Lamacchinateatrale Dtux cx machlna Mostra specializzata di materiali, metodi e tecnologia per il teatro (Parma, 21-24 aprile 1983) N cl linguaggio comune del teatro contemporaneo, il termine ...macchinai. introduce a una zona buia, nascosta dalle quinte. a un mestiere (il macchinista) che si tramanda ancora da maestro a gan:one, coperto dal segreto dell'arte come nelle botlc• ghc medioevali. Per chi ha memoria storica. esso evoca anche i trai• tati di scenotecnica secenteschi, come la Pra1icadi /abricar scc11t t machint nt' teatri del pesarese Nicola Sabbattini. o le memorie di Pomponio Torelli, fondamentali per lo studio delle reste barocche. Le immagini affioranti propongono ...glorie .. e carri allegorici. carichi della simbologia celebrativa di signori e corti principesche, e rimandano a un apparato spettacolare puro, svuotato dalla tessitura «drammatica» che nel Cinquecento aveva unificato l'intento pubblicitario del committente e l'applicazione sperimentale delle teorie scientifiche, la pittura e l'architettura, gli apparati spettacolari di vie, cortili, sale, giardini, e i topoi figurativi della sperimentazione prospettica (cfr. L. Zorzi, Il tea1roe la cimi, Torino, Einaudi, 19n). Nelle feste barocche, ancor più che in quelle delle corti rinascimentali, l'uso della tecnologia applicata allo spettacolo si arricchisce dei ritrovati nel campo dell'ingegneria civile e militare (le macchine belliche, le macchine idrauliche, gli automata), e produce i suoi «effetti» sorprendenti introducendo il cambio a vista delle scene, nuovi sistemi di illuminaValtnlina Valtnti i zione, ecc. All'architetto-pittore, apparecchiatore di «luoghi» teatrali, si sostituisce l'ingtgntre e sempre di più la macchina diventa meccanismo complesso, ingranaggio pubblicitario e celebrativo di una corte che quasi solo in tal modo tiene i suoi legami con la città, e che si isola in campagna, o si separa - nelle tribune e nei palchi - gli eserciti mercenari sono raddoppiate dai finti combattimenti (tornei, «barre», naumachie) allestiti nel con.ile di palazzo Pitti, in cui il valore dell'eroe, il principe di stirpe divina, fa le sue apparizioni a confenna e garanzia di una pace guerreggiata. Ora, rintracciando l'«aura della macchina» a partire dal luogo teatrale, troviamo che vi coesistono più funzioni: la destinazione, ciò che ~ visibile e manifesto; il meccanismo e l'ingranaggio, ciò che non si vede; le pratiche, ruso relativo alle diverse macchine. La macchina. nella sua accezione originaria,~ intrigo, tranello teso alla natura, macchinazione, cd~ quindi nascosta, celata nel dispositivo scenico. Nascondere l'ingranaggio, nel Seicento, rientrava in quella poetica dell'effetto di meraviglia e di spettacolarità della manifestazione in cui autorità e magia si combinavano: la scena come scatola magi- ••llliiio.;;l~;-.1 ca; la scena come metamorfosi urdal resto del pubblico. Diventa così la macchina dello spettacolo, l'investimento di presligio (tecnologia) per stare sulla scena politica europea. Da qui la necessità che essa sia raccontata e descritta dai cronisti di corte, infonnatori ufficiali del Gran T~atro del Mondo, di uno scenario in cui le finte battaglie dcbana, luogo della città trasformato con elementi posticci; la scena come creazione di ambienti artificiali che simulano quelli naturali (la sala allestita da Buontalcnti per l'amico Fido, in cui «gli spettatori entrando dovevano provare l'i.Uus~ ne di trovarsi. in giardino•, effetto ottenuto combinando vero e falso, addobbi floreali e uccelli veri, una veduta prospettica e antologica di Una rivista nuova. La vostra dose mensile di fumetti, viaggi e avventure. In edicola c·è ilterzo numero: non perdetevek> ... --...-~~.,,...-...,,_
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