Alfabeta - anno V - n. 46 - marzo 1983

Mensile di informazione culturale Marzo 1983 Numero 46 - Anno 5 Lire 3.000 - -"" Edizioni Cooperativa Intrapresa Via Caposile, 2 • 20137 Milano SRL Spedizione in abbonamento postale gruppo mno • Printed in Italy Agenzie per la comunicazione pubblicitaria in Milano e Modena ledettifilolo i'' I ,,,., - = "" , ;::.~: :o::co:;c.~;.;, tf'_,_., ~ ! * '. - J ( (': ;i • • . , # z... lii ','..,, . ~-=·', .. ,. ~ . ..,. ' emoneemminile M. Corti: Il lavoro tlel testo* G. Gramigna: Per Vittorio Sereni* P.A. Rovattl: Co-ltlentltà * C. Segre: Le serpi i■ se■o R. Granafeh P•soa e Canettl * F. Rontlollno: Botho Strauss * G. Almansi: Fiatosa * L. Vergine: Bocci-i a Milano Prove tl'artista: E. Bal/.1. Cage: Funghl/N. Balestrlnl: Flnlsterre * Da Parigi* Da Berlino R. Esposito: Tra le rovine * M. Pernlola: Le anime belle * M. Cucchi: Fuggevoli lt■•W■I * R. Sklar: FortllSB10 e dne-■ Testo: l■tervista a M. Mlnsky (a c•• tll G. Tonfonl)/Poesla Wfroate (a cura tll A. Porta) A. lllu1nlnatl: Sec-tlo Heltle99er * R. Gultlucch Le quattro W tll Lutero * R. Callosa, I. Colo■■elo: Varie epltleaie V. Zagarrlo: Hollywootl, Hollywootl * A. Ta9llaferrl: Intervista a Sldar * A. Bevere: Lotte tli faltllrlca ■el tlopog•erra B. Frallotta: Versi tl'amore * .1.-M. Do.. nach: Sull'Hypwlon, lettera aperta * N. F..a■I: Il ti••-• fe--i■He Cfr. * Lettere * Giornale tlel Glornall: Il «controshoc petrolffero• Bibliotecagi I i•,-··· COMU■lcm:lone: Usa, lnclletro veno la tele-■tlca * lm-■gl■I: La tv t1i 5••···

Teatro Viaggio con il patrocinio della Provincia di Bergamo le immagindiiquestonumero INCANTO per musicadanza teatro Parte prima: musica a curadi A. Bonacina, M. Guadalupi, V. Sacchiero Vocalità barocca e contemporanea febbraio Cathy Berberian: «Da Monteverdi ai Beatles» Joan Logue: «The switched on voice» marzo Duo Barazzoni-Tasini: «Cantate e sonate del '700 italiano» Giovani compositori: «Musiche inedite per voci e strumenti» Duo Balestracci-Rezzo: «Cantate sonate arie di scuola inglese ed italiana» aprile Adriano Banchieri (1568-1634): «La pazzia senile», direttore e concertatore: Sergio Baiestracci Parte seconda: danza a curadi MarinellaGual/erini Per danza marzo Valeria Magli: «Poudre d'Or» (prima assoluta), «Le ballate della Signorina Richmond», «Indications de jeu» Teatro dell'IRAA: «Il giocatore segreto» Teatro e danza La Fenice dei giovani: «Bagni Nettuno» Luisa Gay, Giancarlo Schiaffini: «Luz» Enzo Cosirni e Occhesc gruppo: «Calore» Jackie Marques e gruppo Alea: «Trois instants qui se suivent» La videoteca Giaccari: «Performers americani e tedeschi», videonastri presentati da M. Guatterini e L. Giaccari In queste fotografie di Giovanni Giovannetti c'è un bambino, Samue/, davallli alla tv. Naturalmente è solo. Così il suo interlocutore incontrastato resta il mezzo più emoziona/e e meno critico che si possa immaginare. Sappiamo tutti che dalla tv accettiamo perfino film di pessimo gusto, tanto per passare il tempo. In una recente polemica su una censura svedese al film E.T. aveva colpito una differenza abissale tra il divieto (paranoico) della commissione di vigilanza svedese e la semplice raccomandazione americana di «accompagnare i propri figli a vedere E.T.», non tanto per una questione di «paure» ma per sottolineare un elemento indispensabile all'uomo futuro: il colloquio (o la lite) con l'adulto, per mezzo della parola. Si sa invece che la tendenza di questi anni è stata quella di «abbandonare» i figli alla tv, dunque a quel linguaggio «logico-figurale» che rischia di diminuire ·molto la funzione critica del linguaggio «logico-verbale», cioè la parola autoconoscitiva e critica. Che questo sia un pericolo reale sembra fuori discussione (cfr. anche Bettelheim e Zelan, Imparare a leggere, Milano, Feltrinelli, 1982), Sommario La tv di Samuel e nessuno ha dubbi che -se le cose continueranno con questa tendenza - il numero dei «replicanti» salirà in misura adeguata alla vittoria finale della «Società Autoritaria». Proprio in questo numero di Alfabeta c'è un'intervista a Marvin Minsky, dove si chiariscono i concetti di frame (cornice) e di linguaggio innovativo; mi pare chiaro che il destino dei «replicanti» sia esattamente quello di vivere di sole «cornici» (e si sa che tutte le cornici sono precostituite). Si salveranno allora solo quei bambini che saranno in grado di «rifiutare» un consumo totale di tv; e la tendenza del bambino è piuttosto quella di dialogare che non di ipnotizzarsi: se i bambini possono dialogare, tra loro o con gli adulti, si dimenticano che esiste la tv, come l'esperienza ci sta insegnando. Già, ma quanti sono i bambini che realmentè possono dialogare? Circa un mese fa un grande quotidiano ha pubblicato il resoconto di una conferenza-dibattito sulla poesia e i bambini nelle scuole (cfr. Corriere della sera, 4 febbraio 1983). Il «titolista» del quotidiano si è così espresso: «Perché i bambini dicono no alla poesia». Le due parti che costituivano il servizio dicevano esattamente il contrario. Il Mario Pemiola Le anime belle (Romanticismopolitico, di C. Schmill) pagina 16 Augusto Illuminati Maria Corti Secondo Heidegger Il lavoro del testo (aut-autn. 187-188; Tempo ed Essere, (Cinqueanalisi. Tecnichedellarappre- di M. Heidegger) sentazione verbale in Flaubert, di S. pagina 16 Agosti; La ripetizione creativa, di I. Maurizio Cucchi · f I f F6nagy) Fuggevoli bambini Per m ormazioni si prega te e onare (Quasicostellazione,di T. Rossi) al T t V • • B pagina 3 ea ro 1agg10• ergamo, pagina 17 viaG. D'Alzano 6/B - tel. 035/211.211; Giuliano Gramigna Testo A d • • p· L"b à Per Vittorio Sereni u ttonum tazza t ert L'intelligenzaartificiale 035/216.310. ~;;n1 1 J0 Rovatti Intervista a Marvin Minsky ■••••••••••••••••••I Co-identità a cura di Graziella Tonfoni • E • (Claustrofilia - La frecciaferma, di E. pagine 19-20 : t1enne : Fachinelli) Poesiabifronte • • pagina 4 con intervento di Antonio Porta .. Decroux •. Cesare Segre pagine 21-22 Le serpi in seno Romano Canosa titolo dunque doveva essere: « Perché i bambini dicono sì alla poesia». li rovesciamento di senso operato dal giornalista va al di là della ormai consueta distrazione dei «titolisti»; esprime l'accettazione di un pregiudizio che neppure il fatto palmare di un'esperienza che lo smentisce riesce a scalfire. Come se l'abbandono della parola (e di una parola essenzialmente creativa quale è quella poetica, ce lo insegnano anche gli studi sull'intelligenza cosiddetta artificiale) fosse un fatto compiuto e accettabile. È curioso che un simile pregiudizio sia così profondamente radicato nella mente di un giornalista che, fino aprova contraria, con le parole ci campa, quindi dovrebbe conoscerne caratteristiche e usi, propri e impropri. Ecco il bambino davanti alla rv, preda lasciata senza difese da un mondo di adulti quasi felice di non dover più pensare. Naturalmente non è colpa della tv, che è semplicemente fatta a nostra immagine e somiglianza. Perché la tv, la si può anche spegnere senza pericolo (non c'è ancora l'obbligo, neppure nell'ultimo decreto del Governo, di tenerla accesa e di osservarla per almeno due ore al giorno). Biancamaria Frabotta Versi d'amore Antonio Porta (Versi d'amore, a c. di M.G. Maio/i Loperfido) pagina 36 Lettere pagina 37 Giornale dei Giornali Il «controshoc petrolifero» pagina 38 Indice della comunicazione Usa: indietro verso la telematica pagina 38 Le immagini La tv di Samue/ di Giovanni Giovannetti alfabeta mensiledi informazioneculturale dellacooperativaAlfabe1a • p I • («Maledeufiilologi» I) Isabella Colonnello e: pagina 5 Varie epidemie =: aro •: Fabrizio Rondolino (La malauiacheauerrì il mondo, di R. Botho Strauss Collier; La pestenellastoria,di W. Mc Comitatodi direzione: (La dedica _ Paare, Passanten,di B. Nei/I; Le epidemienella storia demo- Nanni Balestrini, Omar Calabrese, • I • Strauss;A/ler Welt Freund, di f. Be- graficaitaliana,di L. Del Panta;Can- Maria Corti, Gino Di Maggio, • su • cker) cer - Unsièclede tubercolose,di Esco[- Umberto Eco, Francesco Leonetti, :. :. pagina 5 fier-Lambioue;Le mal du siècle,di P. Antonio Porta, Pier Aldo Rovatti, Guido Almansi Vineis;La leueradiceva,di A. Magna- Gianni Sassi, Mario Spinella, • • • Fiatosa ghi) Paolo Volponi =: IDID10 =: pagina 7 pagina 23 Redazione: Rodolfo Granafei Roberto Guiducci Carlo Fonnenti, Vincenzo Bonazza, Pessoa e Canelli Le qua11roW di Lutero Maurizio Ferraris, Marco Leva, •• Prefazione di Giorgio Strehler •• (Una sola moltitudine, di F. Pessoa; (MartinLutero, di L. Febvre) Bruno Trombetti (grafico) Massae potere, di E. Canetti) pagina 25 Art director Gianni Sassi • • pagina 8 Vito Zagarrio Edizioni Intrapresa : : Prove d'artista: Hollywood, Hollywood Cooperativa di promozione culturale • • (Mostrainternazionaledel nuovo cine- Redazionee amministrazione • ~--• • Enrico Baj ma di Ancona, Pesaro/4 - 19 dicembre Via Caposile 2, 20137Milano • • pagina 9 1982; Hollywood. Lo studio system, di Telefono (02) 592684 • • John Cage Autori vari; Cinemamerica, di R. Coordinamentoeditoriale: : : F(t~;}~!iondii N. Balestrini) Sklar; Questions of Cinema, di S. Carlo Fonnenti • • Heath;Apparatus,di Awori vari) Coordinatoretecnico: pagina IO • 26 Giovanni Alibrandi • • Nanni Balestrini pagina • • Aldo Tagliaferri Pubblicherelazioni: • • Finisterre Intervista a Sklar Marco Pesatori • • pagina 11 pagina 27 Composizione: • : Lea Vergine Robert Sklar GDB fotocomposizione, : • Boccioni a Milano Fordismo e cinema via Tagliamento 4, Milano • -.,~",."ii•,- ~~ • (Mostra a Palazzo reale, Milano di- pagina 29 Telefono 5392546 • : cembre '82 - marzo '83) Cfr. Stampa: Rotografica s.r.l. • • pagina 11 Bibliografia analitica: via Massimo Gorlci, • • Da Berlino Opere di Vittorio Sereni San Giuliano Milanese • • a curadi Kurt Hilgenberg La narrativa italiana Distribuzione: Messaggerie Periodici : • e di MaurizioFerraris a curadi MaurizioFerraris Abbonamentoannuo Lire 30.000 • •• pagina 12 pagina 30 estero Lire 36.000 (posta ordinaria) • • Da Parigi Antonio Bevere Lire 45.000 (posta aerea) • Volume di 206 pagine • a curadi Nanni Balestrini Lotte di fabbrica nel dopoguerra Numeri arretrati Lire 5.000 : con 20 illustrazioni •• e di MaurizioFerraris pagina 33 Inviare l'importo a: Intrapresa • Prezzo Lire 16.000 • pagina 13 Jean-Marie Domenach Cooperativa di promozione culturale • Roberto Esposito Sull'Hypérion, lettera aperta via Caposile 2, 20137Milano •• ~_.,,,, •.,_ :. Tra le rovine pagina 35 Telefono (02) 592684 (Le rovine del senso, di Autori vari; Nadia Fusini Conto Corrente Postale 15431208 • • Dopo Heidegger,di M. Pernio/a;Pote- Il demone femminile Autorizzazione del Tribunale : • re e codicepolitico, di N. Luhmann; (Più donne che uomini, fascicolospe- di Milano n. 342 del 12.9.1981 • : Romischer Katl101izism1,usnd politi- eia/e di Sottosopra;L'indecentediffe- Direttore responsabile Leo Paolazzi • / sche Form, di C. Schmill) renza di A Bocchelli) Tutti i dirittidi proprietà/eueraria • Edizioni de corpo : pagina 14 pagin~ 35 • e artisticariservati • .,--------------'----------------L--------------, • In distribuzione • • Comunicazioneai collaboratori b) tutti gli articoli devono essere cor- La maggiore ampiezza degli articoli • come le nostre riviste • di •Alfabeta» rfJati da precisi e dettagliati riferimen- o il loro carattere non recensivo sono : Alfabeta, Il Cavallo di Troia, : Le collaborazioni devono presentare ti ai libri e/o agli eventi recensiti; nel proposti dalla direzione per scelte di • SE Scienza Esperienza. La Gola • i seguenti requisiti: caso dei libri occorre indicare: autore, lavoro e non per motivi preferenziali o • nelle librerie Feltrinelli : a) ogni articolo non dovrà superare titolo, editore (con città e data), nume- personali. Tutti gli articoli inviati alla ·Iclassici dei classici. Sofocle Aiace Trachini e traduzione di Umberto Albini e Vico Faggi a cura di Umberto Albini con testo a fronte Tucidide La guerra del Peloponneso libro primo a cura di Luciano Canfora con testo a fronte Polo Milione introduzione di Cesare Segre a cura di Gabriella Ronchi Browning Liriche e Monologhi a cura di Angelo Righetti con testo a fronte : delle città di Milano, Roma. • le 6 cartelle di 2000battute; ogni ecce- rodi pagine e prezzo; redazione vengono esaminati, ma lari- • Bologna. Firenze. Torino. • zione dovrà essere concordata con la c) gli articoli devono essere inviati in vista si compone prevalentemente di Bt.blioteca • G p • direzione del giornale; in caso contra- triplice copia e l'autore deve indicare collaborazioni su commissione. Padova. enova, arma. • rio saremo costretti a procedere a ta- indirizzo, numero di telefono e codice : Siena e Pisa • gli; fiscale. li Comitato direttivo Arnoldo MonJadori Editore Bib •••e•••• o~•s!!".-PiA----------------------------------_._----------~

lilavorodel testo Stefano Agosti Cinque analisi. Il testo della poesia Milano, Feltrinelli, 1982 pp. 191, lire 13.000 Tecniche della rappresentazione verbale in Flaubert Milano, Il Saggiatore, 1981 pp. 134, lire 12.000 Ivan F6nagy La ripetizione creativa. Ridondanze espressive nell'opera poetica Bari, Dedalo, 1982 pp. 125, lire 6.000 sto poetico. Teoria e pratiche d'analisi (Rizzoli 1972), si è colpiti dalla organicità di sviluppo di un pensiero teorico, al di là dell'identica griglia sottesa, e quindi dallo spessore nuovo dei saggi più recenti. Oggi Agosti parte da un chiaro postulato: vi è una profonda dicotomia nel linguaggio, una divaricazione senza ritocco possibile fra il discorso che egli chiama «mimetico-metafisico» e l'altro, il poetico. Nel primo dei due i significati delle parole sono omologhi al reale, in qualche modo gli corrispondono (cfr. i vari tipi di discorso comunicativo, pragmatico e qualsiasi tipo di linguaggio «settoriale», cioè tecnico, sportivo, filosofico, ecc.). In tale situazione mimetica ogni discorso ha, oltre a un «valore di pertinenza» (rapporto res-verbum), un «valore di appartenenza» in quanto vi è un soggetto razionale dell'enunciazione e dell' eMaria Corti discorso al soggetto razionale. Esiste un complesso «lavoro del testo» che dà luogo a diversi tipi di produzione di senso: nelle sue cinque analisi, dedicate nell'ordine del libro a Baudelaire, Valéry, Montale, Michaux, Pasolini. il critico dà la caccia ai segni caratteristici che sono il segreto della produzione di senso in ognuno dei cinque poeti. Ne nascono delle istantanee dello stile o dei veri ritratti, a seconda. Schematizzando - altro in questa sede non si può fare e ce ne scusiamo, - nella ricerca di Agosti si individuano tre principali . tipi di produzione di senso generabili dal lavoro del testo stesso: i messaggi formali (o associazioni fonico-timbriche sovrasegmentali, transfrastiche: in parole povere, a catena); i messaggi informali (quella che i francesi chiamano disseminazione della lettera, anagrammi, sotterranei movimenti del testo); i messaggi mina la «critica in atto» portata sul diSCO{SmOimetico attraverso figure come la repetitio (iterazione) che spezza la progressività del discorso e altre che dilapidano i significati, rompono la melodia del canto, sovradeterminando criticamente il discorso stesso. E d è a questo punto che ci è parso complementare ai s~ggi di Agosti quello recentissimo di Ivan F6nagy, stampato in prima mondiale nella «Collana Bianca,. di Dedalo, diretta da Sergio Finzi e Mario Spinella (n. 20), e mirabilmente (cosa rara!) tradotto su un inedito in francese da Spinella. Qui il grande studioso ungherese di fonologia e psicanalisi studia proprio la funzione delle figure ripetitive e del principio di tensione e distensione all'interno del linguaggio poetico. F6nagy usufruisce di un punto di vista simile a quello di Agosti, cioè «formale», N ell'universo dei mass media il rifiuto della paziente informazione, quasi si trattasse di uno strafare o di una non pertinenza, comporta le sue conseguenze nette: notizie errate e notizie mancate. Qualche esempio velocissimo delle prime? In questi ultimi mesi sarà capitato a vari lettori di leggere su quotidiani nazionali che la Cronaca di Novalesa, consigliata come strenna, tratta delle lotte fra Longobardi e Franchi nel secolo XII (con rimbalzo della datazio- PerVittorioSereni ne del testo su uno dei temi trattati), oppure che essa è stata edita a cura di Maria Corti (invece che del valente Giancarlo Alessio: in La Disrnssione del 13 dic. 1982), oppure che a Roma nel secondo ciclo di «Paso doble» ci saranno incontri fra poeti contemporanei e del passato: uno degli incontri avrà luogo fra Antonio Porta e Giovanni Porta (per Pascoli: Tu110/ibri del 29 genn. 1983), e via di seguito. Va postillato che la mente umana è fatta in tal modo che alla fine una serie di inesattezze, al di là dell'imbarazzo e del fastidio, può generare ilarità, come spesso il reale soggetto a deformazione. Generano malinconia invece le assenze, i vuoti, i silenzi. Vi sono autori, scrittori e critici, venuti a inserirsi nella mitologia dei giornali: qualunque cosa scrivano, di loro si parla sempre. La sorte degli altri, al contrario, è affidata all'attenzione del singolo direttore di L a formula «che cosa abbia significato» (e si sol/intende: per una generazione o per una famiglia di /e11ori),quando si applichi a uno scrillore risulta 10111i0nvirante quanto ambigua, rischiando di scaricare ogni riferimento sul dorso di un'emozione, confusa o peggio privata. Ma nessuna lellura avviene in vitro. Così, cercando di traguardare freuolosamente ciò che è la poesia di Vi/Iorio Sereni, scomparso ora . in modo improvviso, si finisce per capire che il senso ultimo di quel lontano libre/lo vallecchiano di Poesie (1942), recuperante la pregressa Frontiera, e accompagnato dal patetico envoi dalla P(osta) M(ilitare) 76, avrà pure avuto a che fare con gli ideali destinatari, ventenni anche loro in grigioverde, anche loro a11datia «dannarsi, a i11sabbiarsi per anni». li titolo Poesie auenuava su pagina o articolista o a un pizzico • quello più vivido e «comprometdi brutale casualità, che fa arrivare tente» di Frontiera, ma era variante il testo sulla scrivania del possibile recensore. È ovvio che la validità di un testo non dipende dalle reazioni o meno dei contemporanei; tuttavia, quando qualcuno di noi incontra libri che reputa notevoli, mal sopporta l'altrui distrazione. Fra l'autunno del 1981 e la primavera del 1982Stefano Agosti ha pubblicato due libri assai originali nunciato che può considerarsi responsabile del discorso stesso, orale o scritto che sia. Visione per così dire chiusa, organica del testo, con una gerarchia dei livelli, da quello del significato (più alto) a quello del significante o livello formale (più basso). di cui, e vorremmo sbagliarci, qua- s e si passa sull'altra sponda, si niente si è parlato: Tecniche del- cioè sul versante del linguag- /a rappresentazione verbale in gio poetico, la situazione si Flaubert e l'altro, Cinque analisi. stravolge per la forza eversiva asAgosti si configura uno dei critici sunta dai significanti, i quali non più coerenti nel suo sviluppo teor~ solo salgono al livello più alto, ma co e contemporaneamente più sti- funzionano secondo una loro logimolanti per l'intrepidezza delle ca che non è certo di natura aristoposizioni; una lode reputabile sin- telica o comunque razionale. Due cera in quanto chi scrive qui lavora sono i territori di sovranità dei sisecondo un punto di vista che è gnificanti, la pratica poetica e certo complementare, ma senza quella psicanalitica (donde il titolo dubbio assai differente, come dire di ascendenza freudiana Cinque filologico-storico e semiotico. analisi). Tre aspetti della pratica La formazione francese di Ago- poetica sono generatori della forza sti e la lunga frequentazione di e splendore e violenza della forDerrida, Lacan. Bonnefoy hanno ma, che ha fatto la gloria dei poefavorito in lui l'approfondimento ti: il rovesciamento della gerarnel corso degli anni di una duplice chia significato-significante; la problematica: operazione dell'in- conseguente differenza qualitativa conscio nella scrittura e funzione del linguaggio poetico rispetto agli del livello formale ovvero dei si- altri linguaggi (nozione questa che gnificanti entro il testo. Se ora si è difficile far afferrare nel profonlibro Cinque ane!f.si a do ai linguisti); la caduta del valer ~c§d 11- uar7/ 18 n I ppartenenza completa del che riguardava non la psicologia bensì il tono. Giova11niGiudici, i11tervenendo affeuuosamente per la morte di Sereni, ha souolinearo il timbro, del 11111s0ereniano, del significante « Europa» che si ripete a//raverso i suoi libri. Esso compare per la prima volta in limine a «Concerto in giardino»: «A quest'ora I innaffiano i giardi11in tulla Europa. I Tromba di spruzzi roca, ecc.» Quella tromba «mirum spargens sonum» ha prolungato per tu/lo ciò che Sereni ha seri/lo un'intonazione continuamente mascherata e irraggiungibile sollo infinite buone ragioni metriche, prosodiche, foniche. Difatti, riemerge negli ultimi documenti di Stella variabile (/981), tromba di «Torolllo sabato sera», sibilo di «Autostrada della Cisa». Si rischia di ridurre a questio11i di musicalità un poeta autentico che nella fin troppo proclamata «esilità» itisi11uauno spessore ostinato? Preoccupazione assurda. retorici in quanto effetti di contaminazione semantica (metafora, comparazione, polisemia, ecc.). Per questi tre percorsi, alternativamente privilegiati dal poeta (e anche dal suo ermeneuta), il testo poetico raggiunge una produzione eccedente di senso, cioè una totale semantizzazione. Il che per altre vie già è stato detto da vari semiologi russi e italiani: tutto nel testo significa, emette messaggi, persino lo spazio vuoto che circonda le righe; nulla essendo ridondante, nell'ipersegno artistico la felicità espressiva è segnale di una prof ondeur de la surf ace. Non tutto, sia detto, convince all'atto della applicazione, soprattutto nei riguardi dei due testi di Montale, ma l'intelligenza lirica della decodifica agostiana è sempre stimolante (si veda l'acuto esame della comparazione in Baudelaire). Saggio più originale di tutti forse, anche perché impreveduto, è quello che il critico dedica a Pasolini: qui si tratta di un poeta che lavora sull'altra sponda del linguaggio, cioè sul discorso mimetico che nella teoria di Agosti è normalmente speculare al poetico. E difatti Agosti, esaminata la tipologia discorsiva di Pasolini. ne illuEpperò è proprio in un'articolazio11e«visibile» di suono che un distico famoso («entro quel raggio di torpediniera I che ci scruta poi gira se ne va») adempie la congiunzione fra oscura emergenza individua/e ed esigeme lucidità storica. La voce, luogo del desiderare e del/'estinguersi, è ali'origine degli straordinari trapumi dialogici, delle vocalità fa111asmaticheche insistono da Diario d"Algeria a Strumenti umani a Stella variabile. Chiudendo Stella variabile il leuore sa ciò che già aveva intuito: ognuna di quelle voci è un tenero annuncio di morte. L'idillio di Sereni non è un equivoco: ma esso ha preparato attraverso serie sempre più strette e limpide di personale/impersonale, scriventelscrillura, l'enunciato così spoglio perché nutrito da ciò che l'ha preceduto: «che di tutti i colori il più forte I il più indelebile I è il colore del vuoto». Giuliano Gramigna ma più ampio in quanto abbraccia tutte le manifestazioni dell'euritmia e simmetria artistica, dalla narrativa all'architettura e soprattutto alla musica, che propone alle altre arti un modello di orchestrazione delle varie spinte formali. Donde la coincidenza con il pensiero di Agosti a proposito della nozione di struttura sonora con esiti semantici, cioè semanticamente espressivi. L'indagine di F6nagy sulle figure •ripetitive, cioè su quelli che Agosti chiamerebbe i messaggi retorici prodotti dal «lavoro del testo», è centrata sulle figure del parallelismo, dell'antitesi, del chiasmo, mentre il principio della tensione crescente e della distensione successiva usufruisce della figura del climax o gradazione espressiva e della figura tematico-formale della prefigurazione; naturalmente, secondo F6nagy, se in un romanzo la tensione testuale è nutrita dalle azioni e dai processi psicologici dei personaggi, in poesia sono essenzialmente le componenti musicali, le catene fonico-ritmiche a crearla con la loro messa in scena formale. A fare attenzione, ci è persino possibile collegare il sesto paragrafo del libretto di F6nagy, «Realismo e costrizioni musicali», all'altro testo di Agosti, Tecniche della rappresentazione verbale in Flaubert, tanto è affine la loro area di ricerca e possibili quindi gli incontri. F6nagy dichiara necessario «non perdere di vista che l'interferenza tra strutture musicali e tendenze della vita reale fa anch'essa parte della orchestrazione dell' opera letteraria». Qui il lettore di Agosti è stimolato a ricordarsi del paragrafo «L'essere dei personaggi,. del libro flaubertiano, dove Agosti, esaminando la struttura attoriale della «figura della seduzione,. in Madame Bovary, dimostra con sottigliezza molto elegante che si è di fronte a una «figura reduplicata,., a una sovraimpressione del personaggio: la coppia Emma-Rodolphe è difatti iterata nella coppia Emma-Léon, ma attraverso la sovrapposizione, a livello situazionale e linguistico, di Emma al partner precedente Rodolphe. Un simile ricorso di Agosti alla iteratività della figura della seduzione fa riflettere sulle «costrizioni musicali,. nell'orchestrazione del reale di cui parla F6nagy. Questo tipo di approccio, che lo si veda alla luce del pensiero di F6nagy o a quella del pensiero di Agosti, risulta originale sia in ambito di statuto dei personaggi immaginari, terreno della narratologia, sia in ambito di rapporto condizionante fra livello formale e tematico nei testi di narrativa. F6nagy chiude il libretto con due suggerimenti: approfondire il rapporto fra strutture linguistiche e strutture del testo in quanto «la narrazione non ha certo preceduto, nel tempo, la frase»; inoltre studiare meglio il rapporto fra le figure di pensiero e le forme stesse del pensiero umano, sulla scia di lavori di logici e matematici (è citato il romeno Marcus, al proposito, e il suo Formai Study del 1977). S i chiude il cerchio delle riflessioni con un ritorno al punto di partenza, le Cinque analisi di Agosti, per dire che il cnt1co francesista ha un suo modo personalissimo e ardito di servirsi della linguistica (Jakobson, Saussure), della filosofia del linguaggio (Derrida), della psicanalisi (Lacan o Freud), della retorica e semiotica per fare luce su quel miscuglio o specie di compen~one fra ciò che è esplicito e implicito nel testo letterario, fra strutture sotterranee e di superficie. La caratteristica a parer nostro più stimolante delle ricerche di Agosti sta nel suo rivolgersi al testo poetico come a qualcosa che ha in sé un segreto. Perché un segreto? Perché il testo poetico è orientato, ma nasconde l'orientameo, sembra chiuso come un riccio, ma consente un'interminabile esegesi: è un oggetto misterioso. Montale direbbe un miracolo. È come se con esso si dovesse ricominciare daccapo ogni volta, anche se le sue leggi sono indubbiamente altrettanto rigide quanto le leggi matematiche, e sono in realtà leggi di scrittura. In questo senso, si sia o no d'accordo con Agosti nel dettaglio di singoli saggi, egli è un critico inquietante, che lascia un segno inconfondibile nel lettore; di questo soprattutto come studiosi gli siamo grati e come lettori di poesia, non orologiai della letteratura.

Co-identità Elvio Fachinelli Claustrofilia Saggio sull'orologio telepatico in psicanalisi Milano, Adelphi, 1983 pp. 199, lire 8.000 La freccia ferma Tre tentativi di annullare il tempo Milano, L'Erba Voglio, 1979 pp. 171, lire 4.500 11 precedente libro di Elvio Fachinelli, La freccia ferma, era una singolare riflessione a partire da un caso: un modo bloccato di vivere la scansione temporale. Ma il caso del tempo vissuto ossessivamente - notava Fachinelli - ha una verità implicita che riguarda l'esistenza individuale di ciascuno, verità retrodatata al momento di una difficile scelta infantile tra appartenenza e distacco dall'altro. L'immagine evocata era quella di una stretta passerella in cui, come un equilibrista, ciascuno deve cercare di mantenersi. Il tempo lineare e progressivo, il nostro «tempo sociale», cancella il ritmo più profondo che scandisce l'equilibrio instabile a cui continuamente dobbiamo provvedere. Così il quadro curioso disegnato da Fachinelli andava dilatandosi nel corso della narrazione, e dal caso di un ossessivo giungeva a considerazioni poco rassicuranti sulla nostra scena storico-sociale, ormai svuotata di ogni relais simbolico o rituale in grado di far circolare il dilemma individuale attraverso l'unico medium - la scena sociale, appunto - che possa attenuarne l'irrigidimento e il blocco. tempo - qui i tempi dell'analisi, quello spezzettato della singola seduta (che tende ad abbreviarsi) e quello lento, quasi immobile dell'intero trattamento (che tende ad allungarsi indefinitamente) - si trasforma più che espandersi. La scena si sposta in un prima che precede la zona in cui la regressione freudiana poneva i suoi limiti: si supera a ritroso il confine della nascita e si entra in un'area ipotetica, seppure già indagata da ricerche sullo psichismo prenatale (Fachinelli si rifà a quelle dell'argentino Raskovskij e dell'italiano Mancia). Contemporaneamente è Pier Aldo Rovatti disposta, i fili non potranno essere sciolti e anzi gli interrogativi saranno stati moltiplicati. Già il titolo si presenta come un intrico: «Claustrofilia. Saggio sull'orologio telepatico in psicanalisi». Cosa lega la claustrofilia con l'orologio telepatico? E, posto che si venga in chiaro sulla claustrofilia (tendenza al chiuso, a rinchiudersi, come leggiamo a p. 63), cosa è mai questo «orologio telepatico»? La sorpresa e il rebus da decifrare indicano al lettore che genere di storia si accinge a seguire. E la sorpresa di Fachinelli di fronte all'intervistatore dell' Espresso che da buon giornalista coquello teorico, perché l'espressione «orologio telepatico,. pretende a un preciso contenuto di°pensiero, a quello autobiografico, quasi irrilevante, quando Fachinelli decide di far visita a un «esperto,. (ricavandone l'indirizzo dall'annuncio di un giornale) per poi arrestarsi, con un moto di riso, dinanzi alla sconcertante coincidenza tra il nome della via in cui dovrebbe recarsi (via Plutarco) e quello comparso poco prima in una seduta, proprio in uno di quei sogni che egli utilizza nel libro per le sue ipotesi (via Pompeo, «che sentivo nominare per la prima volta»). Questa dilatazione non sembrava comunque la cifra più genuina della ricerca, la quale visibilmente era percorsa da una tensione verso qualcos'altro. Come recensore non specialista di questioni psicanalitiche, ero rimasto colpito dal tentativo di Fachinelli di costruire una «narrazione teorica», estranea ai modelli saggistici correnti e anche ai moduli psicanalitici che pure si servono da sempre del racconto dei casi. Inseguendo un tema che già di per sé sembrava domandare un trattamento non codificato in una forma comune di esposizione, mi pareva che Fachinelli mirasse a un'operazione ambiziosa quanto interessante: stringere in un unico impasto espositivo registri diversi, saggistico, autobiografico, narrativo (una narrazione con colpi di scena e ritrovamento dell'incastro sulla base di indizi non congruenti), ma senza rinunciare al risultato conoscitivo. Le reazioni di Samuel. La sequenza delle trentasei foto, scattate a intervalli irregolari, ha coperto un tempo di 40 minwi circa (mentre sullo schermo passavano due cartoni animati). Questo tipo di narrazione non voleva funzionare come un materiale da consegnare, alla fine, alla riflessione interpretante: mi sembrava che, all'inverso, l'intenzione fosse, pur con le molte e dovute cautele, quella di rifondere l'interpretazione nella narrazione, e di conseguenza quella di conservare la molteplicità dei piani e degli spunti, anche abbozzati o solo suggeriti; e inoltre di non collocarsi, come autore, fuori della scena ma, nella misura del possibile, di venirne a costituire un elemento interno. la cosiddetta «scena primaria» a fornire il riferimento: il bambino che osserva da fuori qualcosa e qualcuno (la madre) che però vive anche pienamente da dentro. Ma una terza scena è sotto gli occhi, e certamente è la più prossima: il colloquio analitico, appunto quell'ora scarsa che tenderebbe a diventare senza tempo, non certo e non solo per l'astuzia commerciale di un'istituzione. Piuttosto c'è da c.hiedersi: su cosa così saldamente si mantiene questa capacità imprenditoriale? Dire «transfert» è troppo poco, per Fachinelli. Un ulteriore spazio si intravvede, a tratti, accanto a queste scene. Più defilata, quasi a margine, ma ben presente, sta la scena privata dello psicanalista Fachinelli: pensieri, dubbi, lapsus, interessi e preoccupazioni personali che affiorano e talora diventano predominanti anche perché si intrecciano con il resto, dalla lettera all'editore tedesco a proposito del titolo da dare alla traduzione della Freccia ferma (non senza un poco di 11 nuovo libro, Claustrofilia, è esibizionismo intellettuale), alla uscito a breve distanza di anni, questione del trasloco dello studio come una continuazione. Man- (preoccupazione ben reale oltre i tiene questo carattere, nonostante risvolti simbolici). siano alquanto cambiati i temi e Anche qui, dunque, e ancora più ora l'ambizione scientifica punti a marcatamente, il lavoro del teorico un bersaglio più grande (corregge- è la messinscena di una storia a più re Freud integrandolo su un punto fili, dove accadrà che, per tentare di Bib nròteca g rrroo 18 rìbctrli secondo una trama preglie al volo la «telepatia» per fare il pezzo è, come dire, «dovuta» più che autentica (cfr. «Viva la telepatia», in L'Espresso, 30 gennaio 1983). Di questi fenomeni paranormali Freud si interessava in privato, anche se poi in pubblico era molto cauto: la maggior parte degli psicanalisti - annota Fachinelli - «ha ereditato la cautela e perso l'interesse». Sul quale interesse, abbastanza marginale nel libro (ed è il suo modo di spiccare), in ogni caso tutti i registri della storia vengono chiamati a misurarsi: da Le varie scene si intrecciano, infatti, sotto il segno della ricerca di un «rapporto» che ha a che fare con ciascuna di esse. Nel rapporto tra due persone accade qualcosa che non si lascia definire nei modi usuali: lì il tempo tende a un appiattimento, e forse ad annullarsi, la comunicazione mostra un'intensità tale che forse è possibile uno scambio. Ma non si tratta propriamente di una fusione, di un'identificazione totale nell'altro, o di una duplicazione. Lacan è chiamato in causa nell'ultimo capitolo del libro a proposito delle sedute brevi e delle interruzioni che costringono a una precipitazione e alla rottura di una continuità. Non sembra però che Fachinelli restituisca a Lacan la pregnanza (e la complessità) di uno dei suoi saggi più ispirati, quello appunto sul «tempo logico,.. D i nuovo il discorso resta sospeso, e chiede un'altra continuazione. Intanto, Fachinelli ha lasciato il filo del tempo (che non è certo sciolto, come può sembrare dalla strutturazione del libro) e si è rivolto a un oggetto più inquietante, la co-identità. E forse la vera polemica con Lacan è a questo punto sottintesa, e riguarda il «rapporto duale», relazione di reciproca cattura, rischio dell'immaginario per Lacan sempre in agguato e tanto più nella seduta analitica. L'ipotesi che i sogni non si arrestino alla soglia della nascita ma trascinino un fondo più antico e pur sempre individuale, e il primo tentativo di attraversare quest'area che viene qui chiamata claustrofilica, produce dei risultati, dei materiali, delle persistenze simboliche che, nella narrazione, solo di sfuggita vengono considerati per il loro autonomo valore teorico. Subito infatti si spostano di registro: se hanno qualcosa da dire, dovranno aiutarci a sbrogliare l'enigma di un «incontro» cui - pare - vogliamo restare attaccati accettando come un vantaggio il rischio di una perdita, almeno parziale, della nostra identità individuale. Così, mentre il problema tecnico che veniva sollevato («perché l'analisi tende a divenire interminabile?,.) sembra liberato di qualcuno dei suoi veli attraverso l'individuazione di un'area in cui il bambino non ancora nato e la madre che non l'ha ancora partorito sono assorbiti in una unità ancora più persistente di quella che poi sarà data a vedere dopo la nascita, e dunque in essa «chiusi» (e si tratterà allora di rompere quest'involucro o questo cordone), è proprio a questo punto (su cui gli specialisti avranno molto da discutere) che il libro di Fachinelli mostra quel «di più,, che la narrazione aveva fatto intravvedere fin dall'inizio. Lo scioglimento programmato del rebus che si era spinto fino alla costruzione enfatica della formulazione stessa dell'enigma (si pensi ancora al titolo) inciampa in un limite interno. Il vero rebus è quello che non era stato messo in programma perché esce dalla psicanalisi. La tesi da dimostrare è ormai scavalcata da una storia che tende a esplodere in varie direzioni. Fachinelli si dimostra consapevole di questo. Il montaggio delle varie scene non è infatti solo un espediente per catturare l'attenzione e farla poi approdare alla «scoperta» teorica. Tra la «cattura» di cui parla Lacan (ma perché non Sartre, e, genealogicamente, perché non Hegel?) e la «doppia cattura» di cui è sembrato delirare Deleuze, ferocemente anti-analitico, si situa uno spostamento teorico che anche Fachinelli ha sotto gli occhi. Quel mondo metaforico e allusivo di acque che si mescolano, di differenze che si scambiano, di giardini meravigliosi e di fortezze buie, che si disegna nell' «area claustrofilica» prenatale, è, intanto, davvero da neutralizzare? Anche Fachinelli dubita che sia poi il «chiuso» a predominare e che non si tratti solo di fare i conti con il passato. La co-identità è misteriosa, non assurda. Vi oscilla l'identità individuale, su cui ci siamo ortificati per secoli: attività e passività agiscono da entrambi i lati, col rischio che uno schiacci l'altro, ma senza che ciò sia necessario. C'è dunque un altro principio di individuazione che la coscienza individuale non può che tradire? È eccezionale, o è invece una normalità da cui lo sguardo rifugge per abitudine e per timore? Che cosa precisamente sta mimando la seduta analitica? Una realtà sepolta o una dinamica quotidiana? Anche Fachinelli, pur con i piedi ben saldi sul terreno psicanalitico, è incerto. E se quell'amore per il chiuso fosse di fatto una spinta all'aprirsi, la condizione minima, seppur complessa, che regge ogni rapporto?

.......................................................................... ., ■ - Maledetti filologi/I - ■ Le • • ■ 5 serp1, ,!I seno i • • • • •• Q uando, nell'ottima e varia sarebbe morto vescovo a dieci an- pire (ofingere di capire)parole co- colto le sue narrazioni nei caruggi alla signora Giusi, fa sì che pagine : «Biblioteca del Minotauro» ni, dopo aver scritto centinaia di me catello, unghiale, nomora, an- di Genova, allora pullulanti di di autori di ogni epoca siano ripro- ■ di Serra e Riva, abbiamo vi- pagine in latino. Per di più si affer- dare caendo e così via - solo nelle agiografi e narratori di leggende dotte senza economia. Persino ■ ■ sto un volume di Jacopo da Varagi- ma, ivi stesso, che i suoi sermoni prime pagine. edificanti. Fratelli di Samonà è disturbatoper ■ : ne, ci siamo rallegrati:questo auto- erano in volgare. Un altro colpo Il verbo «capire» ci è sfuggito. Sempre fedele al suo «metodo», commentare la vita (apocrifa) dei ■ ■ re arciconosciutoma di difficile re- per i filologi, che hanno sempre Come dichiara con lodevole since: la curatricenon accenna nemmeno santi Frumenzio e Frumenzio (p. ■ ■ perimento è tornato a portata di creduto che quei sermoni fossero in rità la signora Baldissone, ella ha alla tradizione celticae ai testilatini 265), che infatti erano anch'essi ■ ■ mano. Insospettiva il titolo, da lui latino. evitato non solo le note filologiche, sulla navigazione di san Brandano fratelli. ■ ■ mai usato e senz'altro improprio, Resterebbe l'utilità di avere sotto ma quelle esplicative (p. 28): ciò (p. 110), di cui si accontenta di ci- Questo libro è unfrutto sintoma- ■ ■ specie dopo aver letto le due giusti- mano la Legenda aurea. Ma que- che si deposita nel corpo minore tare il volgarizzamento recente- tico dello spontaneismo critico in : ■ ficazioni che ne danno i curatori sta è stata sottoposta a un tratta- che segue i testi è il sedimento delle mente ripubblicato (1975). Tanto voga qualche annofa. E certo, nes- ■ ■ (pp. 21 e 27); insospettivail sottoti- mento che non si oserebbe augura- sue (della signora Baldissone) as- meno ricorda (eppure la cosa non suno ha il diritto di turbare il piace- ■ ■ tolo, dato che birbanti sembra po- re agli scritti dei curatori. L'ordine sociazioni di idee (p. 28), ispirate dovrebbe interessaresolo i filologi) re che i testi e le associazioni libere ■ ■ co consono agli «oppositori» dei dei capitoli (anche molto sfoltiti) è da un orgasmatico «piaceredel te- che la vitadi san Giosafat è ricalca- hanno procurato e procurano ai ■ : santi e ai santi stessi, anche prima scompigliato a favore di un rag- sto» (p. 26). ta su quella di Budda, giunta in oc- due curatori. Ci si può invece do- ■ ■ della loro carriera verso il paradi- gruppamento tematico, e non si ac- Si penserà con fastidio che, dati cidente per tramiti completamente mandare con che diritto questo ■ ■ so. Ma era meglio non precipitare, cenna nemmeno che queste vite di questi intenti, il supermercato «Me- noti. L'associazione di idee che le è stesso piacere sia imposto al lettore ■ ■ pendeva la deprecazione dello santi (ma i curatori le chiamano dioevo e curiosità» abbia fornito i venuta in soccorso è quella con la indifeso, che forse preferirebbe ■ ■ «specialismo filologico», pronun- novelle) sono ordinate, nel/'origi- soliti surgelati:un po' di psicanalisi biblica valle di Giosafat, che e' en- avere testi autentici e informazioni ■ ■ ciata sin dallaprima pagina (p. 9), nate, secondo il calendario liturgi- - magari combinata con Sade per trasolo come stimolo alladeforma- pertinenti, su cui poi cercare lui, ■ ■ ribadita dallaseconda curatrice (la co e con una periodizzazione sim- l'ovvia frequenza di supplizi in zione del nome originario del per- come e quanto vuole, e probabil- ■ ■ Baldissone), che assicura di aver bolica. Inoltre, molte vite non sono un'opera su santi martiri, - un po' sonaggio. mente con maggiorgiudizio, il pia- : ■ «messo daparte ogni intentofilo/o- quelle scritte da Jacopo, ma altre, di cultura del corpo, un po' di tra- Abbondano invece le associazio- cere proprio. ■ ■ gico» (p. 26). Era tempo di vedere aggiunte in un'edizione secentesca: sgressione, un pizzico di Bachtin e ni «brillanti»:per san Pietromarti- ■ : con calma cosasi combina con cosi insomma degli apocrifi. Un nuovo forti dosi di Baltrusaitis e di certo re si citano l tre moschettieri e Ro- ■ ■ illuminati propositi. ludibrioper il pio scrittore, qui pre- Borges. Purtroppo sì, la supposi- bin Hood (p. 145); sant'Orsola è ■ ■ Inutile cercarenellepagine intro- sentatoperò come «fine e truculen- zione trova conferma. Molte illu- una «belle dame sans merci» da ■ ■ duttive la spiegazione del titolo (di- to (?) inventore di exempla» (p. strazioni saccheggianoproprio gli confrontare con certedonne di Me- ■ ■ co quello vero, Legenda aurea, che 27). Poi (è la trovatapiù originale ultimi due autori, senza preoccupa- rimée (p. 77);MariaMaddalena ri- Jacopo da Varagine ■ ■ non significa propriamente «leg- di questimangiaftlologi) le vite non zione per il fatto che il gusto misti- corda, nell'ordine, la Maria Janis Le serpi in seno : ■ genda»). Vano chiederenotizie sul- vengono date né in latino né in una ficatorio di Borges sia anche mag- di Tomizza (La finzione di Maria), Santi e birbanti della ■ ■ la vita del grandepredicatore e ero- scorrevole versione italiana, ma giore della sua erudizione. Il col- santa Teresa del Bernini vista da Legenda aurea ■ ■ nista. L'informazione più ampia è nella traduzione trecentesca già fantedi tutti questi ingredienti è una Lacan, frate Cipolla del Decame- dal Medioevo alla Controriforma ■ ■ nella quarta di copertina, dove un pubblicata dal Levasti nel 1924. confusa considerazione dell'orali- ron, Il monaco di Lewis, Atti im- a cura di Giusi Baldissone ■ ■ diavoletto antifilologico ha fatto Nessun aiuto al lettore che, oltre a tà, quasi che il dotto vescovo non puri di Pasolini, e cosi via (pp. e Folco Portinari ■ : scrivere come data di nascita 1288 digerire i molti conciossiacosaèhé avesse compilato dalle fonti (allo- 300-1). Questa serie di associazio- Milano, Serra e Riva, 1982 ■ Linvece che 1228:insomma, Jacopo di dallacasianameritoria, deve ca- ra) più accreditate, ma avesse rac- ni, dato il piacere che ha procurato pp. 359, lire 18.000. ■ ........................................................................... Botho Strauss La dedica Milano, Guanda, 1982 pp. 94, lire 7.500 Botho Strauss Paare, Passanten Miinchen-Wien, Hanser, 1982 Jurek Becker Aller Welt Freund Frankfurt, Suhrkamp, 1982 I n una sala da ballo un po' malandata di Berlino due persone, marito e moglie, stanno ballando un vecchio successo degli anni cinquanta. Lui non ricorda esattamente le parole della canzone, borbotta qualcosa e si confonde; lei, al contrario, sussurra, come in sogno, una strofa dopo l'altra. Non può dedicare il ricordo a chi le sta accanto: il suo sguardo si volge pallido agli angoli della sala che ruota intorno a lei («non esiste un ricordare comune»). In questa assenza, in questa impossibilità, si radica la solitudine dell'individuo. La tragicità un po' crepuscolare dell'uomo tardo-moderno, umanista e già televisivo, sta in ciò, che lo sguardo che egli rivolge, carico di significato e di desiderio, non raggiunge mai l'altro ma. desolatamente, viene colto dall'altro in un modo che ne snatura il senso. Il tempo è perennemente sfasato rispetto a se stesso, non riesce ad aprire un orizzonte comune che permetta la comunicazione. Così. il nostro amore per una persona è determinato da qualcosa d'altro dalla persona stessa, e l'affetto che conduce a noi questa persona trova, la sua ori BothoStrauss di un gesto dimora sempre altrove. «Alla fin fine non c'è nulla che unisce, proprio nulla», dice il protagonista della Dedica: l'intervallo che separa un'azione dal suo destinatario, una carezza dal volto che la riceve, nonché unire, apre uno spazio incolmabile in cui si consumano, muti l'uno di fronte all'altro, i destini degli individui. La risibile banalità che, per un osservatore esterno, costituisce il senso di un avvenimento soggettivamente decisivo (un tentativo di suicidio, la separazione dalla donna amata), è l'ultima parola che il mondo pronuncia sull'uomo che lo abita, è per così dire l'epitaffio che riassume una storia, ogni possibile storia. Fabrizio Rondolino La donna che, in Paare, Passanten (Coppie, passanti), sale sul cornicione di una casa e minaccia di gettarsi di sotto perché il suo uomo la maltratta, è già tutta ricompresa nell'insignificanza dell'articolo di giornale che, il giorno dopo, ne narrerà la vicenda. Il suo gesto è spogliato di ogni tragicità (cioè di. ogni significato) nel momento in cui il corpo in bilico fra la vita e la morte costituisce un diversivo per gli impiegati dell'ufficio di fronte, e per i pompieri che accorrono non è altro che routine. Un poliziotto, esperto in casi del genere, ha già capito eh,~la donna non si getterà: la sua protesta viene diluita e riassorbita nell'anoni1T1ità di una statistica, diviene, per la protagonista stessa, occasione per un po' di pubblicità al telegiornale regionale. Lei stessa non conosce più il senso del suo atto. La vita vera, la sua angoscia, il suo senso restano ignoti anche a chi, per un attimo, li ha portati alla luce. Lf opera di Botho Strauss ruota intorno a questo sfuggire all'incontro, a questa impossibilità di raggiungere l'altro; le sue storie dicono la solitudine di chi, alla ricerca di un volto, trova il viso privo di sguardo di un'annunciatrice televisiva. Tutta la Dedica è la storia dell'appuntamento mancato di Richard con Hannah; ~ Paare, Passanten, galleria di ritratti, storie, meditazioni, un po' impressionistico e .un po' aforistico, è un libro che restituisce nel suo freddo splendore al neon la assoluta superficialità, «presenzialità», insignificanza del mondo contemporaneo. Richard, il protagonista della Dedica, è stato lasciato da Hannah senza neppure conoscerne il motivo: la sua vita si volge ora alla descrizione precisa e minuziosa di tutto ciò che gli accade mentre è solo. Quando Hannah sarà tornata - così pensa Richard - le pagine scritte saranno la testimonianza della continuità di un dialogo che non può finire. In una Berlino torrida per il gran caldo estivo, Richard pregusta la nuova vita che verrà e assapora ciò che è già stato con la sicurezza allucinata di chi ha già perso; e quando Hannah finalmente telefona, egli le si precipita incontro portando in una borsa tutto ciò che ha scritto per lei: a un passo dalla felicità riconquistata, Hannah gli spiega che aveva soltanto bisogno di soldi, ora li ha già trovati, è tutto a posto. Le pagine che egli le consegna, quasi a garanzia della prossima riconciliazione, Hannah le dimentica in un taxi. Non è l'amarezza di una storia che finisce a essere narrata, quanto piuttosto la radicale, definitiva solitudine che impedisce all'incontro - a ogni incontro - di realizzarsi. Separati dal tempo che per ciascuno ha preso a scorrere in direzioni diverse, nessuna parola è più possibile, e il passato irrevocabilmente perduto riluce nell'incomunicabilità del presente. Paare, Passanten è una sorta di Minima moralia degli anni ottanta: la precisione della scrittura, il

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nascere e il morire spontanei di la società a e stessa; il suo sforzo. Nato e vi suto nella Germania redazione sportiva. Tra questi due differenza dà la cifra del personagbrevi descrizioni di fatti che, a loro la sua ricerca. vanno nella direzio- orientale. Becker sembra avere at- fatti. la cui sproporzione per altro gio, piccolo uomo senza qualità la volta, escono dal nulla e sponta- ne di una riconquista. lenta e forse traversato la speranza e la delusio- dà la misura del disinteresse con cui Azione Parallela è il microconeamente vi ritornano. il carattere assurda. di un volto che sappia re- ne. la paura e la gioia. per collo- cui il protagonista vive la propria smo convulso di un quotidiano; e il saggistico dell'ultima parte, danno stituire lo sguardo che gli viene ri- carsi. purificato e immunizzato. vita e con cui lo scrittore la narra. suo non rispondere a Sarah. il suo al libro il tono di una meditazione volto. da/Fa/traparte. Così come Kilian. si snoda una lunga catena di incon- lasciare gli eventi al corso che, cosull'esistenza. A Venezia. dove termina Paare, incapace di aiutare il fratello che è tri. una sfilata di persone che. ap- munque sia, seguirebbero, non Strauss è uno scrittore che, per Passanten. l'incontro con una ra- stato lasciato dalla moglie e che, partenendo all'esistenza di Kilian. sorge dalla voluttà sottilmente macosì dire, si osserva scrivere. si gazza che. nella notte. canta a disperato. si ubriaca per poterne si sentono obbligate a rendergli vi- sochistica dell"abbandonarsi alla commenta, si teorizza. Dietro l'av- squarciagola dai tavolini di un caf- parlare, osserva con distacco il fai- sita dopo il fallito suicidio. nave che affonda, quanto piuttovenimento narrato sta sempre roc- fè ancora aperto. riceve un senso limento del loro dialogo («Mio fra- Il romanzo è la storia di questi sto dalla radicale e definitiva perchio del critico letterario, quando dalla sua collocazione per così dire tello sta affogando. e io dalla riva incontri. o meglio, di questo muto dita di senso nel cui seno si adagianon del filosofo; la sua scrittura storica in una città in cui le perso- gli tiro dei sassi»), allo stesso mo- star l'uno di fronte all'altro che no gli avvenimenti della vita quotiscivola spesso nell'aforisma e ne ne e le cose si stratificano nel tem- do Becker narra, impassibile. la sancisce il fallimento dell'incontro diana. Kilian non compie un gesto tradisce le fonti: Nietzsche, Ador- po e riconquistano così quella di- disperazione del suo personaggio. stesso. Non c'è passione in Kilian. di rinuncia carico di significato di no, Heidegger. Lo scrivere assume stanza reciproca che le consegna Kilian appunto. in un mondo su né rimpianto per ciò che avrebbe fronte all'insensatezza del mondo. il valore di ultima testimonianza alla realtà: «In un tale silenzioso cui incombe la catastrofe atomica. potuto essere diverso: la madre, la non trasfigura il proprio scacco possibile da parte di un umanesi- oscillare del presente la città si sot- Aller Welt Freund (Amico di fidanzata (che lo lascia). il frate)- personale in testimonianza ancora mo minacciato e violentato dal- capace di pronunciare una parola l'appiattimento delle cose: «Si etica: egli ha già rinunciato, egli scrive per costruirsi poco alla volta viene dopo la rinuncia. una patria spirituale là dove non se Perfino il suicidio, che apre il ne possiede più una naturale». romanzo, si consuma come caricaIn questo senso, la tradizione tura di se stesso. Kilian scrive dell'Occidente, la sua cultura e il qualche parola di addio alla madre suo spirito, ritrovano spazio nel e a Sarah, poi - ha deciso di uccimondo della tecnica proprio nel- dersi col gas - è assalito da un dubl'attimo in cui qualcuno, incurante bio: il gas è più pesante o più legdella tecnica stessa, prende in ma- gero dell'aria? quale posizione è la no la penna e affida alla letteratu- migliore? Kilian cerca in un'encira ciò che ha strappato alla vita. clopedia, fruga nella memoria; «La vita reale non offre occasioni non trovando risposta, decide di per potersi saziare di vita»: il gesto sedersi su una sedia posta sul tavocon cui si dice no alla totalità del lo della cucina, in modo da essere presente perfettamente organizza- alla stessa distanza dal pavimento to salva lo spirito consegnandolo e dal soffitto. Cade, si rompe un alla tradizione da cui proviene. braccio, torna la padrona di casa La perdita della storia, lo smar- che avrebbe dovuto star via per un rirsi del suo senso, è la cifra del paio di settimane: il tentativo si è mondo contemporaneo. In Paare, concluso. Passanten, Strauss parla di «leuce- Becker narra le sue storie in mia della storia» e aggiunge: «Si ,,..,....,......, modo pacato, conseguente, né riha l'impressione che la storia si sia ;;:::::::=~~~;;~~~ cercato né banale: ogni frase agritirata, lasciando dietro di sé una giunge un particolare sfigurando il nebbia di indifferenza»; quella senso dell'insieme, grazie a un'irostessa nebbia, quel «chiarore den- L.,__._::..:__ __:_'_ _::--'_...Jii..__ 2';.._ _;::..___....:.;.;J]~ _ _s.._..::,;;L~...iffudilJllliLl:6;..; nia sempre controllata. I suoi perso», che è il mezzo televisivo, in sonaggi - come il protagonista di cui si perde la distanza dall'ogget- trae come una quinta stupenda che tutto il mondo) è la storia di un lo, sono oggetti dalla funzione non Schlaflose Tage (Giorni insonni), to e, cosl facendo, se ne smarrisce noi ammiriamo volentieri, e si giornalista ossessionato dalle noti- troppo chiara, di cui è bene sba- che lascia la moglie, cambia lavototalmente il senso. Il tempo che schiude una fessura nascosta, forse zie che deve divulgare. Parados- razzarsi al più presto. ro, inizia una nuova relazione per passa e lo spazio che separa vanno l'unico passaggio ancora praticabi- salmente, questo terrore è specu- L'incontro con Sarah, la fidan- cercare qualcosa di cui, in fondo, riconquistati a partire da quel pro- le verso il passato». Nel passato, lare alla suprema indifferenza con zata, è a questo riguardo esempla- non gli importa, - non arrivano in cesso lento, perfino anacronistico, nella sua dimensione ritrovata, cui egli va incontro alle persone re: essa ignora il tentativo compiu- nessun posto. Con umorismo e che è la letteratura, poiché soltan- brilla l'idea della redenzione. che lo circondano. Assolutamente to da Kilian per farla finita, né lui con eleganza Becker sospende la to la distanza ci permette di awici- inutili, gli altri danno fastidio: si preoccupa di parlargliene. Scan- quotidianità al vuoto che vi soggianarci alla realtà. s e Strauss fa i conti con il tra- «tutti agiscono con le migliori in- dito dalle diverse portate, il loro ce: la rende postuma. L'epoca senza storia che stiamo monto della civiltà occidenta- tenzioni, e alla fine della catena dialogo si svolge con difficoltà, Se Botho Strauss scrive che «il vivendo, !'«epoca silenziosa, che le e vi si oppone in nome di delle buone intenzioni ci sono io con fatica, con fastidio perfino, e linguaggio soltanto ti ha finora fatnon forma destini», produce avve- un umanesimo percorso dall'ango- come vittima». si smarrisce nel rumore indistinto to sopportare questa misera solitunimenti privi di senso. Strauss non scia e dalla rinuncia, Jurek Becker Kilian tenta il suicidio perché del ristorante in cui siedono. dine», Kilian, senza neppure vuole farsi partigiano di una rina- registra questo tramonto con l'o- sente su di sé la tragedia dell'urna- Giunti al dolce, Sarah comunica a preoccuparsene troppo, commenscita dell'ordine classico del mon- biettività e l'ironia di chi ha la- nità; riprende a vivere normai- Kilian che intende lasciarlo, per- ta divertito che «la lingua se ne va do, in cui un alto e un basso, un sciato dietro di sé l'idea della sai- mente quando il direttore del gior- ché il suo pessimismo la opprime. sempre diritta quando una parola bene e un male, tenevano stretta vezza. nale in cui lavora lo trasferisce alla Pure, non il pessimismo ma l'in- vorrebbe voltare l'angolo». p••·······································································, ! FEatosa : ■ Guido Almansi ■ • • : ~ Nessuno ha mai perso dei più che LaLingua. Infatti, Lasola ca. La Uno ti porta di qui alla Luna sul tenore di vita di ogni membro questo depliant non può intera- : ■ ~ soldi sottovalutando il catti- parte direttamentesignificantedegli (con un contagocce di benzina, af- della famiglia. La decisione di mente prescindere dalla dura realtà ■ ■ ~ vo gusto degli americani»:è aggettivi è il finale in -osa, per cui ferma la spudorata pubblicità); comprare la Uno invece di una 126 dei dati tecnici di rendimento con- ■ ■ uno dei dettifondamentali dellaso- ognuno degli attributi è facilmente concede anni-luce di buon umore o di una 2cv implica una differenza sumo costo ecc.; ma questi dati ■ ■ cietà moderna che ha determinato riconoscibile come distintivo di (questo è il momento di maggior di milioni, quindi mesi di stipendio vengono velati da un discorso mi- ■ ■ mode, costumi, stile di vita, mores una industria automobilistica, e ri- dissennatezza); evoca specchi d'o- del capofamiglia. stificatorio e terroristicobasato sul- ■ ■ sessuali, pratiche quotidiane, da chiama immediatamente gli altri ro ai semafori per potersi ammira- Questà decisionedovrebbe avve- la parola «filosofia»: «la filosofia ■ ■ una parte e dall'altra dell'Atlanti- tre. Gli aggettivi in questione non re; solleva nuvole di fiori colorati, nire non in base a una scelta razio- del risparmio tipica della Uno»; «i : ■ co. Sembra ora che i dirigentidella intendono aggiungere qualcosa al- e viache vai (sulla Uno) di banalità nale ma a un momentaneo infanti- concetti fondamentali della filoso- ■ ■ Fiat abbiano adottato e adattato L'idea di comodità, eleganza, ri- in banalità. Ma tutte queste banali- lismo, saltellandoper i prati e an- fia della Uno»; «avanzata filosofia ■ : questa massima commercialestatu- sparmio e velocità: «comodosa» tà tendono alla reverie, alla stupe- dando a caccia di farfalle, ovvero di innovazione»; e, per concludere, • ■ nitense per consumo nazionale: non significapiù di «comoda», né fazione della droga più che alla vi- inseguendo elefantini graziosissimi la novità della Uno nella «filosofia ■ ■ «La Fiat non perderà dei soldi sol- «risparmiosa»più di «economica». gilanza della guida, alla imagerie verdi rosagialli e blu (che sarebbe- concettuale»(sic). E come si difen- ■ ■ tovalutando l'intelligenza degli ita- La -osa invece rimanda a un circui- psichedelicapiù che alla realtàdel- ro giustificati se si trattassedi ven- de dalla «filosofia» uno che non ■ ■ Liani».La presente campagna per lo omofonico in cui la persuasività l'autostrada. 1 testi, infatti, assomi- dere dei biberons) sulla scia di pro- può dinws1rarela rotalenon-signi- ■ ■ la Uno è uno dei punti più infimi a della rima sostituisce la persuasivi- gliano a Lucy in the Sky with Dia- messe insensate e perciò criminali. ficanza di queste frasi? Frasi bru- ■. ■ cui sia mai scesa Lapubblicità in tà del costo, del consumo, delle monds, la canzone dei Beat/es che Quello che fa LaFiat è circo11ve11- talmente svestite di significato per ■ ■ Italia: una campagna che sembra prestazioni, e delle parole stesse illustravalegioie dell'Lsd. La cam- zione di minorati: approfittando concedere a/L'automobilista l'illu- ■ ■ indirizzata a una popolazione di che compongono il messaggiopub- pagna non fa appello al raziocinio dello stato di abbrutimento etico sione di fare una scelta «filosofi- : ■ adolescenti incapaci di intendere e blicitario (che viene cosi deseman- del consumatore, ma allasua capa- estetico e intellettualein cui l'italia- ca». In realtà, il compratore può ■ ■ di volere. tizzato). Si trattadi una tradiziona- citò di ·abbandonofantastico. no medio è ridotto dai nostri pro- solo essere un uomo plagiato dai ■ : Prescindiamo dai fattori tecnici, Leoperazione di lavaggio dei cer- E, a questopunto, sorgono i pri- grammi televisivi, la Fiat lo costrin- dirigenti della Fiat con la loro bru- ■ ~ ■ che sono accessibili per qualsiasi velli che autorizza i consumatori a mi dubbi sulla moralità di questa ge a sborsare nove milioni con la tale «filosofia» della vendita. ■ .5 ■ macchina sul mercato: la campa- demandare alla pubblicità il com- operazione commerciale e indu- promessa di farlo diventare, al vo- Saremo tutti costrettia comprare ■ ~ ■ gna della Uno non vende statisti- pilo, spesso penoso, di pensare. striale. Perché non si tratta, suvvia, /ante della Uno, un personaggio questa macchina - che, probabil- ■ ~ ■ che, specificazioni meccaniche e Bisogna comprare la Uno in uno di un acquisto effimero, come quel- del piccolo schermo che vola verso mente, non è né migliore né peg- ■ ~ ■ dati tecnici, ma vende parole e im- stato di scervellatezza e di spensie- lo di un detersivo o di una cera da la luna come Superman e aspira il giore di a/ire consimili, - ma la Fiat ■ 0 ■ magini. È di questo che intendiamo ratezza, come se si prendesse un pavimenti; o di un acquisto impe- profumo di nubi di fiori colorati non tratta il consumatore come un ■ ~ ■ occuparci. fiore per l'occhiello dallafioraia al- gnativo ma non determinante, co- come Bambi. essere umano adulto e consapevo- ■ 2 • ::: ■ AL centro della campagna ci so- l'angolo. me quello di un frigorifero o di una li poveretto, istupidito dalla le, bensl come un bambino de/i- ~ ■ no quattro aggettivi: LaUno è co- È per questo che la campagna macchina lavatrice. Si tratta, dopo morfina televisiva e dagli allucino- ciente dal quale si può ottenere tut- : :: ■ modosa sciccosa risparmiosa e Fiat insistesu tanti elementi «poeti- quello della casa, dell'acquisto più geni Fiat, decide di farsi mandare 10 con la promessa di un gelato. ■ g ■ scattosa. Si tratta di quattro neolo- ci», che sono inconsueti nell'ambi- importanteper una famiglia di red- un depliant della Uno. A differen- ■ ~ ■l;gismi che arricchisco o Lari otica to dellapubblicistica automobilisti- dito medio: acquisto che influisce za della pubblicità sui quotidiani, ■ ~ • -·····~· -···························································· -

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