Alfabeta - anno V - n. 50/51 - lug.-ago. 1983

sistema monetario internazionale e a prendere in considerazione il ruolo che, a tempo debito, potrebbe essere svolto da una conferenza monetaria internazionale ad alto livello,._ Un commento a queste proposizioni può essere trovato in un prestigioso giornale, certo non sospetto di acrimonie nei confronti di Mitterrand, come Le Monde. Nell'editoriale del 1° giugno si legge: «Se bisogna felicitarsi di vedere le principali potenze del mondo industrializzato avvicinare i rispettivi punti di vista sui gravi problemi che li riguardano, non si può evitare di essere colpiti dall'ambiguità che pesa su certi impegni presi o rinnovati a Williamsburg: ciò vale particolarmente per quanto riguarda la stabilizzazione dei cambi, per la leggerezza almeno apparente delle analisi su cui gli Stati uniti, governati da un'amministrazione molto conservatrice, e la Francia, diretta da un presidente portato al potere dall'unione della sinistra, fanno riposare le proprie affermazioni e le proposizioni che più stanno loro a cuore» (Une certaine légerété). Su Le Monde dello stesso giorno, Paul Fabra scrive a proposito del sopracitato punto 5: «Ciò equivale, nel linguaggio diplomatico in uso nella nostra epoca, a menare il can per l'aia senza confessarlo,. (Compromis au sommet de Williamsburg). Sull'altra sponda dell'Atlantico, il quotidiano economico The Wall Street Journal ha brillato soprattutto per la sua «distrazione,. nel commentare l'esito del vertice di Williamsburg. Si segnala solo, il 3 giugno, un editoriale intitolato Politics md Trade, interamente dedicato alle limitazioni da porre in atto nel commercio Est-Ovest e, particolarmente, a smentire l'impressione che i toni più morbidi esibiti in proposito da Reagan a Williamsburg potessero indicare, da parte americana, una disponibilità ad ammorbidire la propria posizione e ad accogliere il punto di vista europeo. eia aveva esitato molto a sottoscriverla). Dopo quanto visto finora, non riesce difficile comprendere l'editoriale del settimanale italiano specializzato Relazioni Internazionali, là dove si legge: «Non è quasi mai facile capire, all'indomani di un 'vertice' internazionale, chi è uscito vincitore. Bisognerà che i fumi e la polvere delle decine di auto ufficiali si disperdano del tutto nell'aria di Williamsburg ... prima di rendersi conto se è stato davvero Ronald Reagan ad avere la meglio nelle quasi ventiquattr'ore di dibattito sulla questione degli armamenti ... È invece apparso subito chiaro che ad uscire sconfitto dall'incontro di Williamsburg è stato il presidente francese Mitterrand» (11 fantasma del generale, 4--11giugno). E si può comprendere anche perché, dopo Williamsburg e dopo il trionfo elettorale della signora Thatcher, The Economist abbia intitolato il suo editoriale di apertura del 18 giugno «Le nubi lasciano l'alleanza occidentale». Dopo aver richiamato le recenti vittorie elettorali della destra in Germania federale e in Gran Bretagna, le recenti sconfitte delle sinistre in Austria e nelle elezioni locali francesi e la possibile riconferma di Reagan nel 1984, c'è anche un piccolo riferimento al nostro Paese: «Le elezioni di questo mese in Italia probabilmente daranno alla torre di Pisa politica un tocco di più all'inclinazione verso destra (a touch more of a tilt to the right)». Mentre scriviamo questa nota siamo alla vigilia del voto in Italia centrale dei vertici è stato quello di concertare una comune via di uscita dalla crisi economica. Tuttavia, ogni incontro è stato investito, di volta in volta, da problemi di altra natura. Rambouillet, 15--17novembre 1975 A lungo sollecitato dal presidente francese Valéry Giscard d'Estaing, il primo vertice si tiene infine nel castello di Rambouillet, presso Parigi. Viene affermato un impegno comune per la ripresa produttiva, per la lotta alla disoccupazione, per l'espansione degli scambi commerciali. Partecipano: Giscard d'Estaing (Francia), Helmut Schmidt (Rft), Harold Wilson (GB), Gerald Ford (Usa), Takeo Miki (Giappone), Aldo Moro (Italia). Puerto Rico, 26-28giugno 1976 I sei diventano sette con l'ingresso nel «Club» del Canada. Al centro delle discussioni disoccupazione e inflazione, ma l'impegno comune questa volta sembra porre l'accento sulla lotta all'inflazione. Ma nel successivo settembre, nella riunione degli esperti economici dei Sette, verrà proposta una politica più espansiva, a favore dei Paesi economicamente più deboli: Gran Bretagna, Francia e, soprattutto, Italia, le cui condizioni destano preoccupazione. Partecipanogli stessi leaderspresenti a Rambouillet, con l'aggiunta del canadese Trudeau. Londra, 7-8 maggio 1977 Dopo molte polemiche, viene ammesso anche Roy Jenkins, preSi sa quanto sia rischioso trarre giudizi su questo genere di vertici basandosi sulle dichiarazioni pubbliche e sui documenti ufficiali. Tuttavia la maggior parte degli osservatori concorda nel ritenere che il risultato più succoso di Williamsburg non debba essere ricercato sul versante dell'economia, come era nelle attese, ma sul versante politico-strategico. Qui il punto di riferimento è la dichiarazione congiunta del 29 maggio, che proclama «la volontà di mantenere una forza militare sufficiente a prevenire qualunque attacco, assicurando che il negoziato determinerà il livello in cui si situeranno le installazioni dei missili americani previste dalla Nato, ma anche che l'installazione inizierà alla fine dell'anno, in mancanza di un accordo a Ginevra». Bruno Di Bernardo, Polyphonix 5 Italia, 1983 "' :: -~ <:). zj °' ..... ~ ~ La sintesi è tratta da Le Monde del 31 maggio, il quale, sotto il titolo «La dichiarazione di Williamsburg sulla sicurezza suscita serie riserve da parte di Mitterrand,., aggiunge che «questa dichiarazione è stata oggetto di lunghe trattative fra i partecipanti, a causa so-- p1attutto delle forti riserve avanzate da parte francese». Nel suo commento, Le Monde sottolinea che, oltre allo specifico contenuto riguardante l'installazione degli euromissili, la dichiarazione sembra marcare un passo avanti verso l'estensione di fatto dell'Alleanza atlantica al Giappone. Il giornale conclude chiedendosi se tale e non sappiamo se, in questa circostanza, anche il nostro Paese darà il suo contributo al «vento di destra» che, anche a Williamsburg, ha spazzato le nubi dal cielo politico dell'alleanza occidentale. Rimane in ogni caso il dubbio che a Williarnsburg sia stato fatto ben poco per spazzare le nubi economiche e fmanziarie che stazionano tuttora nel cielo occidentale, non meno che all'orizzonte del mondo. Del resto, Williamsburg sembra inserirsi bene nel percorso dei precedenti vertici, che, svuotandosi di contenuti economici, si riempirono vieppiù di contenuti politicostrategici. I Breve storia di nove vertici Sono trascorsi otto anni dal primo verticeeconomico dei Paesi occidentali, a Rambouillet. Allora, i Paesi partecipanti dovevano essere solo cinque: Francia, Germaniafederale, Giappone, Gran Bretagna e Stati uniti. Ma l'invito fu esteso in extremis ali'Italia. Quello di Williamsburg è il nono verticedella serie. Nella scheda seguente sono sintetizzati i tratti essenziali di ciascu- ~ ~ >o estensione non sia, per altro, già na riunione. ~ -.. «inscritta nei fatti», a dispetto del- li vertice di Rambouillet fu con6 le rimostranze del ministro degli vocato in seguito alla grave reces- .,., Esteri francese Cheysson (lo stes- sione economica che aveva colpito :i so Cheysson ha tenuto a sottoli- l'Occidente, dopo la inconvertibili- ~ neare davanti alla stampa che la tà del dollaro dichiarata da Nixon ~ dichiarazione era insolita in un il 15 agosto 1971 e dopo la «crisi B16liofecaginor6-ianccr del 1973 • Lo scopo sidente della Commissione esecutiva della Cee. Verrà definito il «vertice di Carter». Si discute di disoccupazione, di problemi energeticie di crescitaeconomica, ma gli impegni scritti nel documento finale rimarranno in gran parte sulla carta. Partecipano, oltre a Jenkins, Jimmy Carter (Usa), Takeo Fukuda (Giappone), Giulio Andreotti (Italia), James Callaghan (Gran Bretagna). Sono presenti per la terza volta Schmidt e Giscard d'Estaing; per il Canada ancora Trudeau. Bonn, 16--17luglio 1978 Dominano i problemi energetici: Germania e Giappone accusanogli Stati uniti di esportare inflazione attraverso una massicciadiffusione di dollari in cambio del petrolio importato. Cartersi impegna apresentare al Congresso un piano per ridurre del 20 per cento i consumi energetici Usa. Viene formulato anche un impegno comune per stabilizzare i cambi monetari, ma entro l'anno si registreranno forti oscillazioni fra le principali valute. Viene presentato il progetto dello Sme (Sistema monetario europeo), verso il quale gli Stati uniti manifestano una cercaopposizione. Partecipano gli stessi protagonisti del vertice di Londra. Tokyo, 22-23 giugno 1979 li verticeè in gran parte dedicato al rincaro del prezzo del petrolio e alla promozione di fonti energetiche alternative. 1 Sette si impegnano a rispettare i contingenti di importazione del petrolio fissati dall'Aie (Agenzia internazionale per l'energia). È il vertice detto del- /' «interdipendenza». Partecipano per la prima volta Margaret Thatcher (GB), Masayoshi Ohira (Giappone), Joseph Clark (Canada); gli altri partecipanti sono gli stessi dei vertici di Bonn e di Londra. Venezia, 22-23giugno 1980 Gli squilibri finanziari internazionali determinati dal riciclaggio dei petrodollari e dal crescente indebitamento del Terzo Mondo dominano l'agenda economica. Ma l'agendapolitica fa valerele sue urgenze: intervento sovietico in Afghanistan, situazione iraniana, euromissili e, più in generale, l'inasprirsi della tensione nei rapporti Est-Ovest. Dal vertice esce un comunicato che invita l'Urssa ritirare leproprie truppe dall'Afghanistan. Fra i partecipanti torna il canadese Trudeau, mentre per l'Italia è presente FrancescoCossiga. La delegazione giapponese è guidata dal ministro degli Esteri Saburo Okita, essendo Ohira deceduto durante la campagna elettorale. Ottawa, 19-21luglio 1981 I risultati sono considerati deludenti sui principali problemi economici all'ordine del giorno: aumento dei tassi di interesse americani, crescente rivalutazione del dollaro rispetto alle altre monete. Le convergenze si registrano soprattutto sui temi politici: Medio Oriente e Afghanistan, in primo luogo. Si manifestano però contrasti fra Stati uniti e Germania federaleper quanto riguardagli scambi commerciali con i Paesi del blocco sovietico. Fra i partecipanti si registra un notevole ricambio rispeltoai vertici precedenti: c'è il nuovo presidente americano Ronald Reagan, c'è il nuovo presidente francese François Mitterrand (si spezza così l'asse Schmidt-Giscard che aveva caratterizzato la partecipazione europea in tutti i verticiprecedenti), c'è per l'Italia il primo presidente del Consiglio laico, Giovanni Spadolini; per il Giappone è presente Zenko Suzuki. Versailles, 4--6giugno 1982 La situazione monetaria e finanziaria internazionale si è ulteriormente aggravata. L'Europa esercita pressioni sugli Stati uniti perché vengano ridotte le «erratiche fluttuazioni» del dollaro verso le altre monete. Francia e Germania polemizzano con l'amministrazione Reagan per l'aumento delle esportazioni Usa verso i Paesi dell'Est, a dispetto delle pressioni in senso contrario che gli Stati uniti avevano esercitatosui loro alleatieuropei. li comunicato finale non indica alcuna soluzione alle questioni economiche sul tappeto, si limita a condannare le tendenze protezionistiche emergenti e a rinviare ogni decisione ad altre sedi (Fondo monetario internazionale, sopra/tutto). I protagonisti sono gli stessi di Ottawa. Williamsburg, 28-30maggio 1983 Esce di scena l'ultimo grande protagonista dei vertici degli anni settanta, Helmut Schmidt. Si parla di successo della diplomazia reaganiana, particolarmente per quanto riguarda l'accordo sugli euromissili e gli aspetti strategiciin genere. Cadono nel nulla i desiderifrancesi di preparare una «nuova Bretton Woods», destinataafrenare l'instabilità dei cambi monetari. Fonte: Relazioni Internazionali n. 23, 11-18 giugno 1983, «Da Rambouillet a Wil/iamsb.urg», a cura di Alberto Negri. ------------ Cui d .1 l:ditori ARCHIVIO DEL ROMANZO Darùtl O. Foc LE AVVENTURE DEL COLONNELLO JACK ,,. no Un 12.000 Charla Dicl«ns IL MISTERO DI EDWIN DROOD pp. JU Lin U.000 Silvio Pellico BREVE SOGGIORNO IN MILANO DI BA ITISTINO BAROMETRO pp. IO Lin UOO Francesco De Sanctis LA GIOVINEZZA pp. ll1 Lin 1.000 Luigi Ciampolini VIAGGIO DI TRE GIORNI pp. 11" Litt ,.000 POESIA CONTEMPORANEA Mario Lunetu FLEAMARKET PP· 40 LiK 4.000 Giorgio Barberi Squarotti DA GERICO pp. S4 Lift 4.000 Sebastiano Vassalli OMBRE E DESTINI pp. 60 Litt 4.000 ESPERIENZE Gabriele Dc Rosa VESCOVI POPOLO E MAGIA NEL SUD pp. 521 Litt 11.000 A. Gargani, G. Con«, R. Egidi WITTGENSTEIN Momenti di una critica del sapere pp. IZO Lin: 10.000 Ruggero Morresi INTRODUZIONE A HAMELIN pp. Il Lin 9.000 Bruno Accarino LA DEMOCRAZIA INSICURA Etica e politica in Gcorg Simmel pp. 100 Lirr U.000 Giuseppe A. Roggcronc L'ENCYCLOPEDIE E LA SATIRA pp. 14-4 Lire 11.500 Massimo Barale IMMAGINI DELLA RAGIONE all'alba d1:Ìf°:cfc~:~ 0 modcrna pp. 104 litt 10.000 RIVISTE IL CENTAURO N° 7 La cognizione del dolore Oitttt0tt Biaaio Oc Giovanni pp. 1,0 Lirir 1.000 ..\ ~apoli. all"incrocio tr.1 I.i tradi1ionc ,cicntific.1 e IJ f.lnta,ia. una casa t.·ditriu: un po· ,·ecchia e un po' nuo,a. Testi già classici e altri che for,e lo saranno tro,ano nelle sue stanze lo spazio per discutere con i sogni del romanzo e della poesia, o per rincorrere le immagini dell'utopia. È una casa che non è difficile da abitare, basta aprire la porta del suo catalogo. Guida editori 101J5 Napoli. v,a Vcnug1~ri I.)• Tcl. (011) .HIIO

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