Alfabeta - anno V - n. 53 - ottobre 1983

r·········································································• • · DaGinevral,e riviste Maurizio Ferraris D a luudi 5 a giovedi 8 settem- una condizione 'minoriiaria', rivi- dello Kamper, di tracciarele linee solo tipici dell'Est? (SylvieCoyaud vuole 'di cultura'. Cosi, Ti/man bre si t svolio, a una trentina ste engagtes ma in defmirivapoco di un linguaggio e di un sapere ha fatto vari esempi di censuraoc- Spenglerdi Kursbuch (fondato nel di chilormtri da Giuvra, un ktte, riviste autorevolissime ma adatti all'epoca post-scientifica in cidentale:divierodi esporre le rivi- /965 e con una tiraturache oscilla incontro trak rivisredi culturaeu- collezionate per abitudine o pu cui siamo entrati da qualche anno ste in edicola, in Francia;il caso di Irale 35 e le 40.()()(c)opie), insieme ropee, organizzato dalla West- prestigio, e che finiscorw per inci- (assenzadi linguaggiunificanti, di Rosso in Italia,ecc.). E poi: t vero a Tumulte Freibel.lter una delle ritkuac~ Run.dfwrk. Erano pre- dere ben poco sul dibattitocultura- centri e valori, condizione postma• o ne che spesso le rivisteclandesti- vistepiù autorevoli della nuova sisenri i rappresentantidi una venti- le. Cosi, nel 'casofrancese', riviste derna). Una relazione nella quale ne sono bruttine?(per cui la censu- nistra tedesca - gode tra l'altro di na di riviste, diverse per tiratura, come Les Tcmps modcrncs o io personalmente, e altri, abbiamo ra risulterebbecome una forma di una sorta di 'altadirezione' di Endiffwion.e e di.stribuzionegeografi- Esprit hanno 11i.rto, nell'ultimo de- trovato un imbarazzo tipico anche paradossaleservizio ai lellori-uten- zensberger, - registra11caon un cerca (dall'Islanda ai paesi dell'Est: cennio, un.progressivoassottigliar- di altrerivistetedesche:da unapar- ti...). to fastidio il fatto che un fascicolo unica assenza di ril~o era quella si della propria base di lettori. te, una apertura 'postmoderna', Più ramificatie 'polilogici' i di- un po' béte di Kursbuch, che afdegli spagrwli e dei portog~i). Esprit t passato dalledecinedi mi- scorsi nei seminari. Unfilo condut- frontava il tema del desiderio dei Gli italianierano quattro:Antonio gliaia di abbonati di qualche anno tore riconoscibile, almeno nel sessantottini di avere figli, aveva Attisani per La Gola, Giairo Da- fa ai 4.()()(a) ttuali; Les Temps mo- - gruppo sui linguaggidelle rivistea venduto 80.000 copie. E del resto, ghini per Changc lntemational, demcs ha regis1ratoun calo dalle ,fQ._ cui ho partecipato,era quello della proseguiva Spengler, anche i temi Syl11ieCoyaud ('naturalizza1a'ita- 15-20.()()(c)opie alle 4.()()()l;'antica ~ . marginalitddi certeoperazioni cui- 'difficili', per un peculiare masoliana) per Sottosopra, e chi scrive Nouvelle Revuc Française non ha turali (ma nelseminariosui proble- chismo del /e11oretedesco, sono ■ per Alfabeta. che 8iJO abbonati, mentre distribuì- mi tecnicie struuuralisi t affronta- nwlto seguiti.Accadecoslche Kurs- ■ Le intenzioni di Han.s-GOtz sce2.000copienegli istiturifrancesi to l'altro versantedella questione: buch si venda molto, ma senza sa- ■ Oxeniw, l'organizzatore, erano di culturaall'estero(inpratica, una ' la 'rivistizzazione' dei quotidiani pere esa11amen1peerché (interesse ■ mollo semplici: tracciareuna pura forma di sovvenzione slarale). Le I con l'introduzione di novelle, sup- epidermico, masochismo del /etio- ■ fenomenologia dellerivisteeuropee rivi.rie che ora 'vanno' maggior- plementi, ecc.). re, usi costumi e lradizioni della ■ (quali sono, a:,me son fane e per- mente sono più recentie soft: Au- Unamarginalitàimposta da con- nuova sini.slra...). QueJJache viene ■ chi). E a loro 110/ta i partecipanti trement (dalle 15 alle 20.()()() ro- dizioni etnico-linguisliche, in talu- a mancare t la percezione della : rwn avevarwprecisi programmi - pie), Débat, rivi.stamolto ufficiale ni casi (esempio clamoroso: Silja propria incidenza culturale; e qui ■ ognuno eraandato a Ginevraa ve- di Ga/limard (20.000), La Ouin- Adalsteinsdottir, che dirige in Spengler insisteva molto sulla ne- ■ dere chi sono gli altri, e c.ome fan- z.aine littéraire e Le Maga.rin litté- Islanda Tmaarit Mais og Mennin- cessi1ddi difenderelaculturascritta ■ ne le loro rivi.rie.Per cui l'inrontro raire - ma questi ultimi due sono gar, fondato nel 1940, sostienecon da/l'attaccodei media, degli audio- ■ si t strunura10molto empiricamen- praticamente dei media, organi di Immaginidella stessapanoramica orgoglio che la rivi.siat /ella dall'I visivi, dei fumetti e simili. ■ le, alla buona, lunedì sera: alcun.i grandi case editrici. Va anche be- proposta a pagina4. per cenlo della popolazione; ma li che ha provocalo un contrad- ■ partecipanJi (Olivier Corpet e nissimo Lire, un.arivi.stapuramen- Separataanchenell'originaleFossard subito dopo si apprende che la po• di11oriopiuuosto bizzarro e sinto- ■ 11,ierrySaquot della rivi.ria Auto- te tecnica,di aggiornamentobiblio- po/azione t 250.000abitanti). Una matico tra Kursbuch e Kurl Scheel ■ gcstions, Dietmar Kamper di Tu- grafico (/00.000 copie); e cosipure appunto - adozione di nuovi /in- marginalilà,del res10,che consente di Merkur - altrarivi.staaulorevo- ■ mult, e Predrag Malllejevic, che 11anbene certe riviste conservatrici guaggi, attenzione a quanto viene molto spazio alle riviste: Helge lissima, ma conservatrice,fondata ■ non rappresentavaalcuna rivisra, come Continent, a cui collaborano dallaFranciae dall'America-; dal- Ronning di Samtiden (norvegese, nel 1947,e che ha annoveralo tra i ■ pur avendocollaboraloa molte, sia tra gli altri Aron e lonesco. l'altra (e come sottofondo più o fondato nel 1890e con una tiratura suoi collaboratoripersonaggicome all'Est che in Francia) avevano Accanlo a/leri11istemaggiori,si t meno consapevole), un retroterra di 7.000 copie) ha spiegato che a Arnold Gehlen. MentreSpengler si ■ preparato delle relazioni che trac- assistitoa un brulicaredi rivistemi- di 1eoriacriticamolto forte - e di Oslo, in mancanza di sellimanali lamentavadell'incalzaredei media ■ ciavanolasituazionedelle rivistein nori o minime. In Francia,stando conseguenza un ritrarsi nei con- tipo Time, Nouvel Observateur, e temeva il contagio, il conservalo-■ treareesignificative(Francia,Ger- a una inchiesta recente, sono mi- fronti di linguaggi o visioni del Spiegel, Espresso, ecc., le riviste re Scheel ha obieuacoche, in defi- ■ mania e pQQidell'Est). Accanto e gliaia; ma quando si escludano le mondo di cui si teme, non senza un pi1ì propriamente di cultura sono nitiva, non saranno certo i fumetti: attorno alla di.rcussionedelle rela- rivi.riecon una tiraturainferioreal- cerio brivido, la portata irraziona- molto seguite; e Claus Clausen di ad affondarela culturaoccidentale, ■ zioni si sono organizzati dtll grup- lemille copie, il numero dellelesta- listica,o in cui semplicementesi ve-' Hug (danese, fondato nel J9n e e che non c't da lamentarsise una ■ pi di la11oro seminari:uno sul fin- te si assottigliaalquanto. E sopra,- de una aperturapericolosanei con- con una tiralurache va dalle5.000 rivi.stadi culturaoggi ha tanti lello- ■ guaggio delle riviste (rapporto tullo, come dato peculiare, accade fronti del mondo dei media. alle 12.000copie) sostenevache lo riquanti ne aveva The Spectator di ■ scrittura-immagine,relazionecon i che molte rivisteslampate 'en pro- Finalmente, Predrag Matvejevic Stato, preoccupato della esiguità Addison nel Settecento, perché il ■ mass-media, ecc.) e l'altro sui loro vince'siano let1ee distribuiteper lo ha ricostruito le vicende delle rivi- numerica della cultura danese - 5 numero degli 'ute.11tdi'i cose cultu- ■ problemi tecnicie strutturali(orga- più a Parigi - vale a dire che non stenell'Est europeo (con particola- milioni di parlanti - finanzia e la- rali t da sempre.,pi1ìo me.no, sem- ■ nizzazione interna, finanziamenti hanno risconlro o dialogo con il re a11enzioneal casojugoslavo e, in sciagrandelibertàanchealle riviste pre quello. ■• e simili). 'territorio'. esso, all'esperienza della rivi.sta alternativeo di controcultura, coVenendo alle relazioni, va deno Più teoricae ambiziosa la re/a• PraxisJ, a partiredal cosiddetto 'di- me appunto Hug. ■ che esse - in particolarequella dei zione di Dietmor Kamper, che ha sgelo'. li diba11i10che t seguito Ma in altri casi la marginalità Incontro delle riviste europtt : francesi di Autogcstions - hanno esposto una sorradi 'manifesto' di ruo1ava .<:•1 temi canonici:la censu- non t impos1a,e si tra11adunque di organizzato da H.-G. Oxenius ■ dimostralo come, grosso modo, Tumult - ma che potrebbe valere ra e lo spirito di partito sono un scegliere. E qui cominciano i pro- per la Westdeutsches Rundfunk ■ nmo il mondo t paese e i problemi anche per molte a/ire riviste, tede- effe110de/lostalinismooppure li ha blemi, cioè si pone in questione lo (Chàteau Bossey, ■ delle ri11i.r1seono sempre uguali: sche e non tedesche. Si 1ra11ah, a voluti sin da/l'inizio Lenir,?E sono statuto e i fini di una rivi.stache si 5-8 settembre 1983) .I ........................................................................... V i sono scrittori che nel momento in cui scrivono si trovano già dentro la letteratura: tutti quelli, per esempio, che appartengono a un movimento (metti neorealismo, romanzo sperimentale, gruppo Settanta, ccc.), o che si mettono in qualche modo in polemica con un movimento, o che rispondono semplicemente all"ideale di sistemazione manualistica dei critici che c.ompongono una storia della letteratura. Diversa sorte spetta a altri, gli isolati, i solitari, chi non entra nelle codificazioni culturali e nel sistema letterario del suo tempo, senza avere naturalmente quella forza eversiva -~ eccezionale (alla Kafka o alla r Gadda) per cui prima o dopo il - giusto riconoscimento e il relativo ~ ingresso hanno luogo. Gli esclusi ~ vagano come fantasmi dentro i va- ~ ri secoli della letteratura in attesa ] di riprendere la propria identità. .... Forse il c.orpo della letteratura ne ~ soffre, come dopo un'amputa.rio1:'. ne il c.orpoumano sente i cosiddet- ] ti dolori-fantasma. i na~aao!a~t!~fr=tri~n~~;ta:e~ Marialef 1876 e morta a Padova nel 1938, entra in questo fantomatico manipolo: non è nominata nella storia della letteratura Garzanti, non nella Laterza, non nel Novecento di Luperini, il che aprirebbe la via a varie riflessioni sulla nozione semiotica di «posto» assunto, non assunto, perso da un'opera nel sistema letterario. Difficile è addi• rittura trovare in giro qualche precisa notizia sui suoi scritti. Proficua quindi una minuscola ispezione allo scopo di sorprendere e recuperare qualche tratto significativo della scrittrice, che doveva avere un certo piglio esistenziale, anche se si è dileguata sulle ali dell'invenzione come una farfalla. Si sa che Paola Drigo visse fra Roma e la campagna vicentina, dove energicamente prese a dirigere un'azienda agric.ola in degrado. Non nasce dal nulla letterario in quanto il padre, Valerio Bianchetti, oltre che repubblicano e amico del Carducci fu un letterato in proprio, il che già porta a ipotizzare un pertinente bagaglio di letture nella figlia. La Drigo esordisce nel 1913e.on Maria Corti la raccolta di racconti La fortuna, cui seguono altre opere: da Codino del 1918 a la signorina Anna del 1932. Nello stesso anno (1936) di Maria Zef la Origo pubblica Fine d'anno, che non è una raccolta di racconti, bensì un racconto lungo, genere letterario al quale è col- :OOC10R GRA,"IJAN • legabile anche Maria Zef, nonostante la distinzione quasi teatrale in quattro parti o quadri. Nella prefazione alla ,accolta La signorina Anna l'au1rice mette a fuoco la sua predilezione tematica per una certa realtà sociale, ci informa che i personaggi da lei preferiti si connotano come dei vinti, degli sventurati e quasi sempre dei poveri: «modeste creature senza splendore, a cui pochi o nessuno presta attenzione, figure in penombra, vestite solamente della loro sincerità e del loro dolore». Se la struttu.ra di Fine d'anno, cioè l'impianto del racconto lungo, è la stessa di Maria Zef, qualcosa della bella, giovane, segnata dal destino Maria si trova già nel personaggio di Paolina, protagonista del racconto omonimo della raccolta La signorina Anna. Paolina non uccide ma muore, vittima essa pure di un uomo come lei povero, disgraziato, segnato da una sorte infelice; e la ragazza Annetta è l'incunabolo di Rosùte, inconsciamente causa della tragedia. Non tutti i racconti della Drigo si svolgono sul versante dei vinti, al livello sociale dei poveri, come dire che non sempre la società degli aristocratici o dei ricchi borghesi, padroni di belle ville venete, ha solo la funzione di polo antitetico, antinomico al mondo depresso; vi· sono. interi testi, come il racconto lungo Fine d'anno, dove a protagonista c'è la classe sociale benestante. Va detto, però, che sono questi i racconti meno originali, meno ispirati, dove domina un certo modello fogazzariano anche sul piano formale: frasette in dialetto inserite nell'italiano colloquiale, piccoli drammi psic.ologicidi squisita natura borghese. Se Fined'anno può addirittura essere letto come racconto autobiografico a struttura aperta, la forza creativa, la carica drammatica della Drigo le si risvegliano a contatto con l'altro universo, con gli indefiniti orrori di storie singolari che rappresentano gli inestricabili labirinti dei destini tragici. P er restare ancora nell'ambito referenziale, si dirà che non solo il romanzo Maria Zef ebbe alla sua uscita successo di critica e di lettura, ma sulla Drigo fermarono la loro attenzione Pietro Pancrazi (in Scrittori italiani dal Carduccia D'Annunzio, Bari, Laterza, 1937), Arnaldo Bocelli (nella Nuova Antologia XIX, 1937) e Manara Valgimigli (in un

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