lilavorodel testo Stefano Agosti Cinque analisi. Il testo della poesia Milano, Feltrinelli, 1982 pp. 191, lire 13.000 Tecniche della rappresentazione verbale in Flaubert Milano, Il Saggiatore, 1981 pp. 134, lire 12.000 Ivan F6nagy La ripetizione creativa. Ridondanze espressive nell'opera poetica Bari, Dedalo, 1982 pp. 125, lire 6.000 sto poetico. Teoria e pratiche d'analisi (Rizzoli 1972), si è colpiti dalla organicità di sviluppo di un pensiero teorico, al di là dell'identica griglia sottesa, e quindi dallo spessore nuovo dei saggi più recenti. Oggi Agosti parte da un chiaro postulato: vi è una profonda dicotomia nel linguaggio, una divaricazione senza ritocco possibile fra il discorso che egli chiama «mimetico-metafisico» e l'altro, il poetico. Nel primo dei due i significati delle parole sono omologhi al reale, in qualche modo gli corrispondono (cfr. i vari tipi di discorso comunicativo, pragmatico e qualsiasi tipo di linguaggio «settoriale», cioè tecnico, sportivo, filosofico, ecc.). In tale situazione mimetica ogni discorso ha, oltre a un «valore di pertinenza» (rapporto res-verbum), un «valore di appartenenza» in quanto vi è un soggetto razionale dell'enunciazione e dell' eMaria Corti discorso al soggetto razionale. Esiste un complesso «lavoro del testo» che dà luogo a diversi tipi di produzione di senso: nelle sue cinque analisi, dedicate nell'ordine del libro a Baudelaire, Valéry, Montale, Michaux, Pasolini. il critico dà la caccia ai segni caratteristici che sono il segreto della produzione di senso in ognuno dei cinque poeti. Ne nascono delle istantanee dello stile o dei veri ritratti, a seconda. Schematizzando - altro in questa sede non si può fare e ce ne scusiamo, - nella ricerca di Agosti si individuano tre principali . tipi di produzione di senso generabili dal lavoro del testo stesso: i messaggi formali (o associazioni fonico-timbriche sovrasegmentali, transfrastiche: in parole povere, a catena); i messaggi informali (quella che i francesi chiamano disseminazione della lettera, anagrammi, sotterranei movimenti del testo); i messaggi mina la «critica in atto» portata sul diSCO{SmOimetico attraverso figure come la repetitio (iterazione) che spezza la progressività del discorso e altre che dilapidano i significati, rompono la melodia del canto, sovradeterminando criticamente il discorso stesso. E d è a questo punto che ci è parso complementare ai s~ggi di Agosti quello recentissimo di Ivan F6nagy, stampato in prima mondiale nella «Collana Bianca,. di Dedalo, diretta da Sergio Finzi e Mario Spinella (n. 20), e mirabilmente (cosa rara!) tradotto su un inedito in francese da Spinella. Qui il grande studioso ungherese di fonologia e psicanalisi studia proprio la funzione delle figure ripetitive e del principio di tensione e distensione all'interno del linguaggio poetico. F6nagy usufruisce di un punto di vista simile a quello di Agosti, cioè «formale», N ell'universo dei mass media il rifiuto della paziente informazione, quasi si trattasse di uno strafare o di una non pertinenza, comporta le sue conseguenze nette: notizie errate e notizie mancate. Qualche esempio velocissimo delle prime? In questi ultimi mesi sarà capitato a vari lettori di leggere su quotidiani nazionali che la Cronaca di Novalesa, consigliata come strenna, tratta delle lotte fra Longobardi e Franchi nel secolo XII (con rimbalzo della datazio- PerVittorioSereni ne del testo su uno dei temi trattati), oppure che essa è stata edita a cura di Maria Corti (invece che del valente Giancarlo Alessio: in La Disrnssione del 13 dic. 1982), oppure che a Roma nel secondo ciclo di «Paso doble» ci saranno incontri fra poeti contemporanei e del passato: uno degli incontri avrà luogo fra Antonio Porta e Giovanni Porta (per Pascoli: Tu110/ibri del 29 genn. 1983), e via di seguito. Va postillato che la mente umana è fatta in tal modo che alla fine una serie di inesattezze, al di là dell'imbarazzo e del fastidio, può generare ilarità, come spesso il reale soggetto a deformazione. Generano malinconia invece le assenze, i vuoti, i silenzi. Vi sono autori, scrittori e critici, venuti a inserirsi nella mitologia dei giornali: qualunque cosa scrivano, di loro si parla sempre. La sorte degli altri, al contrario, è affidata all'attenzione del singolo direttore di L a formula «che cosa abbia significato» (e si sol/intende: per una generazione o per una famiglia di /e11ori),quando si applichi a uno scrillore risulta 10111i0nvirante quanto ambigua, rischiando di scaricare ogni riferimento sul dorso di un'emozione, confusa o peggio privata. Ma nessuna lellura avviene in vitro. Così, cercando di traguardare freuolosamente ciò che è la poesia di Vi/Iorio Sereni, scomparso ora . in modo improvviso, si finisce per capire che il senso ultimo di quel lontano libre/lo vallecchiano di Poesie (1942), recuperante la pregressa Frontiera, e accompagnato dal patetico envoi dalla P(osta) M(ilitare) 76, avrà pure avuto a che fare con gli ideali destinatari, ventenni anche loro in grigioverde, anche loro a11datia «dannarsi, a i11sabbiarsi per anni». li titolo Poesie auenuava su pagina o articolista o a un pizzico • quello più vivido e «comprometdi brutale casualità, che fa arrivare tente» di Frontiera, ma era variante il testo sulla scrivania del possibile recensore. È ovvio che la validità di un testo non dipende dalle reazioni o meno dei contemporanei; tuttavia, quando qualcuno di noi incontra libri che reputa notevoli, mal sopporta l'altrui distrazione. Fra l'autunno del 1981 e la primavera del 1982Stefano Agosti ha pubblicato due libri assai originali nunciato che può considerarsi responsabile del discorso stesso, orale o scritto che sia. Visione per così dire chiusa, organica del testo, con una gerarchia dei livelli, da quello del significato (più alto) a quello del significante o livello formale (più basso). di cui, e vorremmo sbagliarci, qua- s e si passa sull'altra sponda, si niente si è parlato: Tecniche del- cioè sul versante del linguag- /a rappresentazione verbale in gio poetico, la situazione si Flaubert e l'altro, Cinque analisi. stravolge per la forza eversiva asAgosti si configura uno dei critici sunta dai significanti, i quali non più coerenti nel suo sviluppo teor~ solo salgono al livello più alto, ma co e contemporaneamente più sti- funzionano secondo una loro logimolanti per l'intrepidezza delle ca che non è certo di natura aristoposizioni; una lode reputabile sin- telica o comunque razionale. Due cera in quanto chi scrive qui lavora sono i territori di sovranità dei sisecondo un punto di vista che è gnificanti, la pratica poetica e certo complementare, ma senza quella psicanalitica (donde il titolo dubbio assai differente, come dire di ascendenza freudiana Cinque filologico-storico e semiotico. analisi). Tre aspetti della pratica La formazione francese di Ago- poetica sono generatori della forza sti e la lunga frequentazione di e splendore e violenza della forDerrida, Lacan. Bonnefoy hanno ma, che ha fatto la gloria dei poefavorito in lui l'approfondimento ti: il rovesciamento della gerarnel corso degli anni di una duplice chia significato-significante; la problematica: operazione dell'in- conseguente differenza qualitativa conscio nella scrittura e funzione del linguaggio poetico rispetto agli del livello formale ovvero dei si- altri linguaggi (nozione questa che gnificanti entro il testo. Se ora si è difficile far afferrare nel profonlibro Cinque ane!f.si a do ai linguisti); la caduta del valer ~c§d 11- uar7/ 18 n I ppartenenza completa del che riguardava non la psicologia bensì il tono. Giova11niGiudici, i11tervenendo affeuuosamente per la morte di Sereni, ha souolinearo il timbro, del 11111s0ereniano, del significante « Europa» che si ripete a//raverso i suoi libri. Esso compare per la prima volta in limine a «Concerto in giardino»: «A quest'ora I innaffiano i giardi11in tulla Europa. I Tromba di spruzzi roca, ecc.» Quella tromba «mirum spargens sonum» ha prolungato per tu/lo ciò che Sereni ha seri/lo un'intonazione continuamente mascherata e irraggiungibile sollo infinite buone ragioni metriche, prosodiche, foniche. Difatti, riemerge negli ultimi documenti di Stella variabile (/981), tromba di «Torolllo sabato sera», sibilo di «Autostrada della Cisa». Si rischia di ridurre a questio11i di musicalità un poeta autentico che nella fin troppo proclamata «esilità» itisi11uauno spessore ostinato? Preoccupazione assurda. retorici in quanto effetti di contaminazione semantica (metafora, comparazione, polisemia, ecc.). Per questi tre percorsi, alternativamente privilegiati dal poeta (e anche dal suo ermeneuta), il testo poetico raggiunge una produzione eccedente di senso, cioè una totale semantizzazione. Il che per altre vie già è stato detto da vari semiologi russi e italiani: tutto nel testo significa, emette messaggi, persino lo spazio vuoto che circonda le righe; nulla essendo ridondante, nell'ipersegno artistico la felicità espressiva è segnale di una prof ondeur de la surf ace. Non tutto, sia detto, convince all'atto della applicazione, soprattutto nei riguardi dei due testi di Montale, ma l'intelligenza lirica della decodifica agostiana è sempre stimolante (si veda l'acuto esame della comparazione in Baudelaire). Saggio più originale di tutti forse, anche perché impreveduto, è quello che il critico dedica a Pasolini: qui si tratta di un poeta che lavora sull'altra sponda del linguaggio, cioè sul discorso mimetico che nella teoria di Agosti è normalmente speculare al poetico. E difatti Agosti, esaminata la tipologia discorsiva di Pasolini. ne illuEpperò è proprio in un'articolazio11e«visibile» di suono che un distico famoso («entro quel raggio di torpediniera I che ci scruta poi gira se ne va») adempie la congiunzione fra oscura emergenza individua/e ed esigeme lucidità storica. La voce, luogo del desiderare e del/'estinguersi, è ali'origine degli straordinari trapumi dialogici, delle vocalità fa111asmaticheche insistono da Diario d"Algeria a Strumenti umani a Stella variabile. Chiudendo Stella variabile il leuore sa ciò che già aveva intuito: ognuna di quelle voci è un tenero annuncio di morte. L'idillio di Sereni non è un equivoco: ma esso ha preparato attraverso serie sempre più strette e limpide di personale/impersonale, scriventelscrillura, l'enunciato così spoglio perché nutrito da ciò che l'ha preceduto: «che di tutti i colori il più forte I il più indelebile I è il colore del vuoto». Giuliano Gramigna ma più ampio in quanto abbraccia tutte le manifestazioni dell'euritmia e simmetria artistica, dalla narrativa all'architettura e soprattutto alla musica, che propone alle altre arti un modello di orchestrazione delle varie spinte formali. Donde la coincidenza con il pensiero di Agosti a proposito della nozione di struttura sonora con esiti semantici, cioè semanticamente espressivi. L'indagine di F6nagy sulle figure •ripetitive, cioè su quelli che Agosti chiamerebbe i messaggi retorici prodotti dal «lavoro del testo», è centrata sulle figure del parallelismo, dell'antitesi, del chiasmo, mentre il principio della tensione crescente e della distensione successiva usufruisce della figura del climax o gradazione espressiva e della figura tematico-formale della prefigurazione; naturalmente, secondo F6nagy, se in un romanzo la tensione testuale è nutrita dalle azioni e dai processi psicologici dei personaggi, in poesia sono essenzialmente le componenti musicali, le catene fonico-ritmiche a crearla con la loro messa in scena formale. A fare attenzione, ci è persino possibile collegare il sesto paragrafo del libretto di F6nagy, «Realismo e costrizioni musicali», all'altro testo di Agosti, Tecniche della rappresentazione verbale in Flaubert, tanto è affine la loro area di ricerca e possibili quindi gli incontri. F6nagy dichiara necessario «non perdere di vista che l'interferenza tra strutture musicali e tendenze della vita reale fa anch'essa parte della orchestrazione dell' opera letteraria». Qui il lettore di Agosti è stimolato a ricordarsi del paragrafo «L'essere dei personaggi,. del libro flaubertiano, dove Agosti, esaminando la struttura attoriale della «figura della seduzione,. in Madame Bovary, dimostra con sottigliezza molto elegante che si è di fronte a una «figura reduplicata,., a una sovraimpressione del personaggio: la coppia Emma-Rodolphe è difatti iterata nella coppia Emma-Léon, ma attraverso la sovrapposizione, a livello situazionale e linguistico, di Emma al partner precedente Rodolphe. Un simile ricorso di Agosti alla iteratività della figura della seduzione fa riflettere sulle «costrizioni musicali,. nell'orchestrazione del reale di cui parla F6nagy. Questo tipo di approccio, che lo si veda alla luce del pensiero di F6nagy o a quella del pensiero di Agosti, risulta originale sia in ambito di statuto dei personaggi immaginari, terreno della narratologia, sia in ambito di rapporto condizionante fra livello formale e tematico nei testi di narrativa. F6nagy chiude il libretto con due suggerimenti: approfondire il rapporto fra strutture linguistiche e strutture del testo in quanto «la narrazione non ha certo preceduto, nel tempo, la frase»; inoltre studiare meglio il rapporto fra le figure di pensiero e le forme stesse del pensiero umano, sulla scia di lavori di logici e matematici (è citato il romeno Marcus, al proposito, e il suo Formai Study del 1977). S i chiude il cerchio delle riflessioni con un ritorno al punto di partenza, le Cinque analisi di Agosti, per dire che il cnt1co francesista ha un suo modo personalissimo e ardito di servirsi della linguistica (Jakobson, Saussure), della filosofia del linguaggio (Derrida), della psicanalisi (Lacan o Freud), della retorica e semiotica per fare luce su quel miscuglio o specie di compen~one fra ciò che è esplicito e implicito nel testo letterario, fra strutture sotterranee e di superficie. La caratteristica a parer nostro più stimolante delle ricerche di Agosti sta nel suo rivolgersi al testo poetico come a qualcosa che ha in sé un segreto. Perché un segreto? Perché il testo poetico è orientato, ma nasconde l'orientameo, sembra chiuso come un riccio, ma consente un'interminabile esegesi: è un oggetto misterioso. Montale direbbe un miracolo. È come se con esso si dovesse ricominciare daccapo ogni volta, anche se le sue leggi sono indubbiamente altrettanto rigide quanto le leggi matematiche, e sono in realtà leggi di scrittura. In questo senso, si sia o no d'accordo con Agosti nel dettaglio di singoli saggi, egli è un critico inquietante, che lascia un segno inconfondibile nel lettore; di questo soprattutto come studiosi gli siamo grati e come lettori di poesia, non orologiai della letteratura.
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