U mberto Eco. Ci troviamo alla fine di un decennio che ha visto un certo rinnovamento nella produzione di testi scolastici: nuove grammatiche ispirate a metodi generativo-trasformazionali, libri di italiano che lasciano grande spazio alle comunicazioni di massa e alla semiotica, ecc. È stato un decennio-quindicennio interessante anche per le antologie. Ma se cerco di riandare ai miei ricordi, di studente e poi di pubblicista che riceve i libri-omaggio, direi che la produzione di antologie con pretese cli novità non ha subito flessioni dai tempi del Fior dafiore di buona memoria. Abbiamo visto negli ultimi anni antologie che sono state accusate di aver messo troppo Brecht a scapito di Manzoni, o di largheggiare in testi di letteratura selvaggia e in saggi sul Terzo Mondo. In ogni caso, il ruolo dell'antologia è fondamentale, perché essa è lo strumento attraverso il quale a scuola si viene per la prima volta in contatto con certi autori. E il bello delle antologie scolastiche è che possono essere lette sottobanco, durante l'ora cli chimica o di matematica; possono cioè essere utilizzate 'illegalmente', leggendo non le pagine che si è obbligati a leggere, ma le altre. L'antologia ha per altro una grossa responsabilità, perché, per quanto aperta, democratica, non repressiva, è pur sempre l'effetto di una scelta. Più del manuale, della grammatica, che conducono un gioco 'scoperto' e 'leale', accettando una certa repressività, l'antologia viaggia un po' sul filo del rasoio, perché da un lato si presenta come una offerta di libertà e di libera esplorazione, e dall'altro è purtuttavia l'effetto di una scelta. Oggi abbiamo convocato due 'autori' (uso 'autori' in senso astratto, perché in effetti sono due pool di autori) di due antologie entrambe recenti ma con finalità, struttura e dimensioni diverse, prese come campione di una più vasta nuova politica delle antologie. E credo che la cosa migliore sia domandare loro una breve descrizione del lavoro che hanno fatto, sulla base cli quale critica delle antologie precedenti, e quali possono essere secondo loro la fortuna e le condizioni d'uso del loro prodotto. Mi rivolgerei prima a Remo Ceserani e Lidia de Federicis, autori cli una antologia che ha ormai raggiunto gli otto volumi, intitolata Il materiale e l'immaginario. Manuale, antologia, antologia deUa critica Remo Ceserani. Intanto va detto che quella che abbiamo fatto non è una antologia, rispetto agli strumenti tradizionali di lavoro nel triennio delle scuole superiori. Quegli strumenti si sono fissati su tre modelli: il manuale di storia letteraria, l'antologia dei testi e l'antologia della critica. Noi abbiamo seguito una strada completamente diversa: fare un libro di lavoro che 'mescolasse' sia momenti di ricostruzione storica (e non solo di storia della letteratura) sia documenti, interpretazioni, statistiche. Il vecchio manuale è 'destrutturato', cioè sparso nel libro; i testi da leggere li abbiamo messi in parte nel libro, in parte al La scolastica conversazione di Umberto Eco con Remo Ceserani, Alessandro Castel/ari, Emilio Pasquini, Lidia de Federicis fondo, come proposte di lettura, presentando una descrizione completa di testi come li Principe, o il Canzoniere, o il Decameron. Perché il grosso problema delle antologie, soprattutto con una tradizione ampia come quella italiana, è sempre stato scegliere, cioè munirsi di forbici; noi abbiamo aggirato il problema delle scelte: proponiamo di lavorare sui testi, che vanno presi in considerazione in quanto tali, senza riduzioni, trascrizioni, racconti. Eco. Hai detto che Il materiale e l'immaginario sostituisce l'antologia dei brani letterari, l'antologia della critica e, in una certa misura, anche il manuale. A me pare che sostituisca anche l'antologia filosofica (non avete dato spazio solo alla letteratura), e quella antologiamanuale di letterature straniere, che ai miei tempi era, mi pare, il Ricci-Ottokar, e che non veniva usato dai professori, pur essendo ugualmente oggetto di letture di contrabbando. Evidentemente, li materiale e l'immaginario non è solo una antologia, ma un magazzino di lavoro. Ora, chi pensate debba usare uno strumento di tale complessità? Io dico subito che questa vostra antologia per me è sovente uno strumento di consultazione. Ma, in un liceo classico o scientifico, chi lo usa? Lo studente con una lettura libera e forsennata, 'decostruttiva' e 'desiderante'? Lo usa un professore assai dotato, che sa manovrare questo materiale, o chi, o come? E avete già esperienze concrete? Alessandro Castel/ari. Io sono uno degli 'autori' dell'altra antologia, e ho adottato li materiale e l'immaginario. Insegno in un istituto tecnico commerciale, quindi non appartengo alla élite delle medie superiori. L'ho adottato benché sia un testo impegnativo, perché è tale la ricchezza di materiali possibili, con vari livelli di difficolIn questa pagina: Disegni per 16 pesci (1971, poi ed. Danese, 1973) tà, che l'insegnante può comunque riconoscere i testi che lo interessano, soprattutto perché sono chiari i criteri organizzativi e le linee generali del discorso. Lidia de Federicis. Sono gratissima di questa messa a punto che viene dall'esterno. Il nostro libro si presenta come una raccolta molto ampia, nella quale sono possibili tutti quegli usi (consultazione, lettura libera, ecc.) a cui Eco ha accennato. Però, soprattutto per quanto riguarda 1~pratica scolastica, noi abbiamo puntato su un tipo di lettura un po' diverso e più organico: il libro propone una serie di interconnessioni nelle quali il testo in quanto tale viene collegato con il discorso generale dell'antologia, con i documenti, con la saggistica. Quindi, li materiale e l'immaginario ha una sua organicità, ma anche una grande flessibilità. Abbiamo cercato inoltre di connettere didattica e ricerca. A questo Bibliotecaginobianco scopo servono soprattutto le «proposte di lettura», che sono indicazioni bibliografiche molto ampie, ma - nelle nostre intenzioni - non eclettiche né generiche, perché funzionalizzate di volta in volta al problema specifico trattato nel testo. Per cui, graduando le difficoltà, questa antologia può essere utilizzata, oltre che nel triennio, anche in altro modo all'università. E, con le opportune cautele. persino nel biennio. Eco. E come si risolve il problema dell'adozione? Sono otto volumi, potenzialmente per tre anni; c'è quindi una abbondanza, è chiaro che un insegnante durante i suoi tre anni di corso ne usa una minima parte. Come potete rompere la barriera delle adozioni e la barriera economica dello studente che in pratica si troverebbe a comprare due o tre volumi per anno? Ceserani. Su questo punto, abbiamo già esperienze concrete. Il libro è entrato in molte scuole, un po' di tutti i tipi e su tutto il territorio. Gli usi sono molto differenziati. Ancora una volta, il problema non è la lunghezza del testo, ma la lunghezza della storia della letteratura italiana. C'è il Trecento, che è il clou, Dante-Petrarca-Boccaccio, poi la storia prosegue con alti e bassi. Il Trecento è un volume intero e generalmente lo si fa tutto; ma nel volume successivo l'insegnante si sofferma su Ariosto e Machiavelli, trascurando magari i minori. In alcuni casi, se ci sono abbastanza ore, si fanno tranquillamente anche il Seicento e il Settecento, selezionando. L'Ottocento tornano a farlo tutti. Il Novecento è un problema a parte, è già in larga misura fuori dei programmi, e pure lì ci siamo spinti in avanti, sperando anche nel rinnovamento dei programmi. de Federicis. E poi, anche con le vecchie antologie occorrevano altri libri di supporto. Manuale e antologia fanno comunque due volumi, e poi c'erano i volumi di critiche dantesche, o manzoniane, o leopardiane. Con la nostra combinatoria, abbiamo pensato di coprire anche questi settori. Riducendo al massimo il discorso degli autori, quello sostitutivo del manuale tradizionale, a vantaggio di testi, documenti, saggi. Letteratura, linguistica, retorica Eco. E adesso passiamo a un libro che, dal punto di vista editoriale, si presenta come diverso: li testo e la lettura, autori Pasquini, Cassini, Castellari, Samoggia Cervellati. Si chiama «antologia per il biennio delle medie superiori», però va dalla età medioevale ai giorni nostri, cioè ha un impianto di copertura organica che di solito non viene considerato essenziale per il biennio. A sfogliare l'indice, si ha l'impressione che la prima parte sia un trattato di linguistica, retorica e stilistica, che però comprende dei brani antologici. La seconda è più simile alle antologie moderne, che raccolgono testi senza distinguere troppo tra italiani e stranieri. Lascerei a Pasquini di descrivere la poetica di questa antologia. Emilio Pasquini. È un impianto tradizionale, da un certo punto di vista. La seconda parte è una antologia nel vero senso della parola,
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