ne di Volos; il rapporto con la pelliccia (ilpelo) dell'avversario del Dio della tempesta ha origini proto-indoeuropee e spiega L'etimologiapopolare del nome del Dio del bestiame. Ciò spiega anche, a quanto sembra, l'immagine teriomorfica di Volos. Contemporaneamente, Volos appare collegato con lafilatura, la tessitura, ecc.: in generale, il filo è il corrispondente più prossimo del pelo, e alla produzione di filo e tessuto viene annesso un particolare significato, dipendente in ultima analisi dall'ambito di idee derivante dal culto di Volos. Questa visione dell'orso corrisponde alla concezione di Nicola come santo che assicura la ricchezza, lafertilità, /'abbondanza. La correlazione di Nicola col pelo si esprime anche nelle speciali prescrizioni relative alla tosatura delle pecore: così in alcune località della Belorussia si comincia a tosare le pecore dallafesta primaverile di Nicola (8 maggio); lo stesso avviene in Ucraina e in Bessarabia, mentre in altre località è proibito tosare le pecore dopo questo giorno: è del tutto evidente che simili precetti, in contraddizione reciproca, non dipendono da un motivo razionale, bensì da uno mitologico. A questo proposito è necessario rilevare la correlazione fra orso e piselli, probabilmente di origine pmtos/ava; in particolare, «L'orso di piselli» (specie di spaventapasseri) dell'area slavo-occidentale, rappresentato da un uomo vestito di bucce di piselli o di una pelle, favorisce la fertilità e preannuncia un felice matrimonio; com'è noto, i piselli sono in genere simbolo di fertilità e possono anche associarsi con l'oro, la ricchezza, la moltiplicazione, ecc. È significativo che anche Nicola viene chiaramente associato col pisello, come si vede in una serie di credenze e prescrizioni agricole, collegate sia con lafesta invernale, sia con quella primaverile di Nicola. Ecco l'immagine di Nicola che semina piselli in una canzone pasquale: «San Nicola, uomo vecchio, I semini piselli, cammini per il campo, I cammini per il campo. guardi le messi». L'usanza di seminare piselli vicino al giorno di san Nicola va messa in rapporto col divieto, diffuso nell'area granderussa, di mangiare piselli freschi fino al giorno di sant"Elia. Particolarmente significativi sono i canti rituali della mietitura in cui l'orso e Nicola figurano i11 contesti del /Lifto simili: una giovane madre sta mietendo, viene da lei un orso o Nicola e vuole portarle via il bambino; ma la mietitrice riscalla il bambino, sacrificando una mucca. Infine l'orso, come Volos, rivela un particolare rapporto con la malattia e la guarigione, con la nascita e la morte. Significativo il fatto che i lituani, per facilitare al morto /"ingresso in paradiso, ponessero su una barca e bruciassero col defunto degli artigli d'orso, grazie ai quali il morto poteva arrampicarsi su per una montagna dalle pareti lisce; si confronti L'analogafunzione delle unghie nei riti funebri russi. Si spiegano così i rinvenimenti archeologici di zampe d'orso (o a volte di loro copie in argilla) e di artigli in sepolcri antichi, come le vecchie tombe slave a kurgan. Gli artigli d'orso e le unghie come attributo di Volos possono essere probabilmente equiparati all'icona di Nicola che veniva posta nella tomba cot defunto. Il nesso fra l'orso e il rito nuziale, che si manifesta nettamente negli esempi sopra riportati, corrisponde alla visione di Nicola come protettore delle nascite e delle nozze. Vediamo così che tutti i tratti dell'orso che abbiamo elencato trovano una corrispondenza nell'immagine russa di san Nicola. Il culto dell'orso nell'antica Russia è dunque strettamente correlato con quello di san Nicola. I viaggiatori inglesi T. Sowham e J. Spark, nella loro descrizione della Russia del XVI secolo, citano un monastero dal significativo nome di «St. Nicholas Medved» (San Nicola orso), che si trovava nella regione di Novgorod. Non sappiamo con precisione di quale monastero si tratti, ma alla luce di quanto si è detto è perfettamente ammissibile l'ipotesi che si tratti di un rapporto di continuità fra Nicola e il culto dell'orso come personificazione di Volos-Veles. Ugualmente si può spiegare anche il nome del monastero Nikolaevskij Medvedovskij (di san Nicola dell'Orso) del governatorato di Kiev nel distretto di Cigirin; anche il nome del villaggio di Medvedovka, situato nei paraggi di questo monastero, può essere collegato geneticamente col culto dell'orso (medved'). Riflessi della contaminazione di Nicola e dell'arcangelo Michele: san Michele e l'orso Non è esc!L1Scohe la contaminazione di Nicola e di Michele arcangelo, della quale si è già parlato, possa spiegare il fauo che l'orso viene popolarmente chiamato Michele (Miska, Michail lvanovic, ecc.). È importante far rilevare che questo fenomeno ha luogo sia fra gli slavi orientali, sia fra quelli occidentali, ma, per quanto ne sappiamo, non si verifica fra gli slavi meridionali: in altri termini, esso è auestato a/l'incirca nella stessa area caratterizzata dalla forma del nome ikolaj con m iniziale, del tipo Mikola, ecc. In più, nelle li11gueslavo-occide111allia variazione ni-mi si osserva sia 11elleforme del 11ome Nikolaj, sia anche nelleforme della parola che significa 'orso': cfr. miediwiedi-niediwiedi, ecc.; i11 altri casi, u11avariazione di questo tipo 11011 è sig11ificativa. È degno di nota anche ilfatto che fra gli slavi occide111asli possono trovare riferimenti a/l'unificazione di san Michele con Volos-Veles. Così, in casciubo, il nome michal, michalk indica uno «spirito malvagio, che può presentarsi sotto forma di venne o di pelo, propinato dalla strega nel pane, nel cibo, nelle bevande, nella frutta, o perfino nel tabacco da fiuto». Allo stesso tempo, lo spirito malvagio si può chiamare in casciubo nikolaj (mikolaj), ossia col nome di san Nicola. Si può ipotizzare che l'unificazione, da un lato, di san Nicola con Volos-Veles, e con san Michele, dall'altro lato, abbia facilitato l'unione di san Michele con Volos, e quindi anche il fatto che l'orso venga chiamato Michele. Osserviamo poi che la conservazione delle unghie nei riti funebri, collegata geneticamente, come si è detto, col culto dell'orso, può venire a volte collegata anche con san Michele: si crede che le unghie siano conservate per san Michele, il quale ne farà una tromba per chiamare le anime dei defunti al Giudizio universale. Rappresentazioni scultoree di Nicola L'identificazione con Volos si rivela anche nel particolare atteggiamento verso le icone di Nicola, testimonianza di un preciso rapporto fta queste e gli idoli pagani. È appunto l'identificazione con Volos a spiegare, come sembra, la diffusione di raffigurazioni scultoree (intagliate) di Nicola; diffusione particolarmente appariscente nei momenti in cui la Chiesa ortodossa combatteva la scultura sacrale. Già l'Olearius (XVII sec.) aveva rilevato questa incongruenza, osservando con stupore che i russi, pur non ammettendo raffigurazioni scolpite, tenevano però in grande venerazione un'immagine scultorea di Nicola taumaturgo a Mosca. Va rilevato che la persistenza di simili immagini si spiega appunto con la particolare venerazione in cui erano tenuti, costringendo così la Chiesa a tenerne conto controvoglia: sono noti casi in cui le autorità ecclesiastiche tentarono di opporsi a questo culto, ma furono costrette a rinunciare alle loro pretese (si veda, ad esempio, il tentativo fallito di togliere un'immagine scultorea di Nicola dalla cattedrale di san Nicola di Mcensk nel 1777). L'esistenza di raffigurazioni scolpite di Nicola a suo tempo poté essere favorita dai rapporti della Chiesa con l'Occidente cattolico, che influirono sul carattere del culto di Nicola; ma il fattore forse fo11damentale è il rapporto fra Nicola e Volos: le statue di Nicola risalgono probabilmente, in ultima analisi, a idoli di Volos. In ogni caso, vi sono indicazioni di un certo peso circa il nesso fra le raffigurazioni scultoree di Nicola e le statuette pagane. A questo riguardo è di eccezionale interesse la testimonianza di E. V. Anickov, che riportiamo per intero. «Dal mio defunto fratello I. V. Anickov, che fu presidente del/'Associazione archeologica di Novgorod - scrive Anickov, - sono venuto a conoscenza della seguente strana storia, avvenuta non molto tempo prima della guerra (cioè prima del 1914) nel distretto di Krestcy (del governatorato di Novgorod). In un villaggio, in un 'luogo di pietà', vi erano alcune figure di pietra. I contadini le veneravano e dicevano che vi era addetta dalla comunità un'apposita persona del villaggio, la quale in giorni stabiliti raccoglieva dai contadini offerte in grano, come per un sacrificio. li nuovo sacerdote, destinato a quella parrocchia, si rifiutò di celebrare in quel 'luogo di pietà' le preghiere perché fossero concessi frutti della terra e pioggia. Ne derivò un 'caso', e l'amministrazio- ,... 1A GUERRAPO/ACCA- ,· diario, riflessionie documenti. dell'annodiJaruzelslà a curadellalegadelmanifestodi Milano scritti e testimonianze di: Piero Barbaini, Stefan Brtkowski, Zbigniew Bujak, Wladislaw Frasyniuk, Jacek Kraczik, Wladislaw Hardek, Bogdan Lis, Mario Stoppini, Rebecca Vlad, Andrzej Zagozda, gruppo Dos'wiadczenie i Przystisc (D.I.P.) prefazione di RossanaRossanda il libro è in vendita presso le sedi della cooperativa «il manifesto anni '80» di Milano, via Valtellina 20, di Roma, via di Ripetta 66, e presso le librerie più fornite \' L .._. 1 editriceCooperativail 11Ulnifesatonni '80 I....____________________________________ ...·...,..,;..._____:. ____J B1bl1otecagrnobianco
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