Supplemento letterario - Alfabeta n. 50/51 - lug.-ago. 1983

ella volontà di poesia Negli ultimi due anni del mio insegnamento d'estetica a Bologna ho tenuto un seminario di poetica. L'intento era, si, quello di affrontllre i problemi generali, ma di affronlllrli, appunto, nella prospettiva del fare, del concretofare della poesia, per sollecitare, se è lecito, qualche possibilità di inattese invenzioni. Per quel che mi riguarda, si trattavada un lato - si tratta, poiché il seminario continua, - di provare la validità di un metodo, dall'altrodi tentllreuna articolazione particolarissima di un agire che dura onnai da molti anni. Nella volontà di poesia, per i giovani si trattava di tentare una vasta ricognizione in un universo poetico molto complessoper trovare, nella situazione, una decisione risolutlle riccadelfare, un modo di uscire dalle prosodie fisse della situazione stessa. Parteciparono al seminario Rossana Ansani, Maurizio Brignone, Luca Cesari, Lidia Grillini, Loris Pellegrini. Nel verri n. 26, che uscirà verso dicembre, si pubblicheranno le prove dei cinque giovani. La consapevolezza della difficoltà, dei limiti, della forza ipotetica dell'impresa è chiara in tutti noi. Intanto, ecco Maurizio Brignone con una composizione chepare degna di essere considerata, al di fuori di ogni misura consueta, ripetuta, affaticata. Brignone afferma di ritenereche lapoesia nasce da una attesa lunga aiutata dalla maieutica di un metodo, che ciò comporta molte garanzie per un eserciziopenetrante, nutrito, capace di molti spessori, e sorprendente nella complessità dei suoi giochi interni, una poesia come luogo di proliferazione dei possibili, e dello sfrenarsi plurivoco del senso senza esclusione delle epifanie. Siamo forse a una poesia che si fa sapendo della propria molteplicità semantica, della propria complessitàstrutturale,dell'intrico di segreti e di relazioni che la attraversano? Una poesia che ha per sfondo una certapronuncia fenomenologica, l'orizzonte non obbligante della nuova fenomenologia critica?Si vedrà, e si dovrà vedere nelle minime giunture del comporre. Maurizio Brignone è nato il 25 agosto 1958 a Santo Stefano Quisquina (Agrigento). Luciano Anceschi MaurizioBrignone da «Fragmenlllvocis,. O margine oltre cui ottenebrati da scintille multiformi la fleur impassito della ragione melomane sfuma nel passaggio secreto nel mare riverbero ridente di porpora esplose palpito contrazione nell'affanno blu che stempera la salita oceano notte dai tentacoli finissimi migliaia hegeliani quasi pensieri o lacci ondosi di impenetrabili dunque. (Inerte il mondo delle immagini contempla l'immagine del mondo). S'apre lo spazio specchio melagrana lucida di flutti marini, primordiale l'auroralità Pindaro di tramonti impossibilità d'essere frammento. Unghie di ghepardo sul collo quella mediterranea brezza tepida (Tra le fiamme polveroso di scogli. dell'analogia, profumo delle macerie vocianti di preludi, seduti nell'angolo estremo dell' universo beckettiano senso d'insonne splendore dopo la tragedia attica). Altro notturno a stento disillune spuma che corrode enigmi a cerchi flessi in scure acque scisse, nel gorgo di Valéry ripercuote il nesso sottile di molecole. Sisifo a sciogliere i nodi immerso fino al dorso tra le canne sonanti nell'aria sfatta, destino minerale di Seferis degli arcipelaghi per lo scorrere luccicante di marmi crisma redisegnato nella velocità di sfere cristalline. «Attraverso quali incantesimi ti sei ripreso i tuoi profumi cavernosi e la tristezza dei tuoi spiriti?» In un lancio ognistante l'antro si perse l'anima CO entro un'ipotesi battito d'ali folto, pulsar del mattino, gocciolanti equinozi del sentire intenso. Lungamente, conversammo a lungo sparse incandescenze sull'altare ligneo del taciuto. "Vorrei cominciare con un ricordo ... » Valve di conchiglia schiuse all'intravista per la sintetica, giovani amanti della perfezione, pensando Sofocle sulla zattera di Géricault agitando l'urna di rugiada lieti nella lava ardente. L'incenso della memoria, bruciando bruciando, spande semi profumati. «Che fa il vento?» «Porta via i piccoli vivi leggeri, se c'è acqua, la scuote». Rosanna adorna di cimeli e cifre, intenta ad infrangere le sue icone, dixit: «Qui non c'è acqua, ma solo roccia». Tonante uno squarcio nel cielo di carta del Teatro, roteando lampi come dadi dorati, piovve, Apre il giorno le dita delle foglie rosate luci dal torbido lungamente piovve. didentro del mondo annuvolato, in immagini distorte si rasserena la buia domanda. (Librandosi alto ancora canta il tordo sulle rovine). Un gesto eterno a noi non è concesso posare in alcun luogo, nere densità che sfuggono all'incrociarsi dei fari, per anni nell'incerto giù. (Ogni biblioteca è un coro di maschere cieche che canta sulla scena vuota). Desolazione del mare, quel celeste cimitero d'alghe "Minuscola Sibilla in ampolla, e marinai senz'alberi. che desideri?» Jiirgen Habermas Dialettica della razionalizzazione a cura di EmilioAgazzi in appendice saggi di: A Wellmer, J. Cohen, A. Honneth, J.P. Arnason * Edizioni via R. Bonghi, 4 UNICOPU 20141Milano Mllno tel. 8466502

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