1. 3. senza mani stringendo nella mano su fondo grigio non mi ricordo da dove dopo di che abbiamo cominciato altrove volante sincronicoprolungato lafine della terra quando siamo la superficiesensibile ondulata mescolando si risollevae respira l'inchiostro allasaliva attaccatosimile appare come incompiuta leparole lontane premendola anche il ventofinisce allafine del cielo l'odore delle senza potersi dividere alberipieni di ancoraun poco tulio cambiato movimento continuo per caso variazione impercettibile 2. 4. 5. con l'altramano come quando se intanto segnando istanti e separati o perduti laggiùla linea la terrabianca dopo il buio sfinisce gli occhi tesi sommersi nel grande liquido tiepido ondulato 6. 7. o la mano percorre fino ali'osso sporgente lapelle tesa qui finisce bianca tremando e scrivendo non so quanto ti là lontano cancellanotulfo come il vento che c'è di nuovo gridano dagli alberi filtra appena un po· di chiaro Prove d'artista Nanni Balcstrini Finisterre [Alfa bela 46\ o immergendo lamano cosaformano lemani con le mani separa nel gesto dellamano abbiamo fallo tutto quello nel buio lungo la senza toccare che abbiamo gridi o le hai vistoquante mescolati i diversi che qualcosa volte il con le ditasegnando d'insopportabile non vento che arrotola lasuperficie sensibile può più successivevariazioni segni senza non deve le striscebianche segnali esseresopportato voglioancora da quellaparte più niente rotolando passano uccelli dafare dov'eravamo rimasti nuovi non calcolare il tempo seguendo il sole senza fine perché continuare a nell'orizzonte spugnoso nel vento e fermarsi senza accorger làse dici cancella sene il vento ............................................................................ ! BoccionaiMilano ! ■ Lea Vergine ■ • • ■ • ■ R epetita iuvant. Guido Ballo ■ ci riprova per la terza volta e ■ non manca il bersaglio. Da ■ più di venti anni lavora su Boccio- ■ ni: nel '64 pubblicò, per il Saggia- ■ /ore, una colossalemonografia; nel : '66 curò la mostra antologicaper la ■ Biennale di Venezia; nel '77 al/ar- ■ gò l'area a «Boccioni e il suo tem- ■ po» in Palazzo reale a Milano. ■ L'occasione, questa volta, è il cen- ■ tenario della nascitadi colui che fu ■ il più intelligente allievo di Giaco- ■ mo Balla. Ancora una rassegna di ■ Boccioni nelle sale di Palazzo rea- ■ •• • • •• le, ancora una gran bellamostra di dipinti, sculture e disegni del/'artista provinciale-cosmopolita per eccellenza, situato tra divisionisti, simbolisti e futuristi in quel clima milanese che Ballo ritiene determi- ■ nante per la formazione di questi. ■ «Agli inizi del secolo - scrive il ■ critico - la spima dell'economia ca- ■ pitalistica trasformava Milano da ■ città ancora agricola e artigianale ■ in città di civiltà industriale, con ■ tutti gli inevitabili dissidi, inquietu- ■ dini, scontri, improvvisi vuoti di : identità, riprese che tale trasforma- ■ zione implicava... ». :::: ■ Sequestrato dal destino il 17ago- ~ ■ sto del 1916, prima di compiere 34 -~ ■ anni, in seguito a una brulla caduta g_ ■ da cavallo mentre era arruolato sul ~ ■ fronte veneto, Umberto Boccioni, ~ ■ nato a Reggio Calabriada genitori e ■ romagnoli, è stato uno dei protago- ~. ~ nisti più significativi del grande ciE ■ e/o dell'arte moderna e contempo- ~ : ranea. Pur avendolo auraversato =: ■ per pochi lustri, questo momento ~ ■ aureo della ricercaartistica,in virtù ~ L d'una rara miscela d( f!!!.SSione -•••-· ... candore, disperazione e-folliad'as- festo dei pittori futuristi e svi/up- parte gli schemi del ritrai/opsico/o- sponibile, grazie a una tradizione : solutezze, si interrogò assaipreco- panda gli studi per La città che sa- gico d'impianto ottocentesco, /'i- di borghesia illuminata, a non la- ■ cemente sul senso e le finalità del le. È nato lo stile destinato a esercì- dentità immediata del personaggio sciar cadere ogni proposta innova- ■ linguaggio pittorico. tare un'enorme influenza interna- e dei luoghi; e penetra in essi. Na- trice. ■ Da Padova, nel 1907, scriveva: zionale; ed è quello con cui Boe- scita, ascesa, caduta, rinascita: è Anche per il pubblico degli stu- ■ «Tutto il passato - meravigliosa- ciani si identifica. falla. Figure, luoghi, oggelli entra- diosi le tele di Aroldo Bonzagni ■ mente grande-mi opprime, io vo- Non ha ancorai fatidici trentaan- no infusione e collusione, subisco- (1887-1918) o di Giovanni Sotto- ■ glio del nuovo. E mi mancano gli ni, quando creaoperecome Rissa in no lacerazioni e sdoppiamenti, il corno/a (1855-1917) costituiscono ■ elementi per concepire a che punto galleria, La risata, La città che sale, qui e ora è diviso, tu/lo si frange in una sorpresa interessante;e le ope- ■ si è, e di cosa si ha bisogno. Con Visioni simultanee, Stati d'animo, una molteplicità che altro non è che re di Medardo Rosso, Romolo Ro- ■ che cosafar questo? Col colore? O Elasticità, La strada entra nella ca- il riscontro - talvolta l'apparenza - mani, Balilla Pratella, Francesco ■ col disegno? Con lapittura?... Con sa, o quando scolpisce L'Antigra- della sostanziale unità. Le forme, i Cangiullo, Vittore Grubicy, Peliz- : tendenze veriste che non soddisfa- zioso, Testa + casa + luce, Svilup- • colori, i segni contaminati, defor- za da Volpedo, Leonardo Drude- ■ no più; con tendenze simboliste che po di una bottiglia nello spazio. So- mali, stravolti si trasformano in en- ville, Alma Fidora, Adriana Nisi ■ mi piacciono poco e che non ho no gli anni 1911-1912:il suo mo- tità iridescenti. Fabbri, Achille Funi, Carlo Erba ■ mai tentato? Con un idealismo che mento magico. Ha afferrato il IJan- Probabilmente uno dei suoi pro- hanno trovato una sagace colloca- ■ mi attira e che non so concretare? dolo e non lo molleràpiù. blemi fu dimostrare che si poteva zione. Ineccepibile anche l'inserì- ■ Mi sembra che oggi, mentre /'anali- Ha scoperto che la città che sale accettarela contemporaneità senza mento del disegno del 1913 di Fer- ■ . si scientifica ci fa vedere meravi- e che deflagra è ardente di luce; che rinunciare alla bellezza. Ma /'in- nand Léger. ■ gliosamente l'universo, l'arte do- l'artistaè al centro di forme telluri- quietudine che, dagli inizi del seco- L'opulento catalogo Mazzo/la ■- vrebbefarsi interpretedel risorgere che; che tutto si muove, brulica, lo, travagliail mondo, diventa così offre gli scrittipuntuali (estrosoper ■ poderoso, fatale, d'un nuovo idea- cresce, fermenta, si riproduce; che radiosamente spudorata nelle ope- sovrappiù quello di Guido Lopez} : lismo positivo. Mi sembra che l'ar- una catena infinita di relazioni re di Boccioni che il fenomeno pii- di Piero Quaglino e di Ornella Sei- ■ te e gli artistisono oggi in conflitto stringe e separa insieme le case, i torico, la corrente artistica da lui vafolta, Gian FrancoMaffina e al- ■ con la scienza... L'epoca nostra visi, gli oggetti, il paesaggio. rappresentata è, contemporanea- tri che, insieme a Ballo, hanno esa- ■ febbrile fa vecchio e in disuso quel- È vissuto dallemetamorfosi inin- mente, anche unfenomeno storico. minato, oltre alla vita e alle opere ■ lo che è stato fatto ieri. In Italiami terrotte, dall'inondazione delle im- Rientra in quella crisi di profonda di Boccioni, l'ambiente milanese al ■ sembra tutto in disuso; un'enorme magini, dagli slancifantastici, dalla revisione dei valori, attraverso la quale la personalità di Boccioni si ■ bottega da rigattiereper quelle d'u- complessità dei rapporti, dalle quale ogni epoca muore a se stessa vuole, da questa mostra, legata. ■ so. Le vie, le linee, le persone, i spinte dinamiche. Scopre, e dipin- per riprincipiareda capo. A vivere E bisogna concludere che ci si ■ sentimenti sentono di ieri con l'ag- ge, che -,.a,te - come la vita - è una le sconfitte degli anni che seguiran- trova davanti a un'altra dimostra- ■ gravante dell'odore indefinibile realtàche si fa attraversouna realtà no in Italia non fa a tempo; esce di zione di come la nostra cultura ■ dell'oggi. Noi viviamo in un sogno che si disfà. Che non ci sono le co- scena al culmine della sua tensione sappia detenere, in Europa, il pri- ■ stanco». se, ma un'unica pulsione cosmica creativaper un tragico incidente. mato della riflessione critica sulla : Quando si trasferisce a Milano, tale da contenere tulfo in sé; che il C'è ancora da dire che questa 11/- grande eredità delle avanguardie ■ qualche mese dopo, emerge subito passato rosicchia l'avvenire e si teriore rivisitazione di Boccioni ha senza cadere nelle fogne labirinti- ■ a fianco di Severini, Carrà, Mari- gonfia, avanzando in un processo inteso far luce sulla Milano di que- che del revival. Quando sa farlo o ■ netti, Russo/o, in quel crogiuolo inarrestabile. gli anni, alloggiando l'artista in un vuole farlo, evidentemente. ■ cioè di ent11Siasmii,ntuizioni e ar- Boccioni circuiva, prima, queste contesto che non è solo di stretta ■ dori che fu il primo tempo del Fu- masse, girava intorno alleforme; si osservanza futurista. Le ricerche Boccionia Milano ■ turismo. Non fu mai un artista in pensi a dipinti come Mia madre del condotte da Guido Ballo e dai suoi Catalogo della Mostra (Milano, Pa- ■ boccio; fiorì d'un tratto solo. 1907, al celeberrimo autoritratto collaboratori vanno anche lette co- lazzoreale, dicembre '82- marzo '83) ■ Nel /910 ha già individuato la dell'anno seguente, a Tre donne o me un omaggio a una cittàgenero- Milano, Mazzotta, 1982 ■ sua strada, sottoscrivendo il Mani- Crepuscolo del 1909. Poi mette da sa versogli i111el/ettuaelisempre di- pp. 367, lire 18.000 ■ . ....................................................... ..
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