Alfabeta - anno V - n. 52 - settembre 1983

e hiuso nel colmo dell'estate (metà luglio) questo numero è destinato ai lettori settembrini. Nella quinquennale tradizione della nostra rubrica, è un numero di consuntivo e di interlocuzione. Due anni fa era dedicato a un bilancio dell'informazione sul terremoto nel Mezzogiorno, l'anno scorso ai commenti del .cdopoMundial». Nel 1983i tempi editoriali coincidono con l'intervallo fra le elezioni politiche del 26 giugno e l'inizio delle consultazioni per la formazione del primo governo della legislatura. I nostri lettori avranno su chi scrive il vantaggio di conoscere l'esito della crisi politica ma, proprio per questo, potrà essere interessante tornare a quanto la stampa ha pubblicato nel delicato periodo di interregno seguito al 26giugno. Tunavia, non è soltanto ai temi di politica interna che vorremmo affidare le nostre annotazioni interlocutorie. Con un po' più di lievità e di ambizione, vorremmo guardare nello specchio delrestate '83, estrapolando le immagini che i media propongono all'Italia in vacanzacome rappresentazione di se stessa. Da un punto di vista politico, al centro dello specchio c'è ancora l'immagine della sconfitta elettorale democristiana, sfuggita alle previsioni dei politologi e ai sondaggi demoscopici. Alla vigiliadel voto, nello scorso numero di Alfa- ~ta, abbiamo registrnto la seguente previsione dell'autorevole settimanaJe londinese Tht Economist: -.Le elezioni di questo mese in Italia probabilmente daranno a11atorre di Pisa politica un tocco supplementare aJl'inclinazione verso destra». La copertina dell'Economist del 2 lugliQera dedicata ai risultati delle elezioni italiane. È una copertina non proprio elegante. Raffigura uno stivale tricolore nell'atto di dare una pedata a un omino. Il titolo è Old parties nttd a kick, i vecchi partiti hanno bisogno di un calcio. Se pa~iamo a un altro settimanale economico, questa volta italiano, troviamo una copertina ancora più truculenta. La copertina del Mondo dell'l 1 luglio mostra infatti un cappio modellato in forma di stivale, con il titolo Non ttSta che il boia? li sottotitolo attenua un poco l'immagine patibolare: Dopo le eleiioni /Senza un governotorte I inevitabiJe la sttttta della Banca d'Italia. Ricordando che, all'indomani delle elezioni, la Borsa di Milano ha dovuto sospendere lacontrattazione di molti titoli per eccesso di ribasso, non è difficile scorgere in queste copertine il riflesso dello sconcerto e del nervosismo che percorrevano gli ambienti economicidopo il 26 giugno. Torneremo più avanti sull'argomento. Su un altro versante, il ma11i{ts10 apriva il 1°luglio, con un intervento di Arturo Gismondi, una discussionesu giornalismo ed elezioni. Il punto di partenza era ancora il carattere imprevisto della sconGiomale dei Giornali fitta democristiana. In Gionwim ln tanna, Gismondi scriveva: «Nello stupore generaJe che ha accolto la tUbaclt democristiana colpisce infatti, e non i la prima volta che ciò avviene, l'incapacità pressoch~ totale della stampa di cogliere il senso di ciò che avviene nel Paese, di ciò che si agita nel profondo della società, in quella sterminata arca di cittadini che non parlano, non dibattono, non scrivono ai giornali, che per altro non si danno neppure la briga di leggere». La discussionesulla qualitd dell'informazione in Italia si è vistosamente rarefatta e involgarita negli ultimi anni, cosl che il dibattito che si è svolto sulle pagine del manifesto, del resto non privo di spunti notevoli, è senza dubbio di rilievo. Vorremmo aggiungere che non si tratta di una tematica molto nuova, nl l'angolazione con cui è stata affron1a1aha dato l'impre~ione di uscire dagli schemi ricorrenti netrultimo decennio (per non dire di più). Siamo, nell'insieme, ancora all'interno della polemica sul più o meno «corretto» risptcchiamtnto dtlla rtaltd da parte della stampa. Di tanto in tanto, gli spiriti più inquieti e più generosi del mondo giornalistico provano a rimettere in causa il funzionamento dello specchio (o specola), soprattutto quando qualche «elemento di controllo» (in questo caso le elezioni) sembra suggerire che l'immagine rispecchiata sia vistosamente distorta. Ma, il più Indice della comunicazione delle volte, manca qualsiasi termine di confronto e ogni giornale può con tranquillità pretendere di risp«ehiart la rtahà, sia pure nei limiti di una «visione» soggettiva, libera, e.a:. A noi sembra che simili tt:autocritiche•episodiche sare~ bero tanto più utili se potessero uscire dal cerchio magico degli addetti e basarsi su una critica non tpi.sodica, formata all'esterno del sistema informativo medesimo. La tormentata e anche equivoca vicenda dei quotidiani nelle scuole avrebbe potuto e potrebbe suggerire qualcosa di concreto sulla costruzione di un simile dispositivo critico. VaJe la pena richiamare aJcune cose molto interCS5alltiche Eugenio Scalfari disse in proposito, in un lontano convegno dedicato proprio alla stampa nella ~ la, rivolgendosi a un pubblico di iusegnanti, pedagogisti e (pochi) studenti: «Forse sarebbe utile una prossima volta incontrarsi e oommentare i dicci, quindici, venti, quanti sono, giomaJi di quel giorno. Allora, voi chiedete ragione a ciascuno di noi del perchl abbiamo fatto certe scelte, e questo dà a noi anche una guida, non solo perché voi siete un pubblico qualificato e addetto a un lavoro qualificante ma perché siete comunque pubblico, indipendentemente dal fatto che siete dei docenti delle scuole italiane. Perché a noi questi punti di aggregazione con il pu~ blico mancano; noi non li abbiamo, noi oontrolliamo solo dal liVecC~!!.~~!!.~nn!~Ogie I I 1983si I apertocon la notizia git microtltttronicht il fattort cht pi dtlla stampa con carantri metal- macchine da scrivtrt t in asciugache la rivi.staamtricana Time rtnde oggi cosi inttrtSSantt questo lici trono rinuud sostanzialmentt capti/i, faando NJSCtrt la cmldavtva proclamato il computer mercato ptr lt industrit più avan- gli stessifino aglianni stSSanta-stt- <Una•informatica distribui.la•. uomo dell'anno. La notizia {tct zate. «È unaopportunitd di merca- tanta, quando lafotocomposiziont St ripensiamo agli ingombranti scalport ptrchl ptr la prima volta to di prima grandtzza» ha dttto, ha progrusivamtntt rimpiazzalo mrurri tipo Eniac, ma anche alUI. il riconoscimt11110101a1ndavaa uo- stcondo il Wall Strect Journal, le tradizionali colonnt di piombo, famosa stm 360 lbm tkgli anni mini, ma a macchint. Chi scrive si uno dei dirigenti dtlla Texas In- riportando cosi ancht la stampa stSSanta,st pensiamo alla ttcnoloera trovatoa pe11sartche il ricono- strumtnts. nell'alveodtllt ttcnologit tlenroni- gia già nota dti «superconduttori• scimtnto vtniva, ptr altro, co11più Proprioptrché la vecchiat con- cht t informaticht. Oggi, secondo o dtllt «giunzioni Jostphson», opdi trtnt'anni di ritardo,st vogliamo solidata tecnologiadtl telefono ha il Wall Strect Journal, solo il 2 per purt a quella allo studio dti •ci.rco11Jiderartc,omt fanno molti sto- avuto rutto il ttmpo di diffondersi centodtlle tipografieamtricant la- cu.iti ottici• cht utilizzano la lua in riografi, l'anno 1948qualt data di capillarmentt e di crtart un pro- vora ancoracon i caratttrimttalli- luogo dtlreldlric:ilà, d possiamo 11ascitadtl primo calcolatort tltt· prio •tcosi.sttma», lt ttcnologit at- ci. Il quotidiano I riwcito a scova- kgittimamcntt chietkr~ cht cosa Ironico, il famoso Eniac, ingom- tua/i possono contaresu un campo rt una mtzza dozzina di fondtrit, siamo dispostia chiamart •compubrantt tlaboratort a ,:a/volt uscito di conquista enorme. Dtl resto, in divtrst parti dtgli Stati uniti, cht ttr• t cht cosa no. Quando ntl daglisforzi di ricercapromossi du- una tecnologianwdtrnissima comt fabbricano ancora caratterimobili /()98 il compuJtr ftsteggertl il suo rantt la seconda guerra mondialt quella dtl vidtottx o vidtottl trova a mano, non dissimilida qutlli im- cinquan.taimo annivtnario, i -sudall'estrcitoamtricano, allo scopo granpartt dtlla propriaforza d'ur- pitgati da Gutenbtrg. ptrc:ompuJtn• e i «nanocompudi mttttrt a punto dispositiviauto- to proprio nt/1'abbinan l'informa- Torniamoptr un attinw a Time. ttrs» oggi aJJostudio nri laboratori morici di puntamtnto dtll'artiglit- tica con la capillarittldtl sistema Il computer eragià nato da parte- saranno più simili a//'Eniac di ria. La riflessiont sulla durata di ttlt{onico, opportunamtntt «rtin- chi anni quando lt tipografieconti- quanto lo saranno k stampanti uJ. vita dtllt ttcnologit, sulla loro na- ttrprttato•. (Tra parentesi, gran nuavano ancora a ware i buoni travtloci al software di Guttnbtr,? scitat sulla loromortt si ripropont partt dtll'apparato industria/e si vecchi caratterimttallici guttnber- Quando cessiamo di riconos«rt oggi con dut articoli rtctnttmt11te fonda ancorasu un congegno •an- ghiani. Ntl momtnto in cui vitne una ttcn0logi.antllt sue innumtrt· pubblicali dal Wall Strect Journal. tico» qualt /'automobile, le cui ttc• proclamato uomo dell'anno, il voli trasformazioni t ibridazioni Il primo I uscito, in prima pagina, nologie fondamtntali sono a11cora computtr non sta font rischiando con nuovt ttenologit? Quando ntlla rubrica•Ttchnology». qutllt dtllt origini). di/art lafint dti caratttrimetallici muore vtramentt una ttcnologia? L'esordio de/l'orticolo afftrma: Il secondo articolo I uscito sul di buona memoria? Tutto dipende Quanto una -nuova• tecnologia, •I teltfoni potrebbtro tsstrt il Wall Street Journal dtl/'8 luglio, da cht cosasi inttndt ptr •COmpu- ptr nasctrt, dtvt ntctSSariamentt prossimo gra11dtmtrccuodtlla mi- stmprt inprima pagina. Si trattadi ttr•. È tvidentt cht la proclama- diptndert dalla stdimtntaziont croelettronica».Ci si ritrovaa pt11- un servizio su una tecnicaaddirir- zione di Time I avvtnma sollo lo dellt ttcnologit prectdtnti, •comsarecht il teltfono I una ttcnologia tura moribonda: lastampa a carar- stimolo della cosiddtlla •rivoluzio- promttttndosi» con i si.sttmioptraqumi vtntranda, natadallascienza Itri mobili inventatada Gutenberg nt microeltttronica•, secondo l'e- tivi prttsisttnti? dtl diciannovesimo secolo t che, (tralasciando i precursori cinesi) spressiont utilizzatanel titolo di un In un ctrto st11Jo,pUQdarsi cht dopo tulio, i nostri appartcchi non più di mtzzo milltnnio fa. •La mt- rtctntt rapporto al Club di Roma. la stampa sard ancora - sono nuosono poi molto divtrsi da qutlli dt· ravigliatimorosae l'eccitazionesa- Alla bast di qutsta «rivoluziont» ve spogl~ - viva t vegtta quando gli albori. •La stragrandemaggio- /ulano una nuova grandt invtnzio- c'I non tanto il •compurtr», stcon- non riwcirtmo a distingULrtanorranza dti ttltfo11i - fa osservareil nt, ma quando la sua utilitdfini- do l'immagint tradizionale, ma il no a noi i «ctrvtlli elettromci• di vello delle vendite: questo argomento tira e allora diamogli spazio, quest'altro tira meno ... ma ~ un modo rudimentale percbi quel giorno magari pioveva, quindi la gente andava meno in cdioola. Il criterio non può essere questo ma quello del confronto con il pubblico» (Atti del convegno indetto dall'~rato alla Culrura della Regione La2io, e.Lastampa quotidiana a scuola», Roma 28--29aprile 1981, p. 86). La ricerca condotta da Alberto Pattono sulle copertine dei settimanali «di opinione» (Europeo, fEspraso, Panorama) dal 1974al 1982- i ai.i risultati 5000 stati presentati in questa rubrica su Alfabtla n. 49 e sul n. 2 di Prob~mi dLlflnformazion.t - propone qualche dato un po' parados.w.e sulla questione del crispccchiamcnto-. Molti rimproverano infatti alla nostra stampa di essere ossessionata dal Palazzoe dalla Politica, trascu· rando il Paese reale, la «gente., ecc. I dati riguardanti le copertine mostrano che negli ultimi anni i settimanali più qualificati hanno mes50 sempre meno in primo piano l'immaginario politico e hanno insistito sempre più sugli «.italiani• e sui loro comportamenti pubbli• c:o-privati. «Cosa vogliono questi giovani si chiede almeno una volta l'anno la rivista che magari ha un target medio di 30 anni. l'Italia si spoglia, si divtru, si mosc.Mra. Pare quasi che i settimanali d'opi.nione si rivolgano a studiosi di italiapa,o da foùci < G.-«i a/falba dd primo miJJmnio avanli Cristo. E ne.ssuno ha ancorJJproposto una l«nologia sostitutiva t pul avanzata su cui bason i sistemi di informazWnt ~ di c.omunicazWne. L'ecologia delle tecniche I fo~. dopo amo,una disdp6na eh<riman< d,a costruin. Solo una similLdisciplina potrtbbe rispondut con precisione JJ domantk su& vita., sul/' tlà t sul/JJmo,u dLIILleCM/ogit, .nd modo di disringuul< , di rinrroccianu lapresenza nellaudimffllaWne di un sistmut soc:iol«mco. Fuw a quando con.lUUIUemO a •riconos«rt• il nostro te.lefono?Un v~lqoflO l ancora un ddefono»? Il ~compUIU• I l'uomo dLl /9113 o ruomo d,/ /948? Quando porrono dirt di avtn vertJnlOIU l1UJIUÙJlo in soffina Gu.terJMrg t r albabtto /Micio? Tet,pboDes • A ..,..i.I Report in Watt Strcet JoumaJ 5 lugli<>19113 Gutuherg's Manti Btpn Wltb a Bang, Em With Whim.per ~ in Wall Street Joumal 13 8 luglio 1983 i ~ i Wall StreecJournal - si basatutto- set, il sue tramonto spesso passa microprocessore. Attraverso i mi- cui parlavanw nqli anni cinquan- gna qwndicinale sulla stampa esteLe notine sono tratte dalla ras.se- I ~ ra su vtcchit ttcnologit quali cam- inosservato»scrivt il quotidiano di crochips, l'tlaboraziont automati- ta. Senza cht ci riflttlianw troppo, ra Indicedtlla Comunic.a.zione cupanelli, dischi stltttori• tee. Ed I Ntw York. È vero cht la lynotipt ca dei dati t uscitada quei conttni- ancht i sisttmi informatici più rata da Maria Rosaria Pedem~tc C proprio il dislivtllo fra questt •vte• aveva da ttmpo reso obsoleta la tori cht convtnzionolmtntt chia- avanzati si basano su una ttenolo- e Tl7iana Valenti, prodona da In- j chit• ttcnologit t lt nuovt ttcnolo- composizione a mano, ma i princi- miamo •computtrs», si I infilato.in gia, l'alfabeto vocalizzato, svi/up- dei: per i suoi abbonati. §. L----------------------------------------------------------';;

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