un classico della modernità; tale defi• nizione paradossale va sentita come sintomo di un disagio definitorio che può essere superato considerando falsa l'antitesi moderno postmoderno e ipotizzando al suo posto una storica interazione, come simbolo della nostra situazione fosse il Giano bifronte. Allora, a costo di semplificare (ma una decisione voglio pur prenderla, dunque devo semplificare... ). torno a mettere a confron10 termini come sen1imento e forma (ricordo il magistrale libro di Suzanne Langer). Ecco: Sentimento,-~Forma Modem~Postmodemo incrocio dove si vuole, evidentemente, significare che il sentimento fa parte più dell'area del postmoderno, mentre la forma spetta di diritto al moderno con il suo no venire dalle opere. Mi sentirei solo di sostenere che l'espressionismo linguistico è finito, per esempio (e so che azzardo parecchio). Credo che abbia ragione Giovanni sguardo fisso al progetto. Nencioni quando (in una lunga inli senso della letteratura è dare tervista a Rai tre, 2 gennaio 1984) oggi forma al sentimento. Dunque si riparte dal sentimento e non dalla forma, oppure si parte dalla forma quando si capisce che essa ha a che fare con un sentimento nuovo, o diverso. sostiene l'irrè:vcrsibilità positiva di una semplificazione della lingua dovuta alla unificazione avanzata; e l'indicazione del linguista serve, ora, alla formazione di una poetica, apre la via a una scrittura diretta e semplice, perfino trasparente (o che tende a esserlo). Un'opera recente, esemplare, è il Palomar :;;--- di Italo Calvino, perfettamente calzante al sentimento che esplora e a cui dà forma: l'interrogarsi sulle ragioni dell'universo, al di là delle certezze e nel segno della casualità, una volta tramonlato il concetto di legge naturale. È difficile negare che uno dei gemelli (il moderno) ha tentato e tenta di sottrarre sentimenti all'uomo optando per le forme. È chiaro che questo è il momento della rivincita dell'essere al di fuori dei linguaggi, dunque delle tecniche, dunque delle forme precostituite ... li linguaggio. oso dire. articola l'essere più che svelarlo, in senso stretto, e tanto meno lo può prestabilire. Quali sentimenti, quali forme'"!è facile chiedere. Le risposte possoMa i sentimenti possono essere altri, primordiali, per cosl dire, antichi, e qui entra in ausilio determinante la dimensione che chiamiamo antropologia (e l'indagine sulle radici storiche dei segni, penso a Benveniste, diventa essenziale). Cito il finale di un film, Il cac• ciatore, quando si celebra il funerale del compagno morto nel Vietnam e si sente come l'essere preme senza parole e il dolore si fa indicibile, finché qualcuno comincia a cantare e canta l'inno nazionale, poverissimo e emozionante, falso e vero, al contempo: «God bless America ... home, sweet home ..... Esseri senza parole stracolmi di sentimenti ritrovano la vita in quei versi elementari ma carichi di significato storico e sociale. La forza presa da quel canto nasce dal fatto che nessuno prima aveva cantato l'inno americano in quelle condizioni. L'inno allora sì piega sotto la spinta di sentimenti nuovi, prende un'altra forma, e cc la restituisce. Barocco e ,iovecento di Luciano Anceschi è stata un'altra spia del disagio del moderno, anche nei confronti dell'espressionismo. È quell'idea di barocco che condanna l'espressionismo linguistico. Esso ci appare come una fuga, una spirale senza fine, un forno dove tutto si fonde. Non è più possibile. C'è nell'interpretazione barocca della letteratura un eccesso di gratuita autonomia, di menzogna programmata, che nulla ha più a che fare con il barocco inteso come principio della visione moderna della materia. La psicanalisi, la biologia, ecc., hanno mille volte scavalcato la letteratura, 11011 il sentimento dell'esserci. O lo vogliamo esploso, come anticipo di una inevitabile catastrofe? Ma se così è, la forma della letteratura ha oggi il compilo di ricomporre quel sentimento, non più di mimarne le articolazioni schizofreniche.

LI ora di Derrida i: staia ctn• trata da lui sulla sua pro• pria analisi articolatissima dell'invenzione: come •invenzione dell'altro»e cioi:,direi, dell'interlocutore e inlerrogantee tull'in.rieme del mondo estemo ogge1tuale. lnolrre risulta aggiunta una prima parola nel titolo, da lui dichiarala in aperturadi co,ivegno: •psiche•; e una delle questioni che egli pone nel suo modo incessante di sviscerare i problemi i:: .,fa psiche i: un'invenzione?• A Venezia nevicava straordinariamellle:si guardava dallefinestre del Palazzo Grassisul canale faneve, si ascoltava Derridafittissimo e mite nella sua freddezza me1adiscorsiva. l'invenziondeiVen_ezia da Derrida rise111deella tradizione francese (particolarmente raziona• listico pressoAlthusser)e delf attuale tensiont intellettualein Francia. Francesco Lconetti to e prolungabile, l'assunto dtl Centro di Palazzo Grassi; se dal- /'ambi10piuuosto scUntificoabbiamo avuto il pragmatismo sofuticato, post-falsificazionista, di lakatos e lo sceuicismo di Feyerabend, ora sul tema s'impone la considerazione benfondata daparte dell'ambito artistico e culturale (tecnoumanistico). Malerba ha volU10quindi, con 'sobrietà acuta e innovativa, extra• freudiana, esporre alcuni rilievi, in rapporto a11cheal suo libro del/'8/, sul sogno «come opera d'ar/ei., con un solo autore-tenore. Ha effettuato la straordinaria osservazione relativa nell'ambito perceuivo e in comparazione con altri prodotti, narrativo, teatrale, filmico: ..;/ SO· gno si manifesta subilo come una rappresentazione Iota/e. immagine suono e parolai.; ,,iJ sogno non delimita l'emozione ma la rincorrei.. con facilitd, fmo al desiderio d'in• venture il desiderio... Cosi diceva lo stesso Derrida. Ora, riflettendo sulla mossa di Segre, a me pare che si traiti di una sfida a/l'impossibile, più in profondo. Corrtt il viaggio nello spazio e tempo; o corrttVene• zia la città sull'acqua... L'arco di esigenza, in un logoramento com• pleto ora in corso ntll'ambiente e nelle ragioni di convivenza, arriva a questo punto: rovesciarel'impos• sibilità. L'inventività sembra dover puntare a ques10. De Certeau ha indaga10il mistico in Giovanni della Croce con un acume quale appare in questa visione: «l'artistapreso nella sua ar• pa, il corpo traversatodiJllecorde, le braccia in croce (i un ritrano di Bosch): ed t un'estasi o un supplizio questo Icaro trasportato, impri· gionato e ollrepassatodal suo stru• mento di musica?i. Fin dall'esordio riferito a Cictromt e a//'inverrzioneoratoriaDerrida urca un se,r,sodella comunicaziomt: imesa come un <11f1o0rte e complesso. dol'e la mente o il fin• guaggio (o lapsiche) \·algonocome ,m nwvimemo ruotamefra il «con• stativo• e il «11erfonm11fro,..Una breve 110esiadi Pot1ge,di sette ri• ghe col 1i1olo«Fable,., è l'elemento portatile di Il/fili Ili /Jllrteprima del Zanzotto ha convtna10 sull'auA11cheil pomeriggio è stato al• tore con gusto kantiano (quale è tre1tancoeccitante.Segre, soprattut- nel paragrafo 46 della Critica del ,--------=~----,:;;;,=-------------,-.,;;----;;,--==-----,giudizio, da lui non citata: l'autore Poi, privato dalla sua stessa cor• rettezza di poter leggerele altredue ore del testo, Derrida ha riassunto in breve, citando fittamente SchelJ;,,ge Leibniz (di cui pone in massima evidenza l'intemo di includere l'alea nel programma). Solo la lei• tura consente di motivare con precisione il suo lungo excursus posto i11fine su Leibniz e su Schelli11g, con fa storia dellapolisemia del termine. /,i quanto egli osserva che oggi l'invemione non riguardapiù lt proposizioni decisive, e ciol I' .. e. vtnto erratico,. del colpo di genio individualeo della cha11ceimprtve• dibile;ma piuttosto e ridwtivamente per Derrida riguarda, dopo Leib11izuppumo, •un dispositivo maccl,it,ico re/a1ivamemeindipendente, capace esso stesso di Ulla certa ricorrenza au1oriprod1111ieva anche di u11acerta simulazione reivo a Derrida. Si ha da 1111,overdsi qui, per discu1ere insieme. Corti, che ha inizialmente propos10 «di potare subito l'albero tagliando via (dai vari lessemi o segni verbali producemi confusione sulla nozione di inve11zio11ea)lmeno il lessema ·creazione', metafora teologica», indaga anzitutto le ,,costamifra in• venzio11e scientifica e artisticai.. Esamina allora l'inizio del proces• so inve11tivoa partire da 1tq11elle formazioni spontanee che posso,io presentarsi i11modo it1coerentee di.sco,11imw,anche se già oriemato»: e 11ericavala precisazione che «il soggetto che inventa i colui cht da queste frazioni eterogenee di reale, che stmbrano 1uci1efuori a caso, indttermil1a1e, trarrd il suo profiuo: dallafase vagameme caotica della liber1àiniziale trarràor• dine, programmi, a volte presto, a volte auraverso un llmgo periodo di r11mi11azio11ei.. E cito successframente: •ancora ge,ieralizzabifi, sia pure co11molta saggio teorico. Per Derrida l'i11ve11zio11ceon• trnddice il suo bre•·etto o su111110 (deuo inoltre: comrnuo, consenso, promessa, impegno. istituzione, diriuo, legalittì, legiuinwzione). Nel contras10fra i due 1ermi11is,'impone d'iti11e111arceon 1m<r1ottura lfll· sgressiva, tmche discorrendo sul problema a Venezia... (A11coraa voce Derrida mi Ila deuo che per lui si frattadi u,1atensione completa, memre ponevo 11n••a/orediver• so di ..statutoi. come me1odo e compor/amento discip/i,iare e so• ciale). ignora le norme dell'o{Kra propria). L'altro considerevole apporto è venUloda Agosti. Non sulla tensio• ne fra di.scorso e lesto, che è già centralenel suo lavoro. Ma anzi su ..due esseri testuali a tipologiediva• ricate:un esseresintatticorigorosa· mente chiuso ma costituito dtgli elementi lessicalipiù eterogenei»(e addiriflura senza rapporto), e un esseresemantico «sucui incomN il compito di dirimert I' ettrogeneità irradiante del testo di superficU verso figure di senso compaue ma insituabili•. Ciò riguardiJ alcun.e poesie di CJrare il suo proprio caso, ma corrtt.umprt in Agosti /'in• venzione teoricistica che si dà a partire diJItesto letterario (per tor• nare anche su esso) formula ipotesi interpre1alivegenerali. E qui infatti si inserisce il suo proprio principio di decosmaione: u11movimemo che gli pare attinente all'invenzione stessa che t desta• bilizzatrice e decostruttiva;domandandosi egli se, oltre a ciò, la decostruzione può essue inventiva in se· stessa o segnale di una inventività attiva nel campo sociale e storico. Agosti 1ermina proponendo di defmire il testo di Char, a questo modo di operazione, ..strunura dissipativa»: come rivolgen@si a Pri• gogint. (Tuttavia Prigogine è stato 1---------------------------------' bloccato da uno sciopero aereo a Aggiungo in questo mio riscontro elle mi ~ parso volutamente svuo1a111eil valore attribuito da terame» (p. /9 dellafotocopia che caurela, nel processo inve11tivosia to. Avendo giorni prima fra le ma• Derrida all'episteme, da lui co,rsi• qui traduco). Pare che Derrida, in sciemifico sia artistico ci sembrano ni alcuni suoi scriui {Kr una mia derata semplicemente 1tricercai.. modo translucido e non deuo, ri• essere, in fase ormai di attuazione, ricerca, avevo notato che presso di Certo risulta che il dibattito assai vendichi un'invenzione puntata di produzione del nuovo, due fai• lui il 1ermine ,,invenzione» già t vivo in Inghilterrae Stali imiti e 011- sulla proposizio11e e sull'evento, tori: la 11ecessilàdi orga11izzazione presente col valoredi momento deche in llalia sul quesito episremolo- pillttos10 (e con qualche riserva razionale e il po.uibile sopraggiun- cisivo nella genesi dell'oµra. Ma gico (o della certezza, o della veri- verso Deleuze). gere dell'imprevisto». Può parere, qui il terreno investito da Segre, 1à,e del suo percorso. nella ricerca È a queslo proposito che la fine e ad alcuni t parso nel convegno, con l'analisi in comµndio di tune generale e 11ell'«impresascientifi· del saggio è intessUla,in 1erminiul- che si dia una contrapposizione fra le fonti testuali arcaiche (orientali, ca») è 11umopartecipato in Francia: teriori annuncianti, della decostm• questo valore costruttivo, aggre• celtiche, greche), t l'oltremondo, a leggere per esempio La pcnsée, zione come quella che «µrturba game, progettuale, sostanzialmente l'oltretomba: illumini.sticamente,e ultimo numuo del/'82 a ciò dedica- continuameme le condizioni del razionaliscico e fondato su/J'ordi- insieme con una formazione di 10 co11contributi francesi (B. Mi- performativo e di ciò che lo di.stin• ne, e la tesi derridianadi una deco-- coppie orizzontali e verticalidi op• chau.x, J.C. A.uet, N. Mouloud} e gue dal co1rs1ativo»d:andosi se11za struzione ficcataa renderenon solo posizione, egli lo pone come «altro i1aliani(S. Tagliagambe, E. Fiora- slaluto né legi1timaziot1e,e come efficace e decisionale, ma fimzio- mondoi.. Ne dà i topoi, gli schemi ni, L. Geymo11at). Vi t tuttavia in «do/ce,.pur se risentitapericolosa, nale aifini, il fKrformativo. Tratta- archetipici e quelli storici. È uno Fra11ciala precede,iza di Altlmsser e orientata verso un «1uu'altro» si però di due diverseottiche, quel- scritto degno di antologia: porta a col suo co11cet10assai noto di cou• (che 11011è il soggetto, né la co- la proveniente da/l'elaborazione di riflessioniu//eriori. Qui invenzione pure epistemologica; e per altro scienza, /'inconscio, l'io, o l'uomo Tel quel, questa dalla semiologia vuol dire dunque il colmo della Derrida me11treeffe11ua il suo so• o la donna). Certo questo straordi- co1111essalla critica della c11lwra; mente wnana: il rovesciamento di stanziale sposcmne11todel proble• nario polo negativodi tipo nuovo t sono due apporti da rendere utili certe condizioni di impossibilità. ma è preciso: ,,,,; è un enorme ,li- importame perché assume 1m valo- insieme, a mio avviso, scartando la Non si trattaneppure più di porre, baltito, che 1101è1sofame,ue quello re di spiazzamento e non omologa conciliazione facile. a questo punto, il problema di degli storici delle scienze o delle mai ciò che già esiste. Ecco in che Ma la q11alitddell'apporto di un'oggettività della conoscenza o idee in generale,sulle condizioni di cosa consiste davvero - e 11011i11 Mttria Corti emerge soprattwto di una sua certezza, o di una strate• emerge11zae di legittimazione delle una esaltazione dello spomaneo - dall'avere posto in termini asso/u- gia cognitiva come 1ale. invenzioni: e come riferirsiagli in• fa virtù di Derrida (ci1edirige ora tamente stringenti la variame fon- Ed è vero che oggi è diffusa l'esi• siemi co11tes111cahlie re11do11p0os- fa ricerca collettiva del Collège, dame11talefra le due illvenzioni: genza, con proposizioni o con disibile /'ù1ve11zione,dal momento non cerio «impegnata»in un senso quellescien1ifiche..consentono l'u- sposilivi tecnici, di costituire una Francoforte e non t potu10 venire per la sua rtlazione molto auesa in chiusura). Osservo qui che nellostesso tempo ha parlato di strultura dissipativa per Benjamin Gianni Vattimo nel recente Il pensiero debole. Vi i una nena diversità.Agosti, mi sem• bra, pone da un certo tempo in evidenza straordinariauna coppia, un nesso. di opposizione e confronto che ha un'implicazione di conuari mentre escludt sia il dialerricoche il binario. Dopo i molti usi del termine di struuura nel Cinquanta, poi decisi• vo, che R. Bastide ha raccoltiin un libro, al contrario ora emLrgono almeno tre esigenze coin.plemenlari o vicine o oontrastanti: a) un ri· scomro reciprocofra lo scientifico e il leuerariosul problema dei fon• damenti; b) un conceuo che (come ilfare alleggerendoche Derridaat• tribui.scealla decostruzione} ponga qualche cosa in modo tale che implica il suo contrario; e) la sfida .È; a/l'estrema difficoltà, e alla stessa mancanza di unitarietàfra i siste- [ :~n!~ un'attesa .rivolta al/'inven- ~ che essa a sua 1,•oltadtve modifica• a111eriorem, a non solo filosofica o so con discrezione dtl sintagma nuova idea de/l'invenziont (cosi .2 re la struttura di tale contesto stes- transdisciplinare, con la sua pro• 'progresso della conoscenza', /ad- come dell'inle/lettuale,che non può i so? Devo contemarmi di simare in pria rapprese11tativitài,nnovazione dove in arte il sintagma valt solo a esstre più né il 1rasformatortsem- ~ questo pumo le molte discussioni e «awentura»}. livello individuale, ciol dtntro il plice né il «seminatore di dubbi,.). Slatuti dtll'lnnnziooe ~"; svofce in questi 1dcimidecenni sul macrocosmo di un singolo artistai.. L'immagine de/l'invenzione, ntl Convegno internazionale C paradigma o l'episteme o la rom1ra L 'inten,ento del convegno che È da qui cht può conti1111ariel dissesto del mondo o nel rapporto promosso dal Centro di cultura § epistemologicai... Si può forse dire 1,afatto da 1es10di fondo sul tema è discorsoche imeressatutti i ricerca- difficile attuale fra il di.scorsoe il di Palazzo Grassi .è '-c_h_e_il_v_al_o_r<_d_i _,0_11 ,,,_a_r_ip_r<_S<_n_w_1o __ q,_1e llo d,_ll_a_C_o_r1_i, _,._,b_i1_o_s,_,c_cm_i- __ ,_o,_i._C_i6_,_,_nd_e_p_ro_b_l,_m_a_tic_o_, _ap _,_, m_o nd_o_, v i _n,_,n_i_a1_iz_za_1a_a_v_o_l1e _ ( V en_e_zi_a,_1_0-_1_1 di ce m_b_re_l_983_)__ t

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