G iovcdì 17 novembre, nel tardo pomeriggio, si apre a Ve- .nezia il vertice franco-italiano, con la partecipazione di Mitterrand e Craxi. Lo stesso porne• riggio, una dozzina di cacciabombardieri «Super Étendard» si levano dalla portaerei francese Clé· menceau e bombardano in due ri• prese due campi di sciiti filoiraniani, nei pressi di Baalbek, in Libano. I morti sono decine. È la risposta della Francia di Mitterrand all'attentato del 23 ottobre che aveva provocato la morte di 58 parà appartenenti alla «Fon.a multinazionale di pace» di stanza a Beirut (com'è noto, un altro attentato, lo stesso giorno, aveva causato una strage anche fra i marines america• ni). li vertice franco-italiano inizia poco dopo che le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia del raid aereo francese in Libano e si con• elude nel pomeriggio di venerdì 18. Nel frattempo, dichiarazioni successive del ministro degli Esteri Andreotti. del ministro del Bilancio e dello stesso Craxi fanno esplodere in modo pubblico e clamoroso i dissensi in seno al governo italiano a proposito del raid francese - ma è evidente che i contrasti vanno al di là dell'episodio specifico. Facciamo qualche passo indietro per richiamare gli eventi principali che hanno scandito la politica itaGiomalt• tlt>iGiomali Italiae Libano A cura di lndex-Arcllivio Critico dell'Informazione liana sulla questione libanese nelle settimane che hanno preceduto il clamoroso ocincidente»di Venezia. Possiamo fissare un termine a quo partendo proprio dagli attentati del 23 ottobre contro le truppe francesi e americane. Da quel giorno, infatti, la crisi libanese su• bisce una accelerazione quasi costante. Un'altra data importante è il 31 ottobre, giorno in cui è iniziata a Ginevra la conferenza per la riconciliazione nazionale tra le forze libanesi. Non è del resto difficile scorgere una qualche connessione tra i due eventi. 1126 ottobre il presidente del Consiglio Craxi pronuncia al Senato un discorso sulla politica internazionale dell'Italia. La parte centrale è dedicata al Libano. Citiamo qualche passaggio dal testo pubbli• cato da Relazioni Internazionali n. 45. •Il teatro libanese è stato ancora una volta insanguinalo da uno spaventoso massacro. Le vittime questa volta si contano a centinaia tra le forze francesi e soprauutto americane che fanno parte della Forza multinazionale di pace. Molti possono essere ancora gli in• terrogativi riguardanti chi ha ordinato, predisposto, deciso l'orribile attentato realizzalo da fanatici suicidi. Uno solo lo scopo: quello di spingere la Forza multinazionale fuori dal Libano( ... ). «Vi sono in questo momento in Libano circa duemila combauenti iraniani e non è difficile immaginare come dalle loro file possano essere venuli i nuovi kamikau della morte. Diverso è il chiedersi dove possono avere trovato tanto esplosivo e come liberamente abbiano potuto portare a compimento la loro impresa. Sia di fatto che in tulle queste settimane è cresciuta la pressione contro la Forza multinazionale di pace. Veniva e viene da chi non vuole la soluzione pacifica, negoziata, di riconciliazione nazionale. Viene da parte di chi vuole una 'soluzione finale', per attuare la quale ci sarebbero solo altri massacri ed al termine la fine della nazione libanese•. Dopo aver polemizzato con chi in Italia ha chies10 il ritiro del contingente italiano, Craxi ha aggiun• to: «Di fronte al massacro dei soldati americani e francesi io ho subito confermato al presidente Reagan e al presidente Mitterrand che l'Italia confermava il suo impegno nel Libano.( ... ) Noi abbiamo assunto un impegno e questo impegno intendiamo mantenere (... ). È una missione delimitata nei suoi compiti da accordi sottoscritti e ratificati dal Parlamento. Nessuna iniziativa fuori da quest'ambito sarà assunta senza il consenso del Parlamento•. Dopo avere ricordato che, nel corso dei col• loqui con Reagan, «abbiamo avanzalo l'idea di un piano euroamericano-saudita ( ... ) per la ricolndice della comunicazione struzione del Libano», il presidente del Consiglio ha infine detto, a proposito del progetto di invio di un contingente di osservatori nella regione dello Chouf. che «il governo italiano ha dichiarato una sua disponibilità di massima». Come si è detto, il 31 ottobre si è aperta a Ginevra la Conferenza di riconciliazione libanese. Il 3 novembre unità palestinesi dissidenti, appoggiate dai siriani e da truppe di altri Paesi (sembra libiche e iraniane), sferrano un attacco generale contro il quart~re generale di Arafat, a Tripoli. nel nord del Libano. È l'inizio di un'altra san• guinosa vicenda, ancora in corso mentre scriviamo. Lo stesso giorno si svolge alla Carnera il dibattito sulla politica italiana riguardo alla questione libanese, e in particolare sul ruolo delle truppe italiane nella Forza multinazionale a Beirut. Con 335 voti favorevoli, 218 contrari e una astensione, la Camera approva un ordine del giorno della maggioranza di con• senso alla politica del governo, con particolare riferimento alla permanenza a Beirut del contingente italiano. Nella sintesi pubblicata il giorno seguente dal quotidiano dc Il Popolo, il discorso pronunciato dal ministro degli Esteri Andreotti menziona gli attentati del 23 ottobre, ma non contiene riferimenti a eventuali responsabilità dei combattenti filoiraniani. Per quanto riguarda la crisi in seno all'Olp, Andreotti ha detto: «noi abbiamo sempre considerato, e consideriamo tuttora, l'Olp come un fattore potenzialmente di stabilità politica in Medio Oriente, pur senza ignorare tutte le sue contraddizioni e le tentazioni militariste che sono insite in quel movimento. Ma questa dispersione dell'Olp, questa con• testazione che si fa del suo nucleo centrale, rappresentato da Arafat, a favore di posizioni più estremiste, non ci sembra cbc porti a nulla di positivo.. Mentre una Dotta americana di gjganlesche proporzioni si raduna nel Mediterraneo orientale, Andrcoui vola a Damasco per incontrare il presidente siriano Assad (~7 novembre). Il ritorno di Andreotti avviene in un clima di polc· mica. Il 9 novembre, il CorriLrt th/la Sera, sotto l'occhieUo «Dopo i dissensi su Grenada, Siria e sui rapporti con l'Urss», pona il titolo di testa Sulla politica emra Forla· ni chieM UD c:omulto di eovuno. Il Giornalt titola a sua volta: Ha provocato un vapaio od govffDO qud'am.basciatort sulla Piazza ro5S11 / Forlani dùedc ddarimnd a Craxi. L'occasione più immediata di polemica ~ la decisione del mi· nistero degli Esteri di inviare l'am• basciatorc italiano alla parata militare sulla Piazzarossa. U oontrasto sembra sopra1tutto Logos inf~!~~i,!~!on~ell' agorà E siste, presso l'Arei (Associa- in ,a,rte discipline. Invece /'i11/or- Mussio, professore associato di no, siano di passiva acetilazione zio,re ricreativo-culturale ira- malica, libtrata da questi obblighi, Teoria dei sistemi nel dipartimento che di violenta ed inconsulto oppofiana) di Milano, w, «Osserva- si comporta come se volesse pagare di Fisica dell'Università statale di sizione». Conviene attrezzarsi e torio telematico» il cui nome è 1111tributo all'antica sapienza e Mi/a,ro. «Agorà duemila vuole es- prepararsi al meglio: «L'approssiTeos. C'è, a Milano, ,ma «Software comemporaneamente proporsi co• sere il lllogo in cui chiunque abbia morsi dì una cultura non t unfa110 llome• elle si chiama Etno. È appt- me ,ruova scienza, ingraziandosi problemi di informazioni e di in- individuale, ma un fatto comunitana sorto un «Centrostudi in/omrari• gli dei dell'antica. Una nuova forma1ica possa proporli al dibaui- rio, capillare, e.sterno, corale. L'oci,. de11omina10 Caos. Il più recente scienza sociale, intendiamo, che 10, confrontando il proprio punto biettivo da raggiungere t dunque li11guaggio informatico adauo e superi gli accorgimenti della tecni- di vista con altri in termini che gli nella capii/art diffusione di arte adouato in 111110 il mondo per la/or- ca e li utilizzi per un diverso mo- sia,rofamiliari o che, se non lo fos- informazioni, la capacità generamazione e il colloquio tra i bambini dello sociale. sero, possano diventarlo auraverso lizzata di usare certi strumenti e di e il compmer si chiama Logo. Nel Ed ecco allora che gli <1ri11dustria•la discussione. Cosi come tagortl usufruire delle tecniche in maniera ge11naio1984,sarài11edicola, enelle li» chiedono la ,rascitadi u,r nuovo era il luogo in cui i ciuadini greci si corretta ed appropriata. lmmediamigliori librerie, una rivista ,ruova «discorso», un logos globale di lo- radunavano ptr discutere della co- tam.entesorge un nuovo proge110di •fXr una societàdell'infom,azione»: ro invenzione. È straordinario co- sa pubblica• - quato si legge nella discwsione: quali informazioni? Agorà duemila. me l'in/ormmica riproponga spa- praentaziont •Ai le11ori,.dello ri- quali tecniche? come spiegate? da Topoi, dei, radici greche vengo- sissimo gli stessi tennini utilizzati vista. chi? per chi? E poi esistono passino mitizzati dalle più recenti aggre- in altre discipline e auribuisca loro L'editoriale del numero zero t bilità di una nostra (di noi italiani, gazioni di ricercatorie s111diosidel- significati del tutto diversi, il che anche una esplicitazione del punto europei) partecipazione, di un nol'informatica per designare le foro accade anche con il linguaggio co- di vista: «I re africani 'impararo- stro controllo di questo cambiainiziative e i loro lavori più impor- mune. Per esempio si pe11.1ia hole, no' la rivoluzione industriale attra• mento in auo?» tanti. Vi so,ro regioni del mondo il buco, la lacuna, che a chiunque verso le perline, gli orologi di scar• Solo il tempo fornirà le risprute dove i nomi dell'antica Greciahan- suggerisce vuoto, assenza, e invece 10e i vecchi fucili che gli aplorato- ai q~ili che sono nell'agenda thl- "o sempre conti,ruato a essere uti- per /'i11/om1atìco t presenza, ener- ridistribuivano come pedaggio per la rivista. Ptrò l'agire in una dire• lizzati. Nell'llalia della Magna gia, possibilità enorme di comuni- a11raversare i loro regni, con lo zione di ricerca piuuosto che in Grecia d'oggi è del tutto normale cazione. scopo di 'accrescere le conosanze un'altra, o la pa.s.sivaacauazione che atleti dediti alla paca subac• La Torre di Babele delle lingue del genere umano'. Arriveranno dell'aistente, contribuiranno a moquea sportiva e alla immersione i1l della scienza si trova in questo mo- poi i mercanti e i soldati ad 'inse- dificare e plasmi,re il futuro, al di apnea si chiamino <1rGrupposporti- mento nel caos voluto dalla male- gnare' altri aspetti della cullura in- là dei meccanismi già esistenti nel vo talassocrate». dizio11edel dio ebraico (t cauoli- dustriale, e i 'maestri' ad 'insegna- sistema produttivo attuale. Siamo Anche i singoli «sentono» la/or- co). e difficilmente raggiungerà il re' gli alfabeti, necessari ad esegui- infatti all'inizio e «la costn,zione di zo dei miti. Pippo Rubino, un ve- cielo, ma l'informatica sia propo- re gli ordini. Manessunotarrivato unoscenariopiùvastononthveesspista che corre in quelle gare con nendo un nuovo vocabolario e sta a spiegare i perché, che sono gelo- sere solo critica, ma propositiva, scommessa. comuni e segrtte, che cos1r11endosila forza per imporlo. samente custoditi ancora oggi fuori tale da individuare nuove strategie, si svolgo,ro in ogni città, ha be,i I «democratici» cercano nel greco e lontano dall'Africa. E che fatica, più ampie di quelle individuali». Si scri110s11llas11aVespa 200 elabora. le radici della democrazia; /'in/or- poi, tentare di adeguarsi alle esi- tratta di far sapere, di rendere noto ta: lppomenes. È. s1t110costui il matica, essi sanno, ha fepote11ziali- genu del mercato internazionale, a tuni, non tanto quello che l'inforvincitore di Atlantide nella corsa, tà che re11do110possibile una di/fu• tentando contemporaneamente il malica fa, i mutamenti che le •nuograzie a furbi accorgimemi. Ma sione completa delle informazioni recupero di se stessi, della propria ve tecnologie• producono, quanto nell'allra Italia ,ron t oltrt1tantoco- e quindi una capacità ug14aleper cultura, dei propri valori, della quello che potrebbero produrre, le mune ricercare 11ellastoria e ,rei 11111id prendere decisioni, e sa,rno propria indipendenza, dopo aver cose che potrebbero fare e non fanmiti dell'antica Grecia il nome da a11cheche le ricerche i,rd1utrialie i cercato di imitare la cullura degli no. Additare l'enorme spreco soaurib11ireal proprio operato. modelli adouati non perseguo110 altri per raggiuflgere quei mitici eia/e di risorse non utilizzare perun articolo di Claudio Grua, «1984: l'alba della rivoluzione scientifica e tecnologica?», dove si confrontano, con i parametri del- /' economia, le modificazioni che portò la rivoluzione industriale e quelle che sta apportando, in un ,r,ondo mutato, l'attuale innovazione tecnologica. L'informarico, in/011i,come si dia anche nelf editoriale, non è che la punto dell'icebtrg nella rivoluzione scitntifu:a attuale. Dice Grua: «L'integrazione nel lavoro di una azienda dei fanori tecnologici, informatici, con quelli tradizionali è ormai evithnte (... ) anche nella produzione di cereali: in un chicoo di grano c'è una quantità di servizi e di tecnologiL mai prima pensabili, anche JHr i beni 'innovativi'. Una prima consquenza i che gli OJHraisono ormai una minoranza della popolazione attiva complessivo ed il loro numero tende rapidamente a calare anche nelle attività più propriamente monufatturiere•. Ma I' arricolo di Grua accetta, ci sembro con passività, molte dqizioni e molti paradigmi thlh più recenti analisi economiche, che hanno già mostrato al ,r,ondo intero la loro incapacità di volere al di là dei loro stessi schemi ideologici. ~ Occorre invece ridefinire, come lo -~ stesso Grua ammette («occorre cer- 1 care quali sono i mezzi, inventan• - doli se neas.sario•), il conceno di ~ lavoro, di merce, di denaro, di OJHraioe... di economia, per una ] società dell'informazione. E ~ ii linguaggio sciemifico è zeppo questo obieuivo, be11sìquello del perché». ché non compatibili con fa perpe- ~ di termini con ratlici derivale dal domi11iodei pochi. La ricercadei perché è u110degli 1uazione dell'attuale sistema di po• Agorà dut.mila ::: greco e dal latino, molte, perché a Agorà duemila è la rivista SII cui obieuivi dei collaboratori di Agorà 1ere. Ancora una volta senza SO· per una società dclrinformazione S loro si devono le prime scoperte e operatori informmici eserci1a110la duemila. i quali avvertono elle •gli stanziale differenza tra Est e Ovest. numero zero, oo,·embre 1983 ~ '-1,.c.p_,;_m_,_cl_ass_..:..ifi_ca_z_;o_n_; s_c ie11 1c ifi_ch_, _ 1o_m_c_,;_tic_a_. È d_ire_11_a_d_a_P_;,_,o __ a_11e.c.gg_;_a,_n,_n_,;_d_;_,;_fi_u1_o_n_on---'-pa-'g_a_- _ S u_l_n_um_, ,o_u_,_o_s,_· 1 ,o_v_a_a_nc_h_,_m_e_ns,_·_1,_, Ed . De_d_al_o_. l_i,_c_4000 __, i
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