Alfabeta - anno VI - n. 56 - gennaio 1984

Glinteressei xtramusicali diS~.~c!!!~erg P ochi giorni dopo la mone di nostra madre, il 14 febbraio 1967, io e mio fratello prendemmo una curiosa decisione: comprata una gigantesca cassaforte. la riempimmo con i manoscritti e gli oggeni che Sch0nberg ci aveva lasciato in eredità e chiudemmo il tuno. Sapevamo con quanta cura nostro padre avesse raccolto e custodito le sue carte; conservammo ordinatamente i manoscritti letterari e musicali in raccoglitori e scatole di cartone, catalogati e numerati, e con un elenco dei contenuti incollato all'esterno. Cerano, letteralmente, migliaia di lettere, tra minute di Sch6nberg e lettere ricevute. Nostro padre era stato molto fortunato quando era riuscito a trasferire in tempo le proprie carte in America dalla Germania nazista, grazie al generoso aiuto finanziario di un allievo americano. Insieme al patrimonio musicale e leuerario, si erano con• servati anche i frutti delle sue atti• vità extramusicali. Non oserei chiamarli hobbies, nonostante fos• sero prodotti del suo 'tempo libe• ro' (quando non componeva o in• segnava): concepiti dalla sua men• te sempre creativa, essi sono una sintesi di invenzione e di abilità manuale, una caralleristica dell'intero lavoro di Arnold Sch6nberg. C'erano, in primo luogo, più di un centinaio di dipinti e di disegni1 • Ma anche molti oggetti artistici artigianali, fatti di carta, cartone, legno e stoffa, i volumi che Schònberg rilegava grazie a uno speciale apparecchio ideato da lui, portamatite e portapenne, porta nastri adesivi. appendiabiti per mia madre fatti con mollette da bucato, un violino di cartone, un inedito e complicato gioco de• gli scacchi, diversi giochi di scacchi tascabili, e le carte che lui stesso aveva disegnato. Vicino al suo studio, dove componeva e scriveva, c'era una stanza per le altre attività, che veniva chiamata «das zweite Zimmer» (la seconda stanza). ed era arredata con un grande tavolo da lavoro. C'erano martelli. seghe. coltelli speciali per tagliare la pelle, spatole d'avorio per la rilegatura, e molti altri strumenti affascinanti. Amavo molto guardarlo mentre lavorava a costruire i modelli delle sue invenzioni, mentre tagliava, segava e incollava. Ricordo ancora l'odore pungente della colla che scioglieva in un piccolo barauolo sul fornello, e la colla d'amido bianca e morbida ollenula con acqua e farina. In quelle occasioni capii quanto fosse grande in lui l'amore e il rispetto per l'abilità manuale e per i materiali. Ogni materiale doveva essere trattalo in modo specificoe usando gli strumenti adatti: mai adoperare un coltello come cacciavite, o un paio di forbici per fare un buco nel cartone! C'era una sorta di etica nel modo in cui af• frontava queste attività secondarie e, guardandolo lavorare nella 'seconda stanza', si imparava ben più che dalla pura tecnica. Molti di questi manufatti sono stati inventati per rispondere a esigenze della vita quotidiana, molto prima che oggetti di quel tipo en• trassero in commercio (appendiabiti, porta nastri adesivi); altri erano necessari al suo lavoro (regoli di cartone di vario tipo per la manipolazione della scala dodecafonica). Nostra madre Ger1rud era ben cosciente del grande valore cuhu• raie e artistico di una eredità di tal genere, e aveva capito quanto fosse importante preservare tulle queste carte e oggelli quale testimonianza della creatività e dell'inventiva di Arnold Sch0nberg. Le ha custodite gelosamente per venticinque anni 1 , al riparo da occhi curiosi e da mani avide. Ora tutto era 'nostro'. e dovevamo difender• lo da chi in buona o mala fede desiderava avere 'anche solo un oggetto come ricordo di Sch6nberg·, e da quelle mani incaute che volevano 'far pulizia' o gettar via le cose 'poco importami'. Questo è il motivo per cui carte e oggetti dell'eredità di Amold Sch6nberg rimasero chiusi in cassaforte nella casa di Rockingham avenue a Brentwood, fino a quando, nel 1975,vennero trasferiti all'Arnold Sch0nberg Instirutel. Le carte da gioco disegnale da Sch6nberg svelano alcuni aspetti del suo carattere e del suo pensie• ro. La perfezione artigianale che egli cercava di raggiungere in ogni cosa che faceva - che si trattasse di un contrappunto o di un giocattolo per i figli - era uno dei tratti più caratteristici non solo della personalità di mio padre, ma della cultura dell'epoca. Egli costrul per noi alcuni giocattoli meravigliosi, tra cui un semaforo di legno e cartone con tre luci colorate, che funzionavano davvero (l'impianto elettrico era stato cos1ruitoda mia madre) per dirigere il traffico del nostro triciclo e della nostra bicicletta; un piccolo violino di carta e cartone esattamente in scala, com• plelo di chiocciola, bischero e ponticello. Riservava i regali costruiti da lui solo agli amici in1imi,a quelli che desiderava onorare maggiormente, spendendo per essi tempo e idee. Il bel gioco di scacchi tasca• bile, fatto di strisce di stoffa intrec• ciate su cartone con angoli in pel• le, e i bellissimi pezzi degli scacchi disegnati, che egli fece per il cognato Rudolf Kolisch, direttore del famoso Kolisch Quarteu, erano naturalmente a un livello spirituale diverso rispetto ai Canoni di compleanno, che aveva scritto per festeggiare alcuni dei suoi migliori amici. ma il coinvolgimento personale e la cura con cui costruiva questi regali erano sempre identici. Ad Arnold Schonberg piaceva• Arnold ScMnlH,g, Autoritrauo no i giochi e gli sport. Amava la competizione cd era sempre colpi• to daU'abi/iu) e dall'intelligenza, comunque si manifestassero. Ma un gioco non poteva essere una fu. ga o un semplice svago per la mente di un uomo che aveva preso parte a cavallo del secolo ai grandi movimenti artistici e culturali viennesi. Per un contemporaneo di Karl Kraus, Sigmund Freud, I. + Ludwig Wittgenstein, Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Adolf Loos, ogni cosa aveva significati più profondi e un più ampio spet• tro di applicazione. Arte, musica, teatro, letteratura, filosofia e ar• chitettura assumevano nuove for• me di analisi e di espressione. Ve• niva sperimentato tutto quanto riguardava l'uomo, dalla mente umana alle funzioni biologiche del corpo, agli aspetti socio-politici della vita. L'analisi era uno strumento essenziale per conoscere se stessi e il mondo circostante. Arnold Sch0nberg fondava il proprio insegnamento musicale sull'analisi dei Ja. vori dei grandi maestri, e applica• va tale metodo a molte altre que• stioni che lo attiravano. Sforzan. dosi di sviluppare compiutamente le proprie teorie e di meglio spie• garle, analizzò diversi aspetti del mondo dell'arte e della musica. e situazioni socio-economiche e politiche; ma si occupò anche di altri argomen1i, come il linguaggio, i costumi, la medicina e persino lo sport. Mio padre studiò una serie di simboli per mezzo dei quali ra?" presentare graficamente e regi• strare un incontro di tennis, quando mio fratello Ronny giocava nei tornei, per poi discuterlo con lui. Qualsiasi cosa facesse. Sch6nberg cercava di coltivare le forme più attuali per adeguarsi allo spiri• 10 dei tempi in cui viveva. Applicò questo principio a ogni aspetto della propria vita. Una volta di· chiarò nell'intervista a un gioma• le: «Lo stile Luigi XIV non sarebbe esistito se Luigi XIV avesse preferito vivere con lo stile di Lui• gi Xlll. Luigi XV e i successori erano ben consapevoli della propria epoca e rifuggivano dall'idea di vivere tra uno stile di seconda mano••. Naturalmente, gli stili de• vono mutare con i tempi e un uomo moderno si può sentire a pro-. prio agio solo con oggetti della propria epoca, senza che ciò possa impedirgli di apprezzare il passato in senso storico. In Germania, il gruppo del Bauhaus ridisegnò tut• to, dalle fabbriche alle saliere, dai progetti di case ai giochi di scac• chi, per rispondere alle esigenze estetiche e pratiche dell'uomo moderno. I giochi fanno parte della vita dell'uomo allo stesso modo dei suoi vestiti, dell'arredamento della sua casa e della musica che ama. Perché non dovrebbero mutare anch'essi con i tempi? Il complesso giocodegli scacchi Coalizion~ è un luminoso esempio di quest'idea. I quattro giocatori rappresentano quattro diversi Paesi, impegnati in una guerra. La scacchiera ha dieci caselle per dieci, invece delle soli• te otto per otto, e si gioca su tuui e quattro i lati. Invece dei cavalli, dei fanti, degli alfieri, ecc., vi sono carri armati, navi da guerra e ae• roplani (e anche mitragliatrici, motociclisti e cannoni). All'inizio del gioco i contendenti, di forza impari (alcuni sono Paesi grandi e poten1i, altri più piccoli e deboli), devono decidere con chi allearsi e in quale coaJizione militare. Ogni giro sottostà a una serie di regole molto complesse, contenute in un libretto con illustrazioni ed esempi. L'interesse di ScbOnberg per i numeri è famoso quasi quanto la sua superstiziosa paura del numero 13o il suo metodo di composi· zione con dodici note. Indubbia• mente lo affascinavano i misteri racchiusi dai numeri - fosse un semplice numero come il 13 o le complesse combinazioni della cabala - come pure l'astrologia, nonostante egli praticamente non ne abbia mai studiato o applicato i principi. Se si parlava di supersti• zione, egli affermava che nel suo caso si trattava di Glaubt (credenza) e non di AM,glaubt (superstizione). Lo stile con cui sono state disc• gnate le carte di questo gioco indi• ca che esse probabilmente appar• tengono al periodo della Secessione viennese. AJtre carte da gioco risalgono verosimilmente a un pc· riodo successivo, essendo più strenamente imparentate con la maniera espressionista dei dipinti di Schònberg. U disegno sul retro delle carte è stato tratto dalle pagi• ne di copertina di un pic:colodia• rio, che Schonberg aveva disegna• to e dipinto a mano per si nel 1928. Nella conversazione immaginaria tra Napoleone Bonaparte e Oiairmont che mio padre scrisse nel 1949, Napoleone, giocando al suo famoso solitario, il Napolion Patitna, cerca le risposte ai propri dubbi sulle cause strategiche che sono state all'origine di alcune sconfitte. Negli ultimi anni, a causa della sua precaria salute, mio padre restava confinato in camera da letto, al primo piano. Spesso penso alla sua figura solitaria, se• duta al proprio tavolino, che - la• sciati per un momento carta da musica e oggetti per scrivere - gioca a Napollon Paritnce. (Traduzione di Paola Nobilt) Nolt (I) Un catalogo dì dipinti, disegni t schu:zi diSchònbcrg è statopubblicato da l..aWTencc Sch6nbcrg e EUen KraVllZ ncll'Amold SchonMri J,utituJL Journal, voi. Il, n. 3, giugno 1978. (2)AmoldSch6nbergmori 1I 13lug]io 1951. (3) L'edificiode:ll'lstituto,terminato nel 1977, è situatonelcampus de:U'U1~;~~ 0 { 5::~::'troCfn!~~ ~ ~ !~~11°:~be~~; -~ finanzialo da unconsornodi istituzio- [ ni: Uni\·trsityor Sou1hcm California, ~ ;:i:~~!fi~:: ~~r~r:~!:'~rdl~ ~ c:)rs~ o!~~::;r;,;:, \-ri~e::3·8i . ~ .. ::; Questo scrillo, cM ci l stato daro dall'autrice,l apparso in lingua,~. duca t inglt:st,col titolopiù ampio •Tht Rolt o/ Extra Musical Pur- ] suiu in Arnold Schoenbtrg's Crta- ~ liv~Lift,., in alltgato alla raccolta 1i di c.artt Amold Schoenberg: .S Playing Cards (Witn, Piatnik Ed., _I 1981), do cui abbiamo ricavato k immagini di quau, SuppkmDIUJ. i

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