Alfabeta - anno VI - n. 56 - gennaio 1984

Fare quel che si può • «fare q~I che si può (o quasi) (o non farlo) oon q~I che è daJO (o quasi) (o no)» • «tulio (o perlo~no granparre} «ogni persona un arcipelago ogni isola un aspetto diverso ogni stretto un passaggio obbligato o quasi• • «più o meno» «super giù» * l'imM.cillùà thl mondo (o perlo~no di questaparte del mondo) concentrata in un baranolo» «'you're, • he said, 'a little flower'» • «vuoi venire con me amore mio,• • «o in una pillo/a,. * «holy Toledo» vo alla sua altezza mi accorgo che prende d'infilata un passaggio con all'estremità una porta chiusa. Continuo a fissare per parecchi minuti quel passaggio dove non accade nulla; non ho voglia di muovermi anche se non capisco perché. Sto con gli occhi fuori dalle orbite ma come se fossi profondamente addormentato. Dietro gli occhi va avanti a srotolarsi l'immagine di una parete liscia color crema, di una moquette verdolina e di una porta a due battenti. Questa rappresentazione fissa fa da parete divisoria fra un aldiqua e un aldilà, senza che sia possibile stabilire in quale delle due caselle mi trovi io, il passaggio, il sogno, la vista. Una vibrazione minima di linee all'angolo dell'occhio segnala l'inizio di un trambusto nel passaggio. Quattro camerieri in giacca bianca vengono avanti a passetti precipitosi, portando a spalla un grande piatto d'argento ovale, lungo un paio di metri e largo in proporzione, con uno sformato di riso enorme che mi pare stia ancora fumando, ricoperto di salsa. Adagiata, anzi a metà sprofondata nello sformato, c't una giovane donna bionda, nuda si capisce, un braccio ripiegato dietro la testa, l'altro lungo la coscia sinistra un po' divariLaura U.rgamiru Sonnambula (J>M~no) I. P~na! in preda di uominiè uno scantina10Ja pupilla co~ un cannone. disse/a morte (i 2 settembre I983) cata a scoprire il pube, i seni vistosi e lus1ri sul punio di scoppiare. Porta scarpette di satin nero dal tacco alto che sguazzano in una pozza di sugo. Per un momento ho creduto che l'avessero accoltellata, invece gli schizzi rossi sul petto, sul ventre e sull'inguine sono soltanto mestolate di condimento. I camerieri sono arrivati davanti alla porta, facendo tremolare il corpo della ragazza e il soufflé: aprono i battenti ed entrano nella stanza, che non posso vedere, alzando il piatto sopra le teste. accolti da un mormorio di soddisfazione mescolato. credo, a suoni di bicchieri e posate. La porta si richiude, lasciando l'immagine fissa del corridoio color crema e della moquette verde. La facciiita di fronte torna perfettamente tranquilla e neutra. Non si vede più niente; non si sente più niente; non c'è più niente. Go down, MorLSes! Vien giù o talpa. Pelcorto Pelgrigio. È ora che degringoli dalla sua erettitudine il luxor addriizatosi inopinate. che poi non è lui più di quanto lo sia un alpenstock o una macchina da scrivere, pròtesi mal protesa a fare a nonfare. •Obelisco!,. fu la risposta di quel capataz tan valiente venuto di Rio Grande do Sur in camiscia rossa. Già si sta sgionfando la magnitudine eius con vergUenza: isso o es se ne scinne dal magno Cécero. Mi accorgo che nella mia storia c'è un punto non nero bensì rosso. Grosse Berthe o Lise, ritrovo il canone nell'atto di riabbassarmi nel mio basso, da buon osservatore. La. compagna è di pietra e sotto i colpi della sera il fuoco è freddo. In bocca resta lo sbadiglio. Ancora sporgente e ancora fascialo quel vuoto Come acqua nel pozzo. Ma mi dico: riemergo. ma la terra roteava era una voce bassa. lo soM la none e giorni fondi e musica bunata. Sul leno una frescura tutta spenta. Ct quaJcuM? Erba senza stagioni piogge senza radici picchiano il corpo i profumi c~dilegua: sono solo_ ::-a<,ue : ii vecchio è pianoforte. La. mano ricolma e capelli brunigialli trovati a/l'incrocio (una sosta!) e la lingua cuscino di ossa: quesla vecchia gogna sotterrata l;eng:;.:;rdma strisciata ---- da!_!~feconditd oscena della luce. Comincia il mezzogiorno con cavalli scolpiti nelle rocce le fauci di ferro sono calde. '''' E fu subito tilt (non dico dove) (non dico da chi rubare una riga) (un pezzo di frase) (mi hai assassinato il cuore) (la mente s'arrangia) (ripensando agli uomini ripensando alle donne) (Neanderthal per esempio) (vedo chi dorme respirare) (e poi ci sono anche righe che chi vuoi le voglia) ( _,i[ diavolo impazienza spazza l'angelica pianura sonnolenza») {era semplice piuttos10 colla) (il fruscio dei nastri magne1ici) (ifazzoletti di palpebre) (la pallina metallica scese verso i flipper e fu subito tilt) (ci fu anche un buon buco per lei e ouimifunghi e anche dolci e le decantate meraviglie elettroniche) (sul grande prato blu genziana) {l'atmosfera generata dai vulcani e cosi gli oceani) (guarita apre gli occhi) {e) {intraducibile) (indicibile) (si sveglia) (e) (la mente s'arra11gia) (23 luglio 1983) Sparnasato, continuo a rimugliarc lo sbizzarr"iodi poco fa. Ha visto o z"inzognò un zogno? quelle zozze profaniche e mammose steven proppi là, a portata di mito, o se le paranoiò il desiderio? Concupi· scenza dc zieu, direbbe il bravo Bossuet le Bossu. Il y a du Con. Le ho viste sbandierare la cotalina, meglio che Valérie e Nathalie: me' che Lise... Quei gigli, alcunni stretti altri spampanati in mezzo a boschetti e velli. Cunni. quand mCme. Ma già volge il mio dcsiro e il velie. L'ospitaliero, malamen1e impelagatosi in tutta quella peluria, musa come rasino di Buridano fra Belivo e Begriffo: credere a quer popo· de film sporcaccione o statuire che fu solché (im)potenza del Concetto. Ma che cosa può venire fuori da questo languedoc? Sorche bionde e brune solcano questo Mar Morazione in un babillaggio scapato e scodato. li profeta Johnny (o Jack o Jacques) è sortito non di bocca ma di coda alla balena: cosi ridiculizzerà ogni vecchio !ingaggio. Sdraiato finalmente sul letto, non mi resta che tendere l'orecchio alla mia Anna-Lise. Pervigìlium Veneris. Si è inlisata non so come dentro questa sarabanda di poppe e di sederi, mo' se li va lisergizzando nella mia testa, facc.ndone il rewriting nelle sue quattro lettere. lsle of the Fay. Però ci deve essere un errore. un punto rosso. un baton rouge che mi ferma, per adesso. Anch'io sono fuoriuscito dall"Adams Bed, dal letto di Adamo e mi verrebbe da racconiare una e familionari notti nel mentre mi trasformo in Cherchazard o Serhazard, perché è sul tardi che viene a cercarci il caso. In quel letto giac'Eva, con le penne della gallinella e il berrettino rosso sulle ventiquattro; rimbocca la lunga gonna botticelliana sempre più su perché mi rintani, ritrovi il dies na1halie che insieme con valérie sta alla CO· va sulla cuvette o bidette. «Ceccà, cl catin!,. Un solo uovo le contiene tutte e tre. o tutte e quattro. Adesso che m'insonno verso il confine dove l'io non è più padrone a kà soa, preparo i mots-evalise per il viaggio: con insolencismi e neurologismi presi in prestito a Jimmy Doubliner, non meno balbassente in ciò che parlo perché invece qui sparleggia in brividiscorso chcl1A' uto ... lntroibo ad Alterum. cercherò di guardare ben dentro a quest'al1ro con occhi da eocdippo: ciascun bebé agostinello che invidia livido al seno della madre essendo il primo della specie. ''''' Il lignaggio è grasso e il pasto abbot1da11za le coscienze parlano e· la zolla ,ie sugge i corpi infine la don,ia porterà ristoro. La. don,ia la pioggia la terra. La fine! 2. No. Una bestia mi ha preso la ~~;;o-- sono sua ~rdiiat;;;,eutra. Gli occhi fermi alla sabbia della mia es1asi: tma foglia l'esercito un dio che sprigiona i famasmi sntisurata l'anima rizzarsiaccolta nella poesia o neffe mucose.

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