ma di raggf laser che renderà in futuro invulnerabile il territorio americano». Anche in questo caso la connotazione prevalente è «difensiva,,. Questa connotazione raggiunge l'apice nel Giorno dove, sopra il titolo Scudo spaziale invece di missili, si legge un giudizio politico nettamente positivo: «Gli Usa rovesceranno la strategia basata sull'equilibrio- del terrore». Nel sommario, la connotazione difensiva dello «scudo spaziale» è rafforzata dalla definizione «ombrello di laser». Per un confronto, può essere utile dare uno sguardo all'estero. Vediamo come è stata presentata la notizia da Le Monde del 25 marzo. Il titolo di testa a due colonne è: Reagan relance les recherches pour une nouveUedéfense antimissiles. Accanto alla corrispondenza da Washington, c'è un «fondo» intitolato: La dissuasioo eo questioo. Le Monde sottolinea tre motivi di sorpresa nel messaggio di Reagan. ln primo luogo perché «il presidente americano non precisa che cosa sono queste nuove armi». In secondo luogo perché non è stata data alcuna precisazione sullo «sforzo finanziario che dovrebbe, a rigor di logica, accompagnare questa ricerca,,. ln terzo luogo, l'annuncio è «sorprendente perché Reagan si adopera, allo stesso tempo, a ridurne la portata. La messa a punto di una difesa antimissile del tutto affidabile, ha aggiunto, assorbirà decine d'anni e non può essere attesa che per la fine del secolo». In ogni caso, è stato sollevato un velo su un futuro capitolo, «insieme promettente e inquietante", della corsa agli armamenti: «li giorno in cui una potenza potrà distruggere a colpo sicuro, poco dopo il lancio, i missili nucleari di un avversario, la dissuasione, quale ha funzionato negli scorsi quarant'anni, sarà morta,,. A lungo termine, conclude Le Monde, potremo «rallegrarci di assistere alla fine delle armi di distruzione di massa", anche se «senza la dissuasione si correranno grandi rischi che la guerra ridiventi una tentazione, e dunque più probabile, a un livello inferiore di violenza»; a breve termine, le prospettive «sono ancora più destabilizzanti: la parte che avrà trovato per prima il 'raggio difensivo' non sarà tentata di utilizzare le proprie armi nucleari, sicura come sarà dell'impunità?,. Nei quotidiani italiani, tolta qualche sporadica eccezione, come quella del Tempo, la notizia non è accompagnata da alcun commento e neppure da qualche nota di informazione e di interpretazione sulle prospettive aperte da Reagan (per completezza, occorre segnalare una nota di informazione «tecnica,, pubblicata dal Giorno). «Miei cari concittadini, questa sera noi lanciamo uno sforzo che promette di cambiare il corso della storia umana,.. Cosi Reagan aveva concluso il suo messaggio televisivo all'America, secondo lo stile che gli ha guadagnato l'epiteto - metà elogiativo, metà velenoso - di «Grand Communicator». La dimostrata capacità reaganiana di svolgere un'azione di ampia suggestione sull'opinione pubblica Usa non è certo un dato secondario. Il discorso del 23 marzo costituisce, da questo punto di \lista, un tentativo clamoroso di rovesciare l'immagine di una presidenza «muscolosa,, e poco sensibile ai richiami della pace. È quindi curioso osservare come lo «storico» discorso del «Grand Communicator» abbia trovato una certa tiepidezza anche in giornali italiani non sospetti di antiamericanismo. Ad esempio, I.A Stampa del 25 marzo ha dedicato alla corrispondenza sul discorso di Reagan (che comprendeva altri punti importanti oltre a quello delle «nuove armi") un testo poco più lungo di una colonna. Una misura insolita per un discorso di «portata storica». Se passiamo a esaminare la stampa settimanale, in cui i «tempi di reazione» sono molto più lunghi, si può notare innanzi tutto una stretta somiglianza fra le copertine di Panorama,. Time e Newsweek. L'aspetto comune è nell'enfasi sui toni fantascientifici e nella focalizzazione sul «personaggio Reagan». Newsweek, datato 4 aprile: foto di Reagan sotto il titolo Reagan's «Star Wars» Surprise; Time, datato 4 aprile: disegno del volto di Reagan, sullo sfondo di missili, satelliti e raggi-laser, con il titolo Defending defense/Budget Battles and Star Wars; Panorama, datato 11aprile: immagine di Reagan nei panni di un Superman in volo mentre stringe nelle mani dei missili, con il titolo Sfide stellari / È io gioco la fine del mondo. Di sfuggita, si può notare che Panorama pubblica la sua copertina a parecchi giorni di distanza e dopo l'uscita delle copertine di Time e Newsweek. C'è una tendenza ormai consolidata nei settimanali italiani cosiddetti «d'opinione» a seguire (copiare?) le scelte di copertina dei maggiori settimanali Schizzo non datato stranieri. In certe occasioni, la tendenza ha toccato punte grottesche, come quando, alcune settimane fa, Europeo e L'Espresso uscirono contemporaneamente con una copertina dedicata alla cantante rock italiana Joe Squillo (con le tette debitamente al vento) dopo che il settimanale Stern aveva dedicato la copertina alla medesima cantante (sempre con tette al vento), in cone9mitanza con un servizio sul rock italiano. Buona parte del servizio di Panorama è dedicata agli aspetti tecnologici e alle diverse alternative di «implementazione» delle armi anti-missile. Minore è invece lo spazio riservato agli aspetti politici ·e alle conseguenze strategiche della nuova «filosofia,. reaganiana. Panorania presenta in proposito alcuni cenni nel pezzo di apertura del servizio e una piccola «finestra» in cui si riporta l'opinione di Luigi Caligaris, ex generale di brigata. Panorama ha comunque fatto, nel contesto italiano, uno sforzo di «divulgazione,.; bisogna però aggiungere che i due settimanali americani - pur inclini a qualche indulgenza verso l'immaginario fantascientifico - forniscono una informazione molto più ampia e attenta alla complessa dialettica che si è sviluppata negli ambienti politici, scientifici e strategici degli Stati uniti. ,obianco Quali elementi emergono dalle osservazioni che abbiamo fin qui riportato? Proviamo a farne una sintesi. a) Al centro, troviamo un «buco informativo» quasi incolmabile. Gli esponenti della comunità scientifica che si sono espressi pubblicamente hanno offerto valutazioni molto diverse sulla fattibilità, sui modi e sui tempi di realizzazione delle armi anti-missile. A ciò si aggiungono ovviamente le barriere del segreto militare. Quel poco che si sa sulle tecnologie impiegabili nei sistemi anti-missile è puramente ufficioso o congetturale. li 29 marzo, nella prima pagina il Tempo, sotto l'occhiello «Secondo uno scienziato Usa», titola Pronto tra 1Oanni lo «scudo steUare»?; lo stesso giorno uno dei titoli di testa della Stampa è: Un Nobel Usa: è fantascienza la strategia stellare di Reagan. b) li buco nero costituito dalla «variabile tecnologica» è stato spesso e volentieri riempito con un abbondante ricorso all'immaginario dello spettacolo e della fantascienza. Alla fine, presso il pubblico più largo, l'immagine che rischia di prevalere è quella che abbiamo trovato sulle copertine dei settimanali: «Reagan & Guerre stellari». Si può notare che allo stereotipo delle guerre stellari ricorrono sia coloro che sono scettici o critici verso la strategia reaganiana (per screditarla, appunto, in quanto «fantascientifica») sia coloro che guardano a essa con interesse (per accreditare la visione di una guerra che si allontana dalla terra verso lo spazio). È curioso, per altro, che la simbologia di • guerre stellari, secondo quanto riferisce il già citato numero di Newsweek, abbia fatto il suo ingresso nel linguaggio quotidiano della Casa bianca: i membri dello staff presidenziale hanno affibbiato il nomignolo di «Dari Vader speech» al discorso che Reagan aveva tenuto all'inizio di marzo davanti ai rappresentanti delle chiese evangeliche (in quell'occasione, Reagan aveva definito l'Unione sovietica «il centro del male nel mondo moderno»). e) Le incertezze sulla «variabile tecnologica» si ripercuotono inevitabilmente sulla variabile politicostrategica. Qui il «buco» viene riempito con una buona dose di wishful thinking. Per una parte degli osservatori (soprattutto quelli orientati a sinistra, ma non soltanto essi), il clamoroso annuncio di Reagan serve solo a dare una maschera fantascientifica a una politica di riarmo e di scontro frontale. Altri osservatori si spingono, invece, fino a prefigurare per Reagan il ruolo di «salvatore dell'umanità». Roberto Ducci, in un commento sulla Repubblica del 31 marzo dal titolo La pace stellare, scrive: «Nessuno sa quanto effettivamente Washington sia vicina a realizzare la nuova politica difensiva... è probabile (giudicando proprio dalle reazioni sovietiche) che l'America sia molto più avanzata, e quindi possa acquisire quell'extra che destabilizza l'attuale parità .... In teoria (perché le cose probabilmente non stanno cosi) l'Urss si verrebbe a ritrovare come ai tempi in cui l'America godeva del monopolio atomico.... All'epoca appunto del monopolio americano, Truman offrì a Stalin il piano Baruch: le due potenze avrebbero rinunziato all'arma nucleare e l'America avrebbe diviso con l'Urss i segreti atomici utilizzabili per usi civili. Questo grande e generoso piano fu rifiutato da Stalin». Ed ecco la conclusione di Ducci: «Vorrà Reagan ricordarsi del savio Baruch ... avrà un giorno il coraggio di offrire di dividere i segreti tecnologici di tale difesa con i sovietici - e anche con Cina ed Europa, che altrimenti resterebbero nude - in contropartita del graduale smantellamento degli arsenali nucleari esistenti? Se un giorno Reagan mettesse in marcia questo processo, meriterebbe di essere contato fra i salvatori dell'umanità». Forse è presto per prenotare un posto a Ronald Reagan nel pantheon del genere umano. Ma, forse, gli osservatori «progressisti» sono stati altrettanto frettolosi nella elaborazione della propria risposta critica. Pochi giorni prima che comparisse l'articolo di Ducci, il 28 marzo Kaspar Weinberger, segretario di Stato alla Difesa, aveva rivolto all'Unione sovietica «l'invito a unirsi agli Stati uniti in uno sforzo parallelo di approfondimento, per condurre insieme lo sviluppo dei sistemi difensivi antimissilistici». La citazione è da un articolo di Relazioni Internazionali, settimanale dell' lspi (La sfida «stellare" di Reagan, in Relazioni Internazionali n. 13, 9 aprile 1983, p. 428). Nella grande stampa italiana, inspiegabilmente, la dichiarazione di Weinberger, per quanto clamorosa, risulta seminascosta, se non irreperibile. «La sortita di Weinberger può apparire retorica - commenta Relazioni Internazionali - e in parte certamente lo è. Ma se si penetra al di là della facciata si ritrova, mutatis mutandis, la vecchia architettura del bipolarismo... Quale sarebbe, a quel punto, il destino dei loro alleati? Probabilmente è un simile quesito il vero significato della 'svolta stellare' delineata da Reagan». Vediamo ora un rovescio della medaglia. Nel citato numero di Newsweek, precisamente nell'articolo A new nuclear heresy, si legge: «Ronald Reagan non è il priCentro Servizi e Spettacoli- Udine Provinciadi Udine AssessoratoallaCultura RegioneAutonoma FriuliVeneziaGiulia Teatro Contatto Prima rassegna del nuovo teatro italiano /2-13-/4 maggio L'attore e il regista, la resistenza nel teatro del '900 Convegnoresidenzialerealizzato incollaborazionecon: DUSE(Accademiadi studi sullaDrammaturgiae gliUsi delloSpettacoloinEuropa, direttadalprof. FerdinandoTaviani), Centroper la ricerca e lasperimentazionedi Pontedera, StudioNovecentodi Trevisoper l'arte dell'attoree dellospettatore. Interverrannotra glialtri: FabrizioCruciani, EugeniaCasiniRopa, ClaudioMeldolesi,CristinaValenti, UgoVolli,GerardoGuccini. /2maggio AuditoriumZanon- Udine La Soffitta: Negli spazi oltre la luna /Jmaggio Castellodi Villalta• Fagagna(Udine) Cooperativa La Piccionaia: Eravamo in dodici, siamo rimasti in sei mo leader di una potenza nucleare Informazioni di segreteria: a proporre la tecnologia anti-mis- Centro Servizi e Spettacoli sile come una chiave della pace ViaGrazzano78,Udine mondiale. L'onore va al primo mi- Telefono0432/205008 nistro sovietico Aleksej Kossygin: !•,•~, .-.-.-.~.-.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~, nel 1967, durante il summit sovietico-americano di Glassboro, Kos- : Etienne Decroux : sygin sostenne che i sistemi anti- • • missile (Abm) erano 'armi umane' =:.Parole= che 'difendevano la gente' invece di minacciarla». Fu allora, continua Newsweek, che «il segretario • I • alla Difesa Robert McNamara e il =: su =: presidente Lyndon Johnson persuasero Kossygin che era vero pro- • e • prio il contrario: la nazione che =: mnno =: avrebbe raggiunto per prima capacità sia offensive che difensive avrebbe potuto essere tentata di : Prefazione di Giorgio Strehler : lanciare un devastante attacco nu- • • cleare a sorpresa. Così comincia- : : rono i colloqui che condussero al • • trattato per la limitazione dei siste- : _ _._ : mi Abm». • • Come si vede, lo scenario politi- : : co-strategico della questione è • • quanto mai complesso e la tenta- : : zione di risolverlo in termini pro- • • pagandistico-ideologici è all'ordi- : : ne del giorno. Ciò giustifica, in • • parte, le perplessità e le forzature : -..it7l1r..~ : di una stampa alle prese con una •' -.,,..U..UJ:&.. • situazione nuova, come quella che : : si è determinata dopo il 23 marzo. • • Eppure molte cose, nell'atteggia- : : mento dei nostri giornali, non con- • Volume di 206 pagine • vincono, lasciano una strana im- • con 20 illustrazioni • pressione di reticenza (se non di i Prezzo Lire 16.000 ! omissione), di vacuità (se non di • ~ • propagandismo) e, soprattutto, di • ,'''-. • • • verbosa imprecisione. • • Anche su una questione che in- : : veste il futuro stesso dell'umanità i • • nostri giornali danno talvolta l'im- : Edizioni del corpo : pressione di rivolgersi a un pubbli- • • co inappetente che debba essere • In distribuzione • stuzzicato, divertito, dilettato e • come le nostre riviste • •• Alfabeta. Il Cavallo di Troia, •• non seccato con una noiosa serie • SE Scienza Esperienza. La Gola • di informazioni e di punti di vista • nelle librerie Feltrinelli : dialetticamente contrapposti. Il : delle città di Milano, Roma. • pubblico è «stanco»? L'informa- e Bologna; Firenze, Torino, • zione di tipo anglosassone annoia? • Padova, Genova, Parma. : E se fossero i nostri giornali a esse- : _ Siena e Pisa • re annoiati, quasi stanchi di infor- • p • e er ordinidiretti, inviarel'importoa • marsi per informare, avidi di seri- e CooperativaIntrapresa • vere le opinioni e i fatti propri più • ViaCaposile2, 20137Milano • che di riferire quelli altrui? : ContoCorrentePostalen. 15431208: ••••••••••••••••••••
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