Alfabeta - anno V - n. 53 - ottobre 1983

[I poeta, come si apprende dal finale della lirica, è a un pranzo celebrativo del bimillenario virgiliano e ivi legge le sue ..:schizoidi memoriette•. Esse si articolano entro una testura poetica di squisita marca espressionistica e di notevole carica ironica, in confonnità alla pa~ta poesia di Sandro Sinigaglia (cfr. soprattutto La carmna gurgandina, Torino, Einaudi, 1979), dallo smagliante plurilinguismo. ll percorso della fantasia notturna del poeta insonne muove, all'inizio della lirica, da un proprio antico domicilio in area mantovana, virgiliana quindi, evocata dal paesaggio dei primi versi e dall'osteria del cigno, di cui rabelaisianamente si descrive un menù. Ecco nella memoria, poco lontano dai luoghi evocati, una clinica ginecologica: il poeta acéme1e (insonne) allora e adesso riode il frigno selvaggio dei neonati, che metonimicamente lo guida al ricordo del poeta WiUiam Carlos Williams (il guglielmocarlo del testo), nella vita di professione ostetrico. Costruita cosl dalla fantasia regista una trama di «natali», di venute alla luce, vi si inserisce il neonato della IV egloga virgiliana, a sua volta testo guida per un ritorno a chiusocchi nei territori pastoral-bucolici mantovani del presen• te, col delizioso degrado alle vacche dai dolci nomi lombardi (Perla, Nina, Giubiana). Ultima tappa della fantasia peregrinante di Sinigaglia insonne è un parto questa volta suo, un infantile disegno a colori, esso pure in qualche maniera di marca virgiliana, ritrovato i11 puerili carteggi, con cui si chiude la mirabile serie delle associazioni mentali di un artista insonne. Un originale, insolito omaggio a Virgilio. Si aggiunge, a postilla, un pizzico di glossario, di tentata guida .. .ossi - mi dissi - ora rammento: nato in un borro! (UJJ qual faccenda di colui che trassero peritissime a scriver poi di fiori e primavere lessicale per il lettore; noi si comincia, lui con l'uso del vocabola• rio di faldelliana memoria continuerà: culici, le zanzare della bassa mantovana; cecero, antica forma italiana per cigno, qui insegna della trattoria, donde il caupone, latinismo per oste (l'autore, dato il tipo, potrebbe aver anche giocato sulla vicinanza fonica fra cecero e cicer = cece); brassiche, cavoli, naturalmente boreali dato l'uso nordico di farli fermentare; dobba, gelatina; acceggia, beccaccia; trafiuo bullo è naturalmente Turno, trafitto da Enea il «pius», il Irafittore; acémete, già si è detto, dallafluituante corba). Ma Trivia non rideva: nebbiette sulle lagune vo/ucri fumi biancheggianti e del consorzio dei mortali ... ora di Lui che (1radunt) senza un vagito nacque di subito di coniro ai. cuprei vampi di fetide meschiu i culici insidiosi. Né si videro cigni. Eccetto il cecero nel cartello del caupone. Non disonesto (boreali le brassiche fermente acidulette in dobba di crema di lattefarcite con frammenti di pistacchi discrepanti zuccherine uveue d'acceggia i bocconcelli tenzonandomi in petto d' E/issa e lsona ebre di morte l'una corm invitta l'allra deprecD11te vinta). lo sto per consanguineità coi vinti quindi col trafitto bullo non meno che col suo trafittore perché un vinto già esule venduto al{alo profugo eroe per forza tra gli avi semidivi il più diletto ai noiati tUllia tuui i fastiditi a chi sappia che non v'è «devi• che sia mai giocondo e al Perdono perduto non più per altro cM per il corruschlo d'un orpello .. E rieccomi acémete come ormai suole -bobba di smare s~ffi e smerdi antichi più la congiunta senilità (forse il minor dei mali) nel mio rifugio a quauro passi appena da un inclito albergo caro a Lucina ... tra le mani l'improfetica capoccia ... riecco (presagito!) terricrepo lo strillo - spin le sospinte ohi spracchi degli strenui lombi ahi sbreghi agli svincoli più crudi (acciottolio di ferri nelle ctJJinel/e)-d'un fuoruscito parto f n'gno selvaggio e temputivo nella concubia notte strazio del primo contraccuore che-potenza della pòesi poi innuco automatico d'engrammi - sempre mi fa pensoso or delle cruente in chiroteche asttliche perite mani -perlifera ha lafronte- d'un guglielmocarlo aggarettanti (oggi non più) lo svelto dalle viscere rampollo umano bennate! fellebre già sapu10 e conteso la boccuccia al capuriel/o al Iempo che torna e che rinnova l'occhio vispo di piccolo demiurgo per cui m'è caro veder Boòte epiù difficile e profonda scorger Cassiopea e dire ambagie dire recubare verbo strabello a me diletto freio e arguto pomo pondo sasso e sepolcro chiamare Palinuro se il dormidero ,io11giova farmi a chiusocchi un mazzo d'Amarilli e Galatée le donzelle del mio pago rimembrando pastore incredibile dictu pastorelle effettuali a beverar la sera le brune bergamine alfonte (Perla Nina Giubia,ia dolci nomi di vacche!) e come prese da Terpsi svelte le berze in cortesissime cioppeue agilitare dentro le bigonce rubiconde e pur dirmi ancora «prendila suvvia che il tempo stringe prendila un po' più alta w basso begolardo» o sconsolatamente un tormentato dettato rivedendo «amico amico mio son queste proprio cose da piangere ... • ma quamo quar,to allor mi piacqui il di che tribu1ario il caso trapuerili carteggi io lo rinvenni u,1 foglio mezzo compito in verde dallapargola ma110 mezzo in azzurro dove nel prato erano agnelli in gridellini velli scarlatti gialli nel mare Oh chiara ombra ignoscimi! e se mai trassi dal tuo perenne libro i cenni mordenti a Iratti mormorevoli chessòl quali d'un fugace controcanto memore del dire che forse i giorni corse prima della tabe anima cortese Tu perdona a queste schizoidi memoritt1e (noi siam nel culo -pardon- nel vespro dell'eòne) che verso negli orecchi degli epu/anti amici mentre coi calici si bagna il tuo bimille11ario. Prove d'artista Sandro Sinigaglia Virgiliana (Alfabc1a 53) grecismo violento per insonne; smare, acedie; albergo caro a Lu• ci11a, naturalmente la clinica ginecologica!; terricrepo lo s1rillo, lacetante il grido del neonato; engram• mi, associazioni mentali (fra i parti della clinica e il poeta americano ostetrico Williams); oggi non più, Williams morì nel 1962; fellèbre, tettante; dormidèro, sonnifero; cioppette, sottane. Il resto alle vir• tù ermeneutiche del lellore. Maria Corti Pulcinella . probabilmente nelrin1erpre1azione dell'attore Michelangelo Fracanzani che recitava all'HOtcl de Bourgogne alla fine del '600. L·incisione. che non fa parie della collezione Fossard, è di Miche\ Bonnart (1646-1718).

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