Alfabeta - anno V - n. 55 - dicembre 1983

da qui l'aumento della competizione politica e nello ~tesso tempo della autonomia politica del potere mafioso. elemento di novità rispetto al modello 1radizionalc. «I mafiosi imprenditori hanno allargato il proprio potere e la propria influenza entrando in rapporto diretto non solo con il personale politico cd amministrativoregionale e meridionale. ma con tutto un settore paralegale o illegale dcll'appanuo centrale dello Statoio (p. 194). Si~ ci~ operata una saldatura tra le élites mafiose locali e i gruppi più aggressivi della politica e dell'economianazionale.Valga per tutti il caso di Sindona e della Vcnchi Unica. L'élite politica tradizionale, fortemente insidiata dai politici-mafiosi, tende a perdere il controllo della gestione dell'economia assistita meridionale, mentre alcune famiglie - gli Spatola-lnzerillo, i Gambino, i Bontadc e i Badalamenti - soppiantati i marsigliesi nel controllo del traffJCOdella dr~ ga per gli Usa hanno accumulato patrimoni e potere prima inimmaginabili. 11 tasso di profitto garantito dall'investimento nel settore illegaJe dell'economia ha, da un lato, inserito nel settore una serie numerosa di funzionari, impiegati di banca, dirigenti della pubblica amministrazione rispettabili; dall'altro. ha stimolalo inves1imenti nel sctlore legale, da cui dipendono ormai sempre più ampi segme{lti della popolazione. La scali di riccheua dei mafiosi imprenditori siciliani ~ tale da consentire loro autonomia di azione, superiore a quella dete• nuta dai loro protettori politici. Solo cosl si possono spiegare gli assassini delle massime autorità politiche e giudiziarie avvenuti in Sicilia negli ultimi anni. Altri rifai.mmli storici La linea di analisi qui tracciata va assumendo un certo rilievo nel dibattito politico e culturaJe. Già k> stesso autore dichiara nell'introduzione che il progetto di legge La Torre aveva fatto propria l'analisi maturata fin dal 1968. trasformandola in articoli d1legge. Proponendo una chiave teorica di lettura del fenomeno mafioso. illustram::one le caratteristiche essenziali, tra~ ciandone le coordinate analitiche fondamentali, si~ voluta esplicitamente escludere una ricostruzjone storica del fenomeno. I problemi nascono proprio quando si vuole verificare l'ipotesi teorica, contestualizzare l'oggetto per averne una percezione più pregnante, vagliare l'intuizione, ancorare il •v~ lo della mente» a una maggiore certezza. Non ci sembra centrale l'individuazione delle basi onorifico-compctitive del comportamento e del potere mafi050 ouoccntesoo. Riteniamo più rilevante individuare non tanto il momento genetico, ma la connotazione che il fenomeno mafioso concretamente assume con il nuovo ordinamento politico e amministrativo instaurato in Sicilia con l'annessione aJ Regno sabaudo, percbt si 1ratta di elementi fondamentali la cui continuità può essere seguila per tuno l'arco cr~ nologjoo tracciato dall'autore - pur nei mutamenti profondi che hanno investito nell'ultimo secolo l'inlen società siciliana. :q 11 governo instauratosi con il -~ plebiscito sostenne il partito m~ - derato, ostacolò il riformismo gag'. ribaldino. creando una situazione iii!_ di violenta tensione sociale, all'interno della quale si collocano già .i; nel 1861 i delitti politici di Giuse~ - pe Montalbano, capo dei liberali j di Santa Margherita Belice (ne sarebbe stata mandante la Principes- ~ sa di Cutò); del consigliere di Corte d'appello G. Battista Guccione. j filomazziniano e garibaldino; di ~ Domenico Peranni, segretario di "5 Stato durante la dittatura garibaldina; di Giovanni Corrao. uno degti uomini più vicini a Garibaldi. La mafia sembrò perciò manifestarsi subito come anività del .:partito governativo» e ha già qui un momento di passaggio da mafia ruraJe a mafia politica. Il Procuratore generale Diego Tajani la definisce nel 1875 "'IStru· mento di potere locale», e quindi espressione di una classe che si è accaparrata. secondo Sidney Sonnino, tutti i posti di potere e li difende con la legalità e con l'illegalità. •Lo spirito della mafia non scaturì più esclusivamente dalle sorgenti dell'ufficio di polizia del plebiscito, del principe, del lati· fondista, del gabelloto, del campiere, del compagno d'armi; ma su queste sorgenti si innestò e spesso prevalse l'influenza del deputato e talora del semplice candidato, che ci tenne sempre ad essere e a dirsi governativo. L'ingiustizia, la sopraffazione, la violazione della legge fecero capo sistematicamente al deputato o al candidato governativo» (N. Colajanni, Nel rt:- gno dt:lla mafia, PaJermo 1971, p. 91). Perciò, la mafia è stata vista come frutto dell'alleanza tra gli aristocratici liberali di origine feudale e la nuova borghesia di proprietari terrieri che presta la propria abilità organizzativa nel controllo politico e amministrativo (cosl S.F. Romano, Storia della mafia, Varese, Sugar, 1963, pp. 139-40). E, d'altronde, proprio il sistema di governo di Crispi aveva rafforzato il potere dell'esecutivo e dei ministri, e consolidato la funzione dei deputati come tramite delle clientele. L'influenza che esse esercitavano veniva bollata come corruzione poiché li spingeva fino alla protezione di mafia e camorra, «capi e padroni di vere associazi~ ni a delinquere» (F.S. Merlino, Questa l l'Italia, Milano 1853). È vero, le basi onorifico-competitive del comportamento mafioso spingevano non verso la ricchezza, ma verso il potere: il saccheggio delle amministrazioni comunali e del patrimonio pubblico, l'accaparramento dei beni demaniali e ecclesiastici, della gestione degli istituti di credito, le estorsioni sotto qualunque forma di denaro pubblico. l'ìn0uenza esercitata sulla magis1rarnra. Ci sembra questa l'attività principale della mafia ottocentesca nel passaggio della Sicilia da una condizione di frantumazione del potere a una di centralizzazione statale in senso m~ demo, condona dalla monarchia sabauda. La mafia preunitaria fa. ceva parte degli «Stati» esistenti all'interno dello Stato monarchico; la mafia postunitaria diventa una componente dello Stato liberale, lo scotto pagato a un'alleanza conservatrice. Questa caratteristica muta nel secondo dopoguerra di quel tanto che è consentito dalle mutate condizioni economiche e politiche indotte dall'andamento della guerra, dalla caduta del regime, dall'inserimento della Sicilia - e delrltalia - in un ben più complesso quadro internazionale. In quell'epoca, la mafia si riorganizza e si arma nei campi di battaglia per prepararsi a affrontare le nuove possibilità offerte da una situazione fortemente dinamica. L'esercito :tlleato nel 1943 ha davanti tre possibilità: «a. un'azione pronta, diretta ed immediata per ricondurre la mafia sotto controllo; b. una tregua negoziata con i capi mafia; c. l'abbandono di ogni tentativo di controllo sulla mafia nell'isola e la ritirata in piccole zone( ... ) dove si eserciterebbe un vero e proprio governo militare» (dr. Memorandum del capitano W.E. Scotten, 29 ottobre 1943. con.servato presso il Public Record Office di Londra). Nf la prima nf la terza ipotesi vennero perseguite, mentre la collusione tra mafia e separatismo non impedl un appoggio iniziale a quest'ultimo. La confluenza di elementi monarchici o ex fascisti nella Dc aprirà il partito cattolico all'inquinamento mafioso, coagulando il blocco di potere locale su strategie cui la nuova autonomia regionale offriva grandi possibilità. Il gruppo democristiano si era battuto lucidamente per l'autonomia, che collegava la Sicilia in m~ do privilegiato al flusso finanziario dello Stato che si preparava a •riparare» alla questione meridionale, spostando al sud una quantità notevole degli aiuti americani del piano Marshall prima, e dell'intervento straordinario dello Stato poi. L'intervento nella riforma agraria, il dominio in alcuni consorzi di bonifica e sulle acque, il controllo sul collocamento e sull'erogazione dei contributi assistenziali, sulle aree da industrializzare, sulle gare d'appalto, su enti pubblici, sulle licenze di commercio, ci dicono il sempre maggiore impegno degli interessi mafiosi verso !'espansi~ ne edilizia e commerciale della città (dr. Mafia e pott:repolilioo, relazione di minoranza e proposte unitarie della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia, Roma 1976). Diventa vitale il mantenimento e \"ampliamento del controllo sulle amministrazioni comunali. provinciali, regionali. Rilievi attuali valutativi Perciò ci sembra utile ancora insistere sul «politico». E. anche in presenza del restringimento delle risorse disponibili in quest"ultimo decennio, possiamo concordare sulla teorizzata autonomia della mafia imprendi1rice solo come linea di tendenza, in assenza di un ricambio reale della leadership democristiana sull'isola. Giustamente osservava Nando Dalla Chiesa che «D'Acquisto, Lima. Gioia ed altri compromessi come Ruffini sono tutti eletti, stanno tutti in organi direttivi della Dc e magari di governo.. (dr, «Ora i padrini hanno paura», intervista di G. Bocca, in La Repubblica, 3 settembre 1983, p. 9). L'impresa mafiosa non ha perso del tutto la necessità impellente di riciclare il denaro proveniente dal settore illegale, ciò che la pone fuori dal mercato; si fonda sulla capacità di aggiudicarsi gli appalti pubblici che spesso non gestisce direttamente perché non ~ •produttiva», ma che concede in subappalto a ditte minori che controlla, corrompe e intimidisce; è preminente l'aspetto di speculazione finanziaria e di controllo del credito; opera in settori marginali dell'economia (soprattutto edilizia e agricoltura) a basso livello tecnologico, né è interessata a investimenti a esso finalizzati. Il tentativo del libro dell'Arlacchi di ancorare l'analisi della mafia dell'ultimo decennio al piano materiale dell'economia si scontra dunque con una forte presenza di caratteristiche extraeconomiche - tale da non potere usare il termine di impresa che in modo generico e, tutto sommato. improprio. L'impresa mafiosa, portatrice di spirito capitalistico, non può essere valutata come eversiva e ribaltante il ruolo marginale dell'economia siciliana. Né può essere datata così tardivamente la fase dell'•accumulazione». Con ciò si sconta. ancora una volta. l'incomprensione del ruolo della mafia ot• tocentesca, di cui si evidenziano essenzialmente le caratteristiche comportamentali o culturali in senso lato, sottovalutando la portata economico-politica della sua presenza. Oggi come allora, il «terzo livello», quello del ceto politico-economico che emerge appena dalle inchieste giudiziarie successive all'assassinio di Dalla Chiesa, coperte dal segreto di Stato le 270 schede analitiche prodotte dalla stessa Commissione antimafia (dr. M. Pantaleone, .:Cadaveri eccellenti», in / Siciliani n. 2, febbraio 1983), è ancora intoccabile. È parte del ceto politico nazionale. La tendenza, però, all'auton~ mia mafiosa dal mondo politico non può essere assolutamente negata. Sciascia, guardando al versante opposto, avvertiva che il tentativo, da parte degli uomini politici infeudati alla mafia, di districarne i partiti può considerarsi in atto (L. Sciascia, .:Quando la mafia diventa eversiva», in Giornale di Sicilia, 20 settembre 1982). Ma questo fenomeno non va piuttosto attribuito alla crisi del dominio democristiano, che solo la proposta del compromesso storico ha ancora protratto? La coesione dei gruppi all'interno della Dc, per molte e serie ragioni, si è incrinata, mentre contemporaneamente si è alzato il livello dello scontro armato di stampo mafioso. Se non si dice questo, la tesi dell'autonomia mafiosa può diventare assolutoria di tutto quel gruppo dirigente. Non tutti i nomi di morti di mafia possono trovare posto sulla stessa lapide commemorativa ... .. un libro che Pasolini meritava CtsllT Zaullini ... indispensabile per i futuri discorsi su Pasolini Tullio Kukh ... il libro più pasoliniano che mai si sia /0110 Albnlo F11nssino Prefazione di Paolo Volponi Filmografia e bibliografia incdi1c e complc1c di Pier Paolo Pasolini COFANETTO, 1802 FOTO B/N E COLORE 622 PAGG .. PREZZO DI COPERTINA L. 68.000 Ai lettori di "ALFABETA" l'opera viene offena al prezzo scontato di L. 48.000 (Più spese postali) inviando l'apposito modulo lxsidero rice,·erc N. copie del ,olume: "'PIER PAOLO PASOLINI: CORPI E LUOGHI"' noln(' t coanomc.. "a/lo,: .. CAP .................... PfO• ...• 1'11lwrò ,.i"°"""" b .....,.IN d, I ~I (XlO l•ahd,, pt"!l'll~l.il PRATICHE EDITRICE Max Black MODELLI ARCHETIPI METAFORE Prcsenmi al pubblico iuliano da una originale introduzione dell'autore, i cinque ,saggi raccohi in questo volume forniscono illuminanti risr;su: a questioni ;!n!fc~!a:cn~~:~~::s hrs 1 a riflessione sul linguaggio pp. ISO L. 10.SOO Yoscf Hayim Ycrushalmi ZAKHOR STOlllA EBI\AICA E Mf.MOPJA EBRAICA Con una scrittura stimolante e appusionata, l'autore ana.liu.a di Z~~t:c:~;:i;i:"e°s del loro pasuio, e come lo hanno trumcno e rivissuto da.litorigini biblKhe ai giorni nostri pp. lSO L. 10.000 . Piero Camporesi ALIMENTAZIONE FOLCLORE SOCIETA pp. 280 L. l◄.000 Bcrnagozzi Brunetta Dc Vincenti Fink Quaresima MICHELANGELO ANTONIONI IOEN'Tlf1CAZJONE 01 UN AllTOU: pp. 1)O L. 8.000

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