Alfabeta - anno VI - n. 56 - gennaio 1984

GilllortoFbul D mondocaldo I. il mondo audo-righe ndlo sterno spiflra. lii pi.ara, MnD dopo l'abra -conarvorigM non pUUILt.r, oniti, a/fa.M come di can,e, oscuri u~nli come dopo un.grandaffart (odo/ore) qui-code brillùh di rtpelknti spini: di ragno, cor<kscn·ne,a1,awn1ostlant! vari mane/li con anima pinsa Sirio ctukntt in lùmint t pannt- ltl comminano i nostri vanando tremilapassi olln ilfuoriildovt dj pino e di mine un corpo grigio-omega di freddo artoseparalo va all'a1tacco- in alto monJa la luna nel sqreto ghiaccio 2. Ml luogo thll'inlrastrtno i lumi d'arcobaleno, il rmno del vivi t dtl muori il gioco vak l'indovino - trepido scorta lama/ezza il giorno primomàndami topi t ragnt t ttnit accese con tagliofetale t ltvigalezza o conica bonM o mala frana l'immagine del cerchio t dtl mondo dentro sta tulio l'infinitd finita l'infinitafinittl dtl giorno pieno tkntro lasua vantzza (1983) Gli aJ"Cani, I Tuito marcisa per un'altra vita. La. rigorosaperdila tkl pensiuo coinvolge il morbido sfiorire dtl cuore t chi susa vivrt}per vt<krt alrrimorire altri amare altri sfiorire? Cuca l'autunno ntl tuo teno amore vivono in carcerelefoglie a venire e persino le giallemisere stagioni ti baceranno su mani a croce foglia foglia foglia merda del tempo barrica il vento melodiosa magione verza che spunti "'erminosofiore su terrespente della rovina (1982) ,, Il casolare Q uci due che si affannano su per la sa.litadel costone fra gli ulivi. AIJa donna due gk>bettipendono disordinatamen• te sotto la camicetta: la cassa tora• cica si gonfia e sgonfia penosa• mente; il volto grazioso sfatto di sudore si trasforma grottescamen• te per una canma peodularitl dc.Da lingua secca. L'UOO)(()camicia in· zuppata di sudore e cahoni bagna• ti, come fosse caduto a 5Cdcre dentro un sea:hio d'acqua) appare scattante, seppure con occhiaie scavate nel nero e gonfiore turgido delle vene sul collo, al confronto con l'aspetto di quasi disfacimento della donna. Le indica il casolare incassato in cima al costone. -.Forza. È quasi fatta• dice, e si ferma un attimo a tirare il fiato. -.Merda• sfiata la donna, pcn• sando ancM se fosse rMrda mi ci bullaf:i lunga disusa, ma senza ~ vue la forza di dirlo. Pensarlo, anzi, le costa una zampillata più fitta di sudore. n sentiero risa.Jeil clivo serpcg· giando, per rendere meno faticoso il cammino, ma l'uomo tutte le volte che può inventa scorciatoie tagliando dritto fra gli ulivi da un braoc:iodi sentiero al successivo. I suoi piedi s.i avventano sulla rapi• da perpendicolare fra i due tratti di sentiero, e la donna volge un §: rapido implorante sguardo alle io: spalle snelle di lui mentre la fatica i: le fa percepire uno storcersi degli } oocbi e un doloroso rimescolarsi delle budella. ·i Lei proviene da un casino di• strutto e lui da un reggimento al• trctt:anto distrutto. Si sono incon• ti trati sulla costa, dentro una casa di ~ =~=:D=~O:a]~:': C pane sfornato. Hanno mangiato j assieme pane caldo con olio e ori• t =tt~ !: :.':~:t!':e:~ i pita di fronde e il secondo dentro - ~ un fienile vuoto dove banno passato un paio di giorni dopo avere la• ~ sciato la costa per addentrarsi am pochi viveri e nessuna attrezzatura fra le colline e le montagne dell'io• temo. AJl'uomo premeva allontanarsi dalla costa, dove c·cra l'Asse che sgombrava e la Quinta Annata Usa che provvedeva a farla sgom• brarc: rischiodunque di prigionia, o di fucilazione, o di ancora gucr· ra. La donna, invece, non aveva di queste paure. Più uomini aveva al• tomo, più aveva da lavorare. Quello militare era il mercato più ricco cui potesse aspirare, date le circostanze. Cosl stava andando alla ricerca di zone affollate di sol• dati che non avessero ancora ncs-- + + + + sun genere di fretta. Poi ha incon• tnto l'uomo. Il pane caldo con ro-- lio, la amena ricolma di fronde, il fienile semisfasciato. E quando l'uomo le ha detto -.Se fossi in te seguirci mc», gli ha soltanto domandato «Dove», e lui le ha ris~ sto «Bah• cd era fatta: gli è andata appresso. Adesso risalgono la china. Ore 13,30. Agosto. Ciclo sereno. Cal• mcria di scirocco. 40 gradi all'om• ~ ~---------------------- Eugenio Virare/li 't. ■ A ■ ■ A A ■ A bra. E la donna non~ né soldatessa, né contadina, né cacciatrice, né appassionata di escursioni. Pro• viene da un casino sconquassato dalle bordate che un incrociatore ha sparato al bersaglio grosso da un paio di miglia dalla costa. Una donna con anni e anni di puttaneria casincsca, allenata a sgroppare uomini uno dietro l'altro ma non a tenersi bene in verticale su sentieri terrosi, insidiosi di pietre aguzze che le martoriano le piante dei piedi, e ciottoli rotondi su cui le si storcono le caviglie, per chilometri di marcia, sotto il sole a picco dentro i 40 gradi. Una donna il cui posto di lavoro è il letto e il cui mezzo di locomozione è il treno per trasferirsi nei casini di città in città. Adesso alle prese con una china più vicina all'ordinata che all'ascis• sa. Al seguito di un uomo accanito a ric.ercarc scorciatoie dritte fra uno zig e uno zag del sentiero: co-. stretta a risalire ipotenuse da for• senna ti: con la facciacosl prossima alla terra cespugliosa e sassosa del costone da doversi servire delle mani e delle ginocchia assai spesso per non sbattervi il muso o non rotolare all'indietro. «Basta• dice alle spalle dcll'uo-- mo, un filo di voce ancora chiaro e vivo per forza di volontà più che per energia fisica. L'uomo prose• guc senza girarsi. Ode di nuovo al• le sue spalle: -.Basta!» (tutte le re• sidue energie raccolte e buttate fuori nell'ultimo filo di fiato che riesca a spremersi prima di crolla• re) cd ~ più lontana di prima: un filo di voce che lo raggiungecon la perentorietà della disperazione prima di non riuscire più ad ag• guantarc parole dall'ugola e spin• gerle fuori dalle labbra. Allora l'uomo si ferma, si gira a guardarla. La vede in piedi dall'al• to, perché egli ha già risalito una diccina di metri dell'ultima scor• cia1oiainventata fra gli ulivi. Nella donna erano lo sfinimento umano e l'oslinazionc asinina a non pro-- seguire. Come un momento che preceda il morire in piedi e il crollare del corpo, e che si cerchi di esorcizzare con l'ultima implorazione. «Sediamoci» dice l'uomo. e•~ un tronco contorlo d'ulivo accanto alla donna, e ombra sotto le foglie. La donna appoggia una mano al suolo, per evitare l'abbai· tersi del proprio corpo spossato, e siede appoggiando le spalle al tronco e distendendo le gambe. Le tremano i polpacci e le cosce. Le bitorzolosità del tronco (un ulivo vecchio tutto rughe contorcimenti canali) le pungono le ossa d,j:la schiena, la costringono ad aggm• stare la posizione. Poi ella sibila un sospiro di rilassamento: non riesce a controllarlo: seguita in uno sfiato lungo e irriducibile, che si regola da solo in un rutto terminale. Allora l'uomo comincia a ride• re. Dapprima piano. Poi più forte. Poi più forte ancora. Una risata veloce e sonora, cui al principio l'affanno sembra fornire fiato e che invece di colpo ricolma di strozzamenti singultanti, si che mentre ride l'uomo tossisce e si fa di volta in volta paonazzo e palli• do. Guarda, mentre ride, il ca.sola• re. Pondera la speranza che quel casolare sconosciuto ha destato, di rifugio, di salvezza. Pondera la frenesia di raggiungerlo. «Fino a che punto» rantola ridendo tossendo soffocando tirando il fiato. -.Fino a che punto».

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