Il Lord Melbourne, un u~ '' mo di Stato inglcsc, della pnma metà deJrOnocen10. nccvcndo la notizaa che era morto un poeta del quaJe amava i versi, se ne rallegrò. Disse - e dasse bene-: •.. .I suoi versi ci rimang<>llo.e siamo sbarazzati di lui!'• Questa citazione, che Saba introdusse nel discorso di ringraziamento per i festeggiamenti del suo 7<.r compleanno, aveva il valore di un augurio per sé. Anche lui avrebbe voluto morire, togliersi di mezzo, accompagnato daJJa certezza che il Our.z.o~re sarebbe rimasto come un bene acquisito per sempre. E perciò il poeta amava ripetersi in quegli anni rinvito dell'amato Nietzsche: «Circondatevi di piccole cose pcrfcue». Da una parte, dunque, Saba lavora per il testo definitivo, il distillato cli una vita capace di superare indenne il tempo: l"opera di un classico, insomma. o i CanJi di 1...eopardi. Dall'altra, proprio la sua fragile wnarutà, la resistenza del cordone ombelicale che lo lega a c:spcncnze, figure, sentimenti sempre vivi e sempre nuovi, impedisce al poeta di csuaniarsi da quella materia, di farsi docile strumento della sua finalità interna. la storia del Oinzon~rt t quel• la dt una tensione continua. della sfida 1r2 l"opera e rautore che termina sok> col venir meno delle forze alle soglie della morte. Ma poiché la partita non t un solitano confinato nello studK>del poeta. la faccia esterna di questo rapporto ~ rivolta verso il pubblico: Saba non sa aspcuare il giudizio del tempo, che all'incomprensione dei contemporanei succeda il giusto rico-- noscimcnto dei posteri. Urge allora l'autooommcnto di Storill t cronistorUl tkl Conzonkrt, destinato a .rncttcre su.Ile giuste rotaie il critico o il saggista che volesse, un giorno o l'altro, occuparsi sul serio e a fondo. in un ·opera organica, del libro di poc51a più facile e più difficile di quanti sono usciti nella prima metà di questo secolo ... E anche in queste pagine, contro ogni autonomia dell'opera poetica. Saba accumula aneddoti e cptSOdi che infittiscono la trama autobiografica del Conzo-- nkrt. Tra un ideale di perfezione classica e la q00t1dianità di un rappor10 viscerale, dove si colloca l'epistolario di Saba? La sola mole di ciò che si ~ raccolto finora i già una risposta, giacchi i cinquanta• cinque anni dal 1902 al 1957 sono documentati da oltre 2400 lettere: una corrente di vita che nessun argine di classicità potrebbe contenere. Tan10 più che. mentre il primo periodo - fino al 1944- comprende meno di venti lettere all'anno e presenta ampie lacune, nel dopoguerra non solo la a>rrispondenu di Saba ~ moltiplica di sci volte, ma anche l'estensione delle singole lettere aumenta considerevolmente, raggiungendo non di rado le 4-5 pagine dattiloscritte. Se il numero si può spiegare con la mmorc dispersione delle lcucrc negli anni più vicini, con la separazione dei membri dc.Ila famiglia Saba (la moglie Lina a Tries1c. la figlia Linuccia a Roma, Il poeta prima a Roma poi a Milano) e la conseguente frequenza della corrispondenza privata, scarsa invece ·l ;=~:t~~1=~l~~i.~l; ~- li: la carriera dello scrittore e il ti• po di comunicazione che stabili5cc ] con gli altri. - Nel dopogut:rra Saba è soprat- ! tutto prosa1orc - non solo per~. rispetto a ScorciDIOitt raccontm1, ~ S,or,.a t aorustorill tkl Conzon,~- ;: rt, Ricordi-Racconti, la poesia ~ j minoritaria. ma per~ l"autore ~ stesso si sente scrittore in prosa. 1i dedicando tutte le proprie energie 2400 lettere all'elaborazione di uno stile prima aloris1ico poi oarrativo-mcmoriale. Ne risulta che ancbc la lettera privata o d'affari si trasforma in appendice della ricerca letteraria. diventando cassa di risonanza e di prova della comunicazione pubblica. Ma se questa continuità fra pubblico e privato è una caratteristica fondamentale della personalità di Saba, dalle liriche di Triestt t una donna in poi (i Nuovi vtrsi alla LJ. na sono la cronaca della sua aisi coniugale), ciò che rende possibile lo sviluppo della prosa t un nuovo attcggiamcn10 di Saba \'Crso l"a• sc:oltatore. N cl 1945 il poeta aveva sessantadue anni, ma si sentiva e parlava come un vecchio, 1,•oleva sentirsi vecchio, di una vecchiaia arcaica: finalmente al riparo da Eros, in pace col mondo, ricca di «una rara commossa cspcricn• za,. da filtrare a qualche ..:ingorda adolescenza,.. Questo nuovo lievito predispone alla sentenza della <tSC<>rcia1oia,. e al ricordo pacato e umoristico del «raccontino ... Ma c"è di più: ciò che il Saba del dopoguerra distilla nelle prose e nelle leuere non t un'esperienza qualsiasi. ma quella di «un miracolato .. che ha avuto la rivelazione della vera tta• ma del reale attraverso la psicoanalisi (un·operazione della cataratta, secondo Saba). Grazie a qucst·ottica nuova, la vita quotidiana diven1a un campo di osservazione inesauribile, e ogni ascoltatore - soprattutto se giovane - un po1cnziale adepto. l..c corrispondenze coi giovani costituiscono i filoni più ricchi nell'e• pistolario di Saba, e lo attraversano per intero colorandosi qua e là di un'affctluosità un po· morbida. Nel periodo più recente, oltre a un maggiore bisogno di comunicazione, una vita oggettivamente più movimentata e !"impegno nell'affermare il verbo psicoanalitico, si Giordano Cas1ellani aggiunge a dila1are la corrispondenza di Saba un'esigenza di paternità artistica, estetica e morale, concentrata soprauutto intorno a Federico Almansi, figlio di un libraio ebreo, nella cui sensibilità e intelligenza Saba poteva ritrovare se stesso. Purtroppo, il più amalo dei suoi scolari e,a anche il più fragile: prima la nevrosi, poi la malat• tia mentale, seguita dal tentativo del padre di troncare con la morte l"angoscia del giovane, sconvolsero quel sogno di serenità su cui il poeta aveva giocato la sua ultima carta. rispondere di no: nel Canzonitrt e nelle prose Saba ha usato se stesso senza censure. La sorpresa può venire proprio dalla scoperta che quelle frasi strette nella guaina dell'endecasillabo, cantate come arie verdiane o rotte dalle virgole e parentesi di una dizione saj)ienziale, sono tulle radicate nella sua vita con un groviglio inestricabile di radici e barbe. Certo, rimmagine manualistica del tranquillo antiquario, umile cantore della •sua» Trieste, e dei versi oc:rasoterra• verrà sconvolta dall"esuberanza «erotica• e a volte a;:ni:::""I-.--T?I:71 violent·a delle pagine di molle letProprio le lellere scritte a Federico negli anni quaranta erano quelle per cui Saba considerava una pubblicazione postuma: nel dialogo con lui, il poeta aveva profuso tutta la sua saggezza e in\'entività di vecchio. Ma la corrispondenza con I" Almansi. raccolta e rcsti1uita a Saba, scomparve subito dopo la morte del poeta; cosl, per un·u1tima beffa del destino, il pc· riodo postbellico dcll'cpis1olario e stato privato del suo centro di irradiazione. Ma quando l'epistolario di Saba sarà finalmente pubblicato, ne risulterà un"immagine diversa dell'artista e dell'uomo già noto attraverso le sue opere e le testimonianze di chi l'ha conosciuto? Per quella continuità tra privalo e pubblico di cui s·t detto, si dovrebbe tere. Vittorio Sereni, dopo le elezioni del "48, non aveva però già visto Saba "errare da una piazza all'altra / dall'uno alraltro caffè di Milano/ inseguito dalla radio/ 'Porca - vociferando - porca·. Lo guardava/ stupefatta la genie. Lo diceva all'Italia. / Di schianto. come a una donna/ che ignara o no amorte ci ha fcri10»? Del suo orgoglio, Saba s'era già confessalo senza mezze parole: «Ogni anno un passo avanti e il mondo dieci/ indietro. Al fine son rimasto solo"'; e l'«Epigrafci. del Canzoniere ancora ci sfida col suo •Parlavo vivo a un popolo di morti,... Anche della sua angoscia sap-- piamo già tutto ("La vita, la mia vita ha la tristezza / del nero magazzino di carbone,o) e neppure i palliativi ci sono stati nascosti (-e il falso oblio dei mali / i all"oppio che lo chiesi.,.). G li ingredienti dell'epistolario di Saba, insomma, sono già tuui nelle opere in verso o in prosa; ciò che potrà affascinare il leuorc è invece l'immcdia1czza della comunicazione epistolare, quel senso vivo di conversazione o confessione senza schermi e senza giochi di società. t un·onestà totale a cui Saba sacrifica persino il suo bisogno di affcllo, rasentando a volte la brutalità. Si pensi solo a ciò che scrisse· a Giacomo Dcbenedctti. il suo Dc Sanctis. a poca distanza dalla pubblicazione in Primo T~mpo del primo fondamentale studio sul Can. zoni~rt: "Caro Giacomino, ora giuoco una carta pericolosa per la nostra amicizia: ti dico ciCXla verità di quello che penso sulla tua poesia. Non posso nemmeno dire che non mi t piaciuta, pcrchi sa- ::~e ~!1~:~r~u:-' c!.:m,ri~~ nulla come immagine, nulla come pensiero. come sentimento, come tulio. Se già non li conoscessi, dirci. a leggerla. che chi l'ha tana non ha nemmeno un"idea di 'che cosa' sia una poesia» (4 ottobre 1924). Correlativa a questa, a volle aspra. sincerità (di cui si hanno alIre prove nelle lettere a cari e (e. dcli amici come Aldo Fortuna e Ettore Serra) è la spontanea generosità verso sconosciuti: il pittore Vittorio Bolaffio, Sandro Penna o Primo Levi. Quando usd la prima edizione, quasi privata. del primo libro di Levi. Saba scrisse all'autore: «Caro signor Primo Levi. non so se le farà piacere sentirsi dire da mc che il suo libro St q11tsto i un 11omo è più che un bel libro, è un libro fatale. Qualcuno doveva ben seri• verlo: il destino ha \'0luto che questo qualcuno fosse lei,. (3 novem• bre 1948).E ne consigliò la pubblicazione a Einaudi, che si decise a farlo solo dicci anni più tardi. Un altro profilo nuovo ricavabile dall'au1oritra110 epis1olare sarà quello, accanto al Saba-Giobbe più no10, di un umorista capace di una «sclf-irony» piullosto rara, A Edoardo Weiss. ad esempio, scriveva il 19 mano 1949: «lo sono cominciato a rinascere il giorno nel quale l'ho conosciuta, e lutto il mio pensiero, tutta la mia 'Weltanschauung'. li devo a lei. Non, l'ho mai nascosto, nf a voce, nf in iscritto. In S1oria t cronistoria dtl Canzonitre (... ) parlo mollo di lei ( ... ). Scorciatoit poi sono quasi tulle sue; di mio ci ho messo lo 'stile·. (Detto fra parentesi Scorciatoie non ebbero quasi nessun successo. mentre il Canzonitrt (Einaudi) si avvicina alla 1erza edizione) ... E più avanti: •Era, quest'ultimo (articolo). contro un uomo decisa• mente abic119. Emil Ludwig. crepato, per fortuna. da poco; e nonahim~ - in conseguenza del mio r---------------------------------, attacco. Non mi è mai riuscito (co- una lettera d •• Saba memirimprovcrancllapocsiache Gorizia, /9 Marzo 57 Caro ~rino. la ringrazio inftnitanvnte sia IN' il suo articolo, sia per la bontà eh< ha avuta di ~lo. L'ho riavuto con mollo ritardo, t posso risponderle brcvtrunlt, INrchi non •mi dtfmisco• ma sono vtramtnte molto stanco, molto 1,•techio t molto ammo.laJo. La sua reunsWne conteneva molte os.stn,azioni non solo acutt, ma anche a/ftnuose. Non scrivo. si può dirt, a nessuno; ma a lei non posso lactrt alcunt osstrvazWni: J•) Sono stato il patta (lo scrillo• rt) meno autobiografico cht, a mia conoscenza, esista. (Spitgarlt l't• q11ivoconel quale lei ed altri miei recensori sono caduti. sartbbt lroppo lungo t, IN' lt mie foru, troppo faticoso). Z-) Non comprendo quali dtllt mie •noJ.•elk• siano state •stranamente inltrrone •... Prenda. comt esempio, •Un uomo• e ne rilegga /"ultima fr~ (No - disse dolcemente Scipio, tee.) t si accorgtrd eh< allro non tra possibile aggiungtrt. Voltvo scrive" una novtlla, non un romanzo; td ancht un romanzo avrebbt font potuto finirt con q~l/a •battuJa•. 3°) Mi hanno .accu.ra10.. di ust• rt slato prosastico nt.llt mie poait, e patta nelle mie prost. Non è vtro. Ricordi • Racconti sono prosa, t solamente prosa, avrebbt po1wo scrivtrli anche chi non avtsst mai, in vita sua, scri110 (o f'{!n.Jato di scrivtrt) un vtrso. E una cosa cht - mi part - dovrtbbt tntrt fin troppo tvidtnlt. Addio, caro t buon Camtrìno. E non dia, la prego, il mio indirizzo a nessuno. - Ma st lti vtnisst un giorno a Gorizia, mi farebbt piacert rivederla. Semprt ptrtJ dopo avermi 1elefom110 (3151),· t 1e11tmlopreseme d11ecost: dopo le 7 dtl pomeriggio 11011so110pi1ì vi.sibilt ptr nessuno; e non voglio ascoltare notizie dtl mondo. Par/tremo, st mai, di.. poesia. (Ptr non ascoltart notizie tee. non uco più nemmeno dalla mia stanza ... ) Va da si cht non voglio che lei faccia sacrifici: i/ mio im,ilo I solo IN' il caso che capili da questt pari( Est la prego di telefonarmi, al caso, prima, è f'{!rcht non ,,aglio t non posso ascoltare più di u11aptrsoua alla volta. •Col numtro 3 incomincia la folla• (Nietucht). Suo, con grati1udineed affttto Saba Nou Oucsta knera incdila d1 Umberto Saba. autografa a rttto e a ,·rno• w. carta intestala degli •Ospedali e istiu.ui di cura dei Fate-Bcnc-Fr2tclh / Villa "San Giusto •· • Gorizia,.. t oggi con• servata tra k carte Camcnno nel •Fondo manoscrini di autori contemporanei.. presso l'Universi1à di Pavia (se ne ,·eda il Ca1alogo. a c. di G. Ferreui, M.A. Grignani e M.P. Musatll, Torino. Einaudi, 1982. p. 266: ivi a p. 267 è riprodona un'altra imporrnntc lcttern di Saba a Camerino. da Roma, del 14 man:o 1950: dopo l'uscita del Cata/o. go. il «Fondo manoscrini.. pavese ha di rcccnic acquisito una cospicua mole di carte sabianc). La lcncra si rircriscc alla rcccnsionc di Aldo Camerino ai Ricordi-Racconri di Saba (Milano. Mondadori «Lo SpccchlO•. 1956). La nove.Ila cui accenna. •Un uomo• (1912), è raccm1a m quel ,·olumc c. con esso. t slata po1 ns1ampa1a m Um• bcno Saba. Pros~. a c. di Linuccia Saba. Milano. Mondadori. 1964, pp. 7685. Nella 1rascrizionc. ho corrcno quakhc rcfoso (ad esempio. RQ(ont1). (Marco Uva). porta il suo nome. il piccolo Berto) di 'uccidere un nemico'•. (La lcuera i ora edita in Umberto Saba. La spada d"amore, Milano, Mondadori. 1983. pp. 332, lire 15.000, a pp. 210-12). P er il momento. in anesa che Mondadori dia il testo completo dell'epistolario. il le1tore si deve accontentare degli an• ticipi che si sono andati accumulando negli anni. con la pubblicazione delle lettere a destinatari particolari: Amedeo Tcdcschi,Nora Baldi, Ouaranlotti Gambini, Giovanni Comisso. don Fallani, Francesco Meriano. e a riviste come La Rivitra Li'gure e So/aria. L"ultimo imJX)rtanle contributo i venuto con lo spada d'amort, una scelta di cento lellere edita, per il centenario della nascila di Saba, da Aldo Marcovecchio, che con Linuccia Saba è s1a10 il principale curatore dell'epistolario. Conservando approssimativamente la distribuzione delle lcucre negli anni 1902-44 e 1945-57, la scelta allinea trentanove 1cs1i per il pri• mo periodo e sessantuno per il dopoguerra. Attraverso di essi il lettore può farsi un'idea abbastanza preci.sa dell'uomo Saba e del suo stile nei rapporti con la gente e i familiari. Certo, nell'arco che unisce il
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