Bib Gioma/e dei Giomali • Laprotestaoperaia Lf inizio del 1983 è stato contrassegnato, in Italia, da un'ondata di scioperi e manifestazioni di lavoratori che ha assunto significati immediatamente politici per il carattere di protesta contro i decreti «anticrisi» del governo Fanfani. L'intreccio fra vertenza per i contratti, protesta antigovernativa e pressione sulla trattativa per il costo del lavoro ha subito sollevato aspre polemiche sulla natura più o meno «spontanea» delle agitazioni e sulle forme di lotta (blocco di autostrade, stazioni ferroviarie, aeroporti, ecc.). Dal nostro punto di vista, il riaffacciarsi della protesta operaia costituisce un valido punto di osservazione per analizzare quale sia attualmente la disposizione della stampa (in particolare quotidiana) 11 ministro giapponese per il Commercio e l'industria internazionale (Miti) ha appena terminato il suo tour in Europa, un tour deciso in fretta, nel quale ha cercato di raggiungere degli accordi con le industrie europee della comunicazione. La situazione è da tempo tesafra Europa e Giappone, e la decisione del governo francese di bloccare i video-registratori giapponesi a Poitiers non è stata che il momento più pubblico e vistoso della difficoltà delle relazioni commerciali tra queste due -parti del mondo. L'industria elettronica europea macina la sua crisi da tempo, e in alcuni settori (per esempio, l'hi-fi) ha completamente abbandonato il mercato ai giapponesi; nel settore video, invece, ha mantenuto sempre una linea competitiva sia dal punto di vista tecnologico che da quello dellaproduzione. Sui videoregistratoricontava, per assestarsie intraprendere la via che porta all'ingresso nelle abitazioni europee di apparecchi complementari al televisore, per introdurre così l'abitudine al consumo di videocomunicazione, considerato il più ricco mercato del prossimo decennio. Le industrie giapponesi hanno intralciato il piano-vendita, immettendo sul mercato europeo tutto quanto avevano in magazzino e praticando una drastica riduzione dei prezzi. La Sharp, con le sue affiliate, ha conquistato il 65 per cento del mercato europeo di elettronica da intrattenimento, e il 35 per cento di quello della burotica (office-automation). Philips, Grundig, Thomson, hanno reagito in sede Cee chiedendo alla Commissione di intraprendere un processo contro le industrie giapponesi, accusandole di dumping. La Francia ha bloccato le importazioni, consentendo l'accesso solo a duemila vtr a settimana, con l'obbligo delle istruzioni in francese e la compilazione dei documenti doganali in francese. Gli apparecchi arrivati per gli acquisti natalizi in Francia erano I50 mila, rimasti ammassati in un hangar di Poitiers. La scelta della città ha consentito alla stampa mondiale facili confronti con l'arresto da parte di CarA cura di Index-Archivio Critico dell'Informazione verso le lotte sociali, in uno scenario ancora largamente influenzato da quella costellazione di fattori che vanno sotto l'etichetta convenzionale di «riflusso». Per dare un punto di inizio all'analisi, gli avvenimenti del 13 gennaio, riflessi nei quotidiani del giorno successivo, offrono un ottimo banco di prova. Nell'orizzonte sindacale tre sono gli avvenimenti che contraddistinguono la giornata del 13 : 1) gli scioperi e le manifestazioni in diverse città italiane, in particolare a Genova dove hanno assunto il carattere di un non previsto sciopero generale; 2) il comizio sindacale di Bologna, dove è stato contestato il segretario della Cgil Marianetti; 3) una dichiarazione del presidente della Confindustria Merloni~ in cui si accusava esplicitamente il Pci di ostacolare il raggiungimento di un accordo. Ricordiamo che l'episodio bolognese ha avuto ampie ripercussioni in sede politico-sindacale, e che è anche all'origine della insolita decisione di non tenere comizi nel corso del successjvo sciopero nazionale dell'industria, il 18 gennaio. Innanzi tutto, possiamo vedere in quale gerarchia i quotidiani hanno posto i tre avvenimenti citati. Fra i quotidiani «indipendenti», la tendenza dominante è quella di dare evidenza in prima pagina sia alla contestazione di Marianetti, sia alla dichiarazione di Merloni, mentre lo sciopero di Genova e le altre manifestazioni operaie sono nettamente in secondo piano. Il Giorno e Il Tempo dedicano il Indice della comunicazione titolo di testata all'episodio di Bologna. // Giorno titola pittorescamente A Bologna frittata antisindacale, sotto un occhiello che reca un esplicito giudizio politico: «Le uova contro Marianetti rendono ormai impossibili le manifestazioni unitarie». Più sobriamente, li Tempo titolo Il socialista Marianetti contestato a Bologna da dimostranti «ultras». Sempre in prima pagina: Merloni sul negoziato: se dovesse fallire la colpa è dei comunisti. li Giorno pone invece la dichiarazione del presidente della Confindustria nella pagina dell'economia (Merloni: «Il Pci non vuole l'accordo»). Il Corriere della Sera affianca al piede della prima pagina due titoli: Merloni: «L'ala sindacale Pci preclude la via di un accordo» e Igiapponesai Poitiers lndex-Archivio Critico dell'Informazione lo Martello di Arabi e Berberi, a Poitiers, nella battagliadel 732d.c. Il Financial Times del 19 novembre ha come titolo di testa della prima pagina: «Tenuti a bada a Poitiers i video invasori, con gallico sangue freddo». Lo stesso giorno, in una pagina dell'interno, si dava notizia che l'Inghilterra aveva importato, nel 1982, due milioni di vtrgiapponesi. Dalla Germania Max Grundig lanciava la proposta di costituire un cartello europeo del/'elettronica, che facesse fronte alle forze giapponesi. La proposta riguardava cinque partners con un fatturato di IO miliardi di dm, che intendessero studiare delle strategiecomuni e fonda re una società per lo sviluppo dei settori video, audio, hi-fi, e la Eu-Ro per la diffusione e la commercializzazione dei loro prodotti. Il governo tedesco osteggia il progetto, e Grundig tratta la fusione con la francese Thomson, mettendo in grave imbarazzo il proprio governo. Un sondaggio ha decretato che la vendita della Grundig ai francesi costerebbe a Kohl 1 milione di voti, la Grundig incasserebbe invece 1,2 miliardi di dm. La Franciafa dunque da leader per le forze europeiste in funzione antigiapponese, e con un certo successo, almeno iniziale. La Commissione Cee, dopo alcune titubanze, ha chiesto al Miti di autolimitare le esportazioni di vtr in Europa, e di facilitare l'importazione di armi e aerei europei in Giappone. Il Miti, per spaccare il fronte europeo, ha costituito un cartello di industrie con il compito di autodisciplinare le esportazioni, accettando quindi la proposta Cee, ma ha escluso la Francia, contro la quale ha iniziato un procedimento in seno al Gatt (Generai Agreement on Tariffs and Trade). La Akai e la Sony hanno sospeso la costruzione di due stabilimenti in Francia, mentre venivano ad accordi di cooperazione con le industrie degli altri paesi. La inglese Ansafone ha ottenuto la licenza per la vendita e laproduzione, su licenza, dei prodotti del colosso giapponese Nec (Nippon Electric Co.); la Matsushita si accorda con la Bosh per impiantare una fabbrica di vtr in Germania (65 per cento di capitalegiapponese); sino a questo momento la Matsushita inviava 30.000 vtr al mese alla Blaupunkt, per la commercializzazione. La Mitsubishi si accorda con la Basf per la produzione di nastriper computer, dischi magnetici, ecc. Nel frattempo il governo giapponese ci ripensa, e boccia l'accordo di cartello per l'autodisciplina delle esportazioni, affermando che suonerebbe come una ammissione di colpa. Nel giugno 1982 la lbm accusa la Hitachi e la Mitsubishi di spionaggio industriale. Se ne fa un gran parlare e si scopre, infine, che una agenzia creata dalla Fbi, d'intesa con la lbm, offriva ai giapponesi 'segreti industriali' e che questa Guerriero greco con elmo 'consulenza' era regolarmente fatturata! Ma l'immagine del giapponese con la macchina fotografica a tracolla che tutto copia e fotografa, ne esce rafforzata. Così come esce rafforzata dalla vicenda europea "l'immaginedel «pericologiallo». Il Giappone e le sue industrie restano misteriose e minacciose entità che colpiscono da lontano e fregano tutto quello che possono. La Frankfurter Allgemeine Zeitung, in una inchiesta di K. Oham sul Giappone, scrive: «Il Giappone, paese che non ha mai prodotto un vero inventore... » Nella stessa inchiesta si legge che la Matsushita spende 1,7 miliardi di dm nella ricerca e, dati alla mano, si ammette che «più che di veraforza giapponese siamo di fronte a una debolezza de/l'industria europea, nella ricerca e nella produzione elettronica». li çìiappone però sembra sempre costretto al ruolo di «cattivo», e forse i pronto per lui il ruolo di capro espiatorio, in sostituzione dello sceicco, per una crisi del/'economia occidentale ormai satura di capitalismo. Un recentissimo sondaggio cui hanno risposto 622 industrie giapponesi individua le aree di sviluppo prescelte: al primo posto la biotecnologia; al secondo la robotica (intesa come automazione delle fabbriche); al terzo le fibre ottiche; solo al quarto la tecnologiaper computers. Per la comunicazione sono dunque le fibre ottiche a interessare di più le industrie giapponesi. La Ntt (Nippon Telegraph & Telephon Public Corp.) si sforza già di promuoverne l'adozione e ne ha iniziato l'uso, forte del suo monopolio sui sistemi telefonici nazionali, collegando Sapporo e Fukuoka, distanti 2.000 chilometri. Questo mentre la Germania democristiana vuole cablarsi ancora con i cavi coassiali, e in Italia si favoleggia di MiTo o GeMiTo collegate in fibra ottica, che comunque è già qualcosa. La Fujitsu ha già investito miliardi e ritiene di avere la leadership mondiale, grazie ad alcuni suoi brevetti (fotodiodi al germanio) e ali'applicazione sperimenta/e di un sistema molto potente (400 Mbitls) a Hachioji. I giapponesi hanno già venduto reti di cavo a fibre ottiche ad Australia e Nuova Zelanda, mentre la At& T ha rifiutato alla Fujitsu una commessa per una grossa fornitura, nonostante la sua offerta fosse la migliore - cosa che è stata riconosciuta. I giapponesi contano comunque di vendere molto nel futuro, non solo ai paesi industrializzati, ma soprattutto a quelli in via di sviluppo. Per essi, che dovranno installare le loro reti tele[on i che (uno studio americano prevede un incremento del 200 per cento in questo mercato), non c'è di meglio del cavo a fibre ottiche, che con una sola posa consente molti servizi d'informazione: telefono, telex, tv cavo, videotex, facsimile, radio, ecc. o ecag1noo anca Marianetti contestato a Bologna da un gruppo di manifestanti Dp; da notare che quest'ultimo articolo continua in seconda pagina sotto un altro titolo: Ancora proteste in tutta Italia. Anche La Repubblica segue uno schema analogo, ma il titolo di testa «pastona» avvenimenti politici e sindacali: Tira aria di elezioni/ Spadolini: «Se continua così, meglio votare» / Marianetti fischiato a Bologna, reazione del Psi. Sempre in prima pagina: Costo del lavoro/ Merloni pessimista/«La colpa è del Pci•. li quotidiano della Confindustria li Sole-24 Ore abbina nel titolo di testa la dichiarazione di Merloni alla contestazione bolognese, ma - diversamente dagli altri giornali- non evidenzia l'attacco al Pci Dalla fibra ottica sono poi già passati alla tecnologia ollicaper i sistemi e la componentistica, e sono anche qui in vantaggio su tutti. Ma ciò che mostra meglio la loro potenzialità nello sviluppo è il progetto del sistema informativo integrato. Con questo progetto essi intendono dare la massima priorità a/- I' integrazione delle tecniche e dei servizi, accetlando a priori tutli i radicali mutamenti che questa filosofia comporterà, sia a livello produttivo sia a livello applicativo. Leader di questa scelta è la Nec, il cui piano strategico si chiama C & C (Computers and Communications). Su questo piano e sul sistema informativo integrato il Giappone prevede di investire nel decennio in corso 120 miliardi di dollari (1.560.000 miliardi di lire). Per come stanno andando le cose e meditando sulle rilevazioni politiche compiute da Richeri ne L'universo telematico (Bari, De Donato, 1982), rischiamo di finire tutti a «copiare»dai giapponesi, se saremo buoni. Forschung in Japan. Hexerei ist es nicht Frankfurter Allgemeine Zeitung 22 novembre 1982 Miti will ask makers to rorm carte! for m exports to Europe The Japan Economie Jouma/ 28 dicembre 1982 Biotechnology is ranked first in assessment or gtowth potential The Japan Economie Joumal 28 dicembre 1982 Japanese Now Target Communications Gear As a Growth lndustry The Wall Street Joumal 13 gennaio 1983 TLC Telecomunicazioni ottobre - novembre 1982 Le notizie sono tratte dalla rassegna quindicinale della stampa estera Indice della Comunicazione, a cura di Maria Rosaria Pedemonte e Tiziana Valenti, prodotta da lndex· per gli abbonati.
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