r·········································································• La conceziondeelpontefice Cesare Viviam P apa Woilyla, aman.te com'è IO dalla valutazione dei familiari Anzi, direi che è proprio quest'as- dirigere l'incontro con Dio. LA sua tomento: è cosi contraddittorio (baddk cose grandi e inkrconti- ma, uscendo (UJ/le loro volontà e senza di prescrizioni e di modelli - attività è per la maggior parte ispi- sta vedere come sono mischiati il Mntali, non può certo fare intuizioni, può diventare un segno quest'astinenza dai consigli e dalle rata alla prescrizione e al dovere. bene e il male nella vita) che non piccoli errori: ma colossali o ni.tn- thl/a volonll2 di Dio. È la dimen- indicaziani, questa non detumina- L'esperienza religiosa viene conti- permeue facili traduzioni o appli- ■ te! Mi umbra giga.ntesco q~llo sione della libertil umana, dove zione o non ingerenza - che fa reti- nuamente tradotta in contenuti pro- ·cazioni. È così contraddittorid da ■ fono in quuti giorni tornando a ciascww incontra tulle le difficoltà giosa la parola o, meglio, che la- lici: ma con i consigli il risultato esseremisteriosa. Ma è solo in que- ■ proibire la con1racuzione. Spiego dell'intreccio dell'amore con il vo-- scia libtro (e non occupa) lo spazio massimo che si può avere è quello sto spazio oscuro che la vita trova ■ in che senso. kre e il fare. Uno spazio di cui non sconosciu10 e pericoloso (percht di ~ere •bravi», e non si può an- la sua libertd, si apre a una dimen- : Ricordare chela vili, non appar- si possono precisare i contorni ni i privo di indicazioni) in cui è possi- dar,toltre! sione nuova che non è mai possibi- ■ tiene all'uomo, ma che liliem da contenuti, e che si realizza solo ml- bile incontrare Dio. È il venire me- Cosi, invece che fermarsi alle so- le controllare. ■ Dio, cosi che l'uomo non può or- la incodif,cabile esperienza <hl/a li- no delle certezze che realizza la glie della libertà ìndililiduale, indi- È penoso pensare che la volonlà ■ ganizzarla a tal punJo da ~dir- bertà individua.le. presenza divina. cando al triksinw la necessità di di Dio venga utilizzata per vietare ■ la. Ricordare che ncn esis~ soW la Che allora papa Woilyla pro- L'essenza dell'esperienza re/i- aprire la volontà dell'uomo alla vo- l'uso dei preseniativi o della spira- ■ volontà thll'uomo ma CM c'è so-- mmci, più o meno, queste parole - giosa, mi pare, è questa apertura al lontà di Dio- invece che limitarsi a le. LA volontà di Dio è una presen- ■ prattuno q~lla di Dio: e eh.ela lilita ricordando a tutti l'assolUlaneces- vuoto dell'esistere, è lafragilità del- ricordare che non si può impedire za tanto certa quanto indecifrabile ■ non coincilk con la volontà del- s~ de/l'esperienza religiosa, anche la volontà dell'uomo e delle sue la vita, - il papa ha invaso lo spa- e, sono sicuro, non prende posizio- ■ l'uomo (sarebbe ben povera cosa!) a q~lli che ncn la vivonc in forme espressioni (anche se quest'uomo è zio della libertà individuale, l'ha ni e non esprime pareri sulla scelta ■ e che il senso dell'esistere è sentire comunicative e sociali, - è opera il capo di una Chiesa), è W spalan- impedito, riempiendolo di conte- dell'anticoncezionale. E poi, nella : quato limik e rerukrsi disponibile sanJa, non possiamo che essergli carsi dell'abisso thll'ignoto: dove si nuti e di percorsi, di compiti e di mia esperienza, l'uso del presenia- ■ affine~ sia falla la voWnzàdi Dio. grati, perclu contribuisce a dare frantuma la valutazione umana, lì co~nne. Si potrebbe dire che il tivo non allontana da Dio; e nem- ■ Ricordare che la vila sarebbe tuJ. ampiuza e senso alla vira, e si può è possibile incontrare Dio. È pro- papa, col proibire la contraccezio- meno avvicina, si capisce. Invece, è ■ l'allra (ma Mn può essere) se fosse arrivare a dire che parole simili, prio la vertigim di una parola pri- ne, ha fatto uso della contraccezio- cosi pressante la domanda di liber- ■ continua (ma non può essere) l'a- pronunciak dall'uomo, sono paro- va di contenuti pratici e di garanzie ne. LA parola del papa ha occupa- tà (nei giovani che si distruggono, ■ pertura al compllmnto della volon- k di Dio. - è proprio l'accesso a una zona 10 lo spazio della libertà, l'ha sop- per esempio) e la domanda di fe- ■ là di Dio... Dove invece casca l'asino (senza dolile i significali si liberano e si presso: non è più parola religiosa, de... È cosi forte il desiderio di ■ QUDk parok, CM acannano al- alcun riferimento a q~llo del pre- mol#plicano e non è più facile di- è parola pratica, operativa - è pa- aprirsi senza rimproveri a questo ■ fessenza dell'apemnza religiosa, sepio) è quando il papa traduce sting~reilbenedalmale-cheper- rolagerarchica. spazio sconosciuto, di lasciare che ■ sono appunUJ l'espressione di una l'invilo a.•non ~dire la vita» in metll l'esperienza religiosa. Solo La Chiesaha valutato la possibi- un fatto, un'intenzione, possano : duMnsione simbolica, dove l'even- IUUl condanna della contraccezio- lasciando le ragioni e i progetti, so- lità di vita, ha stabilito i valori, ha diventare segni che si iscrivono mito aadal controllo ddl'imnpretJJ- M, dove chituk lo spazio <klla li- lo -sma"endosi», è possibile che tracciato la strada del bene creden- steriosamente nella nostra vita, co- : zione e acquista vila au10noma, a.r- bertà in una prescriziom. sia fatta la volonld di Dio. do di evitare il male e l'errore. In me motori inarrestabiliper un viag- ■ sumendo tanJi possibili significati, LA parola, infatti, è religiosa e lnlilece, ahimè, la vita religiosa realtà, stabilendo il percorso re/i- gio di cui sappiamo pochissimo. ■ viaggiando verso l'ignoto, Mn of- divina quando rispetta W spazio della Chiesa è alimentata da ordini gioso e f,ssando ncrme di attività e Lasciare che gli avvenimenti possa- ■ frtndo aJl4 fiM più nessunaartez- dell'esisknza individuale, e lasciaa e divieti, da limitazioni t precetti: è di meriw, la Chiesa occupa lo spa- no aprire la lettura della vita, e la ■ za. È la dimLnsione dove la vita dascww la libertà di individuare i piena di indicazioni e di nomi. La zio della libertd e della fede, impe- vita, fino all'igno10. Lasciare che ■ trova spazio e spessore, e dolilela modi per perco"ere il complicalo Chiesa non si libera da questa in- disce l'incorttro con la volontà di una nascita sia veramente una na- ■ nascila di un bambino non ha più il cammino dell'esisttnza - gli lascia cancrenita funzione paterna: vuole Dio. LA volontà di Dio non si può scita. ■ significato (posilivo o negativo) da- la libertà di cercare la sua libertà. insegnare a vivere, per facilitare e tradurre in indicazioni di compor- "' .. .............................................................. ~············ nuova con gli oggetti materiali e le idee, in UD salto di effetti: che conduce le M>Cietsàtoriche sino all'entropia, magari, senz.a produrre molto di utile e degno per la collettiva base degli uomini ... Ma non conduce a una perdita del rapporto con le cose, anzi a ben vedere lo costituisce quale è, mentre innanzi era certamente tecnico (di una tecnicità che in sede antropologica è primordiale, secondo Leroi Gourhan), ma non presente, analiz:z.abì1~. espansivo. I! UD rapporto in cui nulla va bene; se oc conosce la problematicità, il dubbio, la aedenza, la CO-- stante illusoria, niente affatto l'equilibrio. E anzi, vedi già Hume per non dire appunto Marx o Freud, la sa:psi più radicale è propria del rapporto moderno con le cose. U moderno va visto al di qua del senso estetico, dove verte sull'innovazione nel suo valore romantico dopo Humboldt di avanzata in Juogo sconosciuto. E prima che in senso cuJtu.ralee filosofico, dove si pone imprescindibile l'esigenza del libero dibattito. Va definito in una relatività che è continua riappropriazione di una comprensione dcUe cose. Attraverso un discorso che è altro e però, contraddittoriamente, alle cose (non agli dèi) si riferisce. In quanto non è nominalistico; e neanche cosale. Non trascura, come nella vulgata marxista (e in certe curiose crociate recenti contro la semiologia), l'attività simbolica umana. Né certo evade nel verbo. Ha una criticistica at- ~ tcnzione a ogni movimento e al ~ -sé» che esercita l'attenzione. -~ O moderno t tutt'insicme la luce :::.. e i diritti dell'uomo O'egualitarismo ! ==;~oùia~~ ~~ 1; ~ ~ ,. ., namica ramcale, non si attinge, ronfronta Bettelheim; vale c.omealtro modo per costituire il moderoo). e.erto, come si usa dire nel movimento operaio, tutte le conquiste =: possono essere smangiate. l! ;! Verso Habermas e verso Lubmann ~ Veniamo all'oggi in tennini più sobri ancora, scegliendo di riferirci al saggio di Lyotard del 79. Lyotard viene dal gruppo Socialisme ou barbarie del Cinquanta. Ed è «partitoit da Marx e da Freud senza rigettarli poi, come quasi tutti nell'antimarxismo crescente. Libidinoso e libertino alla france- 'SC, tiene fennissima però l'analisi di fondo. E dunque Habcrmas gli pare UD francofortcse attenuato, nella grande dignità che serba, con la sua fiducia nell'apprendimento giusto da parte dei soggetti di base e nel dibattito delle ragioni contro le razionalizzazioni, in un'eticità dell'intelligenza: «non sembra possibile, e nemmeno prudente, orientare, come fa Habcrmas, l'elaborazione del problema della legittimazione nel senso della ricerca di un consenso universale attraverso ciò che egli chiama il Diskurs, il dialogo delle argomentazioni». È un giudizio cattivo. Ma si può leggere bene cosa dice verso l'altro corno tedesco, verso il grande avversario, il grande consigliere del tiranno d'oggi, che tutti sta affascinando e battendo e seducendo a non contraddirlo con le semplicità di sinistra (dì filosofia della storia) ... Certo la «riduzione di complessità» come procedimento forzoso nell'epoca dei media è il suggerimento più ac:4,rto e _acuto che sull'oggi si è letto ... Ma apa0 INI P(r ; ' . Ciò che avviene oggi è detto imfuediatamente all'i~· ·o, con un'ulteriore analisi i . licita nel pie.colo libro di Lyotar f ed è fin qui la sola analisi più ta'1iente di Luhmann: oggi si sta ~mbiando ,.,gioco linguistico. E cioè nelle democrazie d'oggi è invalso il pcrf~rmativo: nel senso - poi associato a altri con slittamento equivoco - dì un enunciato che «ha la particolarità dì far coincidere la propria I . punto dice Lyotard verso Luhmann: •Luhmann risponde (... ) che è possibile orientare le aspirazioni individuali con un processo di 'quasi-apprendistato', 'libero da ogni perturbazione', in modo che esse divengano compatibili con le decisioni del sistema. Queste ultime non devono rispettare le aspirazioni: bisogna che siano le aspirazioni ad aspirare alle decisioni• ... E poco oltre definisce terroristico il comportamento del sistema «descritto da Luhmann». enunciazione col suo effetto sul referente». La definizione dei giochi linguistici è presso Wittgenstein, come si sa; quella dell'enunciato performativo presso Austin; nell'uso di Lyotard gli esempi sono semplici, se il rettore inaugurando l'anno dice 'L'Università è aperta', il destinatario non viene messo «nella situazione di chi deve dare o rifiutare il proprio assenso» ... Ma è anche come dire: le leggi di emergenza sono leggi ma sono «messe al bando• dell'avversario politico, in passato e in futuro, magari dopo avere ben colpito un mafioso senza prove ... E anche le Oarffli nucleari sono inaugurate ... Ma ci fermiamo, su queste semplicità. Ora, mi sembra invece che Lyotard abbia sbagliato il titolo. Egli fa un'analisi del lavoro e della struttura, anche se il suo tema è il sapere. Il suo rapporto sul sapere non definisce la svolta informatica come settore trainante dell'industria e del capitale; ma chiaramente illustra come essa è centrata a creare un'artificialità ulteriore, svuotando ogni essenza materiale semplicemente intesa (e ogni fila di proletari) ... Perché allora intitola questa condizione umana e operaia «post-moderna»? Si può discutere ancora il termine nella sede specifica delle architetture, delle arti e anche delle lettere. Di recente lo ha ripreso per se stesso Eco, nell'Alfabeta n. 49, col suo acume di primo peirceano europeo, semanticista rigoroso, e dunque interlocutore anche di quel lontano grande Paese.. Si può ridiscutere. Ci sono altre credenze e valgono anteriori regole di gioco; c'è il principio «forma uguale a funzione» e c'è «il segno della prosa». Ma a livello di analisi del lavoro e della produzione il termine è improprio. Qui oggi viviamo da moderni sofisti attenti a controbattere ancora, e più difficilmente, insieme a altri e insieme a Lyotard, il terrorismo linguistico dell'alto: che è un tentativo di regresso combinato con microprocessori ottimi, Sofistica, e spettacoloso cerimoniale mitico in alta unifonne allo scopo di cancellare il moderno. U moderno dove valgono alcuni modesti motivi: l'elemento comune del lavoro, a cui dedicare l'analisi, con negazione sempre pronta verso eccessi di produttività; la differenza, che è la vecchia esistenza o la categoria del singolo, in un timbro «debole~, la ricerca, fra s:rutture dubbie e credenze, di verità ,relativa.
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