•· .. tlire cM un.a t la base della vila e un'altra t q~lla della sc~nza t sin da principi.o una ~nzogna». Marx L o sviluppo degli studi di compUk.r mwic in Italia ba un punto di panenza ben identificabile ncU'incontro tra Pietro Grossi e il sistema 7090 lbm, in uso negli anni '69-70presso iJ Cnuce, Centro di calcolo del Cnr a Pisa. L'attività di studio attuale, che si affianca a quella di Stati uniti e Canada, di Parigi, di Utre.cht e di Stoccolma (mentre sorprendentemente arretrata resta in questo campo la Germania, e praticamente nulla si sa di quanto accade in Giappone), trova un precedente proprio nell'attcggjamcnto con cui questo compositore si ~ avvicinato alle possibilità offerte dal calcolatore già alla metà degli anni scs-- santa. Sin dal '57 Hiller, a Urbana nell'Illinois, realizzando un programma per far suonare il cak:olatore, era riuscito a ottenerne l'esecuzione dj un quartetto e di una cantata. Da tempo l'informatica negli Stati uniti veniva impiegata per l'allestimento di archivi musicaJi, e per lavori di reperimento e confronto musicologico. Nel '64 Grossi, allora primo vio-- looccllo nell'orchesua del Maggio musicale fiorentino e attivo operatore nel campo della musica elettroarustica (~ il fondatore dello Studio di fonologiadi Ftrenze, e ha dato inizioall'insegnamento di Musica elettronica presso il Conservatorio cfi rlrenze), chiede di poter avere accesso al calcolatore lbm in funzione presso la facoltà cfi Scienz.c dell'Università di Firenze, per elaborare numeri e ricavarne nuove scale e nuovi rapporti intervallari, fatti poi eseguire a strumenti tradizionali ed elettroacustici. Xenakis, a Parigi, sta facendo aluenanto mentre Matbew, negli Stati uniti, mene a punto presso la Beli telepbone il programma Music Five, in grado di far elaborare al calcolatore strutture musicali complesse e ottenerne l'esecuzione in tempo differito. Ospite a volte anche della Generai electric di Milano, Grossi riuscirà finalmente a uovare ospitalità stabile, tecnici e tempo-macchina necessari per lavorare con metodo, solo a Pisa nel '69. Da allora affianca la docenza di Musica elettronica e violoncello, nel Conservatorio di Fuenze, al lavoro sui calcolatori verificandone le possibilità d'impiego nella creazione e nella pratica musicale, oltre che nella djdattica e nell'allestimento di archivi musicali. La sua attività~ testimoniata da ~ incisioni, composizioni, trascrizioe ni ed elaborazioni di programmi: il -~ Dcmp, il Play 1800e il Taumus per 5,. l'elaborazfone e l'esecuzione in ~ .l; I ::: tempo reale di brani musica.lieffettuati con gli elaboratori 1800, 3<,0, 370 e 3033 lbm e con un terminale audio Tau 2 dotato di conuollo fonico a dodici voci. interesse ~r il ca/colato- D A che cosa si deve il tuo i • re? ~ PiLrro Grossi: Devo fare wia pic- '1; oola premessa. Quando nel '59 apComputtmr usic prodai allo Studio di fonologia musicale della Rai di Milano, rimasi colpito da un fatto: i generatori di frequenza potevano continuare a emettere suoni mentre l'uomo si dedica11aad altre operazioni. Questo fatto, solo apparentemente banale, mi convinse che qualcosa sta11acambiando nel rapporto tra uomo e strumento. Ai tradizionali strumenti «inerti» si affiancavano ora quelli •sé-operanti», questi ultimj non necessitanti di intervento umano. Nessun movimento dell'archetto, nessun pizzicato, nessuna percussione 11enivano messi in ano: una 11olta• avuto il via pote11anocontinuare a produrre suoni all'infinito. Il calcolatore ha spinto questa situaz:iodella fuga, i no11antaseibrani del Clavicembalo ben temperato, le Variazioni Goldberg e l'Offerta musicale, ma anche i Capricci di Paganini, La sagra della primave• ra, brani di Strauss, Scarlatti, Frescobaldi e Brahms. Ora sto facendo la stessa cosa con Satie. Va aggiunto che col calcolatore il controllo del suono non ha precedenti, sia a livello microscopico, del suono come fatto fisico, che a li11ellomacroscopico: la struttura formale di un brano può essere modificata in tempo reale, attra11ersoinformazioni di carattere numerico. La musica è sempre stata un artigianato, magari sublime, ma artigianato. Ora il calcolatore ci dà la lo si intende oggi. Faccio un esempio: sino ad ora l'equilibrio tra tempo d'ideazione e tempo d'esecuzione di un brano è sempre stato sbilanciato sul primo termine. Per scrivere una sinfonia di quaranta minuti un compositore impiega giornate o mesi interi. Con i programmi già in funzione a Pisa, il tempo utile di un calcolatore per creare una struttura musicale su diretta richiesta del compositore equi11alea un quarantesimo della sua durata esecuti11a.Il tempo per fare un programma può essere certo più o meno lungo ma viene ammortizzato dalle migliaia di soluzioni fomite. D. Ci sono quindi implicazioni anche di tipo economico. Sanografia di «Templ1edan.sune chambredcoucher• (/'}()2) di F. Zecca (Mush langlois) ne ancora più in là, il suo utilizzo genera una vera ri11oluzionenel campo musicale. D. La quo/ilà dei risultali sinora onenuri non è parsa pu6 straordinaria.... Grossi. Siamo abituati a considerare i fatti musicali solo per il loro risultato finale, cioè a prendere in considerazione solo la coda dell'intero processo. Sedersi alterminale significa in11ecerimanere affascinati innanzi tutto dal modo in cui si lavora, non dal risultato finale che ~ comunque in costante progresso. Questo significa anche trasformare le finalità e la mentalità del lavoro musicale. Sono con- \/Ulto che il c::ak:olatorseostituirà in futuro tanto la parte creativa che quella esecutiva e pedagogica del mondo musicale attuale. D. In che modo? possibilil'àdi mettere da parte ogni artigianato. Sebbene l'attaccamento allo strumento tradizionale - anche da parte dei più giovani - sia ancora fortissimo, mi permetto di dubitare che tra qualche generazione ci sia ancora qualcuno disposto a fare enormi sacrificidi tempo per poter fare quanto una macchina saprà fare meglio di lui. Del resto non è la figura dell'esecutore la sola a essere messa in discussione. D. Anche quella del compositore... Grossi. Del compositore come 1•'• ',./ Grossi. Le potenzialità esccuti- e_ . fo·; ~ ve del calcolatore sono enormi. , 1 ; • Nel giro di tempo necessario per .,k.__ ' \ _z. memorizzareunbranoilcalcolato- ,- • -~-- ~ re lo esegue perfettamente. Memorizzare una pagina del Clavicembalo ben temperato di Bach può richiedere attualmente da mezz'ora a sessanta minuti. Dunque io che non sono pianista, non ho studiato né organo né clavicembalo, dopo questa operazione eseguo al calcolatore perfettamente. In poco più di un anno al Cnuce ho memorizzato tutta L'arte . ; .\ ' i-E·, ,,E ' çi : ---•.._.. . :1: j,: SchefTIQdi. funzion.amtn.to della griffa ntlla prifTIQm. Q.cchinada prf!SaLumiirt (1895) Grossi. Senza dubbio. Abbiamo detto che per comporre un brano è sufficiente un quarantesimo del suo tempo esecuti110. li tempomacchina del 3033 lbm di Pisa ha un costo di 2 milioni l'ora. Teoricamente, dunque, per fare un'ora di musica bastano 50.000 lire. Do11eè possibile ottenere un'ora di musica a questo prezzo? Ed è solo un dato provvisorio. Ho notizia di un calcolatore che viene affittato a Roma da un'azienda per 700.000 Lire al giorno, assistenza tecnica compresa. Sta portando scompiglio nel mondo della musica leggera, grande soddisfazione tra i discografici, grande preoccupazione tra gli esecutori: il calcolatore la11orameglio di loro, senza interruzioni, è più duttile e più economico. D. Sono problemi, questi, che vengono difficilmente presi in considerazione nella teoria musicale. Grossi. È una situazione nuo11a, lo ripeto. Per questo 11aguardata con occhio sgombro da pregiudizi. Le implicazioni di tipo sociale sono rilevanti. Venendo a mancare qualsiasi difficoltà esecutiva, tutti di11entanocapaci di fare musica, e questo modifica i rapporti fra gli uomini. Oggi la vita musicale è condizionata dall'autorità di qualche grande esecutore: la massa ne è esclusa. Quando l'approccio musicale potrà essere diretto, senza la mediazione dei lunghi studi tecnici imposti dallo strumento uadizionale, il gap tra genio e massa diminuirà enormemente. Nelle scuole un nuo110tipo di educazione artistica potrebbe risparmiare la fatica di imparare a suonare uno strumento, e tuttavia l'ac.cessoal mondo musicale di11errebbegeneralizzato. L'uomo ha sempre avuto bisogno dell'arte, e quindi della musica. Cosl, accanto a un bagaglio di nozioni matematiche, ogni individuo potrà averne uno di nozioni estetiche da applicare a strumenti •sé-operanti"' in grado di operare per lui. D. Altri musicisti che lavorano nel suo sellare sono meno radicali. Ritengono che lutt'al più il computer possa divenire uno strumento come un alrro, a fianco degli altri. Grossi. Si è parlato moltissimo della diffusione del persona! computer durante lo scorso anno. Ogni persona! può anche suonare. A una sola voce, con possibilità timbriche limitatissimeche rendono i risultati ridicoli sotto il profilo musicale. Tuttavia può suonare. Recentemen1eè stato costruito un persona! a tre 11oci,quattro timbri e memoria, costo sulle 800.000 lire. Un altro strumento collegabile all'Apple li la11oragià a otto voci, costa 3 milioni. Posso dire per certo che almeno dicci musicisti italiani lavorano con il Fairlight, uno strumento australiano di note11olecapacità, e se ne servono per fare colonne sonore: costa 48 milioni, ma ai finidella loro attività è convenicnle. Il computer per le sue peculiarità è uno strumento che ha caratteristiche ri11oluzionarien, on posso credere che si affiancherà solamente agli strumenti tradizionali. So che la mia posizione è più radicaledi quella di molti altri colleghi ma ritengo che gli strumenti teinerti"'non abbiano, a lungo andare, molte possibilità. Alle nostre spallesta una tradizione musicale fatta di opere straordinarie. Ma intorno ai geni che le composero sta11aun deserto di analfabetismo musicale.Ogni individuopossiede invece una sensibilitàartistica che non si manifesta generalmente per ragioni di ordine socio-economico. Gli strumenti «sé-operanti» danno la possibilitàdi ribaltare que,. sta situazione. D. «Grossi, oltre a considerare il calcolarore uno strumento 1auma1urgico, vuole far credere che t la macchina stessa a fare ogni cosa•. È questa l'accusa più frequente che le viene rivolta anche do( mondo musicale de/l'avanguardia. Grossi. Dipende forse dal mio atteggiamento in pubblico. Poiché ritengo che il momento principale dell'intervento umano sia quello dell'elaborazione del programma, quando il calcolatore elabora o esegue io mi tiro - anche fisica• mente - da parte. li calcolatore non può fare nulla senza l'uomo, è logico. La110raentro limiti che gli vengono imposti, ma è pur sempre un'intelligenza che entra in azione, inferiore sotto molti aspetti a quella di chi lo programma, ma superiore nella capacità di offrire possibilità di elaborazione, 11elocità ed esattezza delle soluzioni. La creatività stessa dell'uomo ne risulta potenziata: l'ascolto 11aoggi oltre ogni limite immaginato in passato.
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