LJ insediarsi degli Ordini militari in tulle le fortezze di frontiera del Regno latino segnò l'avvento di una nuova era nell'arte di costruire castelli in Siria. Dallo studio delle costruzioni dei signori feudali, anche dei più importanti tra loro, emerge fin troppo evidente un dato: la mancanza di risorse materiali, di fondi e di manodopera ostacolava gravemente ogni loro progetto. Un altro impedi- • mento alla costruzione di opere di difesa era lo stato di asso/u1aprecarietà dei possedimenti. Le famiglie feudali si estinguevano in continuazione - in Palestina malattie e disgrazie rendevano altissimo il tasso di mortalità e i feudi cambiavano di continuo proprietario. [Troppo blando. Cfr. Tiberias). A questa situazione meglio si adattavano gli Ordini militari. I membri erano celibi e pertanto più facili da controllare, e non avevano interessi privati: non si dovevano preoccupare 11édegli eredi né di conservare intatti i possedimenti. Gli Ordini, inoltre, avevano carattere duraturo e potevano disporre di una riserva inesauribile di cavalieri, tra i migliori d'Europa, cui attingere in caso di bisogno. L'abilità militare dei comandatili e di ogni singolo membro viene di continuo esaltata, i11netto contrasto con l'inefficienza della nobiltà laica del regno. In breve tempo i cavalieripoterono varllare w,a tradizione nel condurre la guerra agl'infedeli, e ogni nuovo arrivato di una certa fama ravvivava tale tradizione mettendo a frutto il proprio talento e la propria esperienza. Ma ciò che più conta, forse, è che gli Ordini erano molto ricchi: non si trattavasolamente del precario possesso di ima metil del territoriopill fertile di Palestina, ma anche di possedimenti in Europa - possedimenti che contribuivano a mantenere intatta la prosperità dell'Ordine in quei casi in cui un'incursione improvvisa avrebbe invece precipitalo la nobiltà laica nella rovina economica. I numerosi vantaggi di cui godevano gli Ordini militari si sentirono forse maggiormente ove hanno lasciato traccepill evidenti: nella loro architettura militare. Gli Ordini detenevano praticamente tlltte le fortezze di una qualéhe importanza nella Siria settentrionale, e ampliarono o ricostruirono i nove decimi di quelle occupate. Templari e Ospita/ieri si dedicarono all'opera di ricostruzione nel medesimo arco di tempo-gli ultimi vent'anni del Xli e la prima metà del XIII secolo, - ma l'acerrima rivalità e le gelosie che li dividevano li portarono a adottare, per le loro costruzioni, stili diversi. Sempre sospe1tatidi propendere per le arti misteriche e le eresie d'Oriente, i Templari vestirono il mantello di Giustiniano prendendo possesso delle ormai cadenti fortezze del nord della Siria, ampliandole e semplificando/e. Gli Ospitalieri, in linea con le foro tendenze più conservatrici, trassero ispirazione dalla fiorente scuola di architetti militari della Francia contemporanea; e cosl l'innata antipatia tra E.st e Ovest, che più di ogni altra cosafu ali'origine delle crociate, trovò espressione nelle fortezze dell'Oriente latino. Le due scuole si rifacevano a principi del tutto diversi, e i due tipi di edifici risultano perciò totalmente distinti: non esistono legami o formule di compromesso che li leghino in qualche modo. Risulterà più semplice analizzare per prima cosa i castelli dei Templari, meno numerosi e anche meno interessanti dal punto di vista dei risultati. Da un esame della pianta di Chtlteau Pélérin (Athlit), 1Q roccaforte più impo,rtantedei Templari, gli elementi caratteristici del loro stile risultano immediatamente evidenti. In quel sito i Templari tenevano uno stretto promontorio di roccia e di sabbia, assai ben difendibile secondo i criteri medioevali. E tuttavia ,:..... ·'-- proprio lì, nel 1218, i Templari non si servirono deifuochi di fiancheggiamento, delle opere di coperrura e delle linee di difesa multiple cheproprio allora andavano trovando impiego in Europa. A Athlit i Templari contavano esclusivamente su quell'unica linea di difesa- un bastione di enorme spessore, cosfituiro da colossali blocchi di pietra su cui poggiavano due torri rettangolari appena pronunciate. Erano queste, i masti, le torri maestre della fortezza, e invece di essere astutamente dislocate nel luogo meno accesArcymeh sibile si trovavano esattame11tesulla linea di pericolo, a sostenere il massimo impero degli attacchi. Ci si potrebbe aspettare che fossero insolitamente massicce, in realtà sono costruzioni in puro stile bizantino, dallemura sottili se paragonate con la foro cortina, e a proreggerne la debolezza non venne neppure impiegata la palizzata che a quel tempo stava entrando largamente in uso. Troppo poco protese in avanti, le rorri risultano quindi insufficienti a arrestare un nemico che si trovasse sul lato esterno della cortina, e il minuscolo 1tQOtEÌXtoµa sul farofrontale non è abbasranza forte da poter resistere da solo. La forza di Athlit era forza ·bruta, che dipendeva esclusivamente dalla soliditdpriva di difese del muraglione interno, dalla sua altezza insormontabile e dalla dilficolt<linsita nel minare un fossato profondo fino al livello del mare, scavato nella roccia e nella sabbia antistanti le torri. Si tratta di un progetto semplicemente 011u.sou, na rielaborazione delle idee di Procopio capite solo a metil. Giustiniano, eccezion fatta per rare eccezioni, non aveva mai pensato a fortezze che dovessero resistere da sole, ultimo rifugio in un Paese occupalo. Le sue erano punti di difesa temporanei, che potevano assistere l'invincibile esercito da campo dei Greci. Avendo a disposizione tempo e manodopera a volontd, chiunque può scavare un fossato così profondo e costruire un bastione così alto e di pietre così massicce da risultare inespugnabile: ma un luogo di tale falla è per i suoi difensori un rifugio e al tempo stesso una prigione: di fatto un'idiozia. Qiusta è Athlit. [Via la testa!) Delle altre fortezze che ancora si conservano, quella a Areymeh è un po' più interessante. U i Templari hanno ereditato un sito bizantino e si sono semplicemente limitati a ricostruire il cortile inlerno. Si ergeva su una collina cosi scoscesa che un eventuale attaccopoteva venir sfe"ato solo dal lato del corno in muratura che sorgeva Cl ovest; e una volta che ciò si fosse verifu:ato, esistevaun coni/e esterno separalo da quello interno per mezzo di un fossato. I.A pianla mostra chiaramente la disposizione degli elementi del luogo. E in caso di attacco inatteso mancherebbero solo alcune to"i di cortina (probabilmente mancavano anche ai difensori), e parti delle mura risulterebbero insuffu:ienti cosi come il corno in muratura [splendido!}. I Templari costruirono ai loro albori Sa/ed, di cui non resta nulla se non un'ammirevole serie di fossati. Probabilmente anche la tolle poligonale che cinge la collina di Safita è opera loro. Ciò che ne resta al giorno d'oggi è un muraglione piuttosro basso, ma è possibile che un tempo qUtlto raggiungesse altezze elevate a coronare l'immensa scarpaia. I suoi numerosi angoli morti, del tutto scoperti, risultano tuttavia assai vulnerabili. Anche Tortosa fu uno dei grandi feudi dei Templari: sembra che l'abbiano occupata nel I 180 o l'anno successivo, quando la grande torre quadrangolare, descritta nell'assedio del luogo dopo Ha11in,era gid stata erelta. Per il resto, Tortosa è difesa da fossati semicircolari e da piccole torri di cortina che sembrano risalire a epoca bizantina. lnfaui, all'a"ivo dei Latini eragi<luna for1ezza e l'attuale sisremazione dei fossati è praticarmnte l'unica possibile. Le mura fanno poco onore a chi le ha progettate. (Lo dico io!) È più che un piacere rivolgere la propria attenzione agli edifici dei Chevaliers de l'HOpital, e rintracciau indizi delle loro prime opere in alcune parti del castello di Banias per giungere poi fino a Crac e Markab. Fin dal principio, essi adottano uno stile del tutto diverso dallo pseudobizantino allora di moda in Siria - stile che non influenzerà neppure le cosrruzioni arabe di epoca più tarda se non per le caditoie. Banias, ilprimo castello degli Ospita/ieri databile con una cena sicurezza, fu distrutto da El Mu'Azzam nel 1218, dopo che gli Ospita/ieri l'avevano gid definitivamente perduro nel I 164. Fu una roccaforte molto contesa, assediatadi continuo per la sua posizione assoluramenteformidabile: sovrasta la grande via di Damasco e le sorgenti del Giordano. I Franchi lo conquistarono per la prima volta nel 1129, riuscendo a conservarlo poi per tre anni. Fu senza dubbio durarue qi«• sto periodo che eresseroil gramù mastio quadrangolare munito di pilastri agli angoli, esempio unico nel suo genere in Siria (vedi sopra). Gli Arabi riuscirono a conservarlo per un solo anno, poi i Latini lo riconquistarono e lo lasciarono agli Ospita/ieri. Questi ultimi dunqiu ne conservarono il possesso per un periodo inintellotto, per quanto non del tulto tranquillo, di vent'anni. La. pianta mostra con chiarezza che la bassa torre circolare a sud-est del mastio, e la galleria che la fiancheggia, sono aggiunte posteriori. Lo stile di queste, e delle torri circolari che s'incontrano percorrendo ilperimetro in direzione ovesr, è senza dubbio cristiano e quasi altrettanto sicuramente di origine europea. Gli Arabi non si servirono mai di torri circolari e nell'edifu:io sono presenti altri elementi che rendono impossibile un'origine islamica. Vale anche la pena di notare che la ricostruzione a opera degli Ospita/ieri rimase incompleta. Il mastio quadrangolare, la parte esterna e il fossato bizantineggianti appanengono quasi interamente al medesimo periodo, così come le quattro torri circolari o semicircolari; il resto è arabo e di periodo relativamente più tardo. I.A ricostruzione del castellodoveva essere in atto nel momento in cui gli Arabi se ne impossessarono nuovamente, e se ciò è esatto le restanti parti dovrebbero risalirealfincirca agli anni intorno al 1160. Su una delle torri ci sono alcune caditoie, ed è probabile che esistesserogià nel proge110originale: infatti, non vi sono segni di ricostruzione. Il disegno adottato i insolito, vi sono solo alcune caditoie a grande distanza l'una dall'altra, tutt'intorno alla sommilil di una torre molto larga {le primissime caditoie). Ma pur sempre caditoie, tecnicamente avanzate. La tesi più diffusa è ovviamente che, a causa della mancanza di legno pula costruzione di palizzate, le caditoie furono inventate in Siria. Ma, d'altro canto, è abbastanza difficile rinvenirne esempi in Oriente e i Templari, che nelle costruzioni rappresentano lo stile del luogo, non ne fecero mai uso. I
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