~-----------, marxiano al danaro si trova anzi• tivo del carattere dell'italiano, di cui scrive oggi Giulio Bollati). ché non ~ nettamente un oggetto riscontrato di studio, ma - in più forme fra le quali anche quelle «reali,. e ben rimunerative - ~ una tendenza evoluta dominante (il Capitalismo) dentro un processo articolato e assai mobile. Già dunque a tale data la scomposizione del processo lavorativo che. da abilità e utilità di mano, diviene parcellizzazione cd cspropriazier ne, attraverso il macchinario d"alto costo capace di assumere una serie di procedimenti. definisce il nuovo modo di produzione. EINAUDI NOVEMBRE CINQUANT'ANNI DI UN EDITORE Le edizioni Einaudi negli anni 1933-1983. Uno strumento offerto al !cuore per conoscere un cinquantennio di attività editoriale, per studiare e giudicare una vasta zona della cultura contemporanea (• PBE•, pp. 8<, con uo illustrazioni, L. 10000). SCRITTORI TRADOTTI DA SCRITTORI In questa nuova collana, dopo Kafka di Primo Levi, Stevenson di Fruttcro e Lucemini, Flaubert di Natalia Ginzburg, esce Candido di Voltaire nella 1raduzione di Riccardo Bacchclli, con una nota di Leonardo Sciascia (L. 6Joo). SUCCESSI DELL'AUTUNNO Youtttnar, Come l'acquache scorre; Ceroneui, Un viaggio in Italia; Quen«u, Eserci:t.i di stile nella versione di Umberto Eco; Be:njamin, Stradaa unso unico; Redondi, Galileoeulico. L'ITALIANO di Giulio Bollati. In queste pagine un profilo ideologico della nazione, riletture originali di Mamoni, Leopardi, D'Annunzio e ripetuti segnali intesi ad avvertire, dietro falsi primati e miserie evidenti, la presenza di un modello trasformistico («Nuovo Politecnico»). Tre nuovi romanzi: SAMONA Il custode. L'autore di Fratelli alla sua seconda opera narrativa (L. ,, 000). E i due brevi e intensi: Illegato di Boll, La pariila II carlt di Bernhard ( L. 8000 e L. 4000 ). MAN RAY Oggelli d'affn.ione. Man Ray fotografa i suoi oggetti d'affezione «per dileuare, disturbare, disorientare o far rineuere• («Saggi•, pp. 291 con 119 tavole, L. 4-' 000). LA GALLINA NERA di Antonij Pogorclskij, una fiaba romantia che ha per cornice la mitica Pietroburgo. U dodiciocheselvatiche t allre fiabe irlandesi di William Butler Yeats («Libri per ragazzi•, L. 10 ooo e L. 12 000). LETTERATURA ITALIANA 2. Produzione t consumo. La collocazione sociale dei letterati, l'editoria, i rapporti letteratura/ mass media, la scuola e la didauica (pp. xv11-1o6o con -40illustrazioni fuori testo). tutto in Shakespeare, dentro il teatro che esplicita tutta la drammaticità dell'epoca moderna nascente. In Francia, il genere nuovo dominante è la riflessione, da Montaigne in poi; viene quindi Descartes. E il Di.scorsosul melOdo è di soli due anni posteriore, 1639, a una residenza finale in Francia di Campanella finalmente ex galeotto, con un suo rapporto spostato - se cosi si può dire - con Gasscndi .. Per altro questi teorici italiani da tempo non hanno più un rilievo nella ricerca; l'avevano, 1alora con eccellente indagine, presso Gentile e Croce, per la verità, e ancora prima nei positivisti cercatori di fonti anche se vertevano su roghi e fosse carcerarie e strappi di corda. come l'Amabile con la sua ricostruzione della rivolta comunista di frati nell'Aspromonte (poi svuo1ata da Bobbio con la sua pro. pria moderazione, né ripresa da Badaloni nel suo grosso libro - mentre resta infrequentato il testo poetico di Campanella che ~ fra i nostri maggiori, proprio così fila. sofico, insieme con Dante e con Leopardi). L'analisi, la novità Qui non ci interessa però, in senso stretto, la questione interpretativa del Rinascimento, né nei particolari storici e teorici, né in una grande linea. È indispensabile come primo riscontro accurato. Né qui il problema, ma solo un suo termine complementare d'interessamento e d'investimento, ~ l'attenuazione che presso il magiAccanto, possono esstre posti anzitutto i rilievi di Grossmann verso Borkenau sulla manifattura (nel '35 sulla rivisla dei francofortesi): dopo una fase iniziale di semplice cooperazione, segue la manifattura eterogenea e quindi quella «organica• (verso il secolo XVIII), dove c·~ la scomposizione utile del processo lavorativo nei movimenti ripetitivi della mano, con successione possibile di lava. ratori (scomposizione che poi l'instero storico novecentesco delle dustria raccoglie e utilizza con fine A fronte di ciò possiamo metteAnnales si esercita non solo verso contrario). re ora le utopie, e ci~ le «analisi la determinazione economica e Ora, non potendo qui indugiare (utopistiche) positive•, dove figuverso l'evento (dopo il cattivo uso su questi problemi, guardiamo pc- ra qualche oosa sul tema della dividella storiografia connessa al mar- rò la vasta e precisa ricostruzione sione del lavoro. Ricordiamo anzi. xismo): ma, in modi non tanto di Wallerstein -dove i fattori eco- tutto che questa ~ indicata come ,espliciti quanto consecutivi, verso nomici d'impulso trasformativo «sociale• (DSL) dopo Marx, con la la grande marca distintiva di perier sono i più estesi, in senso geostori- scoperta del plusvalore (più o medo. E cioè verso l'accumulazione co e ambientale, comprendendo le no ora invalidata con sospetto veroriginaria capitalistica fra Medioc- tecniche agricole e il clima e la ro- so la macroeconomia); la definivo e modernità; e verso il capitali- tazione delle colture e l'alimenta- zione della stessa come •tecnica. smo in senso lato, con l'introdu- zione, senza scartare mai i fattori non ra leva sui processi lavorativi zione della macchina durante il pe- economici stessi. Qui risultano le ma sugli imperativi economici e riodo detto teoricamente oo:illumi- più recenti analisi delle fonti, nel tecnologici assoluti (on); e certo nistico•, e con la serializzazione e cinquantennio intercorso. E per essa, di cui di recente si t tornati a la meccanizzazione come motivo esempio si possono citare, durante discutere per riproporla come T, espansivo, tendenzialmente dcci- r-r-'---'---------~~-...;......;... ___ --'-, sore dei processi, e valido via via in ogni campo della vita collettiva. Tale attenuazione e scomparsa del •salto'" viene a comportare, insieme al criterio innovativo e giusto del lungo periodo, un rapporto continuato, profondo e senza rot1ura, con l'evo medio (e i suoi due corni, la vila materiale e il simbolico, o il basso e corporale, da una parte. e il discorso del po1ere). È certo che il capitalismo non risulta in nessuna fonte documentaria come tale; esso non è un edificio come può darsi una banca, né un en1e nominato .. È invisibile. Tuttavia vogliamo qui chiaramente indicare il nesso fra Rinascimen10 e «moderno•, come continuazione allargata, in termini essenziali sia relativi alla struttura economica e produttiva, sia in un senso teorico e intellettuale a ciò connesso non secondariamenle. Ci serve per questo riprendere qualche riferimento all'epoca dei secoli xv.xvn. Anzitutto, la definizione di Marx stesso nel Capitale per l'Italia, che risulta fulminea in una nota del Libro primo, sezione lii: «In Italia, dove una produzione capitalistica si sviluppa prima che altrove, anche il dissolvimento dei rapporti di servitori della gleba ha luogo prima che altrove. Quindi il servo della gleba viene emancipato prima di essersi assicurato un diritto di usucapione della terra, quindi la sua emancipazione lo trasforma subito in pr<r letario eslege, che per di più trova pronti i nuovi padroni nelle città,.: dall'età dei Comuni ai tumulti dei Ciompi, a poi, il quadro strutturail secolo XVII, «le manifatture reali di Francia, dove i lavoratori erano virtualmente imprigionati nei luoghi di lavoro• e «tuttavia ricevevano salari relativamente alti•: senza cioè semplificare i pro. blemi (11, p. 124). riguarda pure la distinzione delle attività lavorative: per mansioni individuali, per settori, per territorio, per collocazioni gerarchiche, escludendo solo le nozioni di strato sociale e di interesse privato ... '----------~ le~ tracciato qui. .. (E si dà un m<r A questa data, dunque, non e•~ più lavoro artigiano né cooperativo, né autonomamente scomposto con un proprio «segreto del mestiere•. Ma c•~ il primo salto maturo, attraverso un trapasso - dato da una realtà con formazione di capitale - che oggi da parecchi non ~ più riconosciuto e rimarcato perMoro e Campanella, dunque, non rispondono semplicemente a un'indignazione morale proponendo un modello ideale di soluzione, l'utopia fuori di luogo, la Città del sole senza Chiese. Ma tentano di far fronte, insieme, all'ottimizzazione (produttiva) e all'umanizzazione (lavorativa). Si tratta di un tentativo teorico, come tale comprensibile e acuto in quel tempo, non ingenuo; non comprensibile magari oggi, anche se in Gramsci stesso (e poi) ~ presente a tratti una idea da dirsi post-rinascimentale, e nei confronti di Marx -scorretta-, di «operaio produttore:- invece che forza-lavoro e merce egli stesso. E Moro indica per la distribuzione e il consumo, Campanella anche per la prodUDOnc, un processo sociale effettuato in manifatture e brigate. li limite neno e caratteristico di tutto ciò, nonostante le descrizioni particolari del modello da loro proposto, non sta affatto nel carattere di •comunismo rozzo• (immediatamente egualitario; mentre in Campanella la pro. posta di abolizione della famiglia proviene da esperienze anabattiste). Ma sta nel considerare appunto l'attività lavorativa «un aspetto della versatilità umana necessaria a tutti gli individui•, come osserva Heller (e considerando dunque «l'attività lavorativa come la sostanza antropologica dell'uomo•, p. 587). Non emergono le distinzioni fra lavoro intellettuale e fisico, e fra lavoro mono (ogge1ti e mezzi prodotti precedentemente) e lavoro vivo, o attività impegnata di un individuo sociale che non ~ mai del tutto serializzato ma pona crescita comples.sa nel suo campo;~ t compresa l'oggettivazione, cioè questo modo proprio dcli' •uomo• di lavorare facendo oggetti interi. Siamo dunque dinanzi - con questo limite che ~ il carattere iniziale e proprio della stes.sa realtà contemporanea di lavoro, perché ciò che internamente e più propriamente ora evolve dentro que~ sto caranere si evidenzia solo più oltre nei maturi processi di industrializzazione - a un'analisi nuova. C'~ l'analisi del mondo. Simile per un verso a quella più nota e diretta, machiavellica già, sulla lotta di d~ e sugli strati sociali; e insieme più penetrante, in embrione, con un'interna negatività attiva. O HmO dd mockno Si tratta dunque di un tipo di attenzione ai fenomeni che sono proces.suali non in senso lineare, e hanno interesse collettivo e formativo - qualunque sia la loro valutazione (che si presenta, certo, prima come proposta etica e interpretativa, poi con modo descrittivo «scientifico•). E qui sta non tanto l'utopia. l'ipotesi di un possibile o la disperazione del reale, ma anzitutto l'osservazione diretta, l'esperienza connessa alla riflessione e alla teoria, il rapporto complicato soggetto-oggetto, da cui si svolge la cultura scientifica come quella anistica moderna. Si svolge quindi, per l'industria crescente, un"inerenza assai stretla fra la produzione avanzata (con prodotti •banali• o privi di impronta artigianale e cioè globale coerente) e l"ìntelligenza delle rose che riteniamo moderna. Ed t un'inerenza contraddittoria: ci si accorge di qualche cosa che non va, di una macchina e di un tempo che ora utilizza non solo il campanile ma l'orologio, come molti sta. rici ~rvano. __ Di un tempo che anzi, come disse in un'intervista Uvi-Strauss, non ha più ritmo ripetitivo o cumulativo (quale nelle ~ società selvagge) ma ha un ritmo ,:i di aa::clerazione e dispersione con ·~ legge incomprensibile nuova ... Vi ~ :i:~;ed:::~:~t~ ::~n::::~ ~ un nuovo raPpOrt0 mentale_ con le 1 =~~:~~ -~r messe in que- ~ Certo non si tratta di una immis- g sione in qualche .-in sb, di un mo- ~ do di essere dentro la natura con t: ingenuità al confronto del medie- ! vale trattato dei segni ... Ma si trat- ~ ta di una dinamica conflittuale ~
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