vo si trallll di un'analogia dow: il 11111'""'1 catlTtlU spinge do park k diversilàmmo asmziali. L'inlup~ tkve cavalcare sonpre a brigUasciolll,, e proaden con la massima cau- ~"'- Quando da:uu di scrivere il suo poema allo stesso modo in cui Dio ha scritlo la Bibbia, il poeta Dan« trova il più /ertik di tulti i punii di partenza. Egli si muove fra i livelli di significato ma non perrnetu mai CM uno di essi sia asservilo a un allro. Al antro. tu/ poema c:oUoaz se staso qual era all'età di trentacin,qwanni. Egli è prese~ n.tlp<>emtclome uomo ruk, '""poichi anch'egli t una creaJuradi Dio, il rruxk/Jo divino si trova impraso n.tllasua vita. Perciò egli attraversail dolore tuU'infemo per raggiungerela/elicilà tu/ paradiso. Perciò viene salvalo dalla sua amala cosi come l'umanità vien.esalvata da Gesù. Perciòegli è nel contempo il fiorentino Dan«, ogni uomo e Dio che si t in.carnaioin un.a figura umana. Se al namllore Dan« tutto i riuscilobene, ciò i dipesofra l'altro dalfallo che i miti tklla Bibbia e thl criftianesimo si sono criftallizzaJiintorno a conjliJtie avvenimenti indivisibilmenle associaticon k condizioni tu/J'uomo. Esistono critici mc><krni secondo i quali la poesia non puè raggiungere un.a veragrandezza se non è tessUlasopra il disegnofondamen.tah - anch'esso legaJoal 11JUMrtore - che è inciso n.tlla vita di ogni essere umano: l'amore per la madre e l'odio verso il padre. Si puè tran.quiJJammkaffermare che il disegno tu/Ja Commedia non ha validi.tàinferiore, e che parte tu/la sua forza sta n.tl /ano CM noi ci riconosciamo in essa. Entrambi i pellegrini slllnnOritti sulla spiaggia. Essi si trovano nel purgaJorio CM i un'immagine tklla nostrastessa vita, costruita in analogia con la vita qual i sulla te"a. Le stelle impallidiscono e sorge il sok. I pellegrini, che si sono lascialiaJk spalk il bl.UOe la dannazion.t tk/J'in/emo, somigliano ai supersti.J:dii un naufragio. O, come è più esatto dire, somigUanoa uomw risuscitali.È la mattina tkl giorno di Pasqua, e laprimavera i appenasbocciata. È dwrque una qUDdruplic.reis""ezione qw/Ja a cui sliamo assistendo. li pelkgrino è sfuggilo all'inferno. li dominio tk/J'utverno i spezzalo. li dio morto si risvqUa e rovescia la pietra di!/ sepolcro. Il poema, la Divina Commedia, dopo essersitrattenuJo cosi a lungo nel regno <UUamorte, passa in quello <U/Javita. Ognuno puè sagliLre il li.vellodi kttura che <ksi- <kra,mentre il cammino prosegue. 1.ai- ...... Nel fdm Dmonello, il vagabondo Chaplin si addormenta sulk scak thlla stamberga dove abita. Il suo ragazzo è stato rapito, mtl Chaplin vi.me rico~nsaJo n.tl sogno. Egli, in- /alti, sogna di esseregiunlo in paradiso. I beati svolazzano intorno come altrettantipolli bianchi. Persino i cani hanno k ali. I mmici di un kmpo si scambiano occhiate dolci e devote. Il vagabondo è anch'egli atrorein questafarsa paradisiaca, che si conclude in una rissacon grantu spargimenJo dipilune. Come gli dii greci sono sc:ai dal loro olimpico splendore per divenlarepersonaggi dofarsa in Offenbach, o propagandisti di prodotti di bellezza, cosi k figure simbolicM della /anJ.asiacristianasi sono trasfo'71Ullel avvilite. Il <Umonioi un pagliacdo Mila stampa umoristica e sul palcoscenico deJJarivista, e gli angeli, CM un tempo portavano spade ut/u,t)caue spezzavano fanca a Giacobbe che aveva cercato di lottare con uno di loro, sono slali p/asmaJj dall'industria tk/Ja devozione <Ui nostri t.anpi ndk disgustose figurine degli addobbi Mlalizi. Il sogno a:lak di C/urplin l una parodia d,/ paramso quale vi.me inlao ut una conaziom popolare ampUJl'Mnte pian. Come l'inferno, il paradiso i formalo di nove archi, dati ciell, che circondano la te"a. &ternamen.te a questi now: archi si st.ende r Empireo, ove abita Dio, CM si trova al di fuori tkl tempo e tulio spazio. Il mondo intero i racchiuso en/TOquesto essere divino senza tempo nl spazio. Tuno quan10emana da Dio aspiraa congiungersicon l'Empireo e questa tenthnza i particolllr1'mnteforte ml nono cielo, o cielo cristallino, detto anche Primo Mobile, che si muove a ve/Qcitàinaudita. Ogni sfera celeste riceve la sua forza di movimento dalla sferasovrastante. Per questo i cieli sono posti l'uno tkntro l'altro e, per questo, quanto più si è vicini alla terratanlo più lento è il moto. All'inrerno di ogni cielo si muovono quindi stelle e pianeti come formiche che camminano su una ruota in movimento. Dame stesso, ml Convivio, ha descrittoi cieli con dovizia di particolari,spiegando ancM il significatosimbolico di ognuno. I sette cieli più vicini a noi, ovvero i cieli di Luna, Mercurio, Venere, Sok, Marte, Giove e Saturno, corrispondono alle sette arti liberali:grammatica, dia/mica, retorica,aritmetica,musica, geometria e astronomia. All'ottavo cielo, quello delle Stelle fisse, corrispondono le scienze naruralie al nono, il Primo Mobile, la metafr.sica.L'Empireo infine, sede dell'amore divino, i il luogo thlla teologia. Perciò non ci troviamo soltanto nella beatitudine della salvaziom, ma altresl in una grande università celeste ove veniamo promossi a una classesuperiore e a una maggiore sapienza ogniqualvoltalasciamoun cieloper il successivo. Il pellegrino in.conlrain ogni cielo anime santificatee conversa con loro com'è sua abitudine. I beati hanno ognuno la propria collocazion.t, conformemente a un sistemtl di morale che, a grandi linee, concorda con le concezioni teologiche <Ultempo. Nel cielo tklla Luna, che i il più prossimo alla terta, stanno le anime di coloro che mancarono all'adempi- ~n.to tki propri voti. Nel cielo di Mercurio soggiornano anime cM desiderarono di avere buo.nafama nel mondo, e da questa ambizione furono spronate a nobile agire. Tuttavia essededicarono un'aJtenzioneeccessivaallapropria gloriaper meritareunaposizione più elevatanei cieli. Nel terzo t,1:.~~- Pun1.c ..... 2.1111 Disegno tecnico per il brevetto del Vitasoopc di T. Armat (1897) diffusa. li paradiso è un'eterna domenica zuccherosa, piena cielo, qwllo di Venere, si trovano coloro che dedicarono la dei bdali di pecordk salvaJL,di bianchi camicionie difoglie propria vita all'amore, accorgendosi tuttaviaper tempo che di palma fruscianli. È un paradiso a tal punto asessuato e l'amore per Dio i più importante di ogni altra cosa. Nel noioso che spaventa i giovani più· ef/ìcacemen.k thlle pene cielo tkl Sole conversano fra loro gli spiriti sapienti. Nel tu/l'inferno. cielo di Martesono radunate le anime dei crociati, e in quelli paradiso danlaco sta a quato paradiso deU'utgenuità lo di Giove le anime dei principi giusti; nel cielo di Saturno come k fughe di Bach allamusica leggera, come la qwrcia stanno teologi e padri tklla Chiesa. Nel cielo cristallino, alfiore di carta,come il mare a un bicchiered'acqua tiepida. infuse, troviamo soltanto angeli, i soli chepossano sostenere Ma ml nostro Paoe esisteuna diffusa convinziom, ten.tra- la vicinanza immediata con la divinità. esseri umani di cui ci si è serviti:la vita li ha sfruttatial limùe estremo delk loro possibililà ed essi sono tutti altrettanto felici. Ma allo stesso tempo ben comprendono che esistono gradi diversi di capacikl, che la narura,o se vogliamo Dio, ha j,osto un limite a ciò chepossono sentire,pensareefare, e clu ml mondo tulio spirito esiste una gerarchiainesorabile come la tavolaperiodica deglielementi. Essi si accontentano di ciò che hanno ricevutoe consi<Urerebberpoeccato il desiderare di più. LA misura della beatitudine i conforme alla loro narura. Possiamofacilmente capire che le cose stanno cosl in paradiso traendo degli esempi dal mondo della poesia. Bel/- man i un grande poeta. Ne~'ebbrezza divina che impronta le sue poesie, mi balzi, nel riso e n.tlpianto di Fredman, di Movitz, di Ulla, nello scinti/Iloe nel movimento dei quadri di Stoccolma, egli trovò sbocco al suo genio. Bel/man i un poeta che non ha paragoni, che non ha bisogno di cedere il passo a nessuno, e la sua felicità ne/l'attimo dell'ispiraziom è di quel genere che appartieneal decimo cielo. Ma quando si manifesta a noi - nella nostra immaginazione, ovviamente, - egli compare in una sfera celestepiù bassa di quella di Shakespeare o di Dante. Le arcateche questi ultimi sanno gettaresono più altedi quelle di Bel/man. li registrodei loro sentimenti è più riccoed essi rappresentanouno spaccatodel mondo degli uomini più vasto. Nel paradiso dei nostripensieri noi li scorgiamo in una sfera celestepiù elevata. O forse può essere più efficace un'immagine tratta dal gioco degli scacchi, che era ben noto a Dante e al quale si allude anchenella Commedia. // giocatoredi scacchisa bene dov'è il suo limite, quantemosse eglisia in grado di prevedere in un dato momento delgioco. Nel cielodei sessantaquattro quadretti della scacchieraegli occupa senza rimostranze il posto che gli compete in base alla sua abilità. Ma per quanto concerne la concentrazione nel gioco e la conoscenza delle regolechedevono essereseguitee che tengono lontano ogni genere di frode o disonestà, campioni e principian.ti sono sulle stesso piano. Cosi i per gli essen·umani. Chi ama i felice se lui o lei riesce a offrire mll'amore tutto ciò di cui è capace. Ma la capacitàdi amare è differente. I pregìudizi di cui è gravatal'idea di una vitaparadisiaca ci offrono, come ho già accennato, alcune difficoltà allorquando mettiamopiede per laprima voltanel paradiso dantesco. Abbiamo inoltre un altroostacoloda superare. Quando scriveva dell'inferno e del purgatorio, Dante era un poeta inserito in una gloriosa tradiziom. Virgilioavevafatto scentkre Enea agli inferi seguendo il modello di Omero. Dante • presumibilmente conosceva /'Eneide amemoria, eprese largamente in prestito dal suo maestro. Chi desideri maggiori informazioni sull'argomento può leggere il noto saggio di Edward Moore. Anche per il purgatorio Dantepoteva avvalersi di un buon numero di modelli, poichl in questa parte del poema cantava dellanalura terreslre,dell'amore, dell'amicizia, della Chiesa. Nellafantasia il viaggioerapotkroso, ma il poeta non era solo. Quando sale in paradiso, al contrario, Dante imbocca una via sconosciuta, anche se casualmente potrebbe aver ricevuto qualche impulso dai viaggicelestidegli arabi, intorno ai quali gli studiosi hanno fatto gran chiassoalcuni anni or sono. Qui, per laprima volta, Dante assomigliaveramente a Ulisse,che andò in cercadelle terresconosciutesull'altro emisfero. Ora sono i grandi mistici, filosofi, teologi a fargli da maestri; ed essi non furono poeti: Dante <Uvecrearsi il proprio mondo simbolico. Nell'introduzione al canto II del Paradiso, egli si rivolge ai lettori con queste parole: O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d'ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder Li vostri liti: non vi mettete in pelago, ché forse, perdendo me, rimarreste smarriti l ..) (Par. O, 1-6) mente proktta da generazioni e generazioni di storici <UUa Come nell'infernoe nel purgatorio, cosi anche nel parodi- La. sensazione di solcare acque mai navigate prima acleneratura, secondo la quale quata cantica thlla Divina so le anime sono separate le une dalle altre, e raggruppate compagna tulli i canti del Paradiso. Nell'Inferno Dante aveCommedia sarebbe la più insignijicanJedal punto di vista per gradi e ordini secondo il merito. Tuttavia, c'è una granth va tratto materialeper il suo edificio poetico dagli angusti artistico e umano. Sarebbeforse troppo scortese congettura- differenza. Il paradiso è un autenticoregno spirituale, e chi vicoli delle cittàmedievali, dai luoghi delle esecuzioni capire che quei dotti uomini non abbiano mai avuto laforza di vi abita non i soggetto alle leggi <kl tempo e dello spazio. tali e dai banchi di tortura, dalle baracche tkgli infermi e arrivare al Paradiso. Forse essi si sono lasciali indu"e a Per quato Piccarda Donati, la giovane donna che scelse il dalle gabb~ dei folli, infine dalle incef1evie cheperco"eva con/oNUre il concetto di paradiso avvililo dal mondo del- convento per trovar paa e fu costretta con la violenza a da esiliato. Nel Purgatorio aveva costruitosotto l'ìmpressio- /'utgenuità e dell'umorismo con la vision.tdi Dante. Sarebbe lasciarloper contrarreun matrimonio odioso, in realtànon ne di una natura italianain primavera, di chiese durante il kmpo ormai di operare un.a revisiom. Dal canJOsuo,Dante vive ml cielodella Luna dove Dante la incontra. Per questo servizio divino, di incontri con amici e conversazioni nostalnon fa che ripetere, nei canJi di!/ Paradiso, che le sue forze n.tmmeno Tommaso d'Aquino si trova nel cielo del Sole, giche sulla città natale e sul paradiso che forse li attendeva. sono insuffic~nli per il poderoso compilo che si i imposto. benclai in esso egli impartisca i suoi insegnamenti a Dante. Nel Paradiso Dante deve trovareun mondo formale che si NelcanJOXXXde/Paradiso, difronteallarinnovatabelkz- Tutti questi personaggi si mostrano a Dante ml/e diverse presti alla descrizione thl regno del puro spirito. Egli coza di Bealrice, dichi.aradi esserstaJovinJOdallasua rruueria sfere celesti:ma essi vivono tutti ntl thcimo cielo, in stretto struisce ilparadiso di luce e di riflessidi luce. Qwmdo perciò più di qMIUIIOlo sia mai staio alcun poeta comico o tragico rapportocon Dio. Cheessisì manifestino a Dantenell'uno o si am·va al paradiso, in un primo momento si restaaccecati. (vv. 22-24). Egli si dice contenlOse ml proprio poema riu- m/J'altro cielo, non dipende perciò dalla loro effettiva pre- È come uscire da unastanza buia, dove si i rimasti a lungo, scirtl a conservareanche una sola scintUJath/Ja luce et.erna senza in essi. Nell'inferno e nel purgatorio le anime sono e ritrovarsi in mezzo alla natura in un giorno d'aprile in cui ;:;;j che spkNU in paradiso. In diverse occasioni, egli si avvale prigioniere thi diversi cerchi o cornici. Nel paradiso esse splen<kil sole. La. luce si riflettein milioni di gocce d'acqua, u tuU'immagine di un uomo che, risveglialosi da un sogno appaiono al pellegrino nei diversicieliper dimostrare il gra- nelle pozzanghere della via, mlle bianche nuvole rapitk. ·t rMraviglioso, teniainvano di ricordarequanJoha vissutonel do <Ullapropria beatitudine, efanno quindi ritornoalla luce Davanti agli occhi danzano scintille luminose e non si è in - sogno. Rimane sohan.tola Sffl.SaZioMdi una felicità sovru- divina. Senza queste drammatizzazioni il pellegrino non po- grado di fare nulla.. Gli occhi thvono abituarsi alla luce. i mana, rmntre viene a mancare la tMmOria nel tentativo di trebbe comprendere quel mondo delle ideepure nel quale i Sono convinto che molti non hanrw dato tempo a questo ·-. ricostnd.rt::Colui CMinJauJeseguire DanJein quata canJi- giunto. processo di adanamento, e perciò non hanno mai saputo t ca, CM i la sua più grande, tkve JJffiSGre e dire lo stesso. Su un livello di significato non i difficile comprentkre affrontare il paradiso di Dante. 1 Dan un'id,a co""10 anch, solo di una mwma parte di qu,:I qu,:stJJdoppia vita dei beali. Coloro che vivono ;n parad;,o Quando giunge nel de/o d,/u, Luna, la sua prima stazia- :; che offrono i canti del Paradiso va al di 14tklh mie forze. sono certamenteanime salve, '"" la lorofortuna sta ml fatto ne, il pellegrinoscorgeintorno a situi volti allostessomodo Che cos'i il paradiso in DanJe"I Sul piano ktkrale i il che hanno visto realizzate le loro possibilità. Cosi come po- in cui si intravvedono i propri lineamenti nel ~errodi una ~ ùu,go ove giungono k anime salv;, dopo una pu.rifica;ione rremmo considerarele pem tkll'inferno non come punizio- finestra o dentro acque limpide e tranquille, dove sotto l'imi più o tnfflO lunga in purgaJorio. Il pellegrinopassa aJtraver- ne mtl come condizione, allo stesso modo dobbiamo com- magine riflessasi scorge il fondo (Par. lii, vv. J0-12). Il j so k sfere ulesd a fiaN:,o di &atrice. Come mU'infemo e preNUre che i personaggi che incontriamo in paradiso non pellegrino credeche si tratti veramentedi immagini riflessee !_ nel purgatorio, OIICMqui regnaun ordw matematico esem- ricevono ricompensema vivono in uno stato di grazia. Sono sì volge nella speranza di vedere coloro che si rispecchiano, "'-------------------------------------------------------~
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