Alfabeta - anno V - n. 54 - novembre 1983

dtlla deboscia ufficialt. comt quella cht si è vista a Roma, uistono praricht più sotturanu cht si possono considuart un vero t proprio magazzino di quanto non i pili pumaso. O ancora, conu-:~r altre rapprtstntazioni umant, al/'asptt10 usotuico si affianca un lfrtllo ts01uico cht crisralliz:zao condensa ciò cht i diluito o lamut. Così è pu tutta /'epica demoniaca fiorita soprallullo durantt il Mtdi~m. L 'immaginario del Sabba, dt!llt mtsst ntrt. tee .. è ancoro una forma del dionisiaco. Esso dfrtnra allora demoniaco. Il Sabba. è chiaro, rata il modello dtl gtt1trt, con al antro il lubrico Caprone cht impusona il diavolo malefico t lictnzioso. t cht tvoca ancht Dioniso t il dio Pan. Nella fantasmatica dtl Sabba t ntll'iconografia cht lo riguarda lt urimonit orgiastiche hanno un ruolo fondamento/e: si odora una donna ignuda o si defloro ritualmente una giornne vergine, atti che danno inizio olla deboscia senza riregno, offerta al Dio del Malt, al diavolo inpersona. E come ntlftu/emizzata com11• nione della Chiesa cristio11ail .,bacio dello pace.. simboltg• gio il rapporto caritativo trafratelli e sorti/e, qui i un bacio osceno o contrassegnare il culto demoniaco: /'obsculum sub cauda. Se11zavoler svil11ppart oltrt 11n'ano/isiin quesro senso\ basto cht si consideri il sabba demoniaco come forma parossisticodi vorit situazioni en mineur che si ritrornno ntllt città t nelle compagne t cht serviranno come materiale di bast olla letteraturapopolare, ai raccontie alle leggendet alla tradizione orale, riservatisoprattutto ai momemi solenni dtlle veglie t ai cantastorie. Col tempo, sabba e messe nert non saranno più o~ro di t:SHri«a:zionali, mo di piccoli gri,ppi che vengono accu.sotil invidialiptr protichedi con11utismosessuale. A ques10proposito, gioca,w un ruolo di primo piano. in.sitmt:ollestrtght più noie, i devianti religiosile cui mistiche riunioni preocc11pano non poco. U stesse accuserivoireallecomunilà cristianeprimili~ tornano oro ptr i catari, i valdesie le altre sene che si ~Ollb a11ribuirele ~iori orge. Cosi 1ur cronista dell'XI strolo, Mopts. descrive le assemblee dei patarini o Milano: dopo cht si i •Sptnta la lampada.. ed è apparso un •grosso gano nero•, •essi si imposse.ssava,wdi chi ero loro vicino, qllillecht ne fosse il stsso, e si abbandcnavano o un commercio carnalechesi prolungavafincht leforze lo con.sentivano••. Erano proticht conslllte incesto. swpro e sodomia (bougrerie). Anche qui, non c'è spazio ptr soffennarvisi, ma si potrebbero citarepagine e pagine di notizie del genere. Colpisce soprammo lo ptrsistenzo e, infine, l'identitàdi schema di tali riunioni orgiastiche. Ma, come spesso succede, osserviamo anche uno slittamento, e ciò che rientravonell'esorerico,sabba demoniaco o celebrazionea caratterereligioso,divenUJvia via più essoterico.La cerimoniadello•lampada sptnta.., cht senza dubbio trascende spazio e tempo, è largamente diffuso. Possiamo insomma ritenere che, a ogni notizia attestante /'•amore a grappolo• arrivatafino a noi, dovessero corrispondere molte pratiche del genere. I CartulJJridi varieabbazie' confermiJIIQl'esistenza di società, gruppi, sene, che praticavano lo scambio sessualeo i rapporti collenivi. senza che la coscienza pubblico. con grande scorno de.Idero. se ne stntisseoffuscata. Talisocietàsi /ace.vano pubblicità e. in tut modo che p11t)richiamaregli odienri réscaux. ovn.'allO spe.cioliSl'gnidi riconosdmento ptr i propri membri, ,~Ilo /anisp«ie medaglie di bronzo con disegni suggestivi.,..Discretima non interamentesegreti. questi club loscivi si di/fonderanno di dllà in città, il che nat11ralme,11e sarà fonte di preoccupazioneper i pubblid poteri. Ne sono uno prova le opere di Bodin (De la Oémonomanie, Poris 1580) e di De Loncre. (lnconstance. Poris 1612). e le descrizioni dote.da quest'ultimo sono ttstimonionu esau• rienti di tali •orge popolari• dove non solo •lo donna si sollazzo in prest11zodel marito senza sospetti e gelosie, mo anzi spesso egli nel colà il prosseneta; il padre deflora senza vergogno lo figlio; la madre coglie senza ritegno il fiore innocente del figlio; si vedo110padri e madri condurvi e presemore ipropri figli .. (lnconstancc. p. 132). Lo narrazione di De Loncre si o/fido, inoltre. a di.segniche mostrano o sufficienza come. con l'aiuto del vino. i •saturnali dei servi•. secondo lo definizione di Michtlet, sapessero fare uso del piacere di llltti i sensi per giungere al comune godimento. Tra l'esoterismo sessuale e i bacco11olisemipubblici. dun• que. corre un filo rosso che mo.ttro come lo socialità non funi.ioni su/Jabasedi un nwralismo angusto,.suciò che si può definire lo logicadel •do1·er~SMre•.QuestamironaJuralmente o imporre il proprio ordine. e o 1·olte - in certe epoche - ,·i riesu ancht. ma mai compiutameme. In modo elitario.stgreto. discreto.poi semprepili franco, 1·e.diomo.sorgeretimpudidzio. lo deboscia. che puiJ anche e.uere 11nmodo profondamente etico di vii•ere il colltttfro. il rapporto con l'Alterità. Quando gli ebrei sabbatistipurla110 ,li una Torà dello spirito (Tora de atzilut) che non l,a niente a che vederecon le rigide prescrizioni dellenorme morali; quando le se.Ifeadamitiche. i frate/Ji del libero spirito o i religiosie le religiosedi clausura praricono un misticismo erorico - si richiamano tutti a uno legge impellente e pi1ì 11atura/eche fa dello corrispondenza. de/fespan.sfrità.dellaperdita di si le camtferisticheessenziali del cosiddetto omore. È /'imerrogotivoposro già dal filosofo -i medioevo/e Riccardo da So,, Vittore. quando si chiedeva se :" l'essenza del perfeno omore non risieda nel fatro che i due =:.. amantisi auguranocht' w, Ier:o partecipidella loroa11,azio11e ~ reciproco - il tuzo ,rarura/mentecome sq:,ru della mo/repli• dtà. Con lo triplicitàfa il proprio ingresso la pluralità. i Così. nei réseaux orgiasticiche ho appe11acitato. la disso- ~--- lutez20 puiJ rim•iart'al superamemo di sé. e1hos che e I ,., fondamento di og11isocialità. li coniugt'prossenetadi cui ~ parlo De La11creno,1fa che meflere itr prorico il senti- ...., memo profondo della corrispo11de11:ache lego1wtigli ' ~ri. A modo suo. nellacomme,lio La mandragola. i Mochiaa•e/licrisrolli::o III fom,a teatralt'11~1'ide;;tico ~ situazione. Certo l'impudicizia. sah•o alcuni casiparticolari. 11011vit'• ne mai esaltata come valore 11/ficiole,ed e giusto. Ma. in forma semip11bblico.col pretesto dellafinzione romanzesca o solfo appore11u religiose, esso è acce11a1acome /aceme parte della realtilmonda,ia. È proprio da u,ia simile duplicità che la sociolitildi bo.sederfru laproprio copacilàdi resistere o/l'imposizio,ie dei rotori ufficiali. Lo srorio ci dimostro che no11si riescemai a celareper inrerociò che costi111isct' lo carotterisricaessenziale dello vita sociale: la spartizio,ie e lo scambio amoroso. A causa dellapulsione di aggregoziont'si ricercanole siwa:ioni dove. seco11doDurklieim. .,si riacce,ide w,a comune passione,. e in queste situazioni e possibile diventare capaci •di azioni e sentimenti che ci sono vietati quando siamo ridoui alle nostre sole forze.•11 • Lo dimostrano le folle e le loro specifiche caratteristiche.Senza q11esti radu11ipolimorfi non esi.stertbbe11ess1masocietà. Dopo di che, non si capisceperché solo la componeme erotica. che è presetlle in misurapiù o me110notevole in lllttiquesti raduni. dovrebbe sottrarsi ai meccanismi della messa in comtme. C'è w1 moto incessante tra la condensazione della follo orgiastico. cJ,e è fondomentalme11tefestaiola. e le pratiche di «piccolefofle,, che es.saintroduce nella vita com1me. Volta a volta. ima è causa o ef/t110dell'altra. Senza dubbio. però. molte sit11azio11idella 11ita quotidiano rischiano di essereincomprensibili al sociologo se 11011vengono ricollegateal proprio refereme dionisiaco. E dunque qut.sta trama di ogni giorno, che è fondamentale per ogni vita in società, perché non dovrebbe preoccupart•,come cosa essenziale. il sociologo? E se, per tsprimersi. questo •essenziale• deve essere perverso e usare 11it tro,•erse (per via), proprio perciò deve interessarci quamo viene definito •ptn·ersione•. È chiaro che •ptn•ersione• non implico affatto imo 11 alutazio11tnor• moriva. vapillllosto inteso come una manifestazione di ambiguità, qui particolarmente della duplicità che concerne il sesso, che si di.stillagiomo per giorno. li secolo XIX, come è noto, non fa eccezione, È 11nsecolo interessanteper molti i·ersi:da un loto, rappresenra il punto più alto dell'ideologia prom~teica e di ciò che Marx definiva il macchinismo trionfante; d'altro loto. esso racchiude imo molteplicità di som• messe auitudini dionisiache (romanricismo, intimismo), che si pos.so,ioconsiderarealtrtt1ontegraffe di fenomeni che poi si insinuano o si sviluppano presememente. Esso è sroto eccessivamente analizzato come secolo de/J'addomestico• mento delle passioni e dell'igieni.smorealizzato. Cosa che non si può negare, e tllttovio 110nsi può neppure negare la contempora11tapresenza di importanti fe11omenidi resistenza cl,e, anchese discreti, non sono perciò meno efficaci. ( ... ) L'esistetrzodi bordelli. ufficiali o "o, 11011danneggiaper nulla lo sviluppo o laconstn:aziont di altrefomrt di comportamento libertino. A11cheq11i,vari rapporti moralizzatori di ,,otabili o ricercatori/omisco110indicazioni insiemeprecise e sfuggemi che co,isemo110di immagi11arequale pore.sseessere la ,,ama concretadelresisrenzaquotidiana.Cosi la scomparsa dellafromiera che •separa sess11oli1àdi coppia e sessualitàdi gruppo• 1i può a11erecertoimplicazionieconomiche.soprauwto per le popola:ioni rimi/i trapiamote ;,, ambiente urbano; ma si può anche ritenereche l'erosimilmemesiamo di frome. qui. allapersistenreerranzasessualeche il paganesimo,iaturole a1•e1 1 0 sempre saputo consen·(lrt. A fianco delle stmm,re familiari che restanostabilie rigitle. t indubbio che la sessuali• tà comodino t compiutamemegirovaga. ( ... ) I vizi del popolo, come si suole ,lire. sono inmm,erevoli. Anche a partire ,la qui. in parte. si erige il porere; di fatto, come w, ragazzo immaturo Ju, bisogno di 111rori.l popolo troppo 1 1icù10a/Jana111rade11e essert'g11idotoe be,, govemo· to. E o tale compito /avoreramro insieme vari teorici. riformatori. rivoluzionari e moralisti. 1"11tilesoffermarci s11/targomemo, perché ,reabbiamo già parlato altrove (La vio\en· za to1alitariaJu: voltndo contribuireal bene e all'educazione popolare si finisce col <lareima mano alle peggiori tirannie. In realtà, l'incii1i/imemo dei coswmi può restare 1m obiettivo assai lodevolema è <mche,timo sommato. poco efficace. ( ... ) li popolo recalcitradavanti ai benefici della morale, è di costume preoccupazioni' per la riflessione momle. Cerro. i diversi casi offerti dai media e dalla tradizione orale sono tuttora inquieta11ti.Unaoperetta del dottor BougU dellafine dello scorso secolo ,wn ci risparmia nessuno dei cost11mi depravati che I' awore ha porwo ossen1are 1 •. L'elenco delle varie perversioni q1wtidiane è dovvno impressio,,anre. Sopro1111110 pu lo corruzione in ambito familiare, dall'incesto al commercio delle vergini. il venu,g/io delle ignominie è pi1mosto estao, e, anche se esse 11011erano pratica comune. o quanto pare, tra110almeno molto diffuse. C'era quasi 1111 diritto porenrale s11/corpo dei bambini. o 11nantico dirillo del moriro riguardo ol corpo dello moglie. ( ... ) La corruzione domestica o semipubblico co11tù1110aprevalerenell'orgonizzazio11t de/Joviracomune. Non si contestano i valori morali. tu11'a/tro,ma di fatto essi hanno e/fica• eia relativa. Nel migliore tlei casi, rilev11L. Chevolier. in ombientt operaio prevale il cuncubinato, e i «figli delfamo- ,e,, - come ero110detti - nati do "" i11co,1troccosio11ale, sono numerosissimi e costillliscono11ngrosso problema per i pubblici poteri. È sbalorditivo, ir1ogni caso, venire a sapere che ntl decennio 1837-1846 si ha il 32 per cento di nascite illegi11ime 1 '. Quando w1 terzo dei bambini è nato fuori da uno unione legale, si può legittimamente dubitare dell'universalitàdtlla pubblica moralt. È indubbio, lo Irabrillante- ,nenle dimostrato G. D1,rand, che il chiassoso Dioniso, già attivo all'epoca dei Lumi, è altrmamo prtseme, come contrappunto, lu11gotlltto il X/X secoloi.. Piacciao no, il principium individua1ionis del XVJJI secolo o il s1,ocorollariosocio/edel XIX 11011coslituisconopiù gli elementi referenziali della nostra epoca; il «rirorno di Dioniso• rimanda si a un fe,iomeno •Confusionario•, ma al di là di quanto p11òessercii11es.sodi sco11certanteper i no.stri .spiritiilluminati, esso Ira 11110 lunga tradizione e Irapo111to dare vita a attillldini socirrarie ,ron prive di /o.scino. Senza voler essere profeto, il sociologo può sotto/i,ieort ,iumerosi indizi i11q11estodirezione: un ,111m•o,apporto col corpo che divento oggeuo di godimento, danze modeme che lta11110 molte somiglianze con le i11,iumerevolidanze falliclre. la ricomparso di fare o forte componente orgiastica, porticolarmeme quelle che abbiamo tlencaro: le Paillasses (Courmontéral, Htrault). il Bacclu, Ber (Pom-de-Cervières. alte Alpi), ecc., e q11e/Jepiù com,mi, come il Camevole o il Primo maggio, che possiedono imaforte caricaam,opologico. Ugualmeme11011si può negareche /'accentosul quoridia· 110e sul terrirorio va 11e/l<,metJesimlldirezio11e.Di .ficuro, che sia late111e.discreta o m{l,rifesta, la confusione orgiastica si i11scriw11el/a11ostrabanalità quoridio11a. (Traduzione di Marco Leva) Noie Da Michel Mafksoli. L·ombrf' de Dyo11isos.Com,ib111io11 a ,me sociologit'dr /'orgie (Paris. Méridicns. 1982). capi1olo scs10: «La banale confosion•. pp. 181-205. (I) Euripide. Lt Baccami. Prologo: •D10N1so-Gli fa Cadmol farò f vedere bene che io sono un dio. / ne avrà la prova e con lui i Tebani./ Quando avrò da10 ordine a ogni cosa/ in questa 1crra. volgerò il piede/ a moslrarmi in un·allra. E se Tebe f si ri,·oha e lenta con le armi/ di cacciare dal mon1c k: Baccan1i. / mi menerò a capo delle Menadi/ e darò loro banaglia• (uad. i1.di Cark> Diaoo. in li teatroguco. Tu11rlr traf"di,. Firenze. Sansoni. 19751 • p. 1009). (2) Sulla •morte di Dio- in Nietzsche. vedi i testi rcl::11iviraccolti dalle varie opere (Umano,troppoumano. Zarathuslra, l,Q gaia scienza) in G. Delcuze. Nir1zscht', Verona. Bcrtani. 1973. pp SJ-92. (3) É. Durkhcim. Lr formerlrmrn1arlddla vi1areligiosa, Milano. Edizioni di Comunilà, 1963. p. 70, noia I. (4) B. Malinowski. Lu vùusessualedei selvagginelloMelanesia nord-occidt'mult', Milano, Fcltrinclli. 1968. pp. ISO sgg. (5) Cfr. su qucs10 argomento P. Farb. Lrs l11tlims, Paris, Éd. du ~)ui·. ~;k~~i:: Le forme f'femt'ntari, p. 419. noie I e 2. (7) Cfr. J. Evola. Merufisicudel sesso. Roma. Au1nor. 1958. (8).Si JJOSS?noconsultare altre descrizioni in R. Knighl. Il cultodi Prrapo, Milano, Newton Comp1on. 1981. p. 149 sgg. e la Biblio• grafia allegata (pp. 231 e sgg.). (9) R. Knight, Il cullo ,li Priu1>0. pp. 152 sgg. (10) h•i. rnvola XXXIII. (11) É. Durkhcim, U /ormt' rltmrnturi. pp. 207 sgg. (12) A. Corbin. t,s fillrsdr 11oer. Paris. Aubier. 1978. p. 277. (13) Michcl Maffcsoli. Lo l'iolrncr1010li1uìre, Paris. Puf. 1979. (14) Dr. Bouglé. Stt'uri1t lrssr.rrs, Paris 1888. Si ,·cda in parlÌCO• lare il capitolo secondo. (15) Cfr. L Chcvalicr. Classi/u,·ortllrrc,r classip,rìcolose.Parigi 11rllurfrol11:io11t' industriale, Bari. Latcrza. 1976. Si \·eda in particolare il capitolo quarto. (16) Cfr. G. Durand. Fig11rnmy1l11qurse1 nsag,dt'l'oeuvre. Paris. Berg. 1979. pp. 240 sgg.

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