Alfabeta - anno V - n. 55 - dicembre 1983

(come ho cercato di motivare in •Umanesimo e teologia. L"idea della 'tecnica' nel Cortegiano di B. Castiglione», in /I Cemauro n. 6, 1982) traduce in termini di mito platonico il problema 'moderno' dell'autocontrollo della sfera emotivo-sensoriale a favore di una previsione assoluta del divenire delle cose- con tutte le contraddizioni, o «concatenate contrarietà», che questo progetto immette sulla scena del testo. in cui sembra procedere da una mente impiegata in qualcosa d·a1tro, ~ onorevole, perché un impiego è un segno di potere. Ma se sembra procedere da un proposito di apparire grave, è disonorevole .. (c. X). Qui è ancora una volta il tema dell'autocontrollo, dentro e più di quello della simulazione, a collegare - lungo un arco di tempo ormai cospicuo - la «virtù aristocra• tica» di Castiglione alla «virtù borghese» di Hobbes. E, d'altra par• te, non era stato proprio questo rapporto tra società cortigiana e civilitl borghese il nucleo più originale del grande affresco di Elias? munità, 1961, voi. Il, pp. 462-70)- lo assume Elias in pagine di rara intensità 'contemporanea'. In esse sono presenti i due punti centrali dell"in1era questione. Innanzi tutto, la caratterizzazione "ideale', non empiricamente riducibile a progresso meccanico-- scientifico. della dimensione della Tecnica: «.Lacausa di questi cambiamenti di comportamento non ~ la 'tecnica'; quella che noi chiamiamo 'tecnica' non è a sua volta che uno dei simboli, una delle ultime forme di consolidamento di quella costante capacità di prévi• sione cui tendono la formazione di sempre più estese catene di azioni Galzigna - che possa costituire effettivo terreno di resistenza alruniverso della tecnica. O anche che non sia prodotto rovesciato, effet• to ben più che devianza, della sua inten1io nichilistica, come è splendidamente fissato in un aforisma di La Bruyère, citato anche da Elias: «La vita di oorte ~ un gioco serio, malinconico, che assorbe: bisogna piazzar bene pezzi e batterie, avere un piano, seguirlo, parar quello dell'avversario, talvolta rischiare e giocare d'istinto; dopo tante riflessioni e tante precauzioni, si ha uno scacco, talora matto» (I caratteri, Torino, Einaudi, 1981, p. 153). te oppositi\'Ì. La oonseguenza non detta dell'intero discorso ~ il rapporto inversamente proporzionale tra civilizzazione e politici22azione, e cioè il carattere strutturalmente spoliti• cizzante della modernizzazione. Qui, tuttavia, e prima di qualsiasi conclusione vaJutativa, si ferma la riOcssione di Elias. Anzi, se qualcosa travalica i confini programmatici del suo procedimento rigorosamente descrittivo, è una vena ottimistica che in anni difficili ha costituito anche un 'utile barriera protettiva nei confronti delle varie sociologie del 'tramonto'. Ma anche un punto di arretramento nei È, infatti, proprio esso- massimamente espresso da quel concetto di «sprezzatura», come •arte che non pare esser arte», in cui culmina il processo di interiorizzazione dell'artificio tecnico- a spiegare la fortuna europea del Cortegiano, non solo lungo la linea del manierismo controriformato da Antonio Guevara a quel Baltasar Gracian che traspone !"indicibilità categoriale di •sprezzatura» in ..:despejo.., a sua volta tradotto nel francese «Je ne sais quoi» dalla geniale infedeltà di Joscph de Courbcville (B. Gracian, Le héros, 1975, ora ripubblicato nelle Éditions Champ Libre, Paris 1980, pp. 6163)1, ma anche - per tornare alla citazione di partenza di questa discussione - nel cuore del pensiero assolutistico di area riformata. .--------------------------------~ confronti di altri settori della cui• Il rapporto ira Castiglione e Hobbes - non di filiazione diretta, né di rimando esplicito, s'intende - era stato già segnalato. del resto, dalla finissima penna di Leo Strauss (Che cos·t la filosofia poli1ica, Urbino, Argalia, 1977, pp. 191-201), soprattutto per quel che riguarda la formazione umanistico-retorica del giovane Mobbes. Probabilmente il discorso \'a allargato anche alrHobbes maturo, visto che proprio il Leviatano contiene passi di indubbia ·atmosfera·, se non diretta ascendenza, castiglionesca, come quello- appunto in tema di •sprezzatura .. - secondo cui ••la,ç.ravit;ì.nella mi,;ura U n ultimo punto, prima di concludere. Si sono richiamati tre importanti filoni di ricerca relativi al 'disciplinamento' come orizzonte obbligato di formazione del 'moderno'. Ma c"è un altro vettore di discorso. forse meno determinato, ma non meno si• gnificativo, che può servire a completare il quadro dei riferimenti possibili. Ed è la rinessione heideggeriana sul nesso tra Occidente e Tecnica, sulla Tecnica come destino dell'Occidente. Heideggeriano, dicevo, ma an• che weberiano. E proprio da Weber - come del resto lo stesso tema del 'disciplinamento' (cfr. Economill ,. wciNà. Milano. Ed. di loVestireitaliano Quarant'anni di moda nelle immagini dei grandi fotografi a cura di Eva Paola Amendola con un saggio di Arturo Carlo Quintavalle testi di Roberto Campari, Marina Truant, Gloria Bianchino La vicenda-moda raccontata attraverso le fotografie dei professionisti più noti e insieme analizzata nella sua dimensione di fenomeno antropologico e sociale. 0 Edizioni Oberon e la concorrenza tra i loro membri .. (p. 328): il che, ancora qui, rimanda alla questione della genealogia profonda, non solo pre- -moderna ma 'antica' (platonico-- agostiniana: il controllo-annullamento delle passioni oome molla della salvezza-sviluppo), della tecnica. In secondo luogo, il processo di occidentalizzazione del mondo, oggi definitivamente compiuto. Se la tecnica è la dimensione delrOccidente, l'Occidente è la dimensione del mondo. ln questo senso, non c'è atteggiamento o pratica o sapere - neanche quello 'malinconico". per riprendere l'argomento, mollo attuale. del hcl ,aµ,ç.io di 300 Illustrazionia colorl e in bianco e nero Lire 50.000 tura europea che, a partire dallo stesso Weber. hanno avvertito il rischio di 'pietrificazione' - di en• tropia, si direbbe oggi, - presente nella neutralizzazione omologante trasportata dalla tecnica . Il fatto che neanche da essi sia venuta una risposta, o quanto meno un'indicazione positiva, nei ,.., confronti di questo rischio. escluMa del carattere onnipervasivo della tecnica, ciò che conta è il modo in cui, secondo la ricostruzione di Elias, esso si dispiega. Come può un meccanismo messo in moto da bisogni e desideri di distinzione sociale - sia sul piano degli indivi• dui sia su quello degli aggregati di classe o nazionali - portare al suo contrario, e cioè a un risultato di crescente integrazione? Ciò è spiegato dal carattere intrinsecamente a-conflittuale e strettamente funzionale del processo di differenziazione con cui si manifesta la dinamica della civilizzazione - da qui la progressiva omologazione di mo. dclii comportamentali che caranerina anche amhiti idcolog.icamcnde la possibilità di scorciatoie ideologiche o di circuiti critici esterni alla densità avvolgente del proprio oggetto. Ma ciò non toglie nulla alla drammaticità della domanda che esso stesso continua a imporre: come vivere polilicarmnte il destino di spoliticizzazione a cui sembriamo da tempo inesorabilmente esposti? Nota (I) Ma ronfronta. per questo termine. la voce sulla «grazia,., Gouw: tndillidualism in A.11 and Anisu. di R. Witt• kower, in Diccionary o/ th~ His1ory of td~a.J. New York 1973. vot Il, rispetto al quale non riesco a condividere la polemica di E. Sacoonc. «Grazia. S,,.,cz• ulura, Affettazione• (in Autori vari. CasriglioM,cd. R. W. Hanningand O. Ronsand, New Haven and London, Vale University PreY. 1983): chi ha <ktto che la genealogia c:onoeuualesia alternativa all'analisi sincronica del te- ~•o,.

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