come quelli della lirica Umy1,1al.rja not ju na d1,1ore (Mi lavavodi notte nel cortile), mentre altri, non meno celebri, gliene ispirò il ricordo anoora caldo della città (Mne TI/lis gorbatyj sniJsja, Una Ttfllsgibbosa vedo in sogno). Ma sopranuno in quegli anni, nella «gibbosa Tiflls», ag}un folto, pinoresco, combattivo manipolo di poeti futuristi russi, per lo più di ossetvanza «transmentale., espo-- ocnti del filone 7Àlm'J'. E di essi, delle loro vicende letterarie ed extralettcr.uie tiflisiane, in questo libro si fa appassionato e brillante chroniqumr, sagace e finissimo interprete Marzio Manaduri (e col saggio di Mana.duri, oltre che col libro nel suo complesso, non potrà non fare i conti driunque d'ora in poi si trovi ad affrontare la storia del futurismo russo e del suo contesto, dei suoi punti di oontatto, delle sue propaggini fuori della Russi.a, e fuori del Caucaso). ll grosso del lavoro di t.-tanaduri gira fondamentalmente intorno alle fie,ue di Aletsej Kruetnycb, Igor' Terent'ev e U'jà 1.danevit, e intorno a quel gruppo del «41°• che i tre zaumniki fondarono a TIflls verso il '19, al culmine di una stagione ormai lunga di battaglie artistiche e sulla strada di altre battaglie che 1.danevit avrebbe poi impavidamente «esportato• in Francia. Oanrre precisare che il nome stesso di «41••, la sua origine, si ammanta di impreciso: stando alle contraddittorie e colorite interpretazioni degli stessi protagonisti, esso «designerebbe - annota Mana.- duri - il parallelo su cui giace lims, il grado che supera quello massimo della vodka, la temperatura del delirio, oppure il giorno in cui Zarathustra scende dalla montagna, o Cristo ritorna dal deserto ... Comunque, s'intendeva sempre un luogo, dello spazio e dello spirito, in cui si a ormai fuori di ogni norma, liberi e folli•. Quanto ai programmi, alla poetica del gruppo, il giornale 41° - che vide la luce il 14 luglio (!) 1919, e che avrebbe dovuto essere settimanale ma non andò oltre le quattro pagine di quel primo numero - li enunciava in un asciuno, perentorio, 'alato• manifesto: «La compagnia 419 riunisce il futurismo della riva sinistra, e proclama la 7Àlm'J' la forma obbligatoria in cui s'incarna l'arte. C.ompito del 41° a mettere inane tutte le grandi scoperte dei oollaboratori ~ infilzare il mondo su un nuovo asse. U giornale sarà il porto per gli avvenimenti della vita del gruppo, e causa di costanti noie. Rimbocchiamoci le maniche-. Alla fine, Mana.duri tira le somme di un'esemplare indagine che si dispiega a ventaglio sul futurismo «tranSmentale• nel suo insieme; e le conclusioni alle quali egli Sebastiano Timpanaro ~ A.atiltopardiani e otomoduatl ·i .o. siaJstra italiana " Pisa, Ed. Tecnico Scientifiche, 1982 ~ pp. 345, lire 15.000 t ~ Oawdsmo t illa:minismo adl'Otlocmlo iWiano Pisa, Nistri Lisclù, 1965, 1970' F ra il 1975 e il 1976, dalle pagié ne di &/fagor, Sebastiano j Tunpanaro intctveniva polc- ~ mica.mente, a più riprese, sull'ar1i gomento c:hc da decenni più gli sta giunge sono di estremo interesse, anche per le prospettive che aprono di ulteriori analisi, di nuovi, seducenti scandagli. «Kru~nych e i suoi amici - scrive Marz.aduri - semplificarono il pensiero di Chlebnikov, dandogli maggior vigore e coerenza: bisognava libera• re i suoni dai sensi, poicht la natura umana parlava immediatamente nei suoni; la lingua primigenia è la lingua della biologia», 'biologia' nell'accezione pregnante, proronda del termine. «In quest'idea di un'altra lingua, che scorre sotto quella comune, e nella quale si manifesterebbe l'autentico dell'uomo, Kru~nych e i suoi sodali debbono molto a Freud. Essi intesero l'inconscio Bianchi si scannavano altrove, son temps•. mentre a Tiflls, nella quieta pe- Non per niente dobbiamo a Kanombra delle taverne dei duchàn, kabadze questo polemico giudizio in riva al fiume Kurà, abbondava il sul gruppo letterario georgiano «I «diletto pilaff» (come lo chiamava comi azzurri• (Cisperi q'anc'ebi): Mandel'itam) e correva il vino in- .c:Notrelitttrature nouvelle a presvecc del sangue. In Georgia, sul que empruntt sa voie naturelle. ceppo di tradizioni antichissime, Cette ptriode est inaugurée par Ics fioriva da sempre una civiltà «di 'Comes bleues'. lls se sont posés crogiuolo», ramificata, prensile, pour but dc mettre Ics lettres au cosmopolita. service d'aspirations pures, ils s'erEcco, ancora in questo volume, forcent d'approfondir la forme de John E. Bowlt guidarci attraverso la potsie moderne, de restituer à la splendida fase «espressionisti· la potsie scs vtritahles oontours et ca• della pittura di Lado Gudia!vi- recherchent la puissance du mot li (Goudiachvili), che - dopo una dans la potsie géorgienne. La prima giovinezza densa di motivi e peinture et la potsie modemes depropri fluidi ranghi i già ricordati 13.Svili'r,abidze e un'altra dozzina di poeti, e tentò - non senza contraddizioni, incertezze e ondeggiamenti, frutto della provenienza artistica e del demone creativo dei singoli, - di mediare fra simbolismo e post-sirribolismo. Quel che impona, e che non manca di affascinare noi oggì, è che nella Tiflls menscevica la nient'affatto provinciale avanguatdia georgiana e la punta di diamante, l'afa più «eversiva• dell'avanguardia russa, trovarono un loro rertile terreno d'incontro. E il cabaret letterario ~La tavernetta fantasticromatismi «locali•, folclorici, - vraient cheminer enscmble vers ca• - quasi una reincarnazione del era vissuto a Parigi, dal '20 al '25, cette ligne. Nous ne saurions ac- nordioo e pietroburghese «Cane cercando allora e in seguito di at- cepter ni le point de vue des 'C.or- randagio• - da regno e covo degli ...... ,....-,~;;:,:~:::::,-~7 zaumniki non tarderà a mutarsi in una sona di ultima spiaggia del ...modernismo• russo-georgiano, il beffardo, inquietante ombelioo di .-~ "'~~ un «mondo-alla-rovescia., di un i '{.,. r «mondo-daJla-fine•, dominato dal• .Z-6'...,.,_~ la magia dell'assurdo (questo ~ ~ «attizzatoio della creazione•, CO· me lo definiva Tcrent'ev) e affacciato consapevolmente sull'orlo di grottesche apocalissi venture, di nuove bislacche metamorfosi ... , . Altri contributi di spicco arricchiscono le pagine dell'AvanguarJ dia a Tiflìs. C'è un capitoletto delle memorie di Vasilij Katanjan, che s'è spento mentre il volume era in preparazione (e che, studente di ginnasio, si legò d'amicizia coi futuristi russi nella Georgia di - •..,."'°," quegli anni burrascosi). Ci sono testi di conferenze e versi inediti. Ci sono illuminanti articoli di Ta- , t'jana Nikol'skaja e di Rosemarie Ziegler su Terent'ev e Krufenych. E c'è, di Terent'ev, una stregonesca lettera del '24 a lliazd (ll'jà ~anevit), introdotta da una puntuale nota di Giovanna Pagani Ce- _._ ___ ._~ sa, li 'TMIJtreoptique br~tta/0 da E. Reynoud nel /889 (Quando, nel febbraio del '21, l'Armata rossa abbatté il governo come naturalità. Di qui l'attenzione che posero( ... ) su tutti gli stati anormali: l'estasi, la malattia, il sogno. Si può osservare che l'interpretazione naturalista ch'essi diedero di Freud era errata ( ... ). Tuttavia, spostando la sede della poesia nell'inconscio, dove non c'è più aJcun controllo sociale o razionale, essi anticipavano quello che (... ) di D a pochi anni farà il 'surrealismo'. «È dunque tra Dada e il surrealismo che il '41"' sembra trovare la sua sede, all'interno della cultura avanguardistica del primo Novecento». M a 10rniamo alla Georgia menscevica. Se fra il '17 e il '21 questa terra diventò un polo d'attrazione per la cultura russa, non fu soltanto percht guerra civile e carestie si tenevano al largo dalle sue frontiere, Rossi e tuare una sintesi, «idiosyncraticand visually distinctive•, tra l'ane delle sue origini e radici e quella delle avanguardie europee. (Tornato in patria, in Georgia - dove si sarebbe spento vecchissimo, e ciroonfoso di venerazione, nel 1980,- egli resistette poi a lungo, fieramente, ai dettami dell'estetica fdanoviana e ai duri attacchi delle sue torve vestali). Ecco Gaston BuaOdze esplorare le suggestive posizioni teoriche di un altro pittore conterraneo di Gudi3Svili, David Kakabadze (1889-1952), ...-parigino»a sua volta dal ·19 al '27. Un'analisi accurata e globale del suo pensiero critico - rileva BuaOdze - consentirà non solo di «verser un jour nouveau• suUasua opera, ma di •mettre cn relicr un des dialogues les plus riches en enseignements qu'un artiste géorgien ait jamais entretenu avec l'art curopéen de nes bleues' sur l'esprit national de notre peuple, sur les propriété.s dc notre art, ni le fait que ces oonsidérations servent de base à leur oeuvre. Les 'C.omes bleues' se justifient en se rtrérant à une école: le symbolisme. Mais c'est l'oeuvre d'art et sa forme qui devraient justifier la crtation ... • È un giudizio scaturito sull'onda di comprensibili - anche beneficima «astratti furori•. Ce ne rendiamo ben presto conto leggendo il saggio vivido, mosso ed esauriente che, nell'Avanguardia a Tiflìs, Luigi Magarotto ha dedicato all'accesa temperie letteraria dentro cui si sviluppò il movimento dei ..e. .orni azzurri,._ Questo gruppo, che (come fa notare esplicitamente Magarotto) non ru mai «chiuso, settario, rigido nella delimitazione delle sue file•, stampò il primo numero della rivista che gli diede il nome al principio del '16, ebbe nei leOP@!~iana a cuore e cbc lo ha segnaJato agli studiosi italiani: Leopardi (e con lui Giordani), il leopardismo, il materialismo. L'occasione era offerta dal delinearsi di un indirizzo culturale esplicitamente antileopardiano fra studiosi di dichiarata formazione marxista. D poeta recanatese veniva accusato - da parte di Carlo Salinari e, soprattutto, di Umbeno Carpi - di insipiente minoritarismo e di voluta marginalità regressiva, lamentosa e arretrata, per non aver saputo partecipare al lum.inoso, cauto, moderno e conciliativo progetto culturale e sociale della borghesia nazionale nascente (di cui erano esempi per un verso Manzoni, e per l'altro i moderati toscani raccolti attorno al Vieusseu.xnella rivista Antologia), costituendo cosi l'archetipo da non imitare di una ritrosia intellettuale aristocratica e perdente. Tali posizioni erano (C sono tuttora) indicative di un orientamento storiografico e politico, oggi maggioritario, tendente a far proprie e a giustificare la storia e le ragioni dei «vincitori» di ieri per legittimare quelli di oggi, all'interno di una progettualità di governo del sociale poco disposta a fare i conti con le contraddizioni che non si collochino in un'ottica di «sviluppo•: progettualità che è atteggiata variamente, ma che tende in ogni caso a smorzare, assumendolo come dato di complessità e problematicità del «moderno• (o del post-moderno, che è più fine), ogni scontro od opposizione irriducibile. E non c'è b~sognodi evocare, a spiegare tutto, il momento menscevico della Georgia, ~ancvit era emigrato a Parigi ormai da aJcuni mesi. Da quell'autentica miniera che è il suo archivio, la moglie Hélène ha ora estratto, per questo volume, i materiali suUa «vita parigina• di lliazd dal suo arrivo alla pubblicazione del «dramma• lidanlJU /Aram, .-Ledentu le Phare», 1923.A suggello della sua deliziosa, lampeggiante cronaca, Hélène pubblica il biglietto che Uiazd ricevette da Jean Coctcau dopo avergli mandato una copia di lidanlJU: «Mon cher Uia, - scriveva Cocteau, -voici le miracle d'un livre que je ne peux pas lire et qui me donne au premier coup d'oeil les jouissances d'une lccture profonde. Nous ne savons pas de quoi les étoiles sont faites. Votre livre est étoilé. Je vais prendre une guide russe, ou, si vous voulez, un télescope, afin de le connaitre mieux-). tattico del «compromesso storico», che avrà avuto il suo peso, specie in Salinari, ma che sostanzialmente non rappresentava molto più di una contingenza, di un momento in un processo. Proprio per il loro confrontarsi con questa tendenza di lungo periodo, i ponderosi interventi di Timpanaro, ora riveduti e raccolti in volume, rimpinguati di aggiunte e nuovi saggi (fra cui uno studio, cospicuo, su Carlo Bini), rivelano una valenza di ampio ripensamento culturale che va ben al di là del-
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