estetica lo avessero predestinato all'inesistenza, all'incapacità di indicare con sicurezza un valore estetico o un tratto di questo mondo, vario e grande. Ora, una cosmologia o un'estetica intrise del senso di colpa generato dai digiuni sulle panchine, lungo i parchi, aspettando che i genitori facciano nuovamente la loro comparsa, non danno la padronanza di nessuna cosa, e non era perciò insolito che G. non potesse partecipare in modo effettivo a discussioni con altri se non utilizzando argomenti che non erano suoi, ma di proprietà altrui. Chi non ha possieduto dall'origine, non possiederà mai e rimarrà per sempre uno straniero ovunque; qualche volta dubiterà perfino di avere un cognome. E cosl G. era immerso in quell'intensità musicale che però rimaneva al di là di tutte le musiche, in quell'atteggiamento estetico che non quadrava con nessuna espressione data, e infine in quell'intuizione cosmologica che non si attagliava ad alcun oggetto. Quando, più tardi, G. si sarebbe trovato in un parco o di fronte alla distesa di curve e di ombre di un paesaggio, avrebbe ottenuto l'unico sostituto a questa sua mancanza di essere. Vi avrebbe ritrovalo la scena che gli era rimasta infissa fin da ragazzo, e cioè quel paesaggio che era rimasto da allora vago, diffuso e incerto perché lui lo aveva fissato a lungo ma senza alcuna intenzione. Più tardi ancora, quando vicende estranee della sua vita e della sua oosiddetta professione lo avrebbero condotto nella metropoli londinese, G. avrebbe per caso nuovamente incontrato quello che si manifestava come l'antefatto della sua esistenza. Come .jn un destino, G. si era trovato a passeggiare a lungo nel pomeriggio stranamente limpido e terso di un giorno festivo per strade deserte, tra immensi edifici, senza passanti e automobili, nell'unico clamore scintillante suscitato dai raggi del sole che si incrociavano al di sopra dei tetti. G. venne a scoprire che quell'immane città era un'unica cosa commossa, che non era più fatta di finestre, di colonne, di muri, di marciapiedi, ma soltanto di figure e di sagome che, senza alcuna strategia prefissata, si profilavano avanti con spigoti prospicienti., mentre altre tendevano a rientrare, mentre altre ancora appena si lasciavano intravvedere come se avessero rinunciato al loro diritto ad apparire per custodire la promessa del loro sogno. Se un ragazzo transitando lungo una di quelle strade avesse lanciato uno scoppio di risa in quell'aria trasparente, lo si sarebbe potuto prendere facilmente per il verso stridulo di un uccello che vola in alto, sopra gli alberi. Ildialogodçl~!psiconauta Un'amazzone, appassionata di Giordano Bnmo, chiamata Dark lady. Un ex campione di sollevamemo pesi, soprannominatoAtlante. Un maestro di skare-board, che dagli amici si fa chiamare Al. Un ragazzinodi otto a111e1imezzo- che non parla-, virtuoso in molte discipline. Tutti questi personaggi uniscono laprofessione sportiva con l'hobby dell'astronomia e della metafisica. Ai bordi di una pista di skateboard, come sulle sponde leggere dell'infinito. Nel finale, la pista continua nella duplicazione iperrealistadello schemo. Contrariamente alle consuetudini correnti, questi personaggi non declamano davanti a un leggioma "recitanostando in una posizione di souplesse, magari seduti sopra 1111 gradino e aggiustandosi di tanto in tanto i lacci di scarpe da ginnastica marca «Adidas•. A /. Ma sì! Ma sì! Però dobbiamo convenire che in queste ultime stagioni i records più strepitosi provengono dal salto con l'asta. Hanno raggiunto.. (Apre il giornale che teneva fra le mani). Dark lady. Sapete bene che questo non rientra nelle nostre rispettive specialità. Né di voi, né di me e neppure di lui. Atlante. E per di più io sospeuo l'inganno. Da tempo. Mi chiedo sempre come i giudici di gara possano controllare simili prestazioni quando il saltatore, salendo, dicono, sparisce letteralmenle nell'aria. A me poi .. Al. Ma lasciatemi leggere le ultime notizie. Alcuni campioni americani.e russi, dopo aver superato la quola lunare, hanno toccato l'altezza di Marte. Adesso un fuoriclasse sia lentando di raggiungere la quota di Saturno. Addirittura. (Pausa). Pare che si stia allenando seriamente. (Lascia il giornale. Atlanreprende timidamente il giornale, lo apre e controlla Je notizie. Accenna di passarlo_J/ldDarle.l~d! ~he rifiuta seccamente. Ma.poi c, npensa, lo afferra,_'!e fa,.._un~pallottola e ~.:: bu~~I:~~;p. ~;;;;~~ di'if ~té l m: i saltatori con !:asta non ~no mai troppo-piaciuti. Con quell'aria di guardarti \e!11..Q_r_ç.. alteuòsamente dall'alto in basso. Dark lady. E fanno benissimo con voi che non siete mai riuscito a staccarvi da terra. Con un piede qui e un piede là, i muscoli del collo gonfi come un toro, e un peso enorme sulle spalle che vi schiaccia. (Si è alzata in piedi e si agita furiosamente). Atlante. Oark lady, da troppo 1empovi piace ferirmi, lo so, così polete confondere l'amore che nutro per la staticità (tocca la terra con la mano) con l'amore per la forza muscolare che non conosco. Niente è più degno di un uomo (Dark lady si è arrestatae lo fissa), sì, lo sostengo. di un vero uomo, che voler rassomigliare ad una roccia, ad una quercia, ad una colonna, ad una ... Essere insomma la base di qualcosa. Se l'uomo accetta d'essere il fondamento - è il suo destino - allora i monti possono drizzarsi superbi sopra i solidi basamenli. Come tutto ciò che esiste, le case, gli alberi, gli animali. Perfino i fiumi tirano fuori tanta acqua che rimangono immobili, attaccati pesanlemenle al letto di ciottoli. Tutte le cose possiedono un fondamento e tendono verso la loro profondità. In tal caso, se si butta un oggetto qualsiasi dentro l'acqua, non galleggia come fa nel disordine dei nostri giorni, o addirittura ritorna indietro, bensl sparisce maestosamente a perpendicolo verso il fondo. Darle.lady. lo, le vostre acque e i vostri fiumi, non arrivo nemmeno ad immaginarmeli. Atlante. Eppure li avete conosciuti anche voi quei giorni eguali, anche se siete arrivata al loro tramonto, e avete contribuito con la vostra oscura agitazione di lady a porvi fine. In quei giorni gli uomini, i migliori, sollevavano pesi, secondo le differenti capacità, ma pur sempre pesi, gravi, libbre, pounds, quintali, chilogrammi, tonnellate. Non il peso aveva importanza ma il simbolo. E anche, sì, la bellezza della staticità, dove tutto poggia sul proprio basamento. Come nell'uomo la testa sul cilindro del collo, il collo sulla cassa toracica, il torace sulle gambe divaricate con l'ampiezza di un compasso e le gambe a loro volta sopra la solidità dei piedi con tutte le cinque dita ad arco. Al. È simile ad una statua quello che avete descritto. Dark lady. Ma l'uomo non è questa statua di marmo. Lo è semmai una statua. ma di fuoco. Atlante. Poi venivano i giorni di gara. Un~ spe11acolosobrio e soJenne. Un uomo sollevava una piuma, un secondo un'oncia, un terzo una barca, un quarto un platano verdeggiante e così in crescendo. Infine toccava a me per ultimo scendere nella pista, e alzavo sulle mie spalle la sfera, il globo perfetto, la Terra medesima. Darle.lady. Mi fate pensare ad un pomeriggio di afa, interminabile, dove nel sudore nulla si muove. Atlante. Al contrario tutto si muove e gira attorno a ciò che sta saldo. Attratti dalle fondamenta come insetti dal fiore in alto sul proprio stelo, le sfere celesti ruotavano attorno a me in formazione finita, ronzando come rotondi calabroni o bombi gonfi di odori e di cibo rapinato. (In dissolvenza, ripresadall'alto in campo lungo, appare una pianuta spoglia bauuta dal sole. Qualcuno - Atlante forse - laauraversada un'estremità in direzione del centro. Si sentono stridere le cicale. Arrivato al centro, si ferma, si mette in posizione atletica e solleva qualcosa in aria, forse un peso. L'immagine scompare di colpo alle grida lanciate da Dark /ady). Darle.lady. Geocentrico! Geocentrico! Ma smettete, smettete vi dico. O in caso contrario mi costringerete a ferirvi per sempre. Risparmiatevelo, Atlante, vi prego. Al. Risparmiatevi entrambi, sono io che vi prego. Atlante. Ma io non voglio essere affatto risparmiato da voi! Darle.lady. Non lo volete proprio? Ebbene sia! Quando vi ho veduto per la primi volta al centro della pista, schiacciato sono il peso, mi siete apparso come un facchino del mercato o un forzatore del circo. Al. A me, A1lan1e, siete apparso sempre un uomo molto nobile. E molto antico. Atlante. Mentite, Dark lady, mentite! E lo sapete anche troppo! Questo semmai è accaduto dopo, anche solo pochissimi giorni dopo, ma comunque sempre un'eternità più tardi del nostro primo incontro. Perché la notte seguente il giorno medesimo della gara e del mio trionfo, siete proprio voi, e non un'altra donna, che io ho sollevato da terra e ho posato sopra le mie spalle dove avete sostato per 1u11ala notte. Dark lady. È l'unica notte della mia vita che mi pesi ancora, Atlante. Sul vostro corpo non mi sono sentita affatto leggera come una donna ma una pietra. Dal lato diciamo simbolico, rassicuratevi Atlante, non sono poi cosl di ghiaccio. (Colpendo con piccoli pugni le spalle di Atlante). Ma quando vi convincerete che tutte le cose sono fatte per rotolare, scappare, galoppare via, e non per permanere prigioniere della loro gravità? Le fondamenta non esistono, Atlante, e il destino dell'uomo e della donna non è fatto per sottostare, bensì per dominare. Al. Siete stata sempre una donsotto di lui, battendo i suoi forti zoccoli che incendiano e fanno impaurire, agitando la criniera, ni• trendo magari come uno scroscio di pioggia o una benedizione. C.osì, come i cavalli, l'uomo t desti· nato a cavalcare il globo, che non sta fermo, Atlante, ma rotola via con l'agio e la fatalità di tutti i cor• pi rotondi. (Dà un colpo allapalla del giornale che si ~tte a gìraresu se stessa come fosse una trottola). L'uomo sta in sella sopra la sfera veloce, con una gamba allungata, poniamolo immaginativamente, lungo l'emisfero boreale e l'altra lungo l'emisfero australe, con le mani p:>satefra la Mongolia Esterna e il Sinkiang oppure fra Recife e Bahia, o, per maggiore sicurezza, con i pugni stretti attorno a qualche picco montano. Specie quando la sfera o, come preferite chiamarla voi, la sfera perfetta curva e ritorna su se stessa e poi abbrivia di nuovo nei punti terminali della sua ellisse. cE affermo l'universo tutto infinito, perchl non ha margine, termine, nl superficie e dei mondi innumerevoli che contiene ... -. •De l'infinito, universo e mundi». (Pausa. Appare esausta). All'equitazione io so. no anivata per una strada singolare, per quella delle figure e dei moti planetari. Questo lo avevate mai compreso veramente? Atlante. Da sempre. Ed t dall'istante in cui avete messo piede negli ippodromi e nei maneggi che avete cominciato a tradire il sistema tolemaico per quello copernicano. Darle.Jady. È cosl, è proprio così! Attraverso il mio furore, Aliante, non avete mai indovinato in me un bisogno, non di riposo quale mi offrivano le vostre robuste ed accoglienti spalle, ma di esattezza o, meglio, di perfezione? In un primo tempo ero attratta unicamente dalla corsa sfrenata, a spron battuto, del cavallo. Non lo guidavo, mi lasciavo trascinare dovunque mi portasse il suo capriccio, purchl galoppasse. Non usavo nemmeno le redini, ma solo gli speroni e la frusta, percb4!a volte, sì, lo batte- :O'::~ :"~~=~ ~:n!:a=. ~ col suono ritmico degli zoccoli, il .s richiamo esigente della perfezione r o, se vogliamo, il bisogno di corri• "'qo spondere anch'io all'ordine dell'u- ~ niverso, di permettere al suo gran- o de disegno di attraversare il mio ·.=. ~ '----------✓• galoppo e la mia furia. Cosl, ab- - na forte, Dark lady. (U bacia la bandonata per sempre l'anarchia ~ mano). delle pianure, bo accettato di lavoDark lady. Un'amazzone!? Ma rare come un'amazzone nel circo, l'avete mai compresa sino in fon- dove nella pista i cavalli disegnano ] do? Pensate all'equitazione o, me- ogni sera la figura, è vero, troppo ~ glia, al rapporto che c'è fra il cava- astratta del cerchio, ma che resta S: liere e il suo destriero. Il cavaliere pur sempre la figura più prossima f inforca il cavallo, un baio, ad di ogni altra alla ellisse cosmica. =: esempio, col muso pezzato di (In lenta dissolvenza appare, in- !,· bianco come piace a me, che corre quadrato dall'alto, un cavallobian- ..,
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