Alfabeta - anno V - n. 52 - settembre 1983

Stefano Agosti .Percorso di Zanzono: dalla Bt!hà al Galateo in Bosco e dintorni-, in Akoeo Vendo a. XVIII, n. s., 1980, 1-2 Andrea Zanzotto Fosfati Milano, Mondadori, 1983 pp. 81, lire 16.000 «Intcrvenlo» in Ate.o Vendo, cit. N on di rado la critica di Agosti lascia più ammirato che convinto il lcnore. Ma ai aitici di talento - e Agosti ~ fra questi - succede altrettanto spesso di fornire essi stessi, nel corso de:1l'analisi, gli strumcnh che contraddicono le loro conclusioni sintetiche e le loro teorie generali. Cosl, dopo a,rer affermato che .i;J'cnunciatodi Zanzotto non sarà un enunciato convertibile, almeno approssimativamente, in un significato( ... ) bcnsl sarà un enunciato in cui la massa parcellare delle 'informazioni' che vi si proiettano impedisce( ... ) qualsiasi possibilità di riduzione- anche approssimativa- a un significato, o a una somma di significati», Agosti scopre che, accanto alla e:fisionoll'Uamolecolare, parcellaJc, infinitamente atomizzata del testo di Zanzouo .... se ne può talora incontrare un·attra, in cui «ogni minimo elemento e addirittura particeUa del tessuto trovano il loro corrispettivo, sem• pre, in un altro elemento, in un'al· tra particella - contermine o a di· stanza - del lesto•. cosicché -.la dissipazione parcellare e le neutra• lizzazioru dcUa struttura,. sembra• no convivere -.con la compattezza stupefacente dei singoli insiemi,,.. Accanto a un moto centrifugo ne va registrato, insomma, uno cen• tripelo. D regime di opposizioni polari che pare regolare l'universo di Zanzono potrebbe valere anche per la struttura dei suoi testi. La dispersione orizzontale non tende, in essi, a mimare un conlinuum di cui non di meno si presuppone un possibile significato o logos? Non aspira dunque a un aa:entramento e a una verticalità (implicante, di necessità, una qualche organizza• ziooe gerarchica)? Come in un gioco di specchi fra miaooosmo e macrocosmo, fra testo e mondo. Che il polverizzato ordine del te• sto non sia allegoria (neUa sua «.00mpattczu stupefacente•) di un altro possibile - se pur atomizzato e .clissimulato• - ordine? Se si superano d'un balzo gli schemi dcUa referenzialità oggetti• vistica e dell'ontologia soggettivi• stica, si entra in un terreno inedito di omologie, di segrete amorose concordanze pur entro la generale oomplcssivadiscordanza. L'amore può sembrare impossibile come ta sono impossibili le colline (Amori -5 impoSJibi/i comt) che lo rivelano e f «al tempo stesso• lo dissimulano ~ (eoc:o,dunque, il tema dell'armo- ~ nia o della struttura dissimulata), J; rendendolo -.inaccessibile•. Eppu• e: re le colline (queste oolline -.effet• i tivamente impossibili,,.)esistono ... ~ I nterveneodo dopo Agosti e e presentando due componi• j menti on raoc:olti in Fosftni, ~ Zanzotto avvene che, mentre in Il -; Ga:Jauo in Bosco prevaleva cun clrmento terragno e terrestre e sotterraneo•, i nuovi testi «sono quasi inviti a camminare invece in una direzione 'alta', 'ardua', 'alpe• sue'•· E aggiunge, a meglio sottolinea• re la differenza fra il primo e il secondo libro (Fos/tni, appunto) della trilogia a cui sta lavorando: -.JI Galateo in Bosco è connivente col Montello che io vedo verdeg• giare riccamente a sud e mi rappresenta e simboleggia i groviglidi umano e non umano, storia e na• tura; a nord invece comincio a ve• dcre le sagome astratte delle Dolomiti che mi ponano a un mondo rarefatto, sospeso. Esse si possono sentire come scivoli rivolti veno l'alto, invitano a degli 'slalom in ascesa' verso una luce atemporale, matematica». Probabilmente qui ci sono le vette d1Rebora (evocato anche di• rettamente nel testo poetico, co-- Gel Romano Lu,urini munque), ma c'è pure, fra virgolette, un'autocitazione (-.slalom in ascesa») da Peri.scopi. 'Periscopi' (che per di più porta la responsabi• lità del titolo) è termine di per sé significativo di una tendenza a sbucare fuori, a -.emergere• dal magma e magari «sul mucchio/ di entità-anni», a salire per sporgersi e meglio vedere. L'ascesa alpestre (ma zigzagan• te, a slalom. in precario equilibrio) comporta la ricerca di un campo visivo più vasto, cui dovrebbe fornire ausilio il gelo della chiaroveg• genza intellenuale: la «presunzione visiva• della mente è la chiave del campo semantico forse cardi· nale di Fosftni (anche se parallelamente a quello del cibo, del nutri• mento, delle •ultime cene» e soprattutto dell'osteria): periscopi, «fibre ottiche• e visuali -.a grandangolo• (le une e le altre già comparse nel Galalto) da un lato, \. mente, logos, esattezza matemali• ca e persino logaritmica (dal logos al logaritmo, il passo non era diffi. cile da prevedersi) daJl'altro, con un effetto di luce fredda, astraila, atemporale (appunto). Il gelo può degradarsi in «gel», nella «frigida gelatina» della Caina artificiale in cui viviamo, ma rinvia anche ai ghiacci delle cime dolomitiche, alla perfezione della neve ben nota al lettore della Btlt/J, alla freddezza della mente indagatrice. L'opposizione è polare ma interna allo stesso campo referenziale. L'appello aUa mente rinvia a una eticità logica costante in Zanzotto (e da cui non si può prescin• dere, se si vuole davvero parlare di presenza o assenza di significati nella sua poesia). Ma non si esau• risce affatto nella proposta di un qualche razionalismo. Non «sotti• lizza.re» occorre (o meglio: non soltanto «sottilizzare•), ma, ad esempio, -.lasciarsi invadere dall'i· naudibile / degli extrasuoni• (ancora in Ptriscopt). La rts cogitans non è affatto opposta e forse neppure separata ri• spetto alla res e.rtensa. Semmai Zanzotto ricerca una sorta di -.ghiandola pineale• (vedi la con• elusione di Righe nello spellro), un lampeggiare, una luce intermitten• te che segnali una possibile congiunzione. La sua poesia non si li• mila a oscillare fra referenzialità e on1ologia, fra logicità e analogia, ma indica un loro al di là, materia• listicamente fondato. Nell'intervento apparso su Att• nto Vtntto, Zanzouo specifica: -.l'altezza transmen1ale e la venicalità mistica non si potranno se• parare, come nell'indistinguibile alto o basso di una sfera, dalle profondità materichei,. «.Altezzatransmentale» (e si noti che l'aggettivo rimanda al tema della chiaroveg• genza) e «profondità matematiche•: proprio la loro connessione permette la presa di distanza dal pensiero heidcggeriano, pur operante nell'ambito dei presupposti filosofici di questa poesia (si CO· mincia col proclamarsi «pastori dell'essere• e si finisce col ritro• varsi col pastorale in mano, com• menta, sarcastico, Zanzotto). Il Altezza lransmentale» e '' -.profondità materiche»: l'opposizione polare regi• stra qui un massimo d'escursione. Tendere all'altezza significa, dan1escamente, voler cogliere segnali luminosi, pulviscoli di luci, fosfeni. Come si vede, il titolo del libro suggerisce la centralità di un altro campo semantico - quello della luce - strettamente legato a quello visivo. Di nuovo siamo in• trodoui in un sistema luminoso di segni (di luminarie, di stelle, di barbagli), attraverso il quale si esprime - come nel Paradiso dan• tesco o nelle Occasioni di Montale - la forza del logos, la ricerca di un senso. Eppure l'altezza può esser rag• giunta anche per via d'immersione -. nel profondo. La verilà che balugina dall'alto vive -.rasoterra» e -.rasoombrb (vedi Loghion). Nel mondo «collassato», nel «simil-nato•, nel basso, persino nelle-.umili demarcazioni terri1oriali / deposte da quanto~ più chimicamente animale•, nelle «parti infime» del soggetto -.accucciato accucciato•, è rintracciabile la stessa impronta offerta e, a un tempo, dissimulata nelle-.gemcllari luci• dell'-.infinito pomerio•. Dal basso all'al10, dalle animali deiezioni dell'uomo alla vastità stellare: l'escursione è vertiginosa. E non solo in senso fisico--astronomico, come qui in Collassart t po• mtrio, ma anche in senso culturale. A fronle sono posti universi !in• guis1ici, logici, referenziali diversi o le parti di una stessa realtà contraddiuoria: le minime sostanze che reggono la vita-carbonio, sili• cio - e la complessità delle scienze fisiche e psicologiche; l'osteria di paese e l'universo; il dialetto o il greco antico e le lingue moderne (particolarmente l'inglese e il te• desco). Anche l'appello al paesaggio e l'idillio collinare nascondono un'Arcadia infida: le colline stesse _ -· -:_:-~"':.._,_i;;:~=.;. .. =-: sono ambigue, splendide e -.ricche ..::,.:,.,.._,._""''--'--="'-'="'--===-"-=.c...-===;.._cc:....,.._._~---...,.-,..--------' di mille pericoli di mone• (e in li •fudk/otoirafico• di EJ. Mareyin Wl'1 i//ustrazionetranolU•ILa Nature•(1882) un 'intervista a Tultolibri, sulla

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