Alfabeta - anno V - n. 50/51 - lug.-ago. 1983

Città, storia, società a cura di Philip Abrams e Edward A. Wrigley Un organismo parassitario, una metastasi sociale-o un polo di sviluppo economico e civile? Ciò che la città ha rappresentato per l'Occidente, dall'antichità al nostro secolo Michael W. Flinn Il sistema demografico europeo (1500-1820) Un'immagine inedita, a volte feroce; a volte curiosa, dell'ininterrotto processo di mutamento e di riproduzione della popolazione d'Europa AlanSked Radetzky e le armate Imperlali L'Imperod'Austriae l'esercito asburgiconellarivoluzionedel 1848 Il gran maresciallo, un «reazionario», intuisce le ragioni dell'esplosione che incendia l'Europa: attaccando l'aristocrazia liberale italiana, inventa un modello controrivoluzionario. Ha dietro di sé un grande esercito. L'impero asburgico supefa indenne l'anno delle rivoluzioni La~ediz~ga IOlli - Anna Banti Il coraggio delle donne racconti, pagine 164, lire 12.000 L'intuizione che percorre i racconti qui riuniti è che la femminilità è un patrimonio niente affatto muto ma genera di continuo violenze segrete, accese energie, improwisi moti di rivolta. La riscoperta di una scrittura emozionante, in cui riconoscere le radici della coscienza di oggi. Per ricevere direttamente libri e cataloghi scrivere a La Tartaruga edizioni Via Turati 38 20121 MILANO che male c'è? Meno banale il processo inverso. La signora bresciana, con quel lapsus a metafora, potrebbe anche segnalarci che lei legge un romanzo come se vedesse un film, o uno sceneggiato. Altrimenti detto, quella attività di ri-creazione mentale che la lettura di un testo letterario induce, per cui io vedo in una notte di luna Iosef K., con la testa appoggiata malamente su un masso vicino alla parete della piccola cava, che vede i due carnefici gingillarsi col coltellaccio con cui dovranno scannarlo e poi vede dalla finestra dell'unica casa dei dintorni un uomo che tende le mani, ma poi io vedo i due carnefici che lo scannano davvero e sento Iosef K. che dice: «Come un cane!» - questa ri-creazione mentale, dicevo, forse ormai più di quanto io non pensi, a mano a mano che la lettura procede, si organizza per inquadrature, sequenze, piani-sequenza, soggettive, colonna sonora, ecc. E questo, probabilmente, più ancora nella testa della signora bresciana che in quella di chi, CO· me me, è almeno per professione più succube del testo letterario. Il problema che si porrebbe, insomma, sarebbe quello di una semiotica della recezione del testo letterario, nell'ipotesi che essa sia ormai profondamente investita da modelli cinematografici e televisivi che ne scandiscono i tempi, che ne filtrano immagini e suoni. P iù facilmente, senza ricorrere ad aneddoti e lapsus, si potrebbe invece parlare di letteratura incinemata per quanto riguarda la produzione del testo - e si pensi al caso più mirabile ed esplicito, quello dei romanzi di Manuel Puig. È senza dubbio importante che in quei testi il cinema classico americano sia assunto dalla borghesia argentina come paradigma dell'esistenza, come conato illusorio e. letale di costruirsi identità, ma ancora più importante è che le stesse tecniche narrative alludano con tenacia, pari alla sprezzatura, a procedure cinematografiche. Certo, si dirà, ma Puig viene dal Centro sperimentale di cinematografia, è stato sceneggiatore: e Garcia Marquez da dove viene? E la lunga sequenza notturna che apre La ciudad y los perros di Vargas Llosa, che pure non mi risulta abbia bazzicato professionalmente col cinema? Alla lunga potrebbe saltar fuori che certa letteratura latino-americana è la più incinemata di tutte. Ma è anche la vitalissima, rispetto - ad esempio - allo sfiatato e atrabiliare Esercizio Letterario Europeo; e piace a tutti perché cattura, come il cinema, con le storie (e con la Storia), senza ovviamente essere retrò, e piace ai delibatori più emaciati e schifiltosi appunto per quelle procedure, che a loro paiono misteriose e invece con un po' di elasticità mentale ... M a torniamo al cinema e agli «Incontri», che sono incontri davvero e non fiere e bordelli come altri festival cinematografici: un gruppo di giovani cinefili e studiosi che organizzano una settimana di cinema e paracinema (scopo: l'esercizio felice dell'intelligenza) per gente come loro, magari non studiosa, ma egualmente giovane e cinefila, accorsa in massa nella quiete della città termale. E Il si disegnava una parabola ideale da Cukor - cioè il cinema in tutta la sua rotonda, matura pienezza, - a Godard regista e martire (titolo del film Passion), cioè il cinema che con lucidità, generosità e forse un po' di delirio si interroga su se stesso. Attorno bei film - qualcuno già passato in silenzio per qualche iperfestival - che quei Bibliotecaginobianco giovani potevano comunque vedere solo Il. E anche qui l'aneddotica spicciola può dirci qualcosa. La chiacchiera impegnatissima, tra una proiezione e l'altra, di quei giovani - giovani appassionati certo, ma non professionisti, - dava un certo Paolo Bessegato, Polyphoni.x 5 Italia, 1983 senso di vertigine per la competenza catalogatoria. In altre parole il film, a caldo, rimandava ad altri film dello stesso genere, della stessa cultura, dello stesso autore e, infine, al Cinema stesso: sequenza per sequenza, inquadratura per inquadratura, se possibile: fonti probabili, citazioni consapevoli, intertesto, come si dice oggi. Solo a questo punto, letto il film come l'organizzarsi di opzioni o di rifiuti entro un sistema già dato, scattavano, a freddo, la comprenM ichèle M étail, Polyphoni.x 5 Italia, /983 sione e il giudizio. Il che vuol dire che presso il pubblico più avvertito, che è più vasto di quanto non si pensi, nonostante il protervo impegno a diseducare della critica tradizionale, il cinema dice, in primo luogo, se stesso (ma, ovviamente, non solo se stesso!), proprio come la letteratura. Rieccoci al problema: per anni da noi gli addetti ai lavori, a proposito dei rapporti tra cinema e letteratura, hanno discusso di specifici, di matrimoni impossibili, di Valeria Magli in « Papier» azioni per cana e poesia, Teatro di Porta Romana, /980 asimmetria istituzionale (a sfavore del primo, ahinoi), di sesso degli angeli, insomma... E intanto, piano piano, il pubblico attento, semplicemente andandoci, si abituava a<! attribuire ;il cinema lo stesso statuto della letteratura, cioè quello di un potente sistema di automodellizzazione e di modellizzazione del reale, ben oltre le continue, empiriche interferenze tra film e testi letterari. E, ciò che è anche più importante, una griglia interpretativa come quella fornita dalla narratologia, o tutta la più recente ricerca sulla costituzione e sulla dinamica dei generi, ad esempio, si rivelavano eccellenti strumenti di euresi sia sul versante letterario, da dove avevano preso le mosse, che su quello cinematografico; quanto a dire che i sogni generosi di una semiotica generale non erano poi così fallaci e fatali, se ormai si può inciampare negli atteggiamenti che dicevo anche presso un pubblico non specializzato. Non è detto poi che il cinema, o meglio lo statuto semiotico del cinema, abbia solo «avuto» da quello della letteratura; chi scrive è anzi convinto che proprio la messa a punto sui generi letterari, strettamente connessa alla rivalutazione di qualche quintale di ottima letteratura per rispetto a librattoli di appena impreziosita inanità, abbia trovato più di uno stimolo, fors'anche inconsapevole, nel contemporaneo trionfo dei grandi generi cinematografici. 11 paradosso è che uno sia qui ad appuntare queste cose e a dire che il cinema condivide ormai la posizione gerarchica della letteratura, quando non la supera, proprio mentre alcuni parlano di morte del cinema, ecc. ecc. - a parte che non sarebbe poi così paradossale, posto che normalmente si fa di tutto per salvare il moribondo, a questa storia non ci credo tanto; credo piuttosto a una fase, complessa, di crescita. A Salso, dicevo, c'era cinema e paracinema, brutta parola con cui si potrebbero indicare vari generi televisivi e anche la video-music: brevi sequele di immagini che accompagnano canzoni. Come si sa, la video-music è campo di sperimentazione di tecniche elettroniche con cui si ottengono effetti sorprendenti e risultati eccellenti (ma quante citazioni e quanti omaggi commossi al cinema claMico e ai suoi simboli in queste rapsodie visive!). Dunque, c'è ora qualcosa che, letteralmente, sfonda la vecchia superficie del cinema, che la ridefinisce, alterandone e dilatandone il consueto campo visivo: con questo sfondamento bisogna fare i conti. Gli americani ricchi già cavalcano la tigre, a suon di milioni di dollari. E gli altri? L'impressione, a Salso, era che i prodotti migliori risultavano tali anche per la loro capacità di nascondersi in quanto cinema. Sparito ogni lenocinio formale, ogni tensione stilistica che appena lasciasse trapelare lo specifico del mezzo, le procedure da esibirsi con orgoglio fino all'altrieri e oggi in via di obsolescenza, si va al sodo, magari al duro, direttamente al discorso. Tipici in questo senso, e solo in questo, il Rohrner di Pauline à la plage (buoni attori, splendidi dialoghi, un po' al mare, un po' in appartamento, e un grande operatore, Almendros, che qui sa non apparire tale) e lo Yamamoto di Carnevale della notte (la degradazione notturna di Tokyo, i suoi personaggi, i suoi riti che quasi dettano e impongono al cinema le loro leggi di scazzo, di morte e di pietà). All'estremo opposto Godard che inquisisce, dolcemente, se stesso e gli altri, che filma il film e la sua attrezzeria quasi fosse il sacro che non riusciamo più a capire, ma che comunque ci deve ancora parlare. Cosl, tra occultamenti dietro al prodotto e autodafè, il cinema sembra ritirarsi ai bordi sicuri, in attesa di nuove avventure. il melangolo OPUSCULA Roman Jakobson Holderlin. L'arte della parola pp. 104 l. 5.000 Wilhelm Weischcdel Il problema di Dio nel pensiero scettico pp. XXV-47 l. 3.500 Giacomo Leopardi Diario del primo amore pp. 88 l. 5.000 Aristotele La "melanconia" dell'uomo di genio pp. 56 l. 6.000 Martin Heideggcr Che cos'è la filosofia? pp. 56 l. 5.000 Hans Gcorg Gad:uncr La ragione nell'età della scienza pp. 120 l. 9.500 Martin Heideggcr L'abbandono pp. 96 l. 10.000 ITINERA Jean Starobinski Le parole sotto le parole. Gliamgrammidi Ferdinand dc Sall55Utt pp. 168 l. 12.000 Emmanuel .Levinas Quattro letture talmudiche pp. 160 l. 14.000 Walter Friedrich Otto Theophania I.o spirito ddb ttligione greca antica pp. 136 l. 14.000 I UBRI CON LE FIGURE Heinrich von Klei.st Il teatro delle marionette Illustruioni di Enrico Tronconi pp. 40 l. 5.000 M.me Le Prince de Beaumont La bella e la bestia Illusuuioni di MilvioCttestto pp. 60 l. 5.000 Carlo Dossi Incendio di legna vecchia Illustruioni di GiuseppeGallizioli pp. 48 l. 5.000 E.T.A. Hoffmann Vffllpirismo Dlustr22ionidi Luca Crippa pp. 60 l. 5.000 Niccolò Machiavelli Belfagor arcidiavolo Illustruioni di EmanueleL=i pp. 52 l. 5.000 Franz Kafka Nella colonia penale Illusuuioni di Luigi Serafini pp. 60 l. 7.000 TESTI REUG/0S/ Cantico dei cantici testo ebraico • front< traduzione e comm<ntodi Enrica Salvan,schi pp, 146 l. 15.000 ... genDfla, via di porta soprana 3-1 tel {010) 203/Dl il melangolo

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