tasK Ag~nzie pu la comunicazione pubblicilaria in Milano e Modena Illuminati,Porta,Carmi,Leva,. CalabreselMaffesoli,Mascitelli, Sanguineti,Senghor,Spinella, Leonetti SuMarx/SuBeniamin .. rulBuio· · Il j ' , • A. lllu111lnat1, ••nl•111ln • P•rl9I * F. Rl.. tth Leo •-f•r• concrete * A. Porte: u- pre•ettf•• ,., felicità R. ■enettf, Pier• 1-rlco .... ,, ■rte * M. Lew■: Metrica • A. F■ltesal, G. M■•-llth Allelll P. ■l■Mne, Peetl pele.tt11esl * Peesl■ p■le.ttn••• * O. C■l■ltrelO: Un •r111-lco cellflltt■ Prewe .. '■rii-• I. C■rllll / I. S■ 119uinet1, Co.. ldlle * I. M■sdtellh N■~I• • p■tele9lce * D■ ■-rii•• * D■ ■-rcoll-■ Su M■nu L.S. s-9her: S.119her • TreYlrl / P. Lcow■t■llh hoterwellll lt■ll•nl / M. Splnell■: D■ll'A ■Il■ % F. Leenettf, Lcowere, utepl■, _,.erno, 9lechl *'•-• M. M■ffHelh Il rlterno ,., DlenllO (■ cur■ ,., M. Le-) M. Ferrarla, Il sodel09e ,.ell'oral•, llll•m- • M. M■ffes■A * C. YIYl•nl: Leo conceslone ... 1polllefke * M. G~nl: Il ■ute A. lt■nlnh Il collllne,... Keynes * A. C09ole1 Horror urlt.110 * Cfr. * Cfr. •n•lltlco, I piccoli ... Iteri M. Gu-erlnh Fl•sh .. •nce * F. C•w•aauth On■rewoll coll09hl * R. C•no••• A. S•-•uoss■, Ulllll■re I poteri Glorn■I• ... , Glorn•lh I ... cr■11 econollllcl * 111.. lce .. •Il• co111unlc•alo11e: I 9lor11■II • .. op• * h11-9l11h Lo spertl■C41ue ■te..Jco
Guida editori !Cll'i :\Jpol1 ,1J \(nlJj!:l1tr1 lll Id pii) 341114\ ARCHIVIO DEL ROMANZO Oanitl Dc Foe LE AVVENTURE DEL COLONNELLO JACK pp.iscu,.,u.o:: Charlcs Oickcns IL MISTERO 01 ED\J:'IN OROOD pp. .l¼Li,.,12.:oc Silvio Pellico BREVE SOGGIORNO IN MILANO DI BATTISTINO BAROMETRO PI'· s: Li"' 1>.SOC Francesco Dc Sanctis LA GIOVINEZZA pp.112Li,.,I.OOC Luigi Ci:.ampolini VIAGGIO DI TRE GIORNI pp.1.>t,Lin9.000 Alcksej Tolstoj IL PRINCIPE SEREBRJANYJ pp.J70Lin 18.000 Alonso Fcrn~ndez dc Aw:llancda IL SECO '00 CHISCIOTTE 119.110 Li,~ 11.:oc Ippolito Nievo ANTIAFRODJSIACO PER L'AMOR PLATONICO pp.H:Lin11.::c NOVITÀ Wolfgang Goethe LETTERE DA NAPOLI Trad. di G. Fortunato A cura dì M. Rossi Doria 16 ili. a colori 16 ili. in nero pp. 18◄ Lire 60.000 G.W.F. Hcgd EPISTOLA RIO Voi. I Pl'-l*1LinJC.::.OO Giulio Bars.in1i LA MAPPA DELLA VITA pp.UOLinll.000 Eugenio M:nzarcll:a NIETZSCHE E LA STORIA pp.1,Clirclt.m L Bulferctti O. hzcovich ORIENTAMENTI 01 STORIOGRAFIA QUANTITATIVA pp.)11 LirrH.CO~ Vincenzo Vitiello UTOPIA DEL NICHILISMO pp. lULi.-.11 . .00 POESIA CONTEMPORANEA Mar~lla Bettarini VEGETALI FIGURE pp. 50 Li.-. ~.c:ic Adriano Spatola LA PIEGA TURA DEL FOGLIO pp.Oli.-. ♦.COO · Leimmagini dr questonumero Da Comi.so a Roma: da wi'ava,iguardia a,icora pio,iieristica contro cui la violenza deJlo Stato ha w1 troppo facile gioco, all'inarrestabile flusso di ceminaia di migliaia di ciuadini nella capitale di questo stesso Stato. Qui il tracciato delle fotografie che pubblichiamo: Comi.so, 26 seuembre 1983; Roma, 22 ouobre 1983. Roma anche come risposta a Comiso; come ammo11ime111e0segnale che dietro, accanto, a coloro che si crede di poter intimidire con gli idranti, i pestaggi, gli arresti, vi è 1m movimemo - e no,i solo di opinione - che giorno dopo giorno si arricchiscedi nuove voci, di nuove volontà, di nuovi colori. Colpisce, tra lefoto di Giovanni Giovannetti da Comiso e da Roma che pubblichiamo, il contrasto tra lefile di poliziotti elmo scudo giubbouo antiproiettile manganelli armi delle prime, e l'immagine della Pan Am (ma potrebbe essere l'Aeroflot) sbarrata, il giovane carabiniere con la bandoliera, il fucile orizzontale tra le mani, che sembra chiedersi che cosa mai sta facendo lì. L'orizzonte, oggi, è quanto mai oscuro: e dietro le nubi, gli scrosci temporaleschi del Boeù,g abbattuto, del Libano, di Grenada, si a,inida,10 i grappoli dei missili, l'armamento atomico in grado - a quanto ne dicono gli esperti - di distruggere venti volte il ,iostro habitat, la Terra, di ridurlo a 1m deserto di rocce e di cenere. Sommario Lo spartiacque atomico Affidarsi alla saggezza, al buon senso, di chi i missili impianta e controlla (i Reagan, gli Andropov, le Tatcher, i Miuerrand) o benevolmente accoglie (i Koh/, i Craxi e twti gli altri) appare sempre più inane e illusorio. Presi nella folle spirale del riarmo, e del riarmo, e ancora del riarmo, passeranno alla storia - se storia ancora ci sarà per ilgenere umaflo- come residuifosPoesia palcsl.inese !le~~~;::: ~.T~~:;i J pagina 7 Antonio Faboui Gianni Mammolili Anelli sili, trogloditi di un'era che le armi atomiche hanno chiuso una volta per tuue. Rovesciando quanto ogni giorno ci viene propinalo da media di cui il minimo che può dirsi l che sono indegni (da in-dignus, privo di di• gnità), è sempre più evidente che utopici, fuori del tempo, sono gli apprendisti stregoni dei missili; realisti, al contrario, proprio i paciTesto Mkhel Maffesoli li rilorno di Dioniso a cura di Marco Leva pagine 19·21 Maurizio Ferraris Il sociologo dell'orgia intervista a Miche/ Maffesoli pagina 22 fi.sti, coloro che sanno e testimoniano che unicamente la distruzione totale (e per cominciare!) de/l'arsenale atomico, di ogni arsenale atomico, rende reale la prospeniva di sopravvivenza. In un suo vecchio numero, Alfabeta ha pubblicato un servizio fotografico sugli armamenti: il gelido orrore di macchine di morte, i solda,i travestiti anch'essi da macchine, da robot privi di intelligenza propria, secondo quella che fu già l'intuizione di Pablo Picasso, in un suo celebre quadro. Qui pubblichiamo ora un servizio sulla pace, e sui pacifisti: volti umani di donne, di bambini, di uomini, di cristiani, di laici, di cattolici, di comunisti; di operai, studemi, impiegati, commercianti, casalinghe, intellettuali, imprenditori, sacerdoti. Di gente COmt! noi che scriviamo questo giornale, come voi che lo leggete - un giornale che non teme di dichiarare la propria fiducia in ciò che i filosofi hanno chiamato «spirito•; che si può più semplicermnte definire vita. La vita contro la morte: questo l in gioco nella opposizione - diciamolo pure, radicale, rivoluzionaria - tra i poteri gue"ieri e la parola, i gesti, dellasperanza: tra la cultura, che è vita, e le armi di sterminio. .,Jnformazione culturale. (come è detto nella nostra testata) significa anche, e oggi forse soprattutto, questo: essere per la vita. RomanoCanos.i AmedeoSantOSUQS.SO Limitare i poteri pagina 36 Giornale dd Giornali I decreti economici pagina 38 Mario Spinella lndk-e della romunicazione I giornali e dopo pagina 38 ([m1i10 alla leuura di J.R.R. Tolkien. di E. Lodigiani; Ombra e mito in Tol· kien, di G. De Vero; Silmorillio,1 • Il Signore degli anelli. di). R.R. Tolkien) pagina 8 Francesco Uonetti Le immagini Lavoro, utopia. moderno, giochi Giovanni Giovannetti (Economia e societd nell'Italia medie- Lo spartiacque atomico vale, di Ph. lonn; L'uomo del Riruuci- >---------------< Prove d'artista: Eugenio Carmi pagina 9 Edoardo Sanguineti Codicillo pagina IO memo, di À. Heller; Lo condizione {JQStnwderna, di J.-F. Lyotard) pagina 23 Ces.au Viviani La concezione del pontefic.e Augusto Illuminati pagina 25 Bcnjamin e Parigi Omar Calabrese Adelino Zanini (Passagen-Werk, di W. Benjamin; Il Un armonico connillo Il continente Keynes 11aesanodi Parigi. di L. Aragon; Ben• (L'armonia e i confliui, di A. Foscari e (A Treatise of Probability - Come usci• jamin e Parigi - Parigi, 17-29 giugno M. Tafuri) re dalla crisi, di J.M. Keyna; Keyna: /983; Lo {emme de l'al'iateur, di E. pagina t I riletture e rievocazioni, di AUlori l'ari; Rohmer) Da BarttUona Ammlitò di Keynn, di Aulori l'ari) pagina 3 a cura di Joaquln Jord0 pagina 26 alfabeta mensile di informazione culturale della cooperativa Alfabeto ~a~~!i~~~reta ~:~:!af:zio Ferraris ~=.r;:,;:o1o Q}milaJo di direzioM: (Paradigmi per una melaforologia - Da Berlino (Funher taln of the city, di A. Maupin) Nanni Balestrini, Omar Calabrese, Schiffbruch mit Zuschauer. Paradigma a cura di Kurr Hilgenberg pagina 27 Maria Corti, Gino Dì Maggio, einer Daseinsmelapher . La cadUladel e di Maurizio Ferraris Cfr. Umberto Eco, Franocsoo Leonctti, prowfilosofo, di H. Blumenberg) ~ 0 1iucltelli tf~'.na 29 ~r=i°s:~M~ ~!::vatti, ~~~~4 Porta Normale e patologico Bibliografia analitica ::.:~ ~~ tli~ià~~:,a~~.r~;t~ Corti) !!; 1 t:':t:::w,;,e~:c~a~':t;°f/1° 0c~;,f:j ! ~~C:~tt!~~io Ferraris Carlo Formcnti, Maurizio Ferraris, pagina 5 pagina 15 pagine JO.JI Marco Leva. Bruno Trombetti Robttto Renani Uopold Sédar Se.nghor Marindla Gualtttini An dinaor Gianni Sassi Piero teorico dell'arte Se.nghor a Treviri Il Buto Edizioni lntr.ipresa (Piero teorico dell'arte - Anghiari, 6.S pagina 16 (Nippon No Chibusa, di H. Tatsumi; ~:!V:~~ ailturale ;aa:O~ f 983) ~~~~ai~~::ani zr:;t .:~e;e:d;~: Zi ~:~~; J.;~::v~~: via Caposile 2, 20137 Milano Marco Uva (Conoscere Marx • Pavia, 2-3 marzo Ci.appone, di P. Ulgnoni, Form, Sryle, r:::= =.. ~;;~~a lll, di Autori l'ari) ~9:3,;,/rz:v;~:r;~ar!a~n~~v~;i;7!n! 4 : r~=~t!'::: f/l·a1::':f Terpsichore in Giovanni AJjbrandi pagina 6 Ferrara, 9.JOgiugno 1983; Quale mar• pagina 32 CoordinamLnlo l'f'UUUt:ing: Pino Blasone xismo oggi? di AUlori vari) Marinella Gu.attfflni Sergio Albergoni Poeti pales1inesi pagina 17 Flashdanc.e ComposizioM: (Palestina poesie, di AUiori vari; Poesie Mario Spinella (Flashdance, di A. Lyne) GDB fotocomposizione, sui vetri delle finestre, di M. Bsyso; DaffA alla z pagina 32 via Tagliamento 4, 20139 Milano Fadwa Tuqan attraverso le sue poesie, (Dizionario Marx Engeb, di Autori Filippo Cavauuti Telefono (02) 5392546 di F. Makboul) vari) Onorevoli colleghi Stampa: Rotostampa pagina 7 pagina 17 pagina 34 viale Europa 15/17, Brugherio 1-----------~----------~------------, DistribuzionL: Messaggerie Periodici Comunicazkme ai collaboratori tore, titolo, editore (con città e data). Occorre in fine tenere conto che il AbbotUU71Lntoannuo Lire 35.000 di •Alfabeta» numero di pagine e prezzo; criterio indispensabile del lavoro intel- estero Lire 45.000 (posta ordinaria) Le collaborazioni devono presentare c) gli articoli devono essere inviati lettuale per Alfabeto è l'esposizione Lire 55.000 (posta aerea) i seguenti requisiti: in triplice copia e l'autore deve indica• degli argomenti - e, negli scritti recen- Numeri arretnti Lire 5.000 a) ogni articolo non dovrà superare re indirizzo, numero di telefono e codi• sivi, dei temi dei libri - in termini utili Inviare l'impono a: lntnprcsa le 6 cartelle di 2000 battute; ogni ecce• e.e fiscale. e evidenti per il lettore giovane o di Cooperativa di promozione ailturaJe zione dovrà essere concordata con la La maggiore ampiezza degli articoli livello universitario iniziale, di prepa- via Caposile 2, 20137 Milano direzione del giornale; in caso contra• o il loro carallere non recensivo sono razione culturale media e non speciali• Telefono (02) 592684 rio saremo costretti a procedere a ta• proposti dalla direzione per scelte di sta. Coato Con-mte Pestale 15431208 gli; lavoro e non per motivi preferenziali o Manoscritti, disegni e fotografie non Autorizzaziooc del Tribunale .., ., b) tutti gli articoli devono essere personali. Tutti gli articoli inviali alla si reslilui.scono. di Milano n. 342 del 12.9.1981 :;~~~:~i i1:rr~~i~ig~ ~:~~~li:;~;~:t ~i:ziin~:~~~op~v::;::!~~~:: ~i Il Comitato direttivo ru:t~o;;ri~~~tt=::aazzi ] nel caso dei libri occorre indicare: au- collaborazioni su commissione. t artistica riservati S. L'==========oL:.::..:=======::..::::.._========-------------1.-:..__:_..__ _j_
Walter Bcnjamid ......_.Work in -- Sduillea voi. V. tomi 1-2 a c. di RudolfTicdemann Frank.furt a/M, Suhrk.amp, 1982 LouisAragon u paesano di Parigi trad. it. di P. Caruso introduzione di F. Rena Milano, li Saggiatore, 19821 pp. 192, lire 6.500 Bnjamin e Parigi École des hautes étucles cn sciences sociales (Parigi, rt-"19 giugno 1983) Lai fmune de l'aviatcur regia di Eric Rohmcr (Francia, 1982) 11 percorso benjam.iniano si muove nello spazio urbano tangenzialmente al mondo dell'amatissimo Proust - diciamo cla1 primo al secondo e al nono «arrondis.scment», rispeno al settimo e all'ottavo della Redrerche - intersecando il viaggio che il paysan Aragon compie, sulla scia del piccone demolitore del «passage dc l'Opéra. da ovest a est, fino al parco delle Buttes-Chaumont. Il boulevard Haussmann unisce capricciosamente i tre mondi nel nome dell'artefice massimo del «moderno» parigino. Prendendo origine nei pressi degli ChampsÉlysées-fra la casa di Odene, rue La Pérouse, e i prati del RondPoint e dcll'avenuc Gabriel, cari ai giochi di Marce! e Gilberte e alle passeggiate della nonna, - traversa il faubourg St.-Honoré e il boulcvard Maleshcrbes (subito dopo questo incrocio, al n. 102, sta la casa di Proust, bizzarramente metamorfosata in banca), rasenta i Magasins du Printemps e le Galeries La Fayette - eredi e soppressori per sostituzione dei pas.sages commerciali di metà secolo e occasione di furtivi incontri delle fanciulle in fiore, - sfonda nel 19251926 il cpassage de l'Opéra•, riveBenia~i~-• Parigi di Balbcc, l'ironica passeggiata dei personaggi di La fmime de l'aviateur di Rohmer, che ricercano una misura morale nella percezione distratta della melropoli. Magia di un viaggio sulla carta, sulla scia della forza evocatrice degli orari ferroviari proustiani e dell'analisi topografica surrealista e bcnjaminiana; appena un primo livello però, cM in quest'ultima il fascino si sprigiona non più dal feudale, dall'esotico, ma dall'urbano. In Proust è del tutto assente una magia di Parigi (c'è soltanto, a posteriori, per i proustiani), o meglio compare soltanto negli anni della guerra mondiale, nell'ultimo volume della Recherche, dove Parigi regredisce a natura e nel buio delle sue notti belliche si apre - labirinto e rifugio infernale per il vizio - la voragine del metrò, fino allora ignoto allo sguardo e al piede di Marcel. La specifica magia del metrò è il raddoppio sotterraneo della topografia mitica di Parigi alla rete sotterranea (canali, catacombe, gallerie) e alla natura anfibia dei passaga evidenzi il loro carattere - in questo assolutamente ultramitico - di «soglia•, sfera intermedia (Zwischen) fra due mondi, dove si compie un trapasso rituale (nei due sensi). Ricorrente è in Benjamin il parallelismo fra questo tipo di soglia e quello che divide il sogno dalla veglia, così che lo sprofondamento nel sottosuolo (e il disincarnamento della nomenclatura) si associano strettamente alla sua teoria del •risveglio•. Qui la differenza con Proust ci sembra evidente: per un verso, la dipendenza di Benjamin dall'autore della Rechuche è strettissima, proprio per le pagine sul sogno; per l'altro, però, non si tratta di una mera operazione di •democratizzazione• o estensione alla storia di quella che già in Proust si configurava come esperienza umile, quotidiana (Erfahavanti lettera) acquistano in Benjamin l'evidenza figurale di luogo della conoscenza delle cose nell'attimo in cui svaniscono: sono «monumenti immaginali del non-essere• (Fabrizio Desideri). Di essi, nel momento in cui sono cancellati dalla ristrutturazione urbanistica o sono svuotati come funziofle, «non resta che il nome)'> (P-W, p. 1001), margine offerto ali' Eingedenken, alla memoria che fa leva sul loro Zwischen, sul tangibile dileguare che li carica di energia dialettica, li rende disponi• bili alla conoscibilità, al risveglio, tramiti per lo svelamento della verità del XIX secolo agli occhi dello storico rivoluzionario. L'astrazione del nome e l'ambiguità del «passaggio» fanno da ponte all'estensione collettiva del processo di risveglio: l'esperienza privata di Proust diviene il modello per la riappropriazione del passato da parte delle classi oppresse, per i brechtiani costruttori di Tebe lando ad Aragon la potenzialità --=~~-----------"=""-="""~'-' mitica del moderno nel momento della sua rovina sotto il piccone; e perde il suo nome, infine, nell'infilata di boulcvards che arrivano alla Républiquc resecando il sistema dei passaga percorsi da Benjamin, sulla linea che va dal Palais royal alla Biblioteca nazionale (-sotto il cui libero ciclo, le sue volte d'azzurro, davanti agli occhi dei Dioscuri•, il Passagen-Werk fu concepito, continuando a rifletterne «la dipinta luce estiva»), alla galleria di rue Vivienne, al «passa· gc des Panoramas», fino al Muséc Grévin. Magia ._,.,.. Qui - luogo di fascinazione per i surrealisti (malgrado l'infelice ritorno, proprio di Aragon nel 1946, in chiave patriottic»,populista) - ...., può partire l'altro itinerario che, .5 attraverso la meccanica vertigine ~ delle due grandi stazioni di testa t,). per il nord e per l'est, conduce al- ~ ~:rC:~ur::~itologjca delle J; Il testo di Aragon che vi è dedi- ~ :~e':1 ::~~~n:::1:!a~~: g - sta esattamente a mezza strada ~ fra due episodi che prendono a ~ scenario quest'altra creatura del barone Haussmann: gli incontri clandestini di Albertinc e Andréc s .I!: ,g_ 1; in un povero sostituto semiurbano nomastica, una forma potenziata di quella Mag~ der Ecke (magia dell'ang,>Jo) che associa misteriosamente al crocicchio i nomi di due vie. Il nome - nella sua fortuita combinazione angolare, ancor più nella sua proiezione sotterranea e infine nella suggestione irrefrenabile che promana dall'incontro infero di due strade di superficie, ad esempio nel caso di Sèvres-Babylone, caro a Benjamin, o di quello più recente di Kremlin-Bicètre, - si sgancia compiutamente dal riferimento concreto, vive ormai di vita propria. «Sono Walter Benjamin o mi chiamo semplicemente Walter Benjamin?»: il fondo del nome balena vincente, si tratti di una targa stradale o del nome segreto ebraico. Le luci rosse che, negli ingressi guimardiani del metrò (ahimè, oggi ben meno numerosi che negli anni trenta), introducono all'Ade dei nomi spezzano la «piacevole catena» che li legava a strada o piazza e annunciano nuove divinità infere e cloacali (P-W, pp. 13536). Giustamente, nel colloquio parigino su Bcnjamin, Remo Bodei ha messo in luce questa attenzione specifica «per il profondo, per il sottosuolo della metropoli, come opposto speculare della superficie», e Menninghaus ha osservato come l'estensione della toporung) e non privilegiata (Erlebnis), ma di qualcosa d'altro. Non solo Benjamin organizza le osservazioni proustiane in base al principio freudiano di surdeterminazione - la Traumdeulung era stata centrale per tutta l'esperienza surrealista, e il giovane Lacan ne trarrà una problematica destinata a scendere in parallelo fino alla scuola di Althusser, - ma attribuisce alla memoria e al risveglio come azione strutturata un carattere concreto (e estendibile collettivamente) che in Proust era assente. Basterebbe qui ricordare come le direzioni topografiche - a Combray come a Balbec-- siano in fondo reversibili, trasformabili con il mescolarsi delle conoscenze o l'avvento di mezzi di comunicazione più veloci, mentre le soglie benjaminiane hanno una loro autonoma consistenza, trattengono un'esperienza collettiva. Per questo Benjamin scende nella rete del metrò, facendovi esperienza dei nomi e non di shock alla Charlus. Storia t: risveglio J passages parigini (già in Aragon - secondo la giusta osservazione di Lcenhardt - elemento di inserimento nel reale del limite, dell'effimero, della contingenza, di una heideggeriana Geworfenheit che non vogliono ereditare il patrimonio culturale degli oppressori: il cardine della «piccola porta• da cui a ogni istante può entrare il Messia è così, in una fondamentale variante dell'ultima «tesi• di fi. losofia della storia, la memoria (cfr. Gaammelte Schriften I, 3, p. 1252). Come si applica l'analogia del sogno e del risveglio al lavoro del materialista storico e del rivoluzionario? La conoscenza - con caratteristica differenza dal discoprimento/a-/ltheia di Heidegger - è accostata alla decifrazione del sogno dall'esperienza del ridestato, dalla soglia del risveglio: la chiave dell'interpretazione è il balenare del ricordo dentro il presente/veglia (Jetztsein/Wachsein), secondo un procedimento complesso, di rovesciamento dialettico che riconverte i meccanismi di spostamento e condensazione del sogno. «L'arrivo del risveglio sta come il cavallo di legno dei Greci nella Troia del sogno)'>,ed è «oon l'astuzia, non senza di essa)'>che al sogno ci si strappa. Siamo davanti a una «svolta copernicana» del lavoro dello storico, al rovesciamento antistoricistico del nesso passatopresente a favore del secondo (•primato della politica sulla storia•), nella forma assolutamente originale di una valenza rivoluzionaria della memoria. La fissazione - nel corpo architettonico dei passaga - del dettaglio e della transitorietà in un che di indistruttibile (affine al nome) è in evidente rapporto con la teoria del risveglio e qui (più che nel rifiuto della mitologia) sta il vero sviluppo di Benjamin rispetto ad Aragon. La soglia in cui le cose trapassano nel non-essere (o il nome, nella profondità del metrò, si astrae dalla strada) è ripercorribile all'infinito dalla memoria e può riattivarsi in immagini dialetliche, che sono l'unica forma autenticamente materialistica e rivoluzionaria di riappropriarsi del passato, di gestirlo non più come un fardello ma come strumento di emancipazione. Del resto, «autentico)> è proprio il fuggevole, e la verità intrattiene rapporti con l'eterni1à solo in quanto è caduca, così che tener ferma l'eternità degli eventi storici significa essenzialmente «attenersi all'eternità del loro trascorrerei. - secondo una folgorante espressione dei materiali preparatori alle Tesi (Gesammelte Schriften I, 3, p. 1246), strettamente affini al gruppo dei testi prima ricordati nel Passagen-Werk (per esempio, pp. 490-92, 495, 577-78, 587, 591-92, 852, 1006, 1026 e 1057-58). Portare a leggibilità il passato, cortocircuitarlo con l'emergenza del presente (che è anche la «roltura rivoluzionaria• nell'ideologia della Terza Internazionale, interpretata da sinistra, alla Korsch), è il contrario di un programma riformistico o di un'escatologia (pseudo)messianica che collochi la mèta nel futuro: rivoluzione è piuttosto «interruzione)> (messianica) della storia, vittoria sullo scorrere vuoto-omogeneo del tempo quale privatamente consegue la «memoria involontariai. proustiana. Questo tipo di riattualizzazione del passato (e di decifrazione del sogno) dal punto di vista del presente (della veglia) è direttamente opposto all'empatia storicistica, al metodo dell'intuizione immedesimante: Dilthey e Ranke sono i bersagli simmetrici (spirito del tempo e oggettivismo) dell'antistoricismo benjaminiano. E ben si comprende lo stretto parallelismo di questa concezione con la teoria brechtiana - antipsicologistica - dello •Straniamento». li rifiuto dell'immedesimazione, del farsi carico delle «eredità• storiche, è presa di coscienza degli oppressi, destituzione del privilegiamento dell'esperienza unica, del tramandamento destinale. Qui è anche il senso ultimo (non letterale) della «perdita dell'aura•. Vertigine del moderno Il paysan aragoniano rivela, davanti al declino del «moderno• parigino (la sparizione dei passages), non rimpianto ma senso della cala• strofe, esalta la variegazione dell'effimero, la salvezza del particolare nella sua irriducibile pluralità - e qui il surrealismo, come ben osserva Franco Rella, tende la mano paradossalmente al realismo socialista del posteriore scrittore dei Comm1mistes. In Benjamin questa tematica è filtrata attraverso il tema deU'an• gelo - fuggevole cantore dell'Eterno, trascinato nel turbine della bufera storica, fra le rovine di un moderno che riproduce il sempreeguale. La sua Parigi è percorsa da angeli baudelairiani cui è affidata
una problematica salvazione dei fenomeni. Soggetto del Passagtn-Wtrk è la merce, come del resto nel mollo let10 e ponderato Capiraft (per usare la polemica puntualizzazione delle marxiane Glosse a \Vagner), il precipitare dello stesso consumalore (uomo della folla. /Ume11r, detective. attore metropolitano) nella condizione di merce. nel gioco della prostituzione universale e del destino. La distruzione dei passaga-legata allo sviluppo dei grandi magazzini - è però anche la caduta del sogno collettivo della borghesia. cosl come poteva esprimersi nell'urbanistica fourieriana. Le fantasmagorie in cui si presentano immediatamente. sensibilmente. le creazioni a base economica e tecnica dell"Ottocento - cosl come le elenca cumulativamente la rappresentazione storiografica ..chosiste,. (nell'introduzione al testo francese dì Parigi. capitale del XIX secolo, in P-W. p. 60). - passagts. scenografia del mercato e dei consumatori. ecc.. sono suscettibili di una duplice lettura. come sinteticamente marca la prima stesura del Passagm-Wuk (Paristr Passagen I. in P-W. p. l032). riuviando per il primo aspetto allo storicismo. per il secondo alla .csvol!a copernicana,,. materialistica: .csi possono riconoscere due direzioni: quella che parte dal passato per arrivare al presente e rappresenta i pa.ssages. ecc .. come precorrimenti: quella che dal presente \'a nel passato. per far esplodere nel presente il compimento rivoluzionario di questi 'precorrimenti'. e questa direzione comprende anche la trattazione elegiaca. rapita. del recente passato come della sua esplosione rivoluzionaria». Il .cnon più,. allude al .cnon ancora». ma Benjamin è anche qui ben lontano dalle certezze dell'utopia blochiana. L'appassita fragilità del mondo di cui segue le 1racce si riverbera nelle contraddizioni del suo angelico messianismo. Persino l'alone di tragicità che av• volge il Pa.ssagen-Werk si presenta. nel suo tardivo eppure attualissimo riemergere. sfrangiato e vira10. Il suo nuovo tono di percettibilità oscilla fra rapocalinico fantascientifico postmoderno - il topos delle rovine di New York e l'incubo dei replicanti. che riproducono i temi benjaminiani della catastrofe urbana e del nuovo-sempreeguale - e la riedizione smorzata del fliineur in un emarginato scenario vecchio-europeo: le piccole peripezie dei personaggi di Roh• mer fra Gare de l'Est. avenue de Verdun e Buttes-Chaumont. restituiscono la misura di massa attuale del sogno piccolo-borghese. forse le coordinate di una nuova crisi. dell'elaborazione delle condizioni per una critica. Abbiamo pubbl,cato. oltre a un pruno wggio di A. Illuminali (Alfabeta n. 47. aprilt '83), altri scritti rela1i, 1i a Btnjamin nei numtri 6 (Franco Rei/a). 34 (RolHrto Buglioni), 38139 (Giorgio Agamben, Cesart Casts, Gianni Vattimo), 53 (da Parigi. Gianni Corchia). Lametaforaconcreta Mans Blumenberg Paradigmi p,er una metaforologia trad. it. di M.V. Serra Hausberg Bologna, Il Mulino, 1969 Schif!bruch mit Zuschauer. P1radigm1 clner O..Wlnsmetaphe:r Frankfurt a/M, Suhrkamp, 1979 La caduta cld pro<olllosoro o li comkltà dellll teoria pura trad. it. di P. Pavagnini e S. Bortoli Parma, Pratiche ed., 1983 pp. 105, lire 8.000 H ans Blumenberg, un autore i.solato sulla scena filosofica tedesca e difficilmente collocabile in una scuola, ~ divenuto famoso grazie .soprattutto a due imponenti pubblicazioni, Dic UgitimitiU der Neuzeit e Dic Genesis der kopcrnikanischen Wclt (di lui, recentemente, ~ st:\to tradotto un breve, intenso e gustosissimo saggio sulla storia dell'aneddoto di Talete che cade in un pozzo mentre scruta le stelle: La cad111adel protofi/osofo). Blumenberg cerca di elaborare una «melaforologia,. che sia anche storia delle metafore, in cui le metafore stesse svolgano una parte di primo piano, in cui, per fare un esempio, non ci si limita a addurre l'esempio dell'accostamento meta• forico verità/luce, limitandosi a esaminare che cosa i due elementi o concetti abbiano in comune, ma ci si fa strada nel campo coperto da questa immagine. studiando le prime applicazioni del paragone e le diverse riprese, le prestazioni e gli usi successivi, le deformazioni e gli ampliamenti introdotti nel corso della storia del pensiero, gli adattamenti volta per volta compiuti per rivestire della stessa immagine contingenze differenti; oppure, seguendo un'altra pista (la cui meta è però identica a quella della prima). si cerca di tracciare una tipologia di «storia delle metafore» individuando esemplificazioni di passaggi a doppio senso tra metaforica e concettualizzabilità o tra metaforica e simbolica. Sono sempre e comunque esemplificazioni, casi concreti e paradigmatici di metafore derivate o di metafore 'assolute' - un termine coniato dallo stesso Blumenberg per indicare poche, pochissime metafore originarie, indeducibili per traslato, che godono della proprietà di enunciati non risolvibili in concetti (Unbcgri/flichktit), sulle quali il pensiero occidentale ha costruito la propria immagine del mondo. Un esempio di metafora 'assoluta' che Blumenberg volentieri cita ~ quello di «svolta copernicana». dove il significato della riforma astronomica si è perso, e dove - dalresperienza biografica kantiana in poi - la ristrutturazione copernicana del cosmo viene assunta per rispondere a una domanda che non ammette risposta con mezzi puramente teoretici e concettuali: la questione della posizione dell'uomo nel mondo, del suo stare al centro o alla periferia. Per Blumenberg, insomma, la storia della struttura del pensiero si organizza, come per Kuhn, secondo paradigmi il cui fattore unificante ~ la metafora implicita del paradigma stesso, su cui si innesta silenziosamente una prassi teorica. Altrimenti detto, questo programma segue un paradigma ermeneutico della metafora, la cui specificità euristica sta nell'esemplificazione storica: la metaforologia proposta, erigendosi su una sottostruttura del pensiero che ~ alla base della logica dei concetti, documenta per esempio un attaccamento a tradizioni precedenti che non trovano spiegazione semplicemente nel discorso detrautore. I problemi nascono nel momento in cui ci si chiede dove abbia a stare di casa una disciplina la quale. nel senso sopra tracciato, deve essere intesa come promotrice di ricerche, ancora più specificamente che storiche, archeologiche. dal momento che si fonda sulla premessa che siamo cogentemente determinati e condizionati da un preapparato di immagini e di rappresentazioni elementari intese come a priori della conoscenza, attraverso le quali filtriamo la nostra percezione del mondo. La proposta di Blumenberg è che una metaforologia. come parte di una storia di concetti e come questa nella sua totalità, deve essere una disciplina accessoria della filosofia, in quanto questa cerca di comprendere se stessa a partire dalla sua storia e di realizzare il proprio presente - e, questo, nonostante l'apparente incongruenza del fatto che la metaforologia ~ anche e .soprattutto parte di una teoria della Unbegrifflichkeit, dell'impossibilità di ridurre a concetti cose di cui ciò nonostante si vuole parlare. È, insomma, una posizione a metà tra quella del Wittgenstein del Tractatu.s e quella della teologia alle prese con l'annoso problema di trovarsi nella necessità di parlare di Dio, ciò di cui per definizione non si può parlare. L'indicibile sarebbe cosi un affare che può essere affrontato solo dalle metafore, come quando Nicola Cusano rappresenta il fenomeno della coincidenFranctsca Rigoui tia opposi1orum con l'immagine di un cerchio in cui il raggio di\'enta sempre più grande e la curvatura della circonferenza sempre più piccola, fino al punto in cuj linea curva e linea retta coincidono. Metaforologia e storia dei con- . cetti devono procedere l'una in funzione dell"altra, anche se la metaforologia ha da operare a monte, proprio perché suo oggetto specifico sono le strutture del pensiero e i suoi strati primari, specie di elementi primi della lingua filosofica, e poichl il suo compito specifico è quello di avere il coraggio di rispondere alle domande di fondazione, anche se la pretesa può apparire ingenua, e persino se le domande non dovessero mai venire formulate espressamente. Le metafore debbono esibire un campo i cui dettagli dovrebbero essere offerti da ricerche più specificamente terminologiche e di storia delle idee. Senza per altro invadere terreni che non le competono, la proposta di Kleist di dividere gli uomini in due categorie: quelli che si capiscono in base a metafore e quelli che si capiscono in base a formule, non è alternativa. come potrebbe sembrare. Non è lecito ripiegare su metafore dove sono possibili formule, anche se evidentemente lo~ il preferire occuparsi delle une piunos10 che delle altre. (11disagio provocato dal rovesciamento dell'affermazione - il non ripiegare su formule dove sono possibili metafore - risente della maggiore credibilità che assegnamo alle formule, le quali godono di una qualifica di scientificità che le metafore, questi residuati storici sulla via dal mito al logos, non si possono permettere). A quelli che si capiscono in ba.se a metafore. o a cui semplicemente piace il gioco evocati\'O e fortemente associativo del discorso metaforico. potrebbe essere dedicato Schiffbruch mir Zu.schauer (Naufragio con spettatore). Qui si segue, infatti. una metafor'a.. o meglio una •configurazione-tipo», quella del naufragio-con-spettatore descritta da Lucrezio all'inizio del Libro secondo nel De rerum natura, col famoso .ce terra magnum alterius spectare laborem», e il cui senso, che Lucrezio derivava a sua volta dalla dottrina epicurea, ~ che la felicità sta nel godimento della posizione di chi non ~ colpito dagli eventi, ma assiste da spettatore alla disgrazia altrui. Blumenberg assume questa metafora e la segue, con procedimento tipicamente associativo, nel suo essere ripresa e abbandonata, modificata e distorta, arricchita e defraudata. nella storia del pensiero. fino alla sua autosoppressione nell'immagine della costruzione della nave coi resti del naufragio. quasi un cantiere in alto mare, lontano dalla riva su cui si può trovare salvezza. e he l'operazione di ricostruzione della fortuna di questa metafora sia suggestiva ~ innegabile. E lo ~ fin dalle prime righe, quando si constata con stupore che l'uomo, animale terricolo per eccellenza, privilegia stranamente la rappresentazione della propria esistenza, individuale e collettiva, con la metaforica del viaggio per mare. Dal momento in cui ha valicato i confini impostigli dalla •natura•, affidandosi all'elemento "liquido' (dove il richiamo al denaro~ per altro immediato), l'uomo ha messo scientemente a repentaglio la propria esistenza esponendola ai rischi di tempeste e di possibili naufragi. Da quel momento medesimo in poi, però, l"esperienza materiale è stata continuamente traslata nell'esperienza metaforica, sicché a naufragare non sono più imbarcazioni, ma singole vite o addirittura Stati. che vengono travolti dalle ondate degli evenli per essere osservati da personaggi non coinvolti o che prudentemente non si lasciano coinvolgere (come il cauto Montaigne, che in caso di tempeste metaforiche preferisce «non allontanarsi molto dal porto»). Gli adattamenti a situazioni contingenli sono infiniti, né Blumenberg avanza pretese di completezza. Ma già la casistica è limitata dalla presenza dello SJHttatore. la cui figura è indispensabile per l'efficacia del contrasto tra l'elemento solido, fisso e metaforicamente sicuro della terra. e l'elemento mobile e fluttuante, metaforicamente insidioso, del mare. L'illuminismo, per esempio, ha trasfuso l'immagine nella sua trattatistica sulle passioni, considerando il naufragio quasi il prezzo indispensabile da pagare perché la conoscenza avanzi, e considerando inaccettabile la .soppressione del rischio, pena la bonaccia dell'inazione e della stasi: riabilitando la tempesta delle passioni, esso avrebbe per primo liberato la navigazione dal marchio della hybris. [I positivismo logico, invece, ha colto nella configurazione tutt'altri aspetti: eliminando lo spettatore e con lui la terraferma, se ne è servito per raffigurare, con l'immagine del naufrago trasportato dai flutti che ha a disposizione quale box of tools esclusivamente la nave - o ciò che di es.sa resta dopo il naufragio, - la mancanza di premesse propria di un inizio assoluto. rimpossibilità di raggiungere la certezza. il divieto di accedere a materiali o ad attrezzi più sofisticati. In conclusione, la metafora sembra applteabile con poche modifiche a molte, forse troppe circostanze esistenziali. Dove sta allora, se esiste, la sua capacità di differenziare e di caratterizzare, se essa può indifferentemente raffigurare - oltre agli esempi già citati - lo stato d'animo di Goethe dopo la battaglia di Jena, la doppia vita, attiva e passiva, del .soggetto umano in Schopenhauer, la sensazione di inevitabilità del rischio, .se mai si vuol scoprire quaJcosa, di Nietzsche, ccc.? E che cosa si potrebbe rispondere allora all'obiezione che lavori di questo genere altro non sono che collages di citazioni raccolte per libere associazioni e disposte cronologicamente, prive completamente di potere esplicativo? Semplicemente, credo, che questo non è il nostro problema. Le domande poste sopra. infatti. risentono di una impostazione e di una scala di valori a senso unico in cui il nodo problematico, l'elemento che richiede la comprensione. è - tornando alla terminologia richardsiana - il ttnore. Se diciamo che Achille ~ un leone, intendiamo parlare di Achille, non dei leoni. Cosi, se scriviamo di Stato-macchina e di Stato-organismo, ~ lo Stato il fulcro della nostra atten• zione. non il mulino a braccia di Kant o il Leviatano di Hobbes. Ma proviamo a astrarre per un momento da questa prospettiva, e a concentrare l"attenzione sul veicolo, quindi sull'espressione (alsa che asseriamo, volendo significare seriamente un"altra cosa (tutti sanno che. letteralmente parlando, il tempo non ha propriamente ali per volare). In fondo si tratta della stessa proposta esaminata all'inizio: guardare non aJla metafora astratta. al concetto di metafora. ma a metafore concrete con la k>ro storia, e chiedersi percM: proprio quelle e non altre - partendo dalla premessa che l'uso di una metafora specifica per mettere sulla scena un problema condiziona e indirit- • za l'intero modo di affrontare e ve- -~ ni~i ~= i:C!:n~!::::~7 [ noscere alla metafora la sua porta- i ta originaria, di rappresentazione, - mediante offerta di una relazione 1 immediatamente percepibile a tutti coloro che vivono nello stesso contesto culturale, di una realtà complessa spesso non altrimenti descrivibile. ~ ~ ;:,;
Unaprospettijya difelicità L a felici1à mentale è titolo dav- ~ro imprgnativo e può sembrare JNrfino azzardato fH' uno studio su Ca,:alcanti e Dante; inv~ l azuccati.uimo. /I lettoresi aaorgc subilo di un unso di serenità e quasi di pace, che lo invade man mano che proude nella fitta trama dei corNMnli e del/e relazioni che Maria Coni dipana, a cominciare dal primo capitolo, btllissinw, dedicato alla più famosa e importante canzone di Guido Cava/conii, •Donna me prega•. È chiaro che la ttfelicilà mtntait:• i staia prima di tutto raggiunto daJ. l'aurriu, CM si l proposta di non ~nt:rla tutta per si ma di comunicar/a. Cl di che stupirsi in un'epoca in ali fc/idJà e infdirilà sembrano qu,ui soltanto dLgli sbùuliti dichl. Ma cosl non l; si ha l'imprasi.one di UHrt: a una svoha, e si unlt sonprc più la n.teasità di libtrard dagli obblighi <kllah dalle molteplici infelicitàptr sgombrart la via a una nuova libtrl4 della mtnlt:. È questo uno dei masaggi indirttti dLI libro, au1cn1iauo proprio da q~I stntimento di ftliciti raggiun• 10 che fa 11eniresubito la t1ogliadi chiedersi fino in fondo in che cosa consiste, allora, questa benedma ftlicità e come sia ancora possibile raggiungerla. Tali considerazioni potranno sembrare quasi improprie per degli scrilli che sono anche il frutto di un lat1oroscientifico di inoppugnabile lucidili; mal il modo, lo stile, l'incandescenza candida con cui la Corti comunica i risultati delle sue riarche di studiosa dell'unh•erso segnico mediotVale, che autorizzano a dilatare la rispostaalle sue fatiche al di là dei confini di quella che potrebbe stmbrare sohanro •alta ftlologia,., sia pure nulrita da umi robusta concezione semio1ica che si rifà soprattullo alla lezione fondamema/e di Jurj N. Lotman e Boris A. Usptnskij. Quali sono dunq~ i segreti che la Corti ci st1e/aint1i1andocia seguirla sulla sua stusa strada? Prima di tulio. il ripercorrerecon me• todo rigoroso l'itinerario che un poeta ha individuato IN' conden• sarlo poi in quel risultato assoluto che chUlmianwpoesia, quasi come fosse l'avventurosa s10riadi un cer• calore di dianum1ie del SUfJ fatico• so e lOrtuoso lavoro di avvicinamento e di scoperta delpunto in cui può f~,ue mLlllre in luce la gemma lungarMnu tksukrata e SO· gnaJa. La felicilà, a quato stadio, consiste ml/a ricercamedesima. Per quanto riguarda il primo grandissimo exemplum che ci viene proposto di scavarefino in fondo, appunto la canzoM •Donna me prega•, t lo scoprirt a poco a poco come la composizione di Cavalcanti sia cosi ricca di rint1iie di termini filosofici da trasformare il linguaggio poetico direllamente in •pensiero poetico•, che è qualcosa di più e al di là delle semplici impressioni trasmessedallt immagini. Scoprire le radici del linguaggio significa reslituire alle parole e alle espressioni il loro esatto significato. e ciò t stato possibile perchl la Corti ne ha individuato e messo in luce le fonti •lecniche• (per esempio. la letturadella traduziont latina dell'Etica Nicomachea che ha funzionato come da detonatore all'interno di una cultura essenzialmente teologica. fino alle esplosioni eretiche delraverroismo. ci<H del/'aristolelismo radicale. •di sinistra•). Anche in questo caso. conoscere bene gli strumenti utilizzati da un poeta ha come conseguenza la crescita del godimento nella letlura, ciol della felicità del lettore, tan10che la lettura integrale proposta - e sostenuta con prot1e - dalla Corti produce una sorta di nuova e ancor più riccapoesia, capace di scaricare le sue frecce (i significati) in direzioni ù1fini1e imprevedibili. Felicit/J è allorll moltiplica• ziot1edel sapere. Nel secot1do copilolo, it1titolato •Campi di tensioni e campi semantici mobili nella cu/Jura del Duecento,,, la Corti affro,ita il problema con metodo indireuo: il t1iaggio verso la felicità muo"·e no11pili dal risultato definitivo di ima poesia, ma dalla mutazione di senso che alcune parole chia"e hanno avuto in quel felice ptriodo di scoperte e di ri"oluzioni filosofiche (che la Corti definisce •campo di lensioni •, richiamandosi a un capilo/o fondamentale del suo precedente libro Il viaggio testuale, pubblicalo sempre da Einaudi nel 1978). Le parole prese in esame sono: ma• gnanimità, nobiltà e felicità, quali passaggi obbligati di un fervente in• lerrogarsisui cardini di un' esisten• za che si possa considerare degna di questo nome perchl degna della filosofia che la so"egge. I diversi significati atlribuili a queste parole tracciano allora il percorso de/l'intelligenza sollecila• ta da continue letture e SCOJNrle - percorso segnalo anche da dure battaglieche riguardano, per esempio, l'inclu.sioneo l'esclusione del corpo nel raggiungimento pieno della felicità. Occorre aggiungere che questo secondo capitolo ha particolare risonanza sul momento della ricercaattuale: tocca anche a t1oi,qui e ora, e senza ulteriori in• dugi, ricominciare a interrogarci sugli stessi co11cetti,come su altri analoghi, percM ci siamo be11resi conto di quanto sia necessario trovare punti fermi su mi p1mltlreper riprendere il filo d'Aria11nadel se,rso. La felicit/J mentale sta 11elcoraggio di ripensare tutto il nuovo riallacciando il discorso degli amichi. Il terzo, ultimo e più esteso capitolo («L"amoroso u.sodi sapienza' nel Convivio•) re11deproblematico un discorso che pote,•a sembrare edenico. Lo sperimentalismo da,1- /esco dimostra che non vi t un punto cosi fermo da poterci comare una voltaper tulle. Le analisi della Corti sulle mutazio11iprofonde che riguardano la filosofia del Convivio. a partire dallo iato del Trattato quarto (e che vanno a toccare l'atwale finale della Vita nuova) rendono assai inquiela e come provt1isoria ogni certezza di felicilà mentale. Sembra che la feliciti Dante l'abbia trovata 11elm111amento.nel punto del passaggio, più che nella sicurezza di un porto sicuro. O meglio: quando Dante ha deciso per il porto sicuro della reologia e del dogma, la sua felicitdparadisiaca t diventata meno palpabile, me• no praticabile. Ma ciò non dimi• nui.Jcela sua carica trasgressiva n·- spetto alle codificazioni stilnoviste, con tutta lo feliciti che ne può nascere, come nell'istante in cui si spicca il volo, e ci si stacca. Tutte queste osservazioni sono rese possibili dal tono stesso dtl libro di Maria Corti, che non t rivolto solo agli specialistima forse ancor più ai le11oriche anche Cavalcanti si augurava in grado di i11tendere. Il tono, però, non vienemai a patii col rigore dei ri.Jultatidella ricerca, che sos1engo110ogni affermazio11eq11asiper rilevareche J'infelicità sta 11ell'imprecisio11e ,,e/ consegueme parlare senza fondamemi. Maria Corti La felicità menhllt! Nuove prospeuive per Cavalcanti e Dante Torino. Einaudi. 1983 pp. X•l65, lire 16.000 Pieroteoricodell'arte PKro teorko ddl'arte Convegno internazionale di studi (Anghiari, 6-8 maggio 1983) N elio scorso mese di maggio si è svolto ad Anghiari il convegno internazionale di studi dedicato a Piero della Fran• cesca: Piero teorico dell'arte. Il convegno è staio promosso da Umberto Eco, che si è avvalso della collaborazione di Omar Calabrese e d1 un comitato scientifico di cui facevano parte Attilio Brilli e Giuseppe Paioni. Invece di ri• ponare tuni i contribuii degli stu• diosi intervenuti. tra i quali noti storici dell'arte (Eugenio Banisti. .AJcssandro Parronchi. Thomas Manone). tradirò un po· lo scopo recensivo di questo articolo usando i temi del convegno come pre• cesti per tranare qualche proble• ma pertinente alla semiotica delle arti visive. per tentare di mettere in luce qualche aspcllo della teoria .,... in pittura. i::s Le relazioni di stretta rilevanza •i semiotica, quelle di Daniel Aras• - se, Hubcrt Damisch, Paolo Fabbri ~ :C~U:caM~n~ ~a~:v~~~: ] ro, l'affresco di Arezzo con le sco- ~ rie dell'invenzione e dcll'csaltazio- ~ ne della croce. L'espressione «Pie- "" ro teorico dell'arte•, di conse- .,... guenza, ba significato almeno due '::: cose: da un lato, Piero autore del ] De prospettiva pingtndi, di cui si è ~ occupato Damisch menendolo in à rclarionc intenescualc con i tratta-- ti di Leon Battista Alberti e Leonardo; dall'altro, Piero pittore che ha applicato, nella sua opera di maggiore rilievo narrativo, la teoria della prospettiva. Teorico dell'arte sarebbe stato allora per teorico del racconto: «Piero raccontando - in pittura - la storia dell"invenzione e dell'e• saltazione della croce in San Francesco ad Arezzo avrebbe esposto RolH.rtoBenatti ria del racconto• (Marin). In sostanza, si è studiato il ciclo nei termini di una grande struttura sintagmatica, con particolare attenzione alla storia della Legenda aureo di Jacopo da Varagine; e si è tentato di verificare come la teoria della prospettiva costruisce - par• tendo da una assiomatica - una strullura topologica dello spazio rappresentato, e come la messa in rappresentazione della s1oria pre• suppone una semantica e una pragmatica costitutive dell'enunciato. Occuparsi del ciclo di Arezzo come luogo di una implicila teoria del racconto significa al tempo stesso porsi le seguenti in1errogazioni: qual è la relazione fra una teoria della rappresentazione dello spazio costruito e una 1eoria del racconto reperibile nelle strutture narrative? in che modo Piero teorico della pittura ha letto la Legendt1aurea. traendo dei modelli per la sua narrazione visiva? S e una teoria della pittura nel Quattrocenlo non è necessariamente derivata da un trai• tato che ha regolato deterministi• camente il suo principio. ma da una pratica visiva che ha realizzato il suo modello, nei lesti iconiconarrativi quest'ultimo può essere il risultato e l'armatura della relazione tra la storia. o contenuto narrativo. e il racconto, l'affresco prodotto dalla narrazione di Piero. Si può avanzare l'ipotesi che il legame comune delle relazioni di Arasse, Damisch, Fabbri e Marin non sia stato !"univocità delle interpretazioni, ma la convinzione che piuttosto di essere fondata da una teoria è la pitlura di storia a fondarsi come teorica e a delegare a quel tipo particolare di discorso che ~ la descrizione la propria legittimazione. Ciò significa che i fenomeni riassumibili nella relazione tra i trattati, i testi e le descrizioni, non possono essere ridotti in uno schema simmetrico e deduttivo. Alla direzionalità della sequenza causale che dà ai trattati il ruolo teorico di partenza è possibile sostituire l'ipotesi della teoria come traccia ideologica, del modello come gerarchia delle forme di sapere e dei valori culturali, considerando le tre componenti in quel movi• mento a «camera d'eco• proposto
da Severo Sarduy in Barroco (trad. it. Milano, Il Saggiatore, 1980)- movimento non diretto da alcuna nozione di causalità, ma •camera in cui l'eco talvolta prece• de la voce». Un altro aspetto della teoria in pittura da considerare con meno sufficienza è la distinzione tra teo-- rie.oggetto e teorie della rappre• sentazione - in altre parole, tra teorie condensate in figure-simulacri, dal grande potere intertestuaha sostenuto Calabrese, - un ele- prospettiva ha il ruolo forte di reg- nografici rappresentati. NeU'affrc- dall'enunciazione dell'autore/narmento di coesione narrativa li cui gere la concatenazione proposizi<.r sco di Agnolo Gaddi - in Santa ratore. ruolo sintattico regge una vera e nale delle figure, nel suo essere Croce a Firenze - non c'è la scena Se quello che ha caratterizzato propria pragmatica della comuni- teorematica, dimostrativa e infine dell'Annunciazione, e il Sogno di nel <X>mplesso le relazioni qui ria>rcazione, perché determina con la visualizzabile in un modello di Eraclio è sostituito a Arezzo dal date del convegno ~ stato il proble· sua orientazione prospettica il orientazione sintattica del conte- Sogno di Costantino. Tuttavia, per ma della teoria implicita del racconpunto di vista dello spettatore ver• -~ nuto (Damisch). capire correttamente la teoria del to nell"affrcsoo di Piero, ana>ra una so la storia raccontata. racconto di Piero si deve tenere nota va riservata aJ fenomeno della È decisivo rilevare che una pittura può essere attraversata da più teorie che vengono focalizzate voi- U na teoria non è una identità conto non solo delle contamina- m6SD in figura dei misteri tcologià perfettamente isolata, una zioni fra temi e degli spostamenti irrappresentabili. a si può vedere teoria del racconto fa parte delle scene rispetto alle precedenti ancora l'tlCOOd• i Sarduy in un'altra di una rete di altre teorie in modo ~---------~ .versione: i sistemi di rappresentale, e teorie dispiegate, intese dai "' trattatisti, da Alberti in poi, come presupposizionale. Si può per tan• to, nell'attività interpretativa, parlare di découpage delle teorie sul loro dispiegamento sintagmatico, di cui la pittura è la rappresentazione e la figura il paradigma. zione non solo sono in grado di simulare, attraverso procedimenti cli •ana>raggjo» spazio.temporale, l'esistenza del referente storico e oggettuale, ma anche l'esistenza della teoria che li dovrebbe legittimare testualmente. gli invisibili riferimenti del testo visibile. È noto che rappresentare certi ... oggetti-figure significa non solo dare a mostrare di essere in grado In questo modo, si può intendere visivamente un sistema di figure teoriche concatenate nel discorso pittorico, che a sua volta può esse• re interpretato in una configura• zione semantica globale, o se si vuole macrotestuale. È il caso in cui la figura-paradigma si identifica col topico del racconto di Piero: la storia teologica della vera croce. ln conclusione, il riconoscimento della possibilità della perdita del referente teorico a fondamento della pittura, prima della pittura, porta a intendere la rappresentazione della storia della Legenda aurea non come effetto della teoria, ma la teoria del racconto di Piero come effetto della rappresentazione/narrazione della storia. La cosiddetta teoria implicita del racconto è l'effetto della rappresentazione, l'effetto del testo narrativo. di rappresentare, significa anche implicitare un sapere o un metasapere esibito. Quest'ultima modali• tà avviene nella semplice messa in scena. Piero può aver messo in scena una teoria nel momento in cui i paradigmi di questa teoria condensata sono identificabili con un sistema di figure del racconto, all'interno di quella sorta di macchina iconica che è la pittura di storia. La croce, per esempio, risulta essere una metafora visiva nel mo• mento in cui Piero - accogliendo il principio della sostituzione - ha potuto metterla in rappresentazione sia come figura-paradigma sia come espressione della profondità teologica della storia raccontata in prospettiva. Inoltre, funzionando da commentatore e da dcittico (Fabbri), la croce realizza le procedure di disgiunzione e di congiunzione tra le scene dell'affresco. Un ponte/non-ponte - come N e/fa premessa inaugurale (Metrica I, aprile /978) la rivista constatava essere, quello me1rico, un «paesaggio lasciato in abbandono•, donde la ne• cessità di ristabilire al più presto i contatti con la tradizione sette-etto• centesca. Quale accattivante dichiarazione d'inrenti, 1uuavia, ag• giungeva di voler lavorare ..misurando il passo sulla lunghezza della propria gamba•, in nome «di un'empiria cri1ica, di un progetto che esclude 'precostituiti ancorag• gi'•. Cosi, nel ridisegnare la mappa genealogica del proprio campo, alla vigorosa paternità carducciana Metrica affiancava una più /eco,,. da parentela con la erudizione alla (..diciamo il Quadrio, soprattutto, e la s1m ambizione positiva di una classificazione universale•) e - sui testi intaruo allestiti e i 'ferri del mestiere' vecchi e nuovi - con la modemo filologia d'aUlOre. li sapere unitario messo su dalla tradizione fino al Carducci, infaui, è stato sot• toposto nel Novecento a frequenti incursioni probatorie, che hanno anche notevolmente accresciuto il patrimonio di testi e strumenti (les• sici, reperwri. concordanze, rima· ri). È venuta meno, senza rimedio, una norma rigida, e la licenza di emendare ogni devianza ipo o ipermetrica e di rime, in favore di una ricostruzione storicamente fondata della cultura dell'autore e del testo. Oggi si sa che, non solo alle orita per volta dall'investimento te• matico: teoria del colore, delle passioni, del racconto - teorie che vengono discorsivizzate prima nella pratica e poi trasposte nella pit• tura, diventando componenti verbali della descrizione di ciò che è realizzato. Il sistema rappresentativo della pillura, come processo testuale, assume allora l'aspetto di una architeoria discorsiviu.abile in modo gerarchico, un sistema in cui la La coerenza testuale dell'affresco è legata alla presenza visibile e invisibile della croce- soggetto del racconto, ma anche modello teori• co della rappresentazione. È lo stesso Jacopo da Varagine a proporre la croce come una figura di teoria teologica e proporzionale condensata, quando descrive le sue misure e la difficoltà di collo-- caria per le sue dimensioni impossibili. Daniel Arasse ha studiato la pratica della narrazione di Piero mettendo a confronto le precedenti rappresentazioni della Legenda aurea, osservando le sostituzioni delle scene in relazione ai temi icoMetrica Marco Leva rappresentazioni, ma anche del ruolo attivo del committente, Giovanni Bacci. In questo modo, si può evidenziare meglio il ruolo della rarità iconografica, rarità che il pittore ritesse nel testo. Va rilevato, insieme, che è la sovrapposizione tra la figura del committente e quella del pittore/autore che fa del primo un personaggio maschera, che si per• de nelle tracce del testo e che l'in• terorete difficilmente recupera Si tratta dunque di considerare la pittura di storia come la realizzazione della scena della teoria, fenomeno che si può riproporre in forma di chiasmo: la teoria della rappresentazione è la rappresentazione della teoria. La retorica, si sa, opta per formule sintetiche la cui solidità, tuttavia, permette spesso di centrare i nodi problematici della significazione. È il testo a rendere pertinente la teoria, non viceversa. latina e greca; dalla perdita de/l'in- stata scelta soprattuuo l'analisi 'sto- ma alternativo') che, in successione specifu:he rompelenze di chi scrive, lerlocutore quantitativo, evidente• rica' - forse come prolegomeno al- cronologica, sono rispettivamente il regesto viene Jimùato al campo mente, la metrica italiana - accen• l'aggiornamento e alla ripresa degli al primo e al secondo posto anche italiano - anche se, purtroppo, in tativa rome tutte le metriche ro- studi - contro l'analisi 'formale', è nella poesia mediMvale francese questo modo si tace di alcuni conmanze - non può che uscirne im• confermato da Metrica Ili. (al terzo è l'alessandrino). Infine, tributi cospicui. poverita). Dei qua11ro..saggi• ospitati, uno Armando Balduino torna sulle ori- Al primo tipo la rivista ha tùdilnfine, si sa che l'analisi metrica (di Guido Capovilla) riguarda il gini dell'ottava rima, in amichevole cato /iMra, come si è detto, UIU) contemporanea non può più essere madrigale delle origini, anche nei contraddittorio con un saggio di spazio maggiore. Sono stati presi puramente 'tecnica'. Letture stilisti• suoi inediti aspetti musicali, con aJ. Guglielmo Gorni apparso in Me- in esame ronava (G. Gomi, A. che, strutturaliste, psicologiche dei cuni sommari excursus i11Carduc- trica I. Tra le «note e discussioni», Balduino), il sonetto (G. Parenti, ·vari tipi metrici entro un genere, o ci, Pascoli e Saba; un altro (di Ul- segnalo uno studio di Maria Cristi- C. Marazzini), la.sestina (A. Ron- ---~------ ---------,...-....---1.t_-;_-;.-~ì•;r•-■-"1, caglia), il madrigai, (G. Capovil- • la), la. ballata e la terzina (ancora G. Gorni - ma sulle origini della. terza rima in Dante è annunciato extra moenia un saggio risoluri.vo di Franco Gavazzeni, che è tra i direttori della rivista). Le letture 'stilisliche', di peso mi· nore entro la rivisla, si sono naturalmente mostrate pervasive anche dei contribuii del primo tipo. La loro vocazione per rosì dire poin• tilliste, dove è fondamenta/e la ci• tazione (un verso metricamente perfetto può essere tuuavia repe.1lente), dispont di grande litNr1à d'approccio e di più varia Slrumen• tazione, ivi compresa la 'critica delle varianti". Significativamente, al• cuni contributi provengono dalle recmsioni CM chiudoru:, sempre la rivista. Ricordtrmw almeno, per l'aspetto 'militante', le analisi me• 1ricistiche di poesia contemporanea: su Montale (G. lAvezzi), Pavese (G. Tavani), Pasolini (V. De Maldé), Giudici (C. Ossola), Caproni (L. Surdich). E, dei classici, gini, la coscienza metrica varia- e di un medesimo tipo nei vari auto• rich M0lk)-/'etimologia di tornada na Cabani sulla «tecnica della rigli studi su/l'ecloga di D. De Ro- '= butis, sui metri di Metastasio e de- ·t gli Inni sacri di F. Gavazzeni, sull'A/Mni di G. Tanturli e sul Della. ~ con essa la soglia di trasgressione. ri, si sono affinate in analisi 'secon- e la ricchezza di sviluppi che il ge• presa nell'ottava ariostesca». ConNon se ne cerchino prove troppo de' - controluce - dell'oggetto. nere ebbe in area provenzale. Bar- eludono il rerzo numero le recenlontano: da tempo la poesia italia- Dunque, alla necessità di riprende- bara Spaggiari discu,e l'anisosilla- sioni, come sempre accurate, di Casa di S. longhi. na non pratica pilì la tradizionale, re una tradizione di studi interrotti, bismo (..irritante sempre•) nelle opere e studi mttricistici usciti in• esatta ricchezza metrica, ma un rii• la complessità del moderno affian• galego-porroghesi Cantigas de tanto in Italia e fuori. mo indistinto o /'uniformità di ver- ca un altrettanto necessario ripen• amigo, un genere neolatino perife- Proviamoci a rileggere i ricchi Metrica m so; la rima oggi è un lusso 'segnala- samento delfistituzione, spalan• rico, e perciò conservativo: i loro sommari dei numeri usciti finora, saggi di U. Mòlk, B. Spaggiari, to', e avvertito.come tale. (Si ag• candolefinestrealnuovo, appunlo modelli sono mediolatini ma, nei sciogliendo la natura ancipite dei A. Balduino, G. Capovilla giunga che nella didaltica scolasti• senza «precostitui1i ancoraggi•. canzonieri, i versi più usati sono saggi nei due tipi geMrali, nnalisi e altri ca si è pressocl,é ridotta a uro ogni Che, tra·Jedue vie aperte alle in- già l'oltosillabo e il decasillabo 'storica' e analisi 'stilistica', indivi• Milano, Ricciardi, 1983 ] lettura ritmica della poesia classica dagi11i auspicate dalla rivista, sia (cioi gli stessi cui si applica il 'siste· duati prima. Per comodità, e per le pp. VIII-369, lire 37.(0) ~ '--------------------------------------------------------'"
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