Alfabeta - anno V - n. 50/51 - lug.-ago. 1983

L'ineguaglianza s'introduce necessariamente, essendo la CO· scienza instabile per sua natu• ra. Esiste una sorta di libertà di raggruppamento, di corrispondenza e di neutralizzazione che s'esercita sul campo totale della percezione. Se parecchie persone parlano insieme, non si può seguire che il discorso d'una di loro. Sono qui intuizioni nel significato stretto ed etimologico del termine. Un'immagine può essere una previsione in rapporto a un'altra. Funzione capitale della persistenza delle impressioni. chezza, con quelli dovuti ai movimenti ordinari, la si deve notare. Certi luoghi nella distesa della visione s'esagerano, come un membro malato sembra più grosso e ingombra l'idea che si ha del proprio corpo per l'importanza che gli conferisce il dolore. Tali punti forti sembreranno_più facili da ritenere,più dolci a essere veduti. Per questa via lo spettatore s'innalza alla fantasticheria, e ormai potrà estendere a oggetti sempre più numerosi i caratteriparticolariprovenienti dai primi e dai meglio conosciuti. Egli perfeziona lo spazio dato ricordandosi d'uno precedente. Poi, a suo talento, egli dispone e scompone le impressioni successive, potendo apprezzare la stranezza di certe combinazioni. Egli guarda come un esseretotale e solido un gruppo di fiori o d'uomini, una mano, una guancia isolata, una macchia luminosa sopra un muro, un raduno d'animali mescolati a caso. Si pone a volersifigurare degli insiemi invisibili, le cui parti gli sono date. Egli indovina le trame generate da un uccello in volo, la curva su cui scivola una pietra lanciata, e gli strappi straordinari, gli arabeschi fluidi, le camere informi, create da un reticolopenetrante tutto, dalla stridula screziatura degli insetti, al rullio degli alberi, le ruote, il sorriso umano, la marea. Talvolta le tracce di quello che ha immaginato appaiono sulle sabbie, sulle acque; talvolta la sua stessa retina può paragonare nel tempo a qualche oggetto la forma del suo spostamento. secondo i problemi che ogni sensazione gli pone e ch'egli risolvepiù o meno agevolmente, secondo che gli sia domandata una più o meno fone produzione d'esseri. Si vede che qui tocchiamo alla pratica stessa del pensiero. Il pensare consiste, per quasi tutto il tempo che gli si dedica, nel/'ellare tra i motivi di cui si sa, prima di tuno, che li conosciamo più o meno bene. Le rose si potrebbero ckusifu:areserondo la facilità o meno che offrono alla nostra comprensione, al grado di familiarità che ron loro abbiamo, e serondo le resistenze diverse che ci oppongono le loro condizioni o pani per essere immaginate insieme. Resta da rongenurare la storia di questa gradualoria di complessità. li mondo è irregolarmente cosparso di disposizioni regolari, tra le quali i cristalli, i fiori, lefoglie, ceni ornamenti di strisce e di macchie sulle pellicce, le ali, le conchiglieanimali, le traccedel vento sulle sabbie e le acque, ecc. A volte tali effetti dipendono da una sono di prospettiva e da raggruppamenti incostanti. La lontananza li produce o li altera, il tempo li rivela o li nasconde. Anche il numero dei decessi, delle nascite, dei delitti e degli incidenti offre una regolarità nella variazione, che s'accentua quanto più li si ricerca nel corso di più anni. Gli eventi più sorprendenti e più asimmetrici in rapporto alla serie degli istanti vicini rientrano in un'apparenza d'ordine in rapporto a più vasti periodi. Si può aggiungere a tali esempi quello degli istinti, delle abitudini e dei costumi, sino agli aspetti di periodicità che hanno dato origine a tanti sistemi di filosofia storica. La conoscenza delle combinazioni regolari appartiene a scienze diverse, e quando il calcolo non ne siapotuto derivare, a quello delleprobabilità. li nostro proge11Onon ha bisogno che di quest'osservazione, fatta non appena si è cominciato a parlarne: le combinazioni regolari, del tempo come dello spazio, sono irregolarmentedistribuite nel campo della nostra indagine, e mentalmente sembrano opporsi a una quantità di cose informi. Ancora l'ineguaglianza. u passaggio dal meno al pw è spontaneo. u passaggio dal pw al meno è riflesso, raro, - sforzo <X>Dtro l'assuefazione e l'apparenza di comprensione. Se tutto fosse irregolare o tutto regolare, noo ci sarebbe pensiero, poicht esso non è che UD tentativo di passare dal di.sordine all'ordine, e gli occorrono occasioni di quello - e modelli di questo. L'isolato, il singolare, l'individuale sono inesplicabili, ossia non hanno per espressione che se stessi. Insormontabili difficoltà presentate dai ,u,uneri primi. - il quale ha invaso quasi tutta la Fisica dopo il 1894. La più facile da concepire - e assai difficile da tkfinin. Tomaso Kemeny, Polyphonix 5 Italia, 1983 Ritengo che potrebbero qualificarsi le «prime guide dello spirito ·umano», se tale proposizione non fosse immediata• mente convertibile. In ogni modo, esse rappresentano la continuità'. Un pensiero comporta un mutamento o un transfert (d'auenzione, a esempio), tra elementi supposti fissi riguardo a loro e che sceglie nella memoria o nella percezione auuale. Se gli elementi sono perfettamente simili, o se la loro diversità si riduce a una semplice distanza, al [ano elementare di non confondersi, lo studio da esercitare si riduce a quella nozione puramente differenziale: come una linea rei/a sarà la più facile da concepire di tune le linee, poiché non vi è sforzo più piccolo per il pensiero che quello da esercitarepassando dall'uno dei suoi punti a un altro, ciascuno essendo similmente collocato in rapporto a tutti gli altri. In altri termini, tu/li i suoi segmenti sono talmente omogenei, sì corti che li si concepisca, che si riducono tutti a uno solo, sempre lo stesso:per questo si riducono sempre le dimensioni delle figure a lunghezze diritte. A un grado più elevato di complessità, si domanda alla periodicità di rappresentare le proprietà rontinue, in quanto la periodicità, che abbia luogo nel tempo o nello spazio, non è altra cosa che la divisione d'un oggetto di pensiero in frammenti tali che possano sostituirsi l'uno all'altro a cene precise condizioni - o la moltiplicazione dell'oggettosotto le stesse condizioni. Tutto il passaggio è UD tentativo giovanile, e molto infelice, di descrivere le intuizioni più umplid - con le quali il mondo delle immagini e il sistema dei concetti arrivano talvolta a congiungersi. Vi è una sorta di simmetria tra le due trasformazioni, inverse l'una dell'altra. Alla spazializzazione della successione corrisponde quello che una volta ho definito la cronolisi dello spazio. È quanto si vedrebbe a una certa scala se, alla scala stessa, luce e retina sussistessero. Ma non si vedrebbero più gli ogget• ti. Pertanto la funzione dello spirito è qui di combinare ordini di grandezze o di quantità incompatibili, accomodamenti che s'ecludono ... Mediante la gerarchia dei sensi e delle durate di percezione noi opponiamo a un caos di palpitazioni e di sostituzioni - un mondo di solidi e d'oggetti identificabili. Direttamente non percepiamo che persistenze e medie. Dalle forme nate dal movimento vi è un passaggio verso i movimenti che diventano le forme con l'ausilio d'una semplice variazione della durata. Se la goccia di pioggia si presenta come una linea, mille vibrazioni come un suono continuo, le asperitàdi questo foglio come un piano liscio, e se la durata dell'impressione vi agisce da sola, una forma stabile può esseresostituitada una rapiditàconveniente nel transfert periodico d'una cosa (o elemento) ben scelta. I geometri potranno introdurre il tempo, la velocità nello studio delle forme, come potranno scartarlada quella dei movimenti; e i linguaggifaranno che una gettata s'allunghi, una montagna s'elevi, una statua si rizzi. E la vertigine de/l'analogia, la logica della continuità trasportano tali azioni al limite della loro tendenza, all'impossibilità d'una sosta. Tutto si muove di grado in grado, immaginariamente. In questa camera, e poiché io lascio il mio pensiero durare solo, gli oggetti agiscono come la fiamma della lampada: la poltrona si consuma sulle sue zampe, il tavolofa presto a rappresentarsinella sua immobilità, le tende colano senza fine, continuamente. Ecco una complessità infinita: per riprendersi attraverso la mozione dei corpi, la circolazione dei contorni, la commistione dei nodi, le ruote, le cadute, i turbini, la matassa delle velocità, bisogna ricorrereal nostro grande potere d'ordinato oblio - e senza distruggerela nozione acquisitasi stabilisce una concezione astratta:quella degli ordini di grandezza. Tale, ne/l'ingrandimento di «quanto è dato», spira l'ebbrezza delle cose particolari, di cui non vi è scienza. Guardandole a lungo, se vi si pensa, esse mutano; e se non vi si pensa, si cade in un torpore che tiene e consiste come un sogrro-fiiinquillo,in cui si fissa ipnoticamente lo spigolo d'un mobile, l'ombra,d'una foglia, per risvegliarcinon appena li si vede. Certi uomini avvertono con una speciale delicatezza il piacere dethnciividualità degli oggetti. Preferiscono con delizia, in una cosa, /a qualità d'essere unica _ che tutte da sinistra: Franco Battiato e Giusto Pio, Polyphonix 5 Italia, 1983 e .,. possiedono. Curiosità che trova espressione ultima nell'in- -. venzione e nelle arti teatrali e che è stata chiamata, al suo Perché di tutto l'esistente una parte st1ltantopuò subire Eccoci - 1930- al momento in ~ Sempre il potere d'iMguaglian- estremo, la facoltà d'identificazione'. Nulla è più deliberata- una tale riduzione? Vi è un attimo in cui lafigura diventa sì cui queste difficoltà diventano t za. mente assurdo alla descrizione della temerità d'una persona complessa o l'evento pare sì nuovo che bisogna rinunciare a ;::iv;! !;,~ ~: 1 • • ,.s;hedichiqra~4'essereun oggetto e di provarne le impressioni coglierli insieme, a perseguire la loro traduzione in valori stato attuale, in cui ci troviamo ~ __=:::.:__, =-- fosse anche un oggetto materiale! • Nulla ha più potere continui. A che punto si sono fermati gli Euclidi nell'intelli- a disperare d'ogni spiegazione S nella vita immqginaria. L'oggetto scelto diventa quasi il cen- genza delleforme? A che grado dell'interruzione della conti- figurata - e anche intelligibile. (! tro di tal vita, u,; centro d'associazioni sempre più numero- nuità figurata si sono urtati?È il punto fuwle d'una indagine ' .te;cseco,..p che l'oggetto è più o meno complesso. In fondo, in cui non ci si può impedire d'essere tentati daJk dottrine lo spera Langevin e non io - --~ quèsta facoltà non può essere che un mezzo d'eccitare la de/l'evoluzione. Non si vuole ammettnt-·che questo limite discussione alla Società di Fdo- .à' ynaliùìilanlllginativa, di trasformare un'energia potenziale può essere definitivo. sotia • 1929• ..., iP. att~al plUltOin cui diventa una caratteristica Certo è che tutte le speculazioni hanno per fondamento e Insomma, s'attua una sorta ~ • 1!.C!fOl01icea,ilomina terribilmente la stupidità in crescita per scopo l'estensione della continuità con l'ausilio di meta· ~~==tà~.:~= ..., d'una mente che se ne va. [ore, astrazioni e linguaggi. Le arti ne fanno un uso di cui lità dei fl111i. -= , iit,"'!,·, -': / Dallosguardopurosullecosesinoaquestistadi, l'intellet- presto parleremo. ] : ~ • :;:'.;.r" to non ha fatto che ingrandire le sue funzioni, creare esseri Giungiamo a rappresentarciil mondo come se si lasciasse ~ -►------,-~..,.,....----------------------------------------------------------------- <i B1b11eucag1nobianco

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