Alfabeta - anno V - n. 45 - febbraio 1983

grossolano errore. Legge infatti il mio pezzo come se volesse «accostare» Le Goff, Vernante Wallerstein: e allora certo avrebbe ragione, bisogna essere molto più fini e destri... Senonché, intervenendo in.breve su alcuni dei temi posti con maggior dottrina della mia da Vegetti e da Segre, io certamente ho dato attenzione e ammirazione a-tutti quei testi diversi: ma contrapponendoli, e, direi, con evidenza sufficiente per il lettore cli Alfabeta. Da una parte sta l'interpretazione secondo la quale viviamo nel prolungamento del Medioevo, nostro ventre materno; e, in ciò, non emerge allora lo spartiacque della «rivoluzione industriale» o del capitalismo. Che, come si sa, non è visibile, non è una banca né un ente con sede legale, e non è dunque documentato in sede storica stretta. Dall'altra, c'è l'interpretazione anche attuale che pone le origini del capitalismo al tempo di Machiavelli e a quello cli Shakespeare. Né questo è un problema di datazione. Sono dolente cli dovere così spiegare a tutti, su richiesta del prof. Caracciolo preoccupato dei suoi averi nel proprio campo, una mia ricerca. E insieme, mi pare, dovrebbe risultare da parte mia una certa insoddisfazione o perplessità, o dissenso, per una evoluzione degli studi storici che è slittata dalla «civiltà materiale» alla prevalenza della memoria e del simbolico. Aggiungo infine che il termine «nuovo», su cui Caracciolo si irrita, mi pare che abbia oggi un valore convenzionale che è semplicemente ovvio, sia nelle arti che nelle scienze che anche nella storia della cultura. Eleonora Fiorani Leonetti Hammett e Peirce Alla direzione di Alfabeta. Con riferimento al, e a integrazione del, mio articolo «Hamme/1e Peirce» (Alfabeta n. 42), mi corre l'obbligo, per evitare di passare per plagiario e per dovere di informazione, di dichiarare che l'idea della connessione Hammett-Peirce tramite l'indicazione di Steven Marcus mi viene da Massimo Bonfantini, che per quanto ne so è stato il primo in Italia a proporla e a farne oggetto di riflessione: anzitutto nel suo articolo «Piste di lettura: semiotica per l'insegnamento», apparso in Uct n. 68-69, Trento, agosto-settembre 1981, pp. 47-48; quindi in due relazioni a convegni: la prima al secondo convegno nazic11ale « Letteratura: percorsi possibili» (tenutosi a Roma dal 25 al 27 marzo 1982, a organizzazione del Centro Romano di Semiotica), la seconda al primo convegno internazionale «Scienze del linguaggio e insegnamento delle lingue e delle letterature» (tenutosi a Bari dal 14 al 17 aprile 1982, a organizzazione dell'Università). Cordiaii saluti Mauro Ferraresi Ferrara, 13 dicembre 1982 Per quanto ne sapevano i lettori cli Hammett, la storia cli Aitcraft alias Pierce, tratta dal Falcone maiJese, era stata commentata e offerta alla pubblica utilità da Steven Marcus, nell'introduzione a i;; Dashiell Hammett, Continental ., Op. Sette racconti inediti (trad. it. -5 cli Nicoletta Bianchi, Milano, Bi- ~ blioteca del giallo Mondadori, i 1980, pp. 359, lire 4.500). Marcus ..., sottolineava anche il trasparente scambio vocalico per cui Pierce richiamava Peirce: «Non è un caso che il nuovo nome che Hammett dà a Aitcraft, Pierce, corrisponda - con l'inversione di due vocali- a quello del filosofo americano conassertore cli simili (p In difesa della vita del poetaGiovanniMarini Giovanni Marini (Premio Viareggio di poesia 1975) è stato nuovamente arrestato a Salerno. Ieri 13 dicembre l'anziana madre di Marini mi ha telefonato per avvertirmi che Giovanni era staio portato via dalla sua abitazione insanguinato, senza alcun plausibile motivo. I pochi e poveri mobili della sua casa sono statifatti a pezzi, con una ferocia e una vendetta inaudite. Giovanni è un uomo che ha pagato duramente il suo antifascismo, e tuttora è continuamente perseguitato e minacciato. Chi lo conosce sa che è una persona dolcissima e buona. Il calvario carcerario di Marini è fin troppo noto, per spendere altre parole. In questi ultimi tempi Giovanni conduceva vita ritirata: scriveva moltissimo e stava lavorando ad un romanzo a cui teneva molto. Chiediamo a tutti coloro che lo hanno difeso in passato, di non abbandonarlo in questa occasione. Se c'è qualche avvocato disponibile si faccia avanti al più presto (le condizioni economiche della madre sono pessime). Chiediamo ad Alberto Moravia, a Camilla Cederna, a Dario Fo, a Pietro Buttitta, e a quanti altri si sono occupati di lui e della sua poesia, di fare qualcosa; a Terracini, a FrancaRame, a quegli intelle/luali sensibili, e alleforze di sinistra che si mobilitarono in passato per la sua vita, di usare il loro prestigio e la loro presenza anche stavolta. Angelo Gaccione Per adesioni, telegrammi e aiuti economici, inviare al: Comitato Solidarietà per Marini, e/o Albo Michele, via San Martino 15, 20122 Milano, telefono 8395761. Elettroshocknumero 3 S'ammazzano tra loro. come un terrorista. Quali che siano le idee di Accascino e la sua militanza politica, non spella agli organi di informazione eme//ere prema/lire sentenze. Certo, la nostra preoccupazione si estende al fatto che certe carcerazioni preventive durano nel tempo più di ogni ragionevole limite e non vorremmo che Giorgio - che seguitiamo a pensare innocente fino a Baccante prova contraria - debba pagare troppo care le proprie idee, e la casa editrice carissima la sua assenza. Giorgio Manacorda, Aldo Rosselli, Gianni Puglisi, Pietro Garofalo, Antonio Landolfi, Piero Gamacchio, Riccardo Reim, Antonio Veneziani, Renzo Paris, Giosi Mancini, Luciano Martinis, Remo Croce, Carlo Conticelli Non c'è bisogno che lofacciamo noi. Sorridi, sorridi. E ci vuole ordine, altro che riforme. Devono riformare prima gli italiani e non è la stessa cosa. Si sono ammazzati per una galla. Il morto l'ha scannata, gliel'ha fatta mangiare e gliel'ha detto dopo. Non era coniglio. Ecco l'anarchico, quel criminalefanatico s'impiccia dice che bisogna aiutare il vivo e raccoglierei soldi per lui. Ordine, cella isolata, censura. L'anarchico invece s'impiccia del vivo che ha ancora negli occhi gli occhi dell'altro che ha ucciso da poco, sembra morto anche lui a guardarsi le mani, è rimasto da solo. S'impiccia del vivo dice che non riceveva lei/ere da casa; che s'era affezionato allagatta perché era solo e si sentiva tradito dagli uomini, appena un ragazzo. S'impiccia, capire secondo lui è meglio che fare il mestiere di giudicare e di vendicarsi. Ordine, anarc1ici tutti assassini anche se sono innocenti. Giovanni Marini, da E noi folli e giusti (1974) Noi operatori della Lerici La casa editrice Lerici esprime preoccupazione per l'arresto del proprio direttore editoriale, Giorgio Accascino. Questo grave provvedimento ha interro/lo il lavoro editoriale che Accasàna ha portato avanti fin dal 1976. Non vogliamo pensare che il provvedimento che ha privato temporaneamente Accascina della libertà personale comporti l'intenzione di colpire anche una casa editrice che, tra le altre cose, si è sempre impegnata nella direzione della difesa delle garanzie costituzionali. Esprimendo solidarietà nei confronti di Giorgio Accascino, i lavoratori, i consulenti e i collaboratori della Lerici non possono non protestareper il modo in cui la stampa ha dato la notizia, presentando, di , fat , wnostro direttore editoriale Dinamiche di gruppo Cari amici, mi sono sentita, come prigioniera, punta sul vivo dal/'articolo di Alessandro Zinna («Dinamiche di gruppo», Alfabeta n. 43). lntervengo per contestare le proposizioni. A mio parere, c'è un vizio di fondo, che_si trascina su tutte le af; fermazioni, equivocandole. È l'assunzione de{ triangolo di Habermas a sostegno della coppia inclusione/esclusione, generatrice della catena segreto-appartenenza-identità e loro relative evanescenze o incrinazioni. Già come tale, lafigura del triangolo è discutibile, perché non ha alcun rapporto generativo con le forme reali, tanto più se intende semplificare e schematizzare ciò che è necessariamente dinamico, discontinuo, instabile e fluttuante, come le relazioni e leforme d'identità che in esse convergono, o che da esse si generano. Inoltre, se le relazioni, come traiettorie possibili, fossero anche quelle descrille dal triangolo, il cammino dall'io al loro al tu è comunque sempre diverso, perché il territorio dell'io del noi dell'altro è sollecitato da deformazioni o mutazioni di forma dinamiche. Si compone, si scompone, si dilata, si restringe. Ma soprattutto la pressione degli eventi esterni è tale che ogni dinamica di appartenenza si trova evidentemente su una frontiera di scelta, di opzione al limite. Ai gruppi di appartenenza stabili ci credono forse solo più i marxistileninisti, se ancora ne esistono. L'appartenenza è un orlo, una zona di cambiamento - non certo un'internità definita. Ciò che questo comporta sul/' identità non è indifferente, tutt'altro - poiché si tratta di vere e proprie tempeste. L'acqua leva via la polvere, il tratto originale è coglierle nella loro produzione instancabile di nuove forme. Figuriamoci quanto poco c'entra il triangolo - che funestamente richiama quanto di più avvizzito e da dimenticare c'è nella storia dell'ideologia della cultura della ~eligione dell'organizzazione (e chissà che altro) di questa civiltà. Certo, è la metafora di un ciclico ritorno al medesimo, in qualunque direzione si torna sempre al punto di partenza, all'io - è quindi la figura geometrica della conservazione. Come prigioniera, mi sono senti> ta offesa dalle affermazioni del/'articolo. Non mi soffermo per discrezione sulle dinamiche di gruppo. È che tali premesse statiche configurano un'identità incredibilmente labile. Sicuramente, la violazione dell'intimità aggredisce l'identità, ma questa ha una sua peculiare velocità interna che le permei/e di dislocarsi, di spostare il territorio dell'intimità (sarebbe meglio dire dell'inaccessibilità). Il carcere viola crudelmente tu/li gli anfra//i della coinune e civile intimità. È superfluo notare quanto venga sopraffatta l'intimità delle donne, sopra/lui/o in certi • speciali'. Tuttavia, si creano altre infinite forme di inaccessibilità, che potenziano nuovi aspetti dell'identità. Aspetti forse più verticali, più caratteriali, ma anche creativi e improbabili - fintanto che l'intimità resta annodata agli scontati luoghi umbratili della convivenza civile. Certo, anche tant'altri aspetti. Si tratta semmai di capire cosa può comportare tale dislocazione dell'identità verso un suo potenziamento su traie/lorie sempre più inaccessibili, non già di interpretarela violazione come annichilimento e basta. Nel caso di annientamento estremo - come nell'esempio di Biancho/ sugli Ebrei - c'è da chiedersi: Come mai non si formò un'identità di gruppo ai fini di una lotta per la sopravvivenza ? Tra le altre, vi è la questione che, probabilmente, negli-spazi chiusi vengono a mancare proprio quelle caratteristiche dinamiche necessarie al riprodursi dell'identità, la cui formazione e resistenza e trasformazione vengono annichilite non tanto dalla immediata e dfrellti aggressione esterna, ma dal venir meno di ogni possibilità di flu//uazione verso l'esterno. La chiusura è sicuramente riconducibile ad una forma di aggressione, ma qui entriamo in un ordine di problemi più vasto. Mi fermo qui pur avendo solo sfiorato la questione. Se a qualcuno va, rispondetemi. La posta, come sapete, ora funziona solo verso l'esterno, perché l'art. 90 ci impedisce la corrispondenza fra carceri. Chi ne paga le conseguenze sono i giardini pubblici. Vi abbraccio, Fiora Pirri Ardizzone Rebibbia, 20 dicembre 1982 Nuove collane Narrativa J. Neruda I racconti di Mala Strana pp. 239, lire 12.000 Introduzione di Claudio Magris Undicistoriedi gentecomuneambientatenellaPragamagicadell'800. Saggistica K. Bloch Memorie della mia vita pp. 247, lire 14.000 Dalla Rivoluzione d'ollobreallafuga in America:il lungo viaggiodellamoglie del grandefilosofo marxistaErnst B/och alla ricercadi una societàpiù umana. A. Zagajewski Polonia: uno Stato ali'ombra dell'Unione Sovietica pp. XXIII-166, lire 13.500 Introduzione di Frane Barbieri L'ultimatestimonianzaliberachegiunge dallaPolonia.Un librosoffertoma ragionatocheaiutaa capiree a rifleuere sul drammapolacco. Filosofia H. Gollwitzer - H. Weischedel Credere e pensare pp. XXXVI-332, lire 22.000 Introduzione di Gerardo Cunico Unteologoe unfilosofosi confrontano sul tema «crederee pensare»,proponendo un nuovo rapporto tra fede e pensiero. G. Simmel I problemi della filosofia della storia pp. XXXV-168, lire 18.000 Introduzione di Vittorio D'Anna Unadelleoperefondamentalidellostoricismotedescovieneoffertaper la prima voltain /e/turaalpubblicoitaliano. A giorni in libreria: Collana «Dabar» M.D. Chenu Le Saulchoir. Una scuola di teologia pp. XXV-128, lire 12.000 Introduzione di Giuseppe Alberigo Apparefinalmentea quarant'annidalla condannadellaChiesail «libroproibito»di uno dei maggioriteologiviventi, documento emblematico dell'odierna riflessioneteologica. Introduzione cli Vittorio D'Anna casa editric maertiti

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==