Alfabeta - anno V - n. 54 - novembre 1983

IlritornodiD.ioniso «A ognuno il proprio vizio tiene compagnia al modo di quel genio che era invisibile agli uomini fintanto che essi ne ignoravano la presenza». Marccl Proust, À la rechuche du temps pudu A araveno se~nuuioni sucassive, si i delineato il manifestarsi tkll'orgasmo orgiastico (orgiasmeJ come forza collettiva, dove troviamo macolati dolcezza e effervuanza, ruisttnza e duplicità, godimen10 e cnuhltà. Mi sono servilo di alcuni esempi offerti dalle storie umane co~ di altrettanti raggi di luce che ci consentivano di cogliere qUBto o quel particolare cli tale imponente forma societaria: l' cinutililiJ,. di usa, la sua rt!lazione colsacro e il cosmo, la ritualizzazùme tklla violenza cosi consentita, la sua /unzioM di resistenza, e ancora - ciò che più importa - il supe- ,a~nto di si Ml collettivo da essa favorito. u.....,pagano Lo spettro Mli' orgiasmo t mollo utuo ma, per tornare al nocciolo tu:l/a quatione, l possihilt mostrare tuna la banalità dtl fenormrw riallacciandoci ancora a quegli esempi: Melanesia, Cina, India, Grecia, Roma, Mtd~vo e XIX secolo. Intendo dire, cosi, cM esso si ritrova costantemente, corm un fdo invisibile, nella trama sociale. In modo più o meno larva10, secondo le epoche, esso tarla in.stancabile l'esi.sttnza colkttiva. Inoltre, e qui la costantt antropologica arriva alla modulazione sociologica e addirillura alla futurologia, grazie alle caratttristiche che ne sono state derivale si possono in1tndert varie situazioni conltmporanu comt altre11an1indizi di qwmto accadrà domani. Eros, quando i il caso, i carnivoro e non risparmia nessuno. È forse cW che va dtlintandosi davanti a noi. e che gli esempi addo11i voleva,w melltre in luu. Ma, soprallullo, non dimentichiamo che ciò a cui l'orgiasmo rimanda t proprio l'affrontamtnlo col/euivo dtl datino. Al di là delle grandi strullure economiche I! politiche, giorno per giorno, esso consenti! di vivere l'angoscia derivante da ciò che Heidqger chiamava /'«esserci». l'essere •geuato nel mondo» (Geworfenheit). È una lactraziont che la promiscuità t la confusione dei corpi consentono ptr un attimo di dimenticare. Qui ctrtaml!nll! sta la lezione usenziale offertaci dal torbido e inqu~tanll! Dioniso. L'effervescenza dei baccanali o le dolci serate in luoghi chiusi e cordiali ricordano e consolano insieme dtlla comune sventura, Consentono di capire che il gioco leggero e grave della vita t urto impastato di finitudine ma t altrettanJo infinito se vissuto collettivamente. Il saggio intellettuale che Hermann Hesse ritrae nel Lupo della steppa imparerà, graztt. al modo altro di conoscenza rapprt· sentato dall'orgia, che la santità e il peccato convivono lieti in quulJl •Comunione dti santi» dove ogni cosa l in equilibrio, e CM constnJe percW di vivere al meglio cW che si t. Le unioni coll~tive orgiastiche che conosciamo, sia quelle in onore dell'una o dell'altra divinità (Shiva in India, Dioniso in Grecia, Anahita in Persia, Akha1aymita nt!ll'antico Perù, l!CC.),sia quelle involgan·ll! dei partouzes nei nostri grandi agglomerati, sottolineano specificamente che ognuna e ognuno appartengono a tulli, e questo «tutti» si amplia anch'esso entro un cosmico insieme ana:,ra più vasto. Nei primi anni settanta, quando la California vede una seconda cono all'oro (/orse sta,,olta alchemico) e si assislt a una nuova messa in fone di molte idtt prima indiscusse, E, Morin annota questa in1uizione molto vicina a quanto sto Miche) Maffesoli tentando di spiegare qui: ..-Vi sono esseri simili a sistemi solari. Stntimento fortissimo che l'amore può, deve essere a grappolo» (Joumal, p. 82). Questo sentimento profondamentt radicalo nella ..-incoscienza» popolare si trova alla base di tutte le pratiche della socialitd, a qualsiasi livello, Prendere parte comune a un'identica cotnestesia, sapere che una misttriosa corrispondenza ci unisce l'uno all'altro, capire che t ciò a dare forza e durata al corpo sociale - sono altrettanti tlementi che, fuori di ogni valutazione normativa o programmatica, servono a misurare quanto sia es1uo il cosidde110orgiasmo sociale. Dioniso ha potuto rappresentare, nella nostra cultura, il modello staso della vita indistrullibile proprio perché le differenti versioni del suo mito Cl! lo mostrano affrontare la morte I! avtrne ragione; anche quando è straziato dai titani, il suo cuore sfugge alle mani sacrileghe. In seguilo, egli susciterà collettivamtnte questo affrontamento della morte perchi vuole in.staurart un ordini! che evade, I! largamentt, il microcosmo di Tebe. Come narra Euripide, nel prologo delle Baccanti, egli non imende abbandonare la città né an• darsene in altra regione se non dopo aver restaurato l'ordine e usersi fallo conoscere'. E raduna baccanti e menadi perché esse affrontino e magari diano la morte, perché la vita conlinui, in nome di ..-Rea, la Gran Madre». CW chi! qui ho chiamalo affrontamento collettivo del destino mediante il sentimento del tulio cosmico e societario, è colto imui1ivamen1t, semiinte11zio11almen1e,dall'architeuonica delle passioni, degli affe11i e delle ragioni, Di fauo, nell'orgiasmo non ha spazio u11meccanismo d'esclusione. Sia collellivamenle che singolarme11te, la parte buia, /'«istante oscuro» vengono inglobali, Acca,110 alla ratio, trova posto la follia. il logico rimanda al •non-logico» (V. Pareto). È queslo andirivieni coslante e/te provvede e co11sentel'equilibrio globale. In questo senso è possibile iruendere il mito della vita indismmibile: viene conservato 1ensio11almente, conlraddiuoriamente, citi che in apparenza è opposto. Mentre l'ordini! monovalente, in nome della vita, elimina, bandisce, riduce ciò a cui si opponi! e divellla infine una imposizione mortifera, il disordille dionisiaco, integrando e facendo spazio a ogni cosa, l il più fido garanti! di u11pri11cipio vitale dinamico. Questo ci instgna il chiassoso Dio11isomorto I! risorto, È qui ancora che il pluralismo dei valori da esso rappresentati rimanda al pluralismo degli dei, vale a dire a quanto, sulla scorta dei sociologi del primo Novecento (Durkheim, Weber), ho chiamalo il •divino sociale». L'aforisma di Nietzschè l un'ottima sintesi di questa idea; non t forse proprio della natura divina l'essere plurale? Degli dei, e non un Dio? Non è questo il divino? Il pluralismo degli dei, insomma, non è che un modo ulteriore di designare tale trascendenza immanente, ed uso, superando il principium individuationis, garantisce la solidità del vincolo socittario, È chiaro che /'integrazioni! della follia, l'andirivieni tra ordine e disordine, l'effervuunza dionisiaca, 110nsono che idl!l! limite, che lllttavia consentono di capire /'al di qua cui dovrebbe a11enersiuna •micrologia» sociali!. Come ,w1a ad esempio Durkheim', di sicuro non è mai esistito un «comunismo sessuale» privo di regole. Ma a fianco del regolamento ma1rimoniale, la cui applicazione rigorosa diventa per lo meno oppressiva, si osservano molteplici accomodamenti, più o meno camuffati, più o meno apparemi, che hanno origini! a/l'interno del mito della circolazione del sesso e degli affetti. Lt situazioni adulterine, il concubinato, il libero amore, le orge, il papillonage, l'erranza sessuale, ecc. - tutto ciò può darsi nella vi1a di ogni giorno o nei momenli ritualmente designati perché, come un •residuo» istintuale, si serve come referenlt dtl sesso polimorfo. Così il mondo immaginario del dionisiaco consentirà le piccole disfunzioni della vita ba11a/e, e così facendo garantirà la conservazione del voler-vivtre societario. Come ho dello, questo disordine degli affe11i è soprattutto pagano, nella sua origine e nel suo funzionamen10. E lo vediamo sempre rifarsi puntualmente vivo, lungo la storia, in opposizione al monoltismo religioso (le selle) o al monoteismo sta1uale (la socialilà perversa), ambedue varianti di un'unica forma. Malinowski dedica il nono capitolo del suo La vita sessuale dei selvaggi nella Melanesia nord-occidentale• alla descrizione delle formi! consuetudinarie della libertà sessuale, e il vivido quadro che nl! dà rende bene tutta la licenza che può conneuersi a dei costumi extradomutici. La stagione degli amori, stagione di raccolti, dà occasione a visite, all'esibizione di costumi e abbigliamenti, a avvenlure amorose; l similmente il momento dei giochi che, anche nel caso del «gioco del/a guerra», sfociano immancabilmente in manifestazioni orgiasticht, a11chese intanto continuano le attività domestiche e di lavoro. Così il Kamali (p, 205), le graffiam• re erotiche che le ragazu infliggono ai giovani, pervie11e rapidamente e senza a/e111c1ontrollo ali'«atto sessuale consumalo in pubblico» (p. 206). I maritati si associano anch'essi a q11estigiochi di mano. A volte, in campi opposti, gli uomi11ie le donne giocano alla guerra, e gli sconfiui si souopongono pubblicamenle ai capricci sessuali dei vincitori. hl breve- e Mali11owski ne dà u11adescrizione de11agliata e pudica - llllte le attivilà quotidia11e mirano a propiziau. fuori dei vari tabll, gli ir1co111srei ssuali. E l'insieme della popolazione partecipa a un gigantesco bracconaggio amoroso. i giovani si iniziano durante le spedizioni nei villaggi limitrofi, e così le ragazze durame le sortilt cerimonia/i Ka1uyausi (p. 214), o le donne viole111andoquegli uomini imprudenti che si sono arrischiati in giro da soli. In queste descrizioni, colpisce sopra11uuo il fatto che la regola I! il tab,ì esis10110in queste società, non fosse altro che per gara111ireuna •distensione,. necessaria alla comunilà, ma quando in accordo col ritmo del tempo essi vengono atti!· n11a1i,o comple1amente violati, l'effervesce'!za si dispiega natllralmenle in armonia con la pulsione d'erranza. li conflitto rimane in vita, certo, è chiaro che il «buon selvaggio» non è mai esistito. E, nel caso appena citmo, i giovani in cerca di qualcosa da razziare devono stare in guardia quando vanno nei villaggi vicini, cosi come le ragazze sono punite quando tornano a casa. Ma questo conflitto insormontabile troverà espressioni! rituali! nella «guerra erolica», tutto sommato quasi incruenta. Si può parlare a qutsto proposito di espressione •naturale» degli affl!lli, per il fatto che qui non vi sono, in funzione di un qualche arrière-monde, 11érinvii di godimento né sensi di colpa di ritorno. li laisser-faire sessuale ha luogo in funzione del cogliere semiintenzionalmente l'equilibrio societario. Di fatto, è assolutamente necessario rendersi conto che la

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