scacco va cercato in qualch~ con-. traddizione' fd~dahtenta1e interna·_il agli·stessi mezzi•e fini-marxisti'. .,,-. Le contraddizioni in Occidenle. - Nell'Occidente, per il quale vennero anzitutto delineati i mezzi e i fini marxisti, il metodo del materialismo storico non è stato in grado di condurre alla vittoria la lotta di classe, e neppure di farla progredire. La prima grande delusione è stata la prima guerra mondiale e il fallimento della rivoluzione prima in Germania e poi ovunque (tranne che in Russia). Poi arrivò il nazismo, che l'Internazionale comunista aveva erroneamente sottovalutato, la seconda guerra mondiale e, fin da allora, il fallimento dei partiti marxisti. Con l'avanzamento dello Stato assistenziale e della democrazia borghese, oggi entrambi nuovamente minacciati dalla crisi economica, per l'Occidente capitalista il sogno marxista si è ancor più allontanato, e i partiti marxisti - dai socialdemocratici agli eurocomunisti e a tutti gli altri - sono stati integrati nel sistema capitalistico e cooptati per collaborare a mantenerlo e a farlo progredire. La ragione di questo processo può essere rivelata dall'analisi materialista contemporanea: essenzialmente, il proletariato ha pochi motivi per svolgere il ruolo che originariamente gli era stato attribuito dal materialismo storico di Marx. Le contraddizioni nell'Est. - Nei cosiddetti Paesi -socialistidell'Est, per i quali Marx e i marxisti hanno malauguratamente preparato il metodo e l'analisi storico-materialisti, il marxismo è diventato la religione ufficiale, sostituendo provvisoriamente il cristianesimo - e spesso anche la scienza. In quei Paesi l'analisi del materialismo storico, soprattutto dello stesso socialismo, brilla per la sua assenza. Anche qui il materialismo storico potrebbe rivelare per quale motivo la formula leninista «socialismo= soviet+ energia elettrica», con in più l'analisi taylorista-fordista dei tempi e dei movimenti nei processi lavorativi, e in meno, infine, i Soviet, in altri termini come la continua mercificazione e alienazione del lavoro, l'integrazione (anch'essa leninista) nel mercato capitalista mondiale, per non parlare del centralismo democratico leninista (più centralista che democratico), nonostante l'ampia crescita e il livellamento degli ostacoli al progresso tecnologico, - come tutti questi fattori, dunque, abbiano allontanato le società socialistedagli obiettivi marxisti di transizione socialista al comunismo, posto che non le abbiano complessivamente condotte a una società non-socialista o (anche ciò si potrebbe sostenere) fatte retrocedere fino al capitalismo. Il «realismo socialista» ha abbandonato il «socialismo reale e realmente esistente». È inoltre significativoche i marxisti nel mondo socialista non considerino più l'attuale crisi del capitalismocome il veicolo che, con il motore della lotta di ~lasse, potrebbe condurre il mondo sulla strada che va dal capitalismo al socialismo. In primo luogo, come abbiamo osservato sopra, essi non hanno previsto la crisi - che danneggia i loro reali interessi - e sperano che questa si risolva al più presto per poter tornare agli affari consueti. Questi marxisti autorizzati, in gran parte sovietici, nutrono qualche speranza socialista solo per il Terzo Mondo; ma la loro cosiddetta analisi materialista storica e le loro direttive politiche sono state, a questo riguardo, ancor più sbagliate che altrove, dalla Cina al Vietnam, da Cuba al Cile, dall'India all'Egitto, dall'Etiopia alla Somalia, all'Angola, al Mozambico e alla maggior parte dei Paesi del Terzo Mondo, che non vale neppure la pena di nominare fintanto mpxisti è essenzialmente simile, che le mire del IOcialismo~- !IOROStl!J,lltaerCCF~ ~~ di rimarranno arioora CiOil- ttmòti,f :• -? Ìnoviménti rivokiÌi~ilìe- proLe contraddizioni nel Sud-Est. - Questi Paesi del Terzo Mondo, compresa la Cina (che ama esser considerata in tal modo) rivelano più chiaramente la contraddizione tra metodi e obiettivi marxisti. Innanzi tutto non si è mai pensato che la transizione al socialismoiniziasse fuori dall'Occidente, come già abbiamo osservato parlando di singoli Paesi e dell'Occidente. Forse questa sorpresa avrebbe dovuto, e potuto, essere ovviata per mezzo dell'analisi storico-materialista del processo di sviluppo capitalistico e della polarizzazione su scala mondiale considerati complessivamente; tale analisi avrebbe rivelato dove e quando si sarebbero manifestati gli anelli davvero deboli. Tuttavia, se un'analisi di questo tipo venne intrapresa da Mao dseDong per la Cina, da Ho Chi Min e Giap per il Vietnam, e da Fidel Castro per Cuba, lo fu in contrasto con l'analisi ortodossa e con le pressioni istituzionali di Mosca: altrimenti le loro rivoluzioni non si sarebbero verificate, perché secondo l'ortodossia marxista in questi Paesi lo sviluppo delle forze produttive e le loro contraddizioni con i rapporti di produzione non erano ancora maturi per la rivoluzione. Ma questi leaders rivoluzionari, e soprattutto la «politica al primo posto» di Mao, persuasero molti che lo stesso sviluppo della consapevolezza potesse contribuire a mutare le cause determinanti dell'esistenza sociale. Mao lavorò per la rivoluzione proletaria socialista in una società contadina, con un proletariato assai scarso al tempo della lunga marcia. A metà degli anni sessanta, quando questo processo vacillò e fu minacciato dalla reazione, Mao lanciò la «rivoluzione culturale», in un ultimo vano tentativo di salvare •e sviluppare ulteriormente le forze di produzione mutando i rapporti di produzione con un accrescimentodella consapevolezza. Ma la rivoluzione-culturale falll e la morte di Mao creò le condizioni per un «grande passo indietro» (Bettelheim), al 1957, per perseguire le «quattro rimodernizzazioni» di Chou en-Lai sotto la guida di Deng Xiao Ping. La politica di Mao è stata spogliata del posto di comando e il materialismo storico è sotto accusa- e non solo in Cina. In Vietnam e a Cuba, come in Cina, dopo tutti gli eroici risultati conseguiti contro l'imperialismo militare, politico e ideologico e contro l'opposizione economica, il socialismo «reale» ha di nuovo sostituito il «realismo socialista», a causa dell'incapacità di apportare modificazioni sufficientemente veloci e profonde nei rapporti di produzione e di scambio - compresi quelli con il mondo capitalista - e nello sviluppo delle forze produttive. La privatizzazione dell'amministrazione terriera e la commercializzazione della maggior parte della produzione e del mercato, gli investimenti esteri e la promozione dell'esportazione, l'educazione di élite e altre concessioni alla realtà materiale storica sono all'ordine del giorno in questi Paesi socialisti del Terzo Mondo, cosi come lo sono in quelli dell'Europa dell'Est. Sembra che Il il materialismo storico· realista abbia cessato di avanzare sullavia del socialismo per «consolidarsi», e che si sia dedicato, almeno finora, a consolidare il socialismo in vista di un progresso. È così che il materialismo storico socialista è diventato più conservatore che rivoluzionario. Le contraddizioni al Sud. - Negli altri Paesi del Terzo Mondo la contraddizione tra mezzi e scopi babilmente saranno presenti anche in futuro). Negli anni sessanta le «vie non-capitaliste» al socialismo in Indonesia, India, Egitto, Ghana, Guinea, Mali e probabilmente Algeria e Iraq, hanno ripiegato sul capitalismo, come ogni analisi materialista storica, onestamente realista, avrebbe potuto dimostrare e ha dimostrato. Dalla metà degli anni settanta gli avvenimenti in Angola, Mozambico, (ex) Guinea Capo Verde, Zimbabwe, Somalia,. Etiopia (nonostante la sua oppressione), Eritrea, Yemen del Sud, Siria, Afghanistan, Grenada, Nicaragua e poi in El Salvador e Guatemala (e altrove), hanno fomentato le ire di Washington e dei suoi amici e le speranze di Mosca e dei suoi compagni. Per il momento ci sono poche ragioni storico-,materialisteper sostenere ire o speranze e per ritenere che questi processi storici condurranno oltre quelli che negli anni sessanta hanno riportato i loro Paesi al capitalismo. In realtà, in alcuni casi i tentativi di slegarsi dal mondo capitalista e di modificare i rapporti produttivi interni, non sono giunti così lontano come avvenne in precedenza in altri casi, e/o sono già entrati in un meccanismo di riflusso. Per esempio l'Angola non si è mai slegata dal mondo capitalista, lo Zimbabwe non ha mai pensato di farlo, e il Mozambico sta già ricollegando e riprivatizzando la sua economia. In Nicaragua i sandinisti stanno subendo severe limitazioni economiche e stanno affrontando ostacoli politici derivanti dal problema del debito estero, dalla dipendenza di esportazione e struttura produttiva ereditate dall'amministrazione Somoza, e strumentalizzate dall'amministrazione Reagan per completare il suo programma militare e politico-economico di destabilizzazione del governo sandinista. Anche sperando che Reagan fallisca in questo piano, qualsiasi analisi materialista storica realista non offre un futuro molto luminoso. E nei limiti in cui lo offre, la maggior parte del merito va a due alleati che il materialismo storico non si aspettava e che, fino a poco tempo fa, non desiderava: il nazionalismo e la religione. Contraddizionidi materialismo, nazionalismoe religione Una contraddizione più importante e ancora più profonda tra (e nell'ambito di) fini e mezzi marxisti proviene dal ruolo inaspettatamente rilevante di nazionalismo e religione. Secondo l'analisi materialista storica classica, entrambe queste forme di coscienza sarebbero presto scomparse, specialmente come forze in grado di mobilitare le masse, sia nello sviluppo del capitalismo sia nei regimi socialisti. Non solo è successo il contrario - il nazionalismo e la religione sono sopravvissuti e la loro forza sta crescendo anche all'interno dei Paesi socialisti, - ma queste forme sono divenute alleate necessarie per mobilitare le coscienze e le masse, sono strumenti più importanti di quelli che parlano in nome di Marx e cercano di integrare il suo metodo materialista storico al fine di perseguire i suoi obiettivi cento anni dopo la sua morte. Che ironica contraddizione! Oggi nessun partito o movimento socialista che opera nel nome di Marx giunge al potere altrimenti che facendo affidamento sulla forza del nazionalismo, ancor più che su quella del marxismo. Quindi il marxismo, come metodo materialista s\orico, è stato rovesciato in una religione ufficiale di Stato, integrato con sacre scritture, dottrine, dogmi, inquisizioni, catechi81011otecag1 r ,ooianco smi, olJbedienze rituali al, metodo ~ (~'Piene negato in pra- • tica) :fa clasìÌe: il'nazionalismo, lo sciovinismoe il razzismosono stati invocatiper dare una presuntaassoluzione marxista a una peccaminosa violazione del vero vangelo, e per negare la legittimità della fede marxista degli altri, che vengono combattuti con il fuoco e lo zolfo infernale senza esclusione di sacre crociate e guerre sante contro di loro. D'altra parte, dove il potere in nome di Marx non è ancora stato _raggiuntoe consolidato, il metodo della ragione storico-materialista deve allearsi sempre più alla follia anti-metodica di cuore, anima e corpo religiosi. Perché, come ha spiegato un cristiano marxista sostenitore della teoria della liberazione, senza una testa materialista storica il corpo religioso è cieco, e senza un'anima religiosa la mente non ha una strada su cui condurre il corpo. In America latina, dove molti vorrebbero celebrare il centenario della morte di Marx con un decennio di lotte nel suo nome, che un tempo era considerato (da se stesso e da altri) l'Anticristo, oggi i soldati di Cristo sono in prima linea nella lotta rivoluzionaria e i generali dell'analisi materialista storica devono seguirli, perché questi sono i loro leaders! Gomito a gomito, stanno bussando alle porte del paradiso, ma non di quello secolare predetto da Marx e dal suo materialismo storico. Ciò nondimeno, mentre i cristiani possono invocare il furore di Dio e l'amore di suo figlio. o lo Spirito santo per santificare queste nozze con i marxisti, questi ultimi possono ancora avvalersi del metodo del materialismo storico per spiegare il rinnovato vigore della religione e il loro matrimonio di interesse con essa? In realtà il revival religioso, spesso frammisto a nazionalismo e razzismo (come tra i musulmani iraniani e arabi), sta ancora dilagando nel mondo, molto tempo dopo che un erroneo materialismo storico lo aveva decretato morto e sepolto. Tuttavia, nella grande area che va dal Nord e dall'Ovest dell'Africa, passando per il Medio Oriente e il Sud dell'Asia, fino al Sud-Est asiatico, questo revival e mobilitazione religiosa - dell'islamismo ma anche delle altre fedi - sta minacciando di crocifiggere il materialismo storico di Marx e di seppellire qualsiasi progetto futuro di socialismo in suo nome, lasciandone solo un'immagine. Tutto ciò anche se là il materialismo storico può ancora essere usato da coloro che vogliono onestamente capire come e perché la prima analisi materialista storica, per non menzionare il vangelo marxista, ci ha condotti così fuori strada rispetto alle reali cause materiali determinanti della coscienza. Oggi il materialismo storico marxista non deve essere usato per negare la persistenza di questa coscienza o per dirigerla alla realiz.: zazione degli obiettivi di Marx, ma per facilitare adattamenti migliori a questa realtà storico-materiale e per dirigere l'uomo nella costruzione della sua storia, nell'ambito delle limitazioni delle mutevoli realtà e consapevolezze storicomateriali. (Traduzione dall'inglese di Morena Danieli) Questo contribuJo di André Gunder Frank è il testo, rivisto dall'autore, di una relazione letta al Convegno su «Karl Marx e i paesi del Terzo Monda» tenutosi a Treviri dal 14 al 16 marzo '83, in occasione del centenario della morte di Marx, su iniziativa dellafondazione Ebert. HENRTCOUIN L'IMMAGINI DEL1IMPIO n granck iranista nancae ncomuistt magistralm=e la pr=za ddl'i-, lrmp/i ndla cultura ebraica. crisòana r islamica, dalla Ka'ba al astdlo dd Graal Introduzione alle culture antiche voi. 1 OUUl'À sc:amuu SPETTACOLO a cur11d1i Mario Vegelll Una granck oprra collettiva, cl,., offre una sintrsi dd rinnovamrnto che: ha invrstiro gli studi classici. In qursto volumr: il porta. il 1.-ner.uo, il musico. l"anore. il matstro. il rabbino. il pubblico in Grecia r a Roma. Saggi di Cavallo, Dr langl,. Frddi, Grntili. Lanza, u PrMa. Longo, Manacorda. PAULA PHIUPPSON ORIGINIEFORME DELMITOGUCO Ritorna ndl""Univrrsalr scimtifica"" un volume, chr si colloca nd grande fdonr drgli studi sul mito aprno da Uvy-Bruhl e Krrényi. Jung e Dumail. lnrroduzionr di Dario Sabbarucci. CAllL G. JUNG LA SAGGEZZAORIENTALE u tradizione buddhistica. i resti confuciani. le pratiche yoga e zen: i dati religiosi come, espressione simbolica della personalità umana. A cura di Luigi Aurigcmma. "Universale scientifica'" MARIE-LOUISVEON FRANZ ILFIMMINILENELLAFIABA 11ne in chiave junghiana. le fiabe offrono una parabola sorprendrrue della psicologia femminile: il mondo fantastico comr bussola nei comuni ca.si ddla vita. ALFONSOM. DI NOLA L'ARCODI ROVO Due rituali che esorcizzano l'aggressività e l"impocenza nd mondo arcaico dei contadini dd Sud; due mo~nti ritrovatiddle cultu~ popolari. JOHNBOWUT ATIACCAMENTOEPERDITA voi. 3 La perdita della madre Il volume che conclude la ricerca di Bowlby sul legame affmivo tra madre e bambino e i disturbi causati dalla perdita della figura materna. LORDICAHN L'ECONOMIADELBREVE PERIODO Prima edizionr mondiale. Serina nd 1929 ndl"ambierue intellmuale di Keyncs e Sraffa. quest"opera resta di vitale interesse per chiunque si occupi ddl"adeguatezza deUa teoria economica di fronte alla crisi attuale. A cura di Marco Dardi. JOSEPHSOIUMPETER STATO E INFLAZIONE Nd centenario ddla nascita, un volume, che raccoglie quattro sagw inediti in Italia, tuni di panicolare attualità. A cura di Nicolò De Vecchi. BIRNAllD D'ESPAGNAT ALLARICEllCADELREALE In quak misura gli apponi ddla f151ca consrntono di affermare I" esistenza di una realtà oggmiva. accessibilealla ricerca.U' n ìmponame comributoalla fdosolia ddla scienu. BORINGHIERI
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