Il «controshOC'"'Petrolife N ella tranquilla e cordiale indifferenza delle cerchie intellettuali - e, sostanzialmente, degli stessi mezzi di comunicazione - si consuma la «peggiore crisi economica dopo quella degli anni trenta». Nel suo editoriale di fine anno, il settimanale The Economist aveva scritto: «Il mondo è in bilico su un cornicione. Da una parte c'è una graduale ripresa, dall'altra c'è l'abisso ...L'equilibrio è probabilmente più precario di quanto pensino molti governi». Nello scorso dicembre, ventisei economisti di grande prestigio, appartenenti a quattordici paesi, si sono riuniti a Washington e hanno redatto un documento, noto come «manifesto per la ripresa». In esso si legge: «Il perpetuarsi della stagnazione porta con sé la presunzione di ulteriori declini nel volume del commercio e suscita lo spettro di un possibile crollo dell'ordine economico mondiale». Secondo questi economisti, tale crollo potrebbe derivare «sia dallo scoppio di una guerra commerciale e da svalutazioni competitive», A cura di lndex-Archivio Critico dell'Informazione sia «dal collasso del sistema finanziario, come risultato delle difficoltà dei paesi di nuova industrializzazione e dall'insolvenza di grandi imprese»'. Su quest'ultimo aspetto, ci permettiamo di rinviare all'articolo Verso un crack finanziario mondiale?, comparso nell'ottobre 1982 in questa rubrica, all'indomani della crisi finanziaria messicana e della assemblea del Fondo monetario internazionale a Toronto. La crisi di un paese come il Messico - indebitato con le grandi banche internazionali per.circa 60 miliardi di dollari - si può considerare emblematica dello scenario attuale. Il Messico è uno dei massimi esportatori di petrolio; per di più, non aderisce all'Opec e non è quindi tenuto a rispettare le quote di produzione fissate dall'organizzazione. Su questa base, il Messico aveva contratto ingenti prestiti per far decollare la propria economia. Ma la recessione dei paesi industrializzati ha ridotto la domanda di petrolio e di conseguenza le entrate di paesi come il Messico; e così, essi non hanno potuto più disporre delle ingenti quantità di valuta necessarie a «servire» un indebitamento reso sempre più pesante dalla scalata dei tassi di interesse sul mercato finanziario internazionale. Il 17 gennaio emergeva la crisi della Nigeria, maggior esportatore africano di petrolio. Il governo di Lagos imponeva ai lavoratori stranieri «irregolari» il termine di fine gennaio come data massima per il rimpatrio forzato. Si scatenava così l'esodo di centinaia di migliaia di lavoratori verso il Ghana, il Togo, il Niger e gli altri paesi di origine, che essi avevano lasciato per accorrere in Nigeria durante gli anni della «febbre del petrolio». Mentre nel 1981 la Nigeria esportava in media due milioni di barili di greggio al giorno, nel 1982 la media è scesa a poco più di un milione di barili, con una punta minima di 600-650.000 barili nel mese di marzo'. La conseguente diminuzione delle entrate metteva il governo di Lagos nelle condizioni di non poter più finanziare le imporIndice della comunicazione tazioni e far fronte agli impegni di sviluppo: la brutale decisione di espellere i lavoratori stranieri ha qui le sue radici'. Il 24 gennaio, la riunione dell'Opec di Ginevra sanciva l'incapacità dell'organizzazione di distribuire fra i paesi membri i tagli di produzione imposti dalla recessione economica mondiale, e quindi di difendere il prezzo del greggio fissato in sede Opec. Sul mercato «libero» i prezzi erano già caduti da tempo, sotto la spinta dei petroli di provenienza non-Opec e della liquidazione degli stocks effettuata dalle compagnie petrolifere. Dopo il 24 gennaio, l'argine si è rotto ed è cominciata la serie dei ribassi «ufficiali». Esplodeva così quello che è stato chiamato il wntroshoc petrolifero. Venerdì 18 febbraio, Gran Bretagna e Norvegia annunciavano un ribasso di tre dollari per barile. Sabato 19 febbraio, i paesi aderenti al Consiglio di cooperazione del Golfo - Arabia saudita, Kuwait, Emirati arabi, Qatar, Oman e Bahrein - si sono riuniti per una valutazione urgente della situazione. «Si parla - scrive li Sole-24Ore del 20 febbraio - di- un possibile taglio dei prezzi di 4 dollari per barile rispetto al 'marker' di 34 dollari dell'arabico leggero». Ma nella stessa notte di sabato, un paese dell'Opec, proprio la Nigeria, annuncia una riduzione di 5,5 dollari al barile, con effetto retroattivo dal 1 ° febbraio scorso. Bisogna aggiungere che il greggio nigeriano è considerato di qualità pregiata; anche se il nuovo prezzo si allinea a quello di 30 dollari circa deciso da Gran Bretagna e Norvegia, in realtà implica uno sfondamento del «pavimento» e apre la strada a ulteriori ribassi. «Il taglio di cinque dollari e mezzo - scrive il Co"iere dellaSera del 21 febbraio - costringerà ora l'Arabia saudita a scendere sotto i 30 dollari. Addirittura Riad potrebbe ridurre il prezzo del proprio greggio di 7 dollari a barile, passando da 34 a 27 dollari». Questi eventi sono in corso mentre chiudiamo l'articolo e ci è quindi impossibile raccogliere inUsa:indietroversolatelematica lndex-Archivio Critico dell'Informazione I n febbraio Europa e Giappone possono sceglierefra diversi pro- guarda la pay-tv. Nel 1977 1'81,6 le casse/leleprevisioni di spesa sohanno raggiunto un accordo grammi proposti epagareper quel- per cento delle entrate era dovuto no di 1,2 miliardi. globale su importazioni ed lo che intendono vedere. Su questa alla proiezione dei film nelle sale Le industrie cinematografiche esportazioni. Per quello che ri- base nascono le pay-per-view dove cinematografiche nazionali (51,6 sono le più auive nel settore della guarda l'industria della comunica- sia la singola emittente cavo che il per cento) o estere (30 per cento); Home. Video, e hanno messo a zione è stato stabilitoquanto segue: telespettatorea essacollegatopaga- nel 1982questaquota è del 58,8 per punto una strategia di intervento i giapponesi accettano un tetto per no per il programma. Sempre.Tur- cento (41,8per cento+ 17per cen- nellapay-lV, o partecipando a quelle esportazioni di videoregistratori ner ha ollenuto un buon successo to). La quota di entrate dovuta al legià esistenti,o aprendone di nuo- (4,55milioni di pezzi nell'83); Phi- offrendo il campionato di football pagamento dei diritti da parte delle ve. Si possono già contare venti reti lips e Grundig ne produrranno 1,2 a emittenti e telespettatori, tanto pay-lV è salita dall'l,4 per cento al nazionali via cavo. Le ricerche milioni, cifra che rappresenta il 90 che il campionato è stato sospeso 17,4 per cento, quella delle reti via previsionali danno per raggiunto il per cento della loro capacità. I per via di uno sciopero dei giocato- etere è scesa dal 13,J all'8, 7 per massimo indice di crescita, e l'ingiapponesi venderanno adeguan- ri, che hanno chiestoe ottenuto una cento. Una entrata che nel 1977 gresso delle reti etere (anche laAbc dosi ai prezzi europei e, cosìfacen- percentuale sui diritti televisivi. non esisteva nemmeno e che oggi ha ottenuto, in ottobre, il permesso do, otterranno un aumento delle Questi successi hanno allarmato rappresenta /'8 per cento degli in- di aprireunapropria retedi pay-tv, entratepur rinunciando ali'aumen- le reti televisive via etere, che han- traiti è costituita dalla Home Vi- la Home View Network) e delle to delle vendite. li consumatore eu- no visto l'audience scendere all'83 deo, cioè dal pagamento dei diritti case cinematografichefaciliJeràl'asropeo è chiamato ad acquistareal- per cento, contro il 92per cento di da parte dei produttori di cassette. sestamentodefinitivodel settore. meno 6 milioni di vtr, e a pagare la cinque anni fa (dati Nielsen). Nelle preregistrate con film. Queste cas- La decisione economicamenle differenza per consentire il mante- ore di maggior ascolto la loro au- sette sono affittate o vendute. L' af- più rilevante del 1982 è stata, per nimento in vita dell'industria e/et- dience è diminuita al 56 per cento, fitto costituisce il 90 per cento del l'industria della comunicazione tronica europea. nelle abitazioni collegate anche a mercato. li parco videoregistratori americana, lo scorporo della Att, Dopo averfornito questi dati che reti cavo. Ovviamente questo ha si- è costituitoda 5 milioni di apparec- la società che gestiva in monopolio aggiornano l'analisi Europa-Giap- gnificato un trasferimento della chi e le cassette vendute sono state la rete telefonica. La Att, in compone compiuta lo scorso numero pubblicità verso le IV cavo. Ma non nel 1982 sei milioni. Una ricerca penso, potrà occuparsi anche degli su questa rubrica, passiamo a oc- tutta l'audience è recuperabiledalla de/l'Università della California ha altri settori della comunicazione. cuparci della comunicazione te/evi- pubblicità e, in base a questi dati stabilito che l'utente medio affitta In questo modo anche gli Usastansiva negli Usa. Nielsen, le emittentipay-lVche non sette cassetteal mese e ne acquista no per occuparsi di videotex domeli sistema televisivo statunitense trasmettono pubblicità rappresen- una «di tanto in tanto». Mentre so- stico. La Att ritiene che questo ha come protagonisti tre società: tano il 20per cento del/'audience. I no moltissimi i« Videoclubs», cioè i mercato comincerà ad aprirsi nel Cbs, Nbc e Abc. Attraverso una re- tre networks stanno investendo nel dettagliantiche vendono o affittano 1984 per raggiungerenel 1990 il 7 te di emittenti «affiliate»essehanno settore cavo, che però mostra già cassette, i produttori sono pochissi- per cento delle utenze domestiche, controllatoper anni l'iniero merca- una battuta d'arresto, e le maggiori mi. Otto società possiedono il 96 in condizioni di sviluppo accelerato, gestendo una situazione di oli- stazioni con pubblicità Hbo, per cento del mercato, oltre seicen- to. gopolio classico. Le affiliate, emit- Showtime, Espn, Warner Amex to societàsi spartiscono il rimanen- Negli Usa il 7 per cento rappretenti via etere o via cavo, percepì- hanno registrato nel 1982 entrate te. senta la soglia che sancisce il suevano una percentuale sulla pubbli- inferiori a quelle previste: 150 mi- L'attesa per il videodisco conti- cesso di un servizio. I videoregicità che trasmettevano, raccolta /ioni di dollari, contro i 112 del nua; solo la Rea lo ha commercia- strafori, per esempio, non hanno dalle tre centrali, e potevano di- 1981 e i 215 delle previsioni. Un lizzato e ha venduto 200.000 appa- ancora raggiunto il 5 per cento. La ne del videotex domestico. La Cbs, da parte sua, ha annunciato l'apertura del suo sistema Teletext, denominato Extravision, fornito gratuitamente alle affiliate. Il ritardo degli americani nei confronti degli europei nelle applicazioni telematicheper consumo di massa è sottolineato dall'annuncio, avvenuto in contemporanea nel gennaio 1983, de/l'inizio del servizio di Teletext da parte della Cbs e da parte della Rai italiana. In questi anni negli Usa è stata costruita una estesissima rete cavo e sono stati prodotti servizi quali la pay-lV e la pay-per-view, dove non occorre un canaledi comunicazione interattivo (che consente un colloquio tra utente e centrale), come invece necessitaal videotex. Ocw"erà cablaregli Usa con i cavi a fibre ottiche, e sarà un business di migliaia di miliardi di dollari. È appena stato realizzato il collegamento, con i cavi afibre ottiche, tra New York e Washington. American's Communications Revolution Financial Times, otto puntate, 10, 12, 13, 14, 17, 18, 19, 20 gennaio 1983 Cbs Network to offer its teletext service on Nationwide Basis Wa/1Street Journal, 26 gennaio 1983 sporre di qualcheoraper mettere in fallimento si è rivelato il canale ca- recchi nel 1982. La differenza so- Att ha iniziato due sperimentazioni La Video Aux Etats Unis onda programmi epubblicità loca- vo della Cbs, che era dedicato a ~tanzialefra consumatori di video- videotex, una in collaborazione Le Monde, due puntate ~ le. Per il resto la programmazione programmi culturali. La Cbs ha dischi e quelli di videocassettesem- con la casa editrice Knigh Ridder, 6,13 febbraio 1983 "' eragarantitadalle centrali. dovuto chiuderlo dopo aver inve- bra essere una maggiore propen- l'altra in collaborazione con la -~ Qualche anno fa si registrano le stito 50 milioni di dollari nella sua sione dei primi per l'acquisto. So- Cbs. Una terza inizierà nel 1983, How Tv is Revolutioo.izing "'- prime avvisaglie di cambiamento. realizzazione. Del fallimento sono no stati venduti infaui cinque mi- sempre insieme alla Knigh Ridder, Hollywood i Una IV cavo di Atlanta si sgancia state incolpate soprattutto le agen- /ioni di dischi per un parco di in Florida, e interesserà5.000fami- Business Week, 21 febbraio 1983 ';; dai network e realizza una stazione zie di pubblicità che non hanno ac- 300.000 apparecchi. lnaltre, per la glie. Le prime due coinvolgono po- t! ali news, informazioni continue, cordato a questo canale le quote prima volta, lespeseper i program- che centinaia di utenti a Coral Ga- Le notizie sono tratte dalla rasse- È d'attualitàe non, 24 ore su 24. L'i- cui l'audience registratacorrispon- mi (167milioni di dollari)sono sta- bles, in Florida, e a Ridgewood, gna quindicinale sulla stampa este- ~ niziativa ha un grande successo e deva. 'te superiori a quellaper le apparec- nel New Jersey. Obiettivo della ra Indice della Comunicazione, a é consente al suo ideatore, Ted Tur- Anche le industrie cinematogra- chiature (63 milioni di dollari). La sperimentazione: appurare se sia cura di Maria Rosaria Pedemonte di fondare una pay-tv, cioè fiche stanno rincorrendo il settore spesa prevista per i programmi nel realistico o meno il prezzo di cin- e TIZiana Valenti, prodotta da In- ] B j b H-Hmm?--=iti-te....,:{l,.....H--h~rr-ni-+h--.-!i-+haci--oi-,_s_o_p_r_a1_1u_t_1o_p_e_r_q_u_e_ll_o_c_h_e_r_i_- I_9_86 è d i l_, 7_m i_ i_a_rd i_d_i_d_o_ll_a_r_i,_p_e_r _ q u a n t_a_d_o_l_la_r_i_a_l_m_e_s_e_p_e_r_i_l_c_an_o_- d e x_pe_r_gli_·_ab_bo n_a_ti_· • _ _ _. t
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