Alfabeta - anno V - n. 54 - novembre 1983

Unarmoniccoonflitto Antonio Foscari Manfredo Taflui L'armonia e i coaflitti Torino, Einaudi, 1983 pp. 217, lire 35.000 11 luogo: Venezia. Il tempo: quasi un secolo, fra il 1500 e il 1593. L'oggetto: la chiesa di San Francesco della Vigna, opera sia pur non principale di Jacopo Sansovino. In questo scenario si svolge una vicenda che ha come posta materiale appunto l'edificazione della nuova chiesa, ma come posta più larga l'immagine del rinnovamento politico, sociale, religioso, filosofico della città. Data la natura e la misura degli interessi in gioco, la vicenda si mo-- stra subito complessa e intricata, quasi un giallo in cui i singoli e i gruppi si muovono con circospezione e cura, mostrando e celando i loro veri obiettivi. costruendo strategie oomplesse e inganni sottili. Come un giallo, dunque, il libro di Foscari e Tafuri può essere presentato, e come vedremo non si tratterà di un semplice giochetto stilistico da parte mia. Cominciamo coi personaggi e i loro ruoli. Francesco Zorzi, un frate francescano degli Osservanti (contrapposti in questo periodo ai Conventuali), è dal 1500 guardiano del convento di San Francesco alla Vigna. Il suo posto nella vita non solo religiosa ma anche culturale e politica della città è cospicuo. Ha gusti e amicizie «particolari» per l'epoca: ama il pensiero neoplatonico tramandato da Marsilio Ficino e Pico della Mirandc:r la; studia la cultura ebraica, e ha egli sresso amici ebrei fra gli intellettuali veneziani; tiene in gran conto la Kabbalah, e su di essa compie studi raffinati. il principale fra i quali è il D~harmonia mundi, scritto forse fra il 1517 e il 1518 e pubblicato nel 1525, che gli dà fa. ma - diciamo cos) - internazionale. Andrea Gritti è doge della Serenissima, a panirc dal 1523, per diciotto anni. Valente uomo politico, si è già distinto come diplomatico ai tempi della guerra coi Turchi. trovandosi a Costantinopoli allo scoppio delle ostilità nel 1497 e facendo l'informatore per la Repubb!ica. Di nobile famiglia e di tradizioni colte, Gritti dà avvio al processo di rinnovamento politico e civile della città che ha come culmine rappresentativo l'idea di rinnovamento urbano: nel 1525, infatti, propone un piano di ristrutturazjone di grande respiro, che si incrocerà con gli interessi ecclesiastici. Giovanni Grimani, nipote del cardinale Domenico, è vesc.ovo di Ceneda dal 1520, poi patriarca di Aquileia, succedendo al fratello Marino (cardinale nel 1527, morto nel 1545). Giovanni, come lo zio Domenico, il fratello Marino e un :: po" tutti i membri della nobile fa. .5 ;~r~~- ~::o~ :::t:m::::a~: [ però ancor più eccentrici di quelli ~ ~~f~!t~~:a;~i :a~~~ièn::~ l nare cardinale, a causa dei sospetti ~ dell'Inquisizione, e sarà addirittug ra processato per eresia. - Ultimi due protagonisti, gli ar- ;,; chitetti: Jacopo Sansovino, autore della chiesa di San Francesco della j Vigna di cui fece ben due progetti. §.. è in piena attività a Venezia nella ~ prima metà del secolo: la sua vìciOmar Calabrese nanza con gli altri personaggi della far passare, attraverso la finta povicenda è documentata, e soprat- !emica, la linea della trasformaziotutto è nota la protezione accorda- ne. tagli proprio da Domenico Grima- Intrecciate allo stesso modo soni; Andrea Palladio entra invece no poi le vicende della seconda in scena più tardi, verso la metà metà del secolo, quelle che uniscodel secolo, e con qualche difficoltà no Grimani, Palladio, Zuccari, in laguna relativa alla sua conce- Barbaro e Battista Franco, e porzione della professione di architet- tano alle modificazioni e agli ornato; è però Palladio che, per inte- menti della chiesa. Stavolta il cenressamento di Giovanni Grimani, compie modifiche e aggiunte alla chiesa. Ai protagonisti, si affiancano vari altri personaggi, come i pittori (Tiziano, Zuccari, Battista Franco), altri committenti (come Daniele Barbaro), altri potenti (come la famiglia Contarini, o il ministro generale degli Osservanti Francisco Quifiones). Il quadro intero è reso ancor più complicato dal clima di shock: che la Repubblica di Venezia vive a panire dal 1509, anno della disfatta di Agnadello contro i Francesi e i loro alleati guidati da Trivulzio, che vede la Serenissima perdere un vasto tertro delle relazioni è, da un lato, il tentativo di Grimani di mostrarsi un perfetto 'osservante' agli occhi dell'Inquisizione e della Curia vaticana e, dall'altro, la rivendicazione palladiana di un diverso ruolo dell'architetto, e del suo primato sulle arti. L a mancanza di spazio e di competenza sulla materia specifica mi induce a inter• rompere qui il racconto del libro (e, del resto, è regola di buona creanza giornalistica evitare di raccontare come un giallo va a fi. nire). Meglio riservare le righe rimanenti a discutere del metodo e tivo, quanto piuttosto dalla ricomposizione di frammenti, di indizi, di piste potenziali in un quadro dotato di senso. È la ricerca a donare il senso a un reale che si presenta di necessità parcellizzato e che, anche quando si dà a vedere come coerente, può darsi benissimo finga di esserlo, e nasconda dietro la coerenza pretesa una seconda coerenza più complessa. Foscari e Tafuri lo dichiarano apenamente nella eccellente introduzione al testo: «come Le Goff, siamo anche noi persuasi che nessuna 'verità' sia racchiusa nei documenti: tuttavia. è a partire dalle 'menzogne relative· che essi ci tramandano che è necessario partjre per costruire storie verificabili,.. Detto altrimenti (e mi si scusi la volontà, non attribuibile agli autori, di ricondurre il volume anche a una prospettiva linguistica), il documento è frutto di semiosi; la sua prima caratteristica è dunque quella di poter mentire, di poter essere manipolato. Compito loro ragioni, la scoperta delle discontinuità e delle rotture nel processo storico. Tafuri stesso, ne La sfera e il la• birinto, aveva ponato questo assunto alle estreme conseguenze, giungendo, mi pare, alla negazione stessa di un concetto come quello di «avanguardia» per sostituirlo con quello che mi permetterei di denominare «luogo notevole della crisi». Ovvero: non sono gli individui o i gruppi che staticamente producono programmi di mutamento e di rivoluzione degli ordini vigenti, ma vi sono siwazioni di rottura, apici di conflitto culturale, di cui i singoli possono essere le personificazioni. È evidente allora che andare alla ricerca delle discontinuità della storia impone l'uso del microscopio, perché le fratture sono spesso impercettibili, o ancor più spesso cancellate da una apparente continuità, ma• gari prodotta dagli storici mcdesi• mi. L'uso del microscopio, per al- ~--------------------------------, tro, nel libro in esame produce anritorio attorno all'Adda, e ridimensionarsi la sua potenza di terraferma. Agnadello non è solo una sconfitta: è una specie di «segno,., che rivolge la cultura della città e provoca un'aria di esoterismo, profetismo, meditazione senza precedenti. In questo panorama cresce la tormentata fabbrica della chiesa. Un edificio di tanto complicati, e talora incongrui, elementi che non può essere compreso appieno senza seguire passo passo il nascosto intreccio delle azioni dei singoli e dei gruppi che abbiamo prima elencato. Si scopre cosl, seguendo gli autori nello scavo minuzioso dei piccoli rivoli rappresentati dalle diverse vicende individuali, che la chiesa di San Francesco è in realtà il non casuale punto di incontro degli interessi pubblici e privati che si vengono delineando. Zorzi, Gritti e Sansovino appaiono del tutto solidali nei rispettivi programmi di rtnovatio: quella civile per il Gritti, quella spirituale e cui• turale per lo Zorzi, quella tecnicoartistica per il Sansovino. Tanto solidali che, ad esempio, assume nuovo valore il famoso «memoriale,. scritto da Zorzi nel 1535, che apparentemente muove critiche all'architetto. Si 1ratta in realtà di un testo strategico. elaborato per della filosofia dell'indagine di Foscari e Tafuri. Innanzi tutto, una parola sulla doppia valenza del titolo da loro proposto. Infatti, L'armonia e i conflitti è un'etichetta da intendersi in modo duplice. Da un lato, essa si riferisce all'oggetto storico esaminato - che è armonico perché frutto di operazioni fra loro congrue, ma che è conflittuale quanto a moventi individuali di origine; e, ancora, che è armonico secondo il principio della filosofia ficiniana che lo permea, e conflittuale per lo stesso motivo, cioè la fiducia che l'armonia derivi dalla coincidenza degli opposti. Ma, dall'altro lato, il titolo indica anche l'operazione teorica (e quindi metalinguistica) degli autori. Anche nel metodo, infatti, assistiamo alla provvisoria rinuncia delle sicurezze monodisciplinari per intraprendere molti inseguimenti contestuali apparentemente disarticolati o in conflitto. Ma poi le singole strade si ritrovano in un punto, e cioè la ricostruzione di un oggetto (la chiesa) che è semplicemente l'effetto di più programmi strategici ricondotti a unità. In questo senso il libro è un vero e proprio giallo: perché l'obiettivo della scopena non dipende dalla esagerala prefigurazione delle ipotesi e dalruso di un metodo dedutdell'analista - e poco importa allc:r ra seguitare a chiamarlo «storicoi+ - è precisamente pervenire, con le procedure più appropriate, all'intelligenza del testo. Le procedure di Foscari e Tafuri, nel caso in esame, sono quelle del metodo indiziario, che qui in Italia ha raggiunto fortuna con quello stesso Carlo Ginzburg che dirige la collana «Microstorie,. di Einaudi, in cui L'armonia e i con• flitti appare come sesto volume. Se posso permettermi una marginale osservazione, mi pare che Foscari e Tafuri siano forse più fedeli al saggio Spie che non al successivo Indagini su Piero di Ginzburg. Qui, infatti, non risulta forse più la doverosa sfiducia nella «verità» del documento storico, e casomai si preferisce sostituire ai documenti tradizionali altri documenti più «veritieri,.. Ma del resto - nonostante le evidenti omogeneità e le 'simpatie' intellettuali - forse è bene non insistere troppo sulla possibile appartenenza di «scuola» di questo libro. Di sicuro, Foscari e Tafuri han• no alle spalle una diversa o almeno più esplicita filosofia della storia. Il fatto che una interpretazione «armonica- sia raggiungibile, è in fondo un obiettivo collaterale. Agli autori imeressa molto di più l'osservazione dei conflitti e delle che uno stile. Non è un caso, infatti, che il primo capitolo si apra con una visione a volo d'uccello (quel• la di Venezia dall'alto mediante la topografia di Jacopo de' Barbari) che cala in basso, con una specie di zoom, sul luogo della nostra chiesa di San Francesco. S iamo alla conclusione, e prima di terminare vorrei avanzare un timido dubbio su un paio di particolari che non mi sembrano coerenti con la visione teorica finora delineata. Il primo: nonostante l'ottima osservazione sul principio della «rotturai+ e nonostante la dichiarata sfiducia sulla veridittività del documento storico, Foscari e Tafuri ricorrono spesso al termine di 4'influenza» per avvalorare relazioni e consonanze fra i personaggi della vicenda. Ma la nozione di influenza è precisamente uno dei concetti della «vecchia,. storia che libri come questo contribuiscono a mettere in ombra. L'influenza, infatti, è un principio che riconduce la categoria logica di «antccedenza,./«conseguenzai+ alla categoria di «primai+/«dopo,., secondo un determinismo e un evoluzionismo a mio parere superati. li secondo: sempre nell'introduzione si fa richiamo alla nozione di «mentalitài+, che invece, se non erro, appartiene alla storiografia francese recente. E qui allora il dubbio è che una simile categoria sia forse troppo astratta per la rigorosa materialità e «localitài+dell'indagine di Foscari e Tafuri. Anche se, va notato, gli autori attenuano il tiro: «L'oggetto artistico va interrogato, prima che nella sua individualità, come teste chiamato a deporre circa i ruoli ad esso assegnati dalla (o dalle) mentalità dell'epoca cui esso appartiene- (corsivo mio. O.C.). Ma discutere di termini è in realtà l'obiettivo per un nuovo e diverso lavoro, anch'esso in fondo stimolato da questo testo appassionante: interrogarsi - ad esem• pio da parte del linguista - sulla natura e sul funzionamento del di• scorso storico, e sulle sue procedure di veridizione, persuasione, manipolazione.

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