Alfabeta - anno V - n. 54 - novembre 1983

legittimitàde/1<1circolazio11edel sesso poggia in 11/tima istanza sul fatto che essa giova alla socialità: provvede al corpo sociale. Così la tacitaregolache autorizza o vietala licenza è ptrfettameme inlrinseca, non è affatto proclamata da una 01110,ità estema e i11comben1e.ft1 questo senso ancora la licenza è •banale11, vale a dire generalmente condivisa. Per illustrare que.sto as~uo, possiamo riferirci agli usi notissimi degli eschimesi. Qua,rdo 1111 marito aworizza la moglie a giacere con 1mamico. o quando lo fa quest'ultima in omaggio alle leggi del/'ospitalittl, non c'è alcuna itrfrazione. Perchi questo si inscrive in 11110 «economia genera/e,,. che i in fin dei conti beneficaper la società. Ugualmente, in occasione del gioco che essi chiama110 della «lampada spe,11a», le coppie si mescola110senza distinzio11i in una garbata promiscuità. Qui, di 11uovo, non si vie11eme110alle leggi che regolano la com,mità. T11ttoal co11trario.es.tr ne escono confermate sotto og11i,upeuo. È w, gioco che crea o rige11era i vincoli sociali, conse11te11doallo stesso tempo w,a erranza sess1mle necessaria al benessere di ogmmo. L'individuo e il corpo collettivo non ne cawmo che vamaggi. Invece, q11ando l'atto sessuale ha l11ogosenza il co11se11sopù't o meno tacito del partner o fuori del gioco comune, c'è allora colpevole adulterio, per il quale è 11ecessaria 11110 riparazione che può arrivare fino alla morte dell'ùueresslllo. L'adulterio, d'altra parte, più che 11110ricerca del piacere sess1mle è spesso 1111a sfida che la do,ma lancia allo sposo per u11qualsiasi motivo o problema coniugale, o la sfida lanciata al coniuge da parte di un amico o di un vicino'. Qui, la sfida personale infrange l'equilibrio societario che putJ essere percitJ restaurato solta1110con la lotta, il sangue o i11finel'esilio. Siamo lontani, in questo caso, dalla tematica della liberazione sessuale basata sul/'individuu e la sua felicità. Il sesso conf1uionario è soprattutto riferito a/l'equilibrio del gruppo, e dà per scontato, inoltre. che tale equilibrio si rifletterà sull'it1divid110. CitJ che coma, dunque, è il divino sociale, misteriosamente composto dalla coniugazione dei valori e degli afferri rappresemati da ciascun individuo. È in questo senso che possiamo definire l'orgiasmo un sesso pagano: esso no11è determinaro dall'Uno (un Individuo, 1111Valore, un Dio), con lii/li i corollari che derivano da tale determinazione, 11u1rimanda a una pluralità dillamica insieme disordin(l{a e intrinsecameme alltoregolantesi. In ricordo dell'importante aspeuo religioso che /'orgiasmo comporta, si p11ò parlare per esso di estasi ge11etica. Si tratta proprio di u11 s11peramento di si, di 1111a«uscita» elle, grazie al sesso, fonda il colleuivo. frulli, e al pl1m1/ismo degli dei corrisponde il pillralismo delle passioni e degli affeui popolari. Indubbiamente Dioniso, l'amico e l'ultimo arrivato, vi Ila gran parte, dato che «è sempre stato demotikòs, "" dio del popolo» (Dodds). Di fauo, anche se non è possibile riassumere p1mt11alme11tetutte le manifestazio11i che corrobora110 la nostra tesi, è certo chr proprio l'effervescenza dionisiaca radica nel profondo delle società greche il sentimemo del pluralismo, dei valori e delle passio11i, come garame della socialità. Esso tro11adireua espressione nel politeismo religioso. Quando Aris10fane (Acarnesi 242) canta la processione fallica: ..Procedi un po·, tu col canestro. / O Xanthia, tieni ben dritto il fallo», rima11daal repertorio popolare che nei culti orgiastici auinge il senso della propria diversitli e unità. Il problema dell'alterità non è sublimato 11eltutt'Altro, è vissuto nella molteplicitd dei cartllteri che costit11isco110il collettivo. Che altro significa, se 11011che l'esc/11.sivismosess1u,le è tma colpa verso la com,mità? Il fallo simbolico ricorda che il sesso deve circolare, che ognuno deve essere d11110per t11tti»e che q11esto è il prezzo perché 1111corpo sociale sia ben imegrato. Così l'orgùt ha 1111adime,uione religiosa. ,ic/ se11sopiù comune del termine, essa unisce periodicameme coloro che i gravami sociali spingono alla disparità. L'ebbrezza sessuale delle baccanti è esemplare a questo rig11ardo, sotto l'impulso di Dioniso esse strazia,io chi in nome della razionalità ha rifi11tato l'effervescenza feco11datrice. Altro esempio ciu,to spesso, a questo riguardo, t la lunga g11erradi Troia, che avviene perché Elena rifi11tadi appartenere a un 1111icouomo. Forse, Elena segue Paride a11cheper significare la necessità dell'erranza sessuale. Sia nei mitici esempi di Agave fa baccante o della bella Elena, sia in quelli piiì concreti delle orge rimali o quotidiane, siamo sempre alle prese con 1111rinvio a quelle nozze colleuùle che nella cottf1uione apprestano fa ,i.sorgenza societario. Ecco dw1que fa prospettiva dionisiaca che si t definita popolare: mantenere uniti in modo tensionale tutti gli elementi del sociale, dato che essa «sa» benissimo che og11igenere di mo110valenza inaugura sempre un processo di dominio. La stabilità dei cost11mi, se 11011vi è erra,iza, divema rapidameme intollerante, cosi come la ragione priw, de/{(, follia è ben presto mortifera. C'è da11vero, radicato 11elpopolo, il semimento che la pl11ralitàdei valori co11se11teumo sommato di relativizzarli /'11110llltr!lverso l'altro. Si crea110cosi delle libertà interstiziali che co11se1110110al \/Oler-vivere di esprimersi. Quando gli dei si fanno la guerr(I, gli 11omi11isono tranquilli. Questa massima weberiana è fortemellte imrisa di buo,isenso popolare, restando imeso che u,li "dei», come Proteo dai mille volti, possono incarnarsi in vari modi. Introducendo e propiziando il disordine banale, Dioniso è appunto 1111perturbatore divino: i disordini provocati dalle s11ecelebrazioni attraverso la mescolanza di donne i11furiate,giovani efebi e sapie"1i per 11110 ,•oha infedeli, co11se1110110di ravvivare u11 tess1110so11oposto a troppe te1,sio11i.La perfetta reversibilità dell'orgiasmo ittstaura 1111asocialitti che sotterraneamente o alla luce del sole fard da co11trapp1mtoal potere i11combe11te. Le focacce di forma fallica confezionate a Atene al tempo del ciclo agrario rima11dano all'immagine istrulliva di una co,mmio11e fallica, simbolico cememo della comunitd. Anche Roma co11oscerli ima sua deboscia sociale. Come sempre, la storiografia riporta soprattutto i grandi episodi a sensazione. fio gid menzionato le orge di Nero11e,la sua vita depravata, e ricordalo che egli divideva con l'amico Orone i favori di Poppea. E non si sono dimenticate le scappatelle di lui con l'amante Sporo. Storia identica per il giovane imperatore Eliogabalo (218-221), celebre per le orge in cui conce• deva i suoi favori ad amami e favoriti. Molti altri fatti famosi di questo genere ci sono stllli tramandati dai cronisti e sono stati oggeuo di 1111merosiromanzi, poesie e oggi anche di film. Ma queste si111azio11idevono ricondurci al substrato popolare in cui si radicm,o. Gli eccessi imperiali o dei personaggi ill11.stri,infatti, sono possibili proprio perché, parallelamente all'impero, si afferma ogni sorta di baccanali, deboscie e assemblee nouume. E qui at1cort1domina la promiscuità, la co11f11sio11edei rapporti, dei ruoli e delle età. Le differenze 11011hanno più valore, e ogni occasione è buo11a per organizzare privawme,ite o in pubblico ri1mio11iorgiastiche. Il fenomeno si diffo11de abbastanza da preoccupare i pubblici poteri, a pi1ì riprese. Come nel /86, quando il Senato ritiene doveroso emeuere un senatusconsulto che vieta le riunioni e le pratiche licenziose. Chiarameme, come spesso succede, i decreti non riescono a nulla, ma obbligano a 11110spostamento: i baccanali riprenderanno 1111 po' più lontano o in altra veste. A meno che ciò avvenga in modo ancora più sfrenato. Il bosco sacro similia, sulle rive del Tevere, era famoso per le celebrazioni dei misteri di Bacco che ,·i avveniva110. Spi11gendo all'estremo la propria logica, i cronisti riferisco110che la comunione col dio propiziava quella tra i fedeli. Ogni etd e ogni sesso erano confusi, plura virorum inter sese, quam foeminarum esse stupra. Dul,mre, col suo mora/umo beffardo, dà alcune descrizioni mordaci di tali assemblee. Ma in esse colpisce soprauu110 il ft1tto che la deboscia qui si inscrive nella trama della vita quotidiana. Il pl11ralismo degli dei, che sono (come poi i sami cristiani con le loro feste) occasione di festeggiamemi costami, l'ibridismo dei costumi e J'importazio11e di modi di vivere stranieri-grazie a t11ttocitJputJfarsi avanti la naturale perversità popoi<,re. I Liberalia i11marzo, i Baccanali dopo i raccolti in ottobre, le feste di Ve11ereall'inizio di aprile, alla fine dello stesso mese i Fiorai i a, senza dimenticare i numerosi Priapeia sacri a Priapo, sono. a dar retta a L'estensione delfe11ome110, che non è sf11ggitaagli storici, mostra a volontà che siamo proprio di frome a una strutwra antropologica presente in ogni socialitli. Si tratti dell'entusiasmo del «Divapali» i,i India, dei cortei licenziosi di Yoschiwara in Giappone, della festa del Mewar nel Bengala, delle cerimonie n11zialidei Baganda africani, delle danze falliche degli i11diosdella Terra del fi,oco. del/'effervesce11za sfre11ata dei Kauna brasilia11i,ecc., per 11011parlare dei fenome11i greco-romani su cui converrli tomare, si verifica sempre un'identica banaliuJ del sesso celebrato in comune. Si trova ■_1!!11 ... l!!"'"""'--------~"'1111!11i11Auso11io (De Feriis RomanisJ e Giovenale (ad esempio, /a sesta satira), altrettante occasioni di lice,rza orgiastica particolarmente sfre11a1a.Spesso era obbligatorio arrisempre questa costante, anche a11raversosoftsticazioni s11c- • .. cessive. lungo la storia. No11fa percitJ troppa meraviglia se, ~ ... ,O, .tir llJlt malgrado l'asettica vita sociale prevalsa in Occidente, anco- ~- ... • • )Il' ra oggi ritroviamo una molteplicitli di pra1iche licenziose che .. vare nudi o spogliarsi poi. e tra le oscenitd gridare in coro per 011oraregli dei della festa si arrivara alla più pazza delle orge pubbliche. In priMtO, c'erano i riti della Bona Dea a 11011far mancare le occasio11i per disordini sessuali, che venil'ano offerti da ogn11110al proprio entourage a titolo di saper-vivere o sapere come si comporta 1111buon padro11edi casa. Le «Signore romane» di c11iparla Klossowski, avevano già trovato i11Giovenale (Satira VI, I. 3/4) un ritratti.stadi vaglia, e il quadro offertoci dei loro eccessi è tale da far giudicare i roma11zi e le riviste pornografiche dei nostri giorni degni di apparire i11un catalogo di libri per signorine. /11breve, nelfa vita correme romana era sempre più preseme u11t1prope11sio11eca,wgliesc,, che meriterebbe swdi pt1rticolari. servono da graffe a quamo potrebbe essere una risorgenza 1ICt )O' •• del mistero dionisiaco. In ogni caso, ciò elle qui viene .. e-w.. e ._ espresso è appumo il se111ime1110vivace dell'«amore a grap- ac:t -... .,.. ,::.1o»comes11premagarmtziadeldi11amismodellasociali- '.J.u11110Nr ~ - lnvarlania dell'orgiasmo J,. ~- Un ,ap;do sondaggio i111omo alle divme fo111i della ~·. ~ l. /1 r;o~z A • tradizione occide111aleporu, a riconoscere che il paganesi- ·_ _ -- _ - - _ · _ mo dei valori è un dato di base, anche là dove entra in _ , gioco 1111monoteismo rigoroso. Per il giudaismo amico, i rl/llf mi.steri orgiastici celebrati un po' dovunque tra i popoli -~·•~. /ti questi fenomeni di effervescenza popolare ritroviamo le caratteristiche individ11ateda D11rkheim nelle tribù ausm1litme, che aveva110per scopo quello di «risalire il livello vitale». lndubbiametlte le grida, i movimenti bruschi. le danze, i gesti e le sit11azio11ioscene fat1110scomparire «il confine che sept1ra il lecito dalJ'i/. leciro». e Durkheim aggiw,ge: «soprattutto in campo sessuale». Detto ciò, comrariameme al celebre sociologo, possiamo ritenere che tali licenze non fossero solo conseguenze «meccaniche dello stato di sovreccitazione» o «srmplici scariche d'energia». Se ci riallacciamo a una definizione del rito molto chiara i11tedesco, zweckcircostami erano talvolu, estremameme co111agiosi,e la li ~--·~ ~llr __, Bibbia, come è noto, è dissemi11atadi allusioni e impro- ~: _.1111!> _.1'• peri contro i resti di culti pagani celebrati dal popolo ,., ~~._ eletto. Cosi. ancora sotto il reg110 cli Abesan, sappiamo JII_. ..... 11 11!.••• ~ di omaggi sfrenmi a divinità dionisiache. Tra gli illnu- ,,. ìf'j -_,,,_ mere1,•ofi testi che si riferiscono a tali culti, possiamo .Jlf,, ,e._ ricordare quello elle accenna al mito di Astarte (Primo r, .._ Re VII, 3-8), o /'altro i11tomo alla «Regina del Cielo» (Geremia VII, 18), o ancora a Tammuz (Ezechiele VIII. /4), ecc. I! solo con 1m lemoprocrssochesara11no messi infine fuori gioco per 1111po' i falsi dei, che tuuavia approfittera11110dello scossone causato dall'entrata in scena del cristianesimo o dal ricorrente messianesimo (vedi il sabbatismo) per rinascere con accrescimo vigore. lmlubbiamenle gli dei dionisiaci, vicini a una religio,ie della 11awra-ma,Jre, solo le11tamente vennero rimpiazzati dal c11ltoescl11sivo,Jel Dio 01111ipoten1e,nel Nome del Padre. A11che secondo il p,,rere degli specialisti, /'esclusivismo che domina nell'or1odossia è i11parte aue11uato nella Kabbald e nel chasidismo. D'"ltronde, gli storici delle religioni non esita110a vedere nella fesw di S11kkot, che per 1111asettima11a imponeva ,li abitare in capanne di frasche e comprende,,a da11ze e processioni con rami di palma, un residuo culto bacchico. Per questa festa, Plutarco arrivò a auribuire agli Ebrei 1111culto di Dioniso. Com1mque sia, gli impr7iperi biblici, cosi come q14e/liseriori dei Padri della Chiesa, e i regolamtnti ecclesiastici qui ci interessano solo in quanto si"1omi. Di fatto, lasciamJo a altri il compito di i11dagare sul senso di tali persiste11ze, possiamo souo/ineare che esse so110seg110di una feroce resistr11za,iopolare alrimposizione di un moralismo mo11oteistico. los a ber sinnvoll, possiamo dire che, anche se non hanno 11110scopo ben defi11ito(11elsenso di orientamemo, di produzione, di progressio11e), tali situazioni sono piene di senso, nonostame si esauriscano in actu, quando si auualizzano. Proprio questa caratteristica consente di giungere a quanto ha be,1 visto Durkheim, a «risalire il livello vitale»•. Ma Durkheim, che era ancora legato ai pregiudizi positivistici del temvo, difficilmente poteva acceuare che il fatto che /'1101110fosse «trasportato fuori di sé.»conse"1iva davvero di prowedere al «livello vitale» del gruppo. ed è questo citJche opera in mOllo semiùuenzionale 11ellalice11zacollettiva. Cosi tutti gli aui e t11ttrle microsiwa- ~ zioni che costituiscono o preparano tale licenza si possono g considerare q11t11ielementi stmtturali di 1111immaginario so- ·t eia/e di cui 11011si p11tJpiù negare l'importanza. L'esempio greco, invece, i J'esauo co11trario.Q11iin effeui la lotta alfa mo11opolizzazio11e del potere di11i110porta i s11oi L'orgiasmo romm,o rappresenta indubbiamente /'esem- ~ pio migliore di q11el carpe diem che a q11amupare è alla base ~ di ogni saggezza popolare. CitJ cl'f .fleidegger chiamava la .Q «situazione emotiva» (Befindlich"eit). il sentimemo di es- ~ serci, di essere gettato nel mondo, si traduce socialmente ~ nel 'affanno collettfro di approfittare del tempo che passa. Si ..,. è cosi rit11alme11teprotetti dall'angoscia che tarla sempre e "'I ogni volta daccapo l'individuo e la società. Mettendo J'ac- S! cemo s11l/'hic et nunc. l'effervescenza licenziosa ristabilisce ~ 1111eq11ifibrio comraddiuorio spesso fran111mato. A fianco §_ c....____ _,._ .. =~-----------------------'Ò

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