Alfabeta - anno V - n. 53 - ottobre 1983

•LA mia soliJudiu iniziò quando gli uomini lodarono k mll parole sbaglùJttt biasimarorwlt mie vinù siltnziost•. Gibran Kahlil Gibran N ato sotto il segno del Leone, a Tremadoc nel Galles, il 16 agosto 1888, Thomas Ed· ward Lawrencc, futuro principe della Mecca, organizzatore delle forze del re dell'Higiaz nella lotta contro i turchi, archeologo, arabi· sta e scrittore di fama mondiale, meglio conosciuto come Lawrencc d'Arabia, trasformò la sua vita in una straordinaria avventura cultu· raie e umana dalle mille vinù si• lenziose. Non molto alto, riservato, cer· tamente timido, con due occhi az. zurri mobilissimi e un piglio aristo• cratico (il padre, lord Chapman, era baronetto), Lawrencc visse la sua giovinezza in una palazzina di quattro piani a Oxford, dove dal· l'età di nove anni, forse per movi• mentare le piovigginose serate in• vernali, raccontava in prosa rimata ai fratellini le mirabolanti avvento· re di castelli assediati da nemici. Castelli che per il giovane Lawren• cc - topo di biblioteca, studioso di storia medioevale, amante dei classici greci e provenzali, poeta egli stesso, che si emoziona quan• do si trova a sfogliare le prime edi· zioni di Chateaubriand e Comeille -diverranno il leit•motiv della sua vita. Tra una collezione di monete antiche e scavi archeologici, tra lo studio delle architetture militari e la cultura sassone, Lawrence trova anche il temix>di ideare, insieme all'amico Lconard Greco, una ca• sa editrice la cui sede avrebbe dovuto essere in un vecchio mulino a vento, a picco sul mare. Progetto che riprenderà alcuni anni più tar• di quando, tornando dalla Siria, ponerà e.onsé una ix>lverinacolor porpora, ottenuta pestando alcune conchiglie, che gli dovrà servire, dice, a tingere le copertine dei suoi futuri libri come improbabile editore. La sete cli sapere, intrecciata a una profonda vitalità, do!X)alcuni viaggi nella vicina Scozia, lo con• duce a visitare i castelli della Fran• eia. La prima volta partirà io com• pagnia dell'amico Becson, di un testo di VioUet le Due e di una bicicletta - bicicletta che Lawren• ce, tipico dilettante vittoriano an• che un po' romantico, ha orclinato su misura in un piccolo negozio di Oxford, il cui proprietario, un cer• to signor Morris, è destinato a di· ventare di n a poco il capo della più grande industria automobilisti• ca del Regno unito. Finalmente, nel 1908,ormai stu· dente universitario, panirà da so-, lo, con la fida bicicletta e un paio di scarpe di ricambio, per una lun• ~ ga vacanza che lo condurrà da Le CJ ::;:,I t~:!:e7,a;: eaid:!•t:1;i ·t della Loira. Alla madre Lawrence ~ ::!u~f ~~~;:• t~!:r~rr;;~ esperienze. Descrive gli amati ca• stelli nei minimi panicolari. Non tralascia di citare i versi dei poeti preferiti che lo accompagnano al• lora, e anni più tardi, nei lunghi, difficili e tormentati giorni del de• seno. A Aigues Mortes. da dove san Luigi re partì per le crociate, I castellicrociati Lawrencc, alla vista del Mediter• raneo, scrive: •Sentivo di avere raggiunto la via del Meuogiorno e di tutto il glorioso Oriente-. Nel luglio 1909Lawrence, appe· na ventenne, s'imbarca sulla nave Mongolia che lo ponerà in Egitto, da dove si sposterà in Siria e Pale• stina. Ha con sé una macchina fo... tografica, una mappa, una gram• malica araba. ln tre mesi, tra i più caldi dell'anno, percorrerà a piedi 800 chilometri (una media di tren• ta al giorno) e visiterà accurata• mente tutti i castelli dei crociati. Il materiale raccolto gli servirà per la tesi di laurea, in storia, sull'io• fluenza dei crociati nell'architenu• ra militare europea. Viaggiatore attento, scrupoloso e silenzioso, Lawrence racconta di paesi percorsi da sapori di fichi e di meloni, di cetrioli mesoolati allo yogurt, di strade polverose affolla• te «di cammelli, asini, muli a mi• lioni e bilioni di cani-, •di pianure fertili e ben coltivate•, di strade impraticabili e assolate, di notti passate sotto le stelle o trascorse, come ospite, nelle tende dei nati• vi, o disegnando le rovine cliqual• che castello a picco sul mare illu• minato dalla luce argentea della luna. Fotografo dilettante ma scrupoloso, annota: •La luce qui è incredibilmente forte ma ho com• prato un filtro che userò nella spe• ranza di addolcire alcuni contra• sti». E parlando del temix>: «È un temix> strano, umido e bagnato, qui persino gli inglesi evitano di parlarne perché trovano monoto• no constatare che è bello per sei mesi l'anno•. Da Beirut a Sidone, da Naba• tieh a Banias, da Safed a Nazaret, Thomas Edward Lawrence Lawrence, nonostante le difficoltà del viaggio, ha iJ coraggio di seri• vere: «Fino ad ora mi sono diveni• to moltissimo, se si fa eccezione per i 258 morsi di pulce sul mio avambraccio destro». Di ogni ca• stello disegna la mappa, prende fotografie, fa schizzi. Spesso sono castelUdifficilida raggiungere, ma lui non si arrende - se non davanti a Sayun, quando scopre che il pa• vimento è disseminalo di serpenti. E del castello di Sayun s'innamo• ra. Scrive: otHauno splendido tor• rione, di stile seminormanno (... ), torri a iosa, cappelle, bagno arabo e una moschea( ... ). Credo sia stata la cosa più sensazionale che io ab• bia veduto in fatto di architettura di castelli ( ... ). Vorrei essere dav• vero un artista». È il 22 settembre. Lawrence ~ stanco, scrive alla ma• dre di avere pochi soldi, perciò sa• rà costretto a rientrare. In verità, è stato assalito dai kurdi, picchiato e derubato. La macchina fotogra• fica è ridotta in mille pezzi. Nell'inverno tra il 1909e il 1910 troverà finalmente il temix>di seri• vere la tesi di laurea - che gli apri• rà le pone degli scavi di Carche• mish in Siria, dove è invitato dal• l'archeologo Hogarth del British Museum. E poi gli scavi in Egitto, e ix>inuovamente a Carchemish, e !X).i.. Il destino di Lawrence sem• bra davvero legato indissolubil• mente a queste terre. Scrisse: «Tutti gli uomini sogna• no ma non in modo uguale. Quelli che sognano di notte, nelle pieghe polverose della loro mente, si s,ve• gliano al mattino constatando che il loro sogno era solo vanità. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi». Lawrence air panene\la a questi ultimi. Racconterà di lui sir Winston Churchill: •L'ultima volta che lo vidi, gli ricordai che era in suo po· tere far girare la ruota della fortu• na, non doveva fare altro che un cenno. Ma scosse sdegnosamente la testa». Lawrence si sentiva schiac.ciatoda complessi di colpa, per essere stato costretto a tradire la causa araba e di conseguenza gli amici del deserto con i quali aveva creduto e combattuto per la rina• scita dell'Impero arabo. Non !X)té sopportarlo. Rifiutò gli onori. Si arruolò sotto falso nome come sol• dato semplice della Raf, e si dedi• cò soprattutto alla stesura di / sette pilastri della saggezza, dove scrisse di se stesso come capo della rivolta araba. Finirà i suoi giorni nella campa• gna del Dorset, a Ooud Hill, dove nel 1935 troverà la morte in sella alla sua motocicletta, nel più as• surdo degli incidenti stradali. La t~i di laurea Inverno 1909·1910. Finalmente, do!X) tre anni di faticosi studi e viaggi tra Galles, Francia e Medio Oriente, Lawrence può scrivere la stQria di quei castelli che da sem• pre lo avevano affascinato. La sua tesi di laurea s'intitolerà «L'in• fluenza delle crociate sull'archi1et• tura militare europea fino alla fine del Xli secolo». Per farsela asse• gnare Lawrence, ancora undtrgra• duate al Jesus College di Oxford, si era avvalso di una nuova regola• mentazione che permeneva ai can• didati di integrare l'esame finale con una relazione il cui titolo, per altro, andava scelto da una lista di argomenti stabiliti dalla Commis• sione d'esame, e la cui lunghezza non doveva superare le dodicimila parole. Questi limiti e il carattere uffi. ciale del documento finirono cer• tamente per influenzare lo stile letterario dell'opera, che risulta a tratti assai diverso da quello col\o-- quiale, schematico e brioso delle lettere di Lawrence alla madre dello stesso periodo. La commis• sione gratificò il lavoro con il mas• simo dei voti e una proposta di pubblicazione presso la Oxford University Press, che tuttavia, a causa degli enormi costi dovuti al• la riproduzione di quelle fotogra• fie e illustrazioni, si risolse in un nulla di fatto. La pubblicazione avverrà solo nel 1936,a cura della Golden Cockrell Pres.sdi Londra, un anno dopo la morte dell'auto-- re. Lawrence infatti. dopo quella prima offerta, si era sempre oppo· sto alla pubblicazione della lesi, che giudicava incompleta. A que· sto, forse, si devono le numerose annotazioni a matita, le illustrazio• ni e fotografie di cui continuò a corredare la copia originale. La tesi si articola in diversi capi· toli: Architettura militare in Euro-- pa, prima delle crociate; Architet• tura militare bizantina; Architet• tura militare dei latini in Siria, e Architetlura militare in Europa nella seconda metà del Xli secolo. Già nel capitolo introdut1ivo che intitola •Per esporre il punlo di vista di Oman e per suggerire le linee su cui mi muoverò», Lawren• ce stabilisce i termini della sua te• si: «li punto di vista classicoin ma• teria si potrebbe riassumere nel• l'affermazione dì Oman: 'I co• strut1ori occidentali furono per molti anni timidi imitatori degli ar• chiletti crociali'». (Nota a margine Lawrence: «La frase è tratta da • Art of War di Oman che sembre• rebbe essere l'autorità riconosciu· ta dai Don di Oxford in materia di architettura medievale; ed è nel suo insieme futile-). E continua: «.Ecioè si pensa che i Franchi ab• biano intrapreso la loro marcia sull'Oriente conoscendo solo, in campo di fortificazioni militari, i lavori di sterro; e che nel passare attraverso la Roumelia e l'Asia Minore rimasero cosl affascinati dal genio architettonico dei Greci da decidere di accantonare le loro rudimentali conoscenze sulle ope• re di difesa a favore di una indi• scriminata parodia dei castelli del• l'Impero orientale, imparando tut· to e non dimenticando nulla ( ... ). «D'altro lato (Nota a margine dell'autore: •questo è il mio punto di vista»), uno studio dei castelli crociati effettuato proprio in Siria sembra condurre a conclusioni del tutto differenti. È ovvio che nel primo periodo del Regno latino, il periodo cioè delle famiglie di nobi· li feudali, i castelli eretti in Siria s'ispiravano a un modello pretta• mente occidentale. In seguito i due grandi Ordini diedero origine a stili rivali dei quali l'uno, quello degli Ospitalieri, trasse ispirazione dall'Europa e !"altro, quello dei Templari, trasse ispirazione dal• l'Impero bizantino•. Alla luce di questa affermazione di Lawrence si è scelto un brano dal Capitolo quinto, sull'architet• tura degli Ordini militari dei Tem• plari e degli Ospitalieri. Elda Sortino

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