Ilmutamentoculturale Julian Hayes Steward Teoria del mutamento cuJturalt Torino, Boringhieri, 1977 pp. 318, lire 15.000 Maria Arioti Produzione e riproduzione ndk soddà di cacda-racrolta Torino, Loescher, 1980 pp. 233, lire 9500 LI analisi critica della società rivela oggi la contemporanea dissoluzione dell'equilibrio agricolo millenario e la dissoluzione dell'esperienza individuale, che~ ridotta all'accadimento banaJe; e rivela la perdita di radici e di memoria collettiva nell'informazione di massa, la perdita del godimento nella spettacolarità. A questo proposito uno dei più impegnati geografi francesi, Picrre Georgc, ha parlato già nel ·n di «aspazialità» e «atemporalità», come effetto dei cambiamenti repentini e degli stessi media: t caduta l'identità, il •sentimento di appartenenza- a una comunità; e già ~ presente in George l'analisi di Lynchdello spazio in senso percettivo (vedi il saggio «:Oiscontinuilà e aspazialilà in geografia umana•, nel Bollettinodella socieulgeografica italiana, gennaio-marzo 1972). È dunque avvenuto che l'ambiente geografico artificiale del capitale-mondo ha annullato gli ecosistemi con i quali il soggetto interagiva, e ha sostituito all'uomo concreto l'immagine dell'uomo astrat• to, il rappresentato al vissuto. Nell"articolazione tecnico-sociale de-- gli anni ottanta, che ha un decisivo fondamento tecnico-industriale, risulta modificato profondamente il rapporto dell'uomo con l'arn• biente, con l'ecosistema, con la stessa corporeità e sensitività del• l'uomo, con i suoi bisogni primari. È forse per questo che si danno oggi - o meglio divengono oggi attuali e discussi, dopo vari anni di disattenzione, - percorsi materialistici che provengono da ricerche condotte in varie sedi disciplinarie da diversi e peculiari tracciati. Si riscoprono anche il senso e le ragioni del materialismo nell'antropologia, nell'etnologia, nella geografia, nell'epistemologia. Ciò appare tanto più sorprendente e inaspettato pcrcM: la cultura novecentesca ha teso a tkmaterUJJizzare la cultura, in forme sofisticate che combinano la teoria dcll'informaziooe col ritorno nel ventre materno medievale; e ha riattivato l'inconscio collettivo millenario coi suoi incubi e il suo folle immaginario di mostri e di morte; ha cercato le dimensioni e le strutture senza tempo di una umanità senza nrntamento, dissolvendo i caratteri peculiari della modernità nelle idee e nel gusto. È un recupero sorprendente e inaspettato perché - pur nella pluriculturalità - nei suoi tratti forti e dominanti il Novecento registra, nei confronti della tradizione materialistica, la negazione che sia possibile elaborarla in sede moderna e critica e non di «:naturaliEl~onora Fioroni smo» e di «:materialismovolgare». Ora, da questi processi pluridisciplinari e frammentati, ma capa• ci anche di progettualità conoscitiva e operativa globale, emerge una «pensabilitb attuale del materialismo, con un suo nuovo investimento di senso, di concretezza profonda e radicale, sia nel pensie• roche nella pratica progettuale. li materialismo americano Esaminando i nuclei nei quali si articolano le ricerche e le tendenze di materiaLismorecente, si scopre che il più caratteristico di questi nuclei è dato dall'«ambiente»: da quel tessuto che, sfuggendo a un campo disciplinare specifico, è oggetto d'indagine in più sedi, viene consideralo con più strumenti e assume valori diversi all'interno delle diverse coordinate teoriche. Esso può prestarsi come luogo di convergenza disciplinare o di nuova elaborazione sistematica. Ora, !'«ecologia culturale» è un indirizzo di ricerca dell'antropologia americana che ripropone come essenziale il rapporto tra ambiente e società, mentre individua la mediazione che rende pensabile tale rapporto non in senso astratto - e la individua esattamente nelle risorse di un territorio. È cosl che ai valori storico-sociali, nelle civiltà, sottentrano come determinanti le risorse. L'indirizzo fa capo a Steward, un antropologo che si è formato a Berkeley e ha cominciato a lavorare negli anni trenta, dedicandosi allo studio delle popolazioni indie, fino al monumentale Handbook o/ the Sowh Am~ricans Jndians (1946-50, in sci volumi). È sul campo di ricerca che si decantano in lui le influenze di Kroeber e Lowie e si delinea la sua prima for• mulazione teorica, relativa appunto all'interrelazione cultura-ambiente. Egli infatti individua un tipo particolare di banda primitiva tra i cacciatori e raccoglitori che si presenta con elementi simili in di· verse aree geografiche. È successivo il suo lavoro teorico, che lo conduce a una nuova definizione globale della cultura. La 1eoriadel mutamento cul1urale (con edizione originale nell'Illinois, nel 1955) articola la strutturazione concettuale dell'ecologia culturale e esemplifica i criteri metodologici adottati, con l'analisi di vari tipi culturali, dalle bande patriLineariai modelli attuali di cui• tura a Portorico. E il testo reca il sottotitolo «:Lametodologia dell'evoluzione multilineare». Steward costituisce un riferimento fondamentale dell'indirizzo attuale del materialismo americano: è un maestro discusso. Prima di esaminare tale indirizzo, è opportuno fare alcune osservazioni apparentemente marginali, ma che possono tornare utili per valu• tare con maggiore esattezza la portata delle innovazioni in campo antropologico. L'antropologia ha negli Usa uno straordinario rilievo teorico: occupa nell'insegnamento della scuola secondaria, quindi nella formazione rulturale e intellettuale, il posto che in Italia è della filosofia e della teoria, e in Francia della sociologia. È nell'an• tropologia che si deposita la riflessione teorica e politica sui valori, sulla personalilà. Ed è neU'indagine sulla struttura e sui mutamenti culturali e sociali che si deLineala riflessione sul destino collettivo dell'uomo. In quest'o1tica va valu• tato l'indirizzo materialistico nell'antropologia recente. La ricerca di Steward costituisce una revisione critica dell'antropologia culturale, che è l'indirizzo maggiore e classico della ricerca antropologica statunitense; reagisce agli sviluppi della scuola di Boas e allarga la sua critica sino alle formulazioni iniziali di Tylor (1871). Si oppone dunque alla teoria scientifica della cultura ivi formulata sulla base del .:relativismo» culturale; e si oppone insieme ai recenti sviluppi di psicologiaculturale che sono stati dominanti nella seconda generazione di antropologi - dove si sposta l'ottica io termini di tipologia, di fonnazione della personalità e di analisi dei valori. Entra dunque in polemica con la prevalenza (americana e europea, che dura ancora) dell'impianto mentalistico, simbolico, semiologico, e psicologico e psicanalitico nella decodificazione della cultu• ra. È sufficiente ricordare per tutto ciò l'importanza dei lavori di Sapir, di Ruth Benedict, di Margaret Mead e, in Europa, di UviQuesta immagine, l'ultima dtfla RaccolraFouard, si trovaancht in alrrt collezioni. Rapprutnra una compagnia di comici frp.nc.ai i qU4/i,influrnzati daisuccasi M8li iuJ/imu,corrono ai ripari. Il wcchio cornu10 al untro l un Pantalone, allasua sinistra uno Zanni. lf soggetto l classicontfla UJmnKdia dtlfant. Possiamonotare una una raffma1tzza nti costumi t, ptr atmpio, com, ilfallo dtl vtcehio siamtno vistosodi quan.tori.nd,a dii alln incisioni
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